giovedì 6 novembre 2014

GRANDE IMPATTO ASTRONOMICO: SECONDA PARTE “Cari figli, Dio lo permetterà e gli uomini sapienti daranno la notizia. È ESISTITO, NON ESISTE ED ESISTERÀ. LA RISPOSTA VERRÀ. SAPPIATE CHE GRANDI SONO I MISTERI DEL SIGNORE” Profezia della Madonna di Anguera n. 2.809 - 10.03.07 Ecclesiaste (Qoelet) 1:9 Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole Ecclesiaste (Qoelet), capitolo 3,15 Ciò che è, già è stato; ciò che sarà, già è; Dio ricerca ciò che è già passato.


GRANDE IMPATTO ASTRONOMICO - Inizio commento - DAGLI IPOTETICI PIANETI DI "NIBIRU" DI SITCHIN E "X PROSERPINA" AL NONO E DECIMO PIANETA DEL SISTEMA SOLARE: IL PIANETA X (O TRANSPLUTONIANO), ERIS (DISCORDIA), IL PIANETA NANO E DISMONIA IL SUO SATELLITE SCOPERTI L' 8 GENNAIO 2005. KILLER DALLO SPAZIO: BUCO NERO-BUCO BIANCO - GRB( GAMMA RAY BURST) ESPLOSIONI DI RAGGI GAMMA - LA NOSTRA STELLA IL SOLE - IL BIG RIP (GRANDE STRAPPO) DESTINO FINALE DELL' UNIVERSO. BOMBE AD OROLOGERIA NELL’ UNIVERSO: ESPLOSIONE DELLA NANA BIANCA POTREBBE RAGGIUNGERE IL PIANETA TERRA ? (SIRIO B? OPPURE COLLISIONE E FUSIONE DI DUE NANE BIANCHE?) Fine commento. - PROFEZIA DI ANGUERA DEL 24/01/2009 N. 3.113 ”L’URTO TRA DUE GIGANTI NELL’ UNIVERSO PROVOCHERÀ GRANDI DANNI ALLA TERRA. FUOCO CADRÀ DAL CIELO E MOLTE REGIONI DELLA TERRA SARANNO RAGGIUNTE” Profezie della Madonna di Anguera. 2.568 - 30.08.2005 State attenti ai segni di Dio. Gli uomini vedranno qualcosa di intensamente luminoso. 3.201 - 15 agosto 2009 L’UMANITÀ SARÀ PURIFICATA NELLA SOFFERENZA. ARRIVERÀ IL GIORNO IN CUI GLI UOMINI GRIDERANNO CHIEDENDO AIUTO E DESIDERERANNO LA MORTE. UN FUOCO VELOCE E DISTRUTTORE RAGGIUNGERÀ LA TERRA. STA VENENDO DA MOLTO LONTANO E GLI UOMINI NON POTRANNO IMPEDIRE LA SUA AZIONE DISTRUTTRICE.SOFFRO PER CIÒ CHE VI ATTENDE. CONTINENTI CESSERANNO DI ESISTERE E LA TERRA NON SARÀ PIÙ LA STESSA. TUTTO SARÀ DIVERSO. CIÒ CHE OGGI CONTEMPLATE CESSERÀ DI ESISTERE. DOPO TUTTO QUESTO, DIO FARÀ SORGERE UNA NUOVA TERRA PER I SUOI ELETTI. 3.243 - 21 novembre 2009 Cari figli, l’umanità berrà il calice amaro della sofferenza a causa degli inspiegabili fenomeni naturali che si verificheranno. 2.471 - 18.01.2005 CARI FIGLI, LA LUCE PERDERÀ LA SUA BRILLANTEZZA IN PIENO MEZZOGIORNO E GLI UOMINI CADRANNO A TERRA DALLA PAURA. 2.576 - 17.09.2005 GLI SCIENZIATI DARANNO L’ANNUNCIO E GLI UOMINI ASPETTERANNO CON PAURA, MA DIO LO ROMPERÀ (VI PORRÀ FINE?). 2.792- 30.01.2007 SORGERÀ UNA LUCE MAI VISTA DAGLI UOMINI. SARÀ VISIBILE AGLI OCCHI UMANI E CONTRIBUIRÀ A GRANDI CAMBIAMENTI SULLA TERRA. 2.537 - 18.06.2005 L’UOMO VEDRÀ UN GRANDE MISTERO: LA NOTTE DIVENTERÀ GIORNO. 3.224 - 9 ottobre 2009 LA TERRA PASSERÀ PER GRANDI E DOLOROSE TRASFORMAZIONI. GLI UOMINI SARANNO CONFUSI, PERCHÉ SI SONO MESSI AL POSTO DEL CREATORE. AVVERRANNO FENOMENI INSPIEGABILI SULLA TERRA E I SAPIENTI NON TROVERANNO RISPOSTE. 2.744 - 10/10/2006 CARI FIGLI, UN GRANDE MISTERO SI VEDRÀ. DOV’È LA GRANDE MONTAGNA? GLI UOMINI SARANNO CONFUSI E NON CAPIRANNO. GUARDATE I SEGNI DI DIO. 2.793 - 31.01.2007 CARI FIGLI, LA TERRA SARÀ RICOPERTA DALLE TENEBRE. L’OSCURITÀ USCIRÀ DALL’IMMENSA LUCE. UN MISTERO ESISTENTE NELLA GRANDE LUCE BRILLANTE SARÀ RIVELATO. ECCO I TEMPI PIÙ DIFFICILI PER L’UMANITÀ. 2.871 - 02/08/2007 . DALLE PROFONDITÀ DELLA TERRA SORGERÀ UN GRANDE MISTERO. LA SCIENZA NON SAPRÀ SPIEGARLO E GLI ABITANTI TERRA DELLA SANTA CROCE (BRASILE) AVRANNO PAURA. 2.910 - 01/11/2007 LUCE CHE NON SI ACCENDE E CASA VUOTA. ECCO IL MISTERO. 2.505 - 04.04.2005 .CIÒ CHE VI DICO ADESSO NON POTETE COMPRENDERLO, MA UN GIORNO VI SARÀ RIVELATO E TUTTO SARÀ CHIARO PER VOI. LO SPECCHIO: ECCO IL MISTERO. 388 – 16 marzo 1991 SOLTANTO ATTRAVERSO LA PREGHIERA POTETE COMPRENDERE ILMISTERO DELL’AMORE . 2.877 - 17/08/2007 IL SIGNORE LO PERMETTERÀ E GLI UOMINI VEDRANNO LA MERAVIGLIA NASCOSTA NELL’UNIVERSO: ECCO IL NOME DI COLUI CHE VIVE E REGNA PER SEMPRE. 2.989 - 26/04/2008 GLI UOMINI SAPIENTI FARANNO GRANDI SCOPERTE. DALL’UNIVERSO VERRÀ LA FORZA CHE ILLUMINERÀ LA TERRA. 3.103 - 01/1/2009 CARI FIGLI, PIÙ GRANDE DELLA TERRA SARÀ CIÒ CHE FARÀ PREOCCUPARE GLI UOMINI SAPIENTI. NON TROVERANNO ALCUNA SOLUZIONE, MA DIO VERRÀ IN SOCCORSO DEL SUO POPOLO. NELL’UNIVERSO CI SONO COSE CHE LA SCIENZA ANCORA NON CONOSCE, MA CON IL PERMESSO DEL SIGNORE SI SCOPRIRANNO 3.112 - 23/01/2009 LA VOSTRA MANCANZA DI COMPRENSIONE È FRUTTO DELLA VOSTRA CECITÀ SPIRITUALE GLI UOMINI SAPIENTI SARANNO SORPRESI: UN INCENDIO DEVASTANTE SI VERIFICHERÀ ALL’INTERNO DELLA TERRA E MOLTI SPERIMENTERANNO UNA CROCE PESANTE. 3.197 - 6 agosto 2009 FATTI SPAVENTOSI RISVEGLIERANNO L’ATTENZIONE DEGLI UOMINI. UN’ESPLOSIONE NELL’UNIVERSO CAUSERÀ GRANDE STUPORE AGLI UOMINI SAGGI. LA TERRA SOFFRIRÀ. 3.224 - 9 ottobre 2009 LA TERRA PASSERÀ PER GRANDI E DOLOROSE TRASFORMAZIONI. GLI UOMINI SARANNO CONFUSI, PERCHÉ SI SONO MESSI AL POSTO DEL CREATORE. AVVERRANNO FENOMENI INSPIEGABILI SULLA TERRA E I SAPIENTI NON TROVERANNO RISPOSTE. 3.234 - 31 ottobre 2009 LA FORZA DELLA NATURA PROVOCHERÀ FENOMENI MAI VISTI. OGGETTI SARANNO LANCIATI DA TERRA DA UNA FORZA CHE GLI UOMINI NON RIUSCIRANNO A SPIEGARE. DALLE PROFONDITÀ DELLA TERRA SORGERANNO FORZE CHE SUSCITERANNO PREOCCUPAZIONE NEGLI UOMINI, MA VOGLIO DIRVI CHE DIO NON ABBANDONERÀ IL SUO POPOLO. 2.655 - 18/03/2006 DALLA LITOSFERA VERRÀ GRANDE DOLORE PER L’UMANITÀ. LA TERRA SARÀ SCOSSA E DELLE MONTAGNE CADRANNO. 3.111- 20/1/2009 NELLA FESTA DI UN GRANDE SANTO CI SARÀ UN GRANDE SEGNO NEL CIELO D’EUROPA. GLI UOMINI NON TROVERANNO SPIEGAZIONI.STATE ATTENTI AI SEGNI DI DIO. 3.452 - 14 marzo 2011 ACCADRANNO FATTI SPAVENTOSI E GLI UOMINI SAPIENTI RESTERANNO CONFUSI. 3.210 - 5 settembre 2009 Dio permetterà e gli uomini dotti annunceranno l’arrivo di colui che sarà causa di disperazione per molti. In molte regioni della terra il fuoco divamperà ovunque.
Link: https://nostrasignoradianguera.blogspot.com/2012/03/apocalittico-scontro-planetario-dagli.html


GRANDE IMPATTO ASTRONOMICO: SECONDA PARTE “Cari figli, Dio lo permetterà e gli uomini sapienti daranno la notizia. È ESISTITO, NON ESISTE ED ESISTERÀ. LA RISPOSTA VERRÀ. SAPPIATE CHE GRANDI SONO I MISTERI DEL SIGNORE” Profezia della Madonna di Anguera n. 2.809 - 10.03.07 Ecclesiaste (Qoelet) 1:9 Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole Ecclesiaste (Qoelet), capitolo 3,15 Ciò che è, già è stato; ciò che sarà, già è; Dio ricerca ciò che è già passato.
Link: https://nostrasignoradianguera.blogspot.com/2013/09/a.html



Ecclesiaste (Qoelet) 1:9 Ciò che è stato sarà
e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole


Ec 3:14 Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c'è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché si abbia timore di lui. 

Ecclesiaste (Qoelete), capitolo 3,15
Ciò che è, già è stato; ciò che sarà, già è; Dio ricerca ciò che è già passato.

La Terra, uno dei pianeti, è stata oggetto di conflitti con altri pianeti, e tracce della conoscenza di questi avvenimenti si possono trovare negli scrittori primitivi, Origene, scrivendo contro Celso, affermò: “Noi non attribuiamo  né il diluvio né l’ incendio ai cicli ed ai periodi planetari; ma dichiariamo che la causa di essi è l’ esteso predominio del male, e la sua (conseguente) rimozione mediante un diluvio o un incendio.”
Celso ed Origene sapevano bene che il diluvio e l’ incendio mondiale erano causati dai pianeti e che queste catastrofi terrestri avrebbero potuto essere calcolate in anticipo.

II re12:5; 22:5 Cronache 32:5 Amos 6:11; 9:11

Pagina 188, Mondi in Collisione, Immanuel Velikovsky


ESTINZIONI DI MASSA DOVUTE ALLA MATERIA OSCURA?



Gigantesca collisione di asteroidi scoperta dalla Nasa che potrebbe portare alla formazione di una nuova Terra
Ipotesi di Massimiliano Bruno

2.809 - 10.03.2007

Cari figli, Dio lo permetterà e gli uomini sapienti daranno la notizia.* È ESISTITO, NON ESISTE ED ESISTERÀ. LA RISPOSTA VERRÀ. SAPPIATE CHE GRANDI SONO I MISTERI DEL SIGNORE. Inginocchiatevi in preghiera. Non allontanatevi dalla sua grazia. Io sono vostra Madre e vengo dal Cielo per chiamarvi alla santità. Siate buoni. Amatevi e servite il Signore con gioia. Lui è il vostro tutto e senza di Lui non potete fare nulla. Avanti senza timore. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.


Gigantesca collisione di asteroidi scoperta dalla Nasa che potrebbe portare alla formazione di una nuova terra

08 settembre 2014

Gigantesca collisione di asteroidi scoperta dalla Nasa che potrebbe portare alla formazione di una nuova Terra



di Monica Scaini - Il telescopio spaziale Spitzer e’ un osservatorio che rileva all’infrarosso e costruito dalla NASA, dal Jet Propulsion Laboratory e dal California Institute of Tecnology, ha rilevato una enorme eruzione di polveri che turbinano intorno ad una giovane stella chiamata NGC 2547 stella-ID8 che si trova a circa 1220 anni luce dalla Terra

nella costellazione Vela (caratteristica del cielo australe) , a causa dell’impatto tra 2 asteroidi e che con il passare di millenni, potrebbe portare alla formazione di un pianeta roccioso come la Terra. Per la prima volta sono stati raccolti i dati prima e dopo la collisione di un sistema planetario. Infatti i pianeti rocciosi nascono come materiale pulverulento simile a sabbia finissima e che si allontana lentamente dalla stella e con il passare dei millenni i pezzi di polvere collidendo uno contro l’altro si sono coesi in frammenti grossi chiamati proto-planetari e che successivamente si sono trasformati in pianeti. Questo modello di formazione si chiama “fractal assembly” e assume che i pianeti si formino partendo da un disco polveroso 2D anche se recentemente e’ stata avvalorata la tesi secondo cui il modello 3D chiarisce meglio la formazione di sistemi solari. Spitzer ha iniziato a monitorare la stella NGC 2547 stella-ID8 nell’agosto 2012 e nel momento culminante ha dovuto spostare l’obbiettivo a causa dell’interferenza del Sole ma quando ha ripreso l’osservazione vi era uno scenario incredibile che mostrava l’enorme nuvola e i resti di questo scontro sono ora dei sorvegliati speciali perche’ dall’aggregazione potrebbe nascere un nuovo pianeta e tutto cio’ in diretta.




2.809 - 10.03.2007
Cari figli, Dio lo permetterà e gli uomini sapienti daranno la notizia.* È ESISTITO, NON ESISTE ED ESISTERÀ. LA RISPOSTA VERRÀ. SAPPIATE CHE GRANDI SONO I MISTERI DEL SIGNORE. Inginocchiatevi in preghiera. Non allontanatevi dalla sua grazia. Io sono vostra Madre e vengo dal Cielo per chiamarvi alla santità. Siate buoni. Amatevi e servite il Signore con gioia. Lui è il vostro tutto e senza di Lui non potete fare nulla. Avanti senza timore. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

Ipotesi del webmaster di nostrasignoradianguera.plogspot.com: *Pianeta X mancante del nostro sistema solare, previsto da alcune teorie scientifiche accreditate. Pianeta esistito in un tempo remoto  milioni di anni fà, probabilmente disgregato in uno scontro con un altro corpo celeste di pari dimensioni, attualmente esistente sotto forma di frammenti sparsi nel cosmo ( nostro sistema solare e/o extrasolare). In un futuro prossimo, i frammenti residui del pianeta X potrebbero essere avvolti, catturati,   dalla forza di gravità di   un corpo celeste incandescente  di passaggio che entrerà nel nostro sistema solare (ad esempio un grosso meteorite o plateoide o cometa), e riformare così un giovane pianeta, con un nucleo centrale fuso incandescente (stato plasmatico), che si ingrandisce fondendosi con altri corpi celesti minori che incontra al suo passaggio, con traiettoria vicina al pianeta terra. Al passaggio del giovane pianeta X  in formazione vicino al nostro pianeta terra, potrebbe, per effetto dell’ influsso gravitazionale reciproco, perdere alcuni “pezzi non ancora fusi con il nucleo centrale e “cadere” sul pianeta terra. Per effetto delle forze elettromagnetismo e della forza di gravità interagenti tra i due corpi celesti (Terra e meteorite e/o pianeta x), si verificheranno contemporaneamente in ogni parte del globo terrestre: uragani, terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche, slittamento dei poli, slittamento dei continenti, cambiamenti climatici estremi, inverno nucleare, giorni di buio (oscuramento prodotto dalla coda della cometa+ sollevamento detriti dal luogo dell’ impatto cometario+ ceneri vulcaniche); inquinamento di falde acquifere. Eventi  analoghi catastrofici sono accaduti nel lontano passato e  si ripeteranno  ancor nel futuro.


Impatti Meteorici
Che conseguenze avrebbe l'impatto di una meteorite di dimensioni pari a quelle del Monte Everest sulla Terra? Grazie.
(Risponde Alessandro Gelagi)

Oggetto near-Earth
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 

Calcolate gli effetti dell’impatto di un asteroide sulla Terra


Impatto astronomico
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Un evento di impatto astronomico consiste nella collisione di un grosso meteoroide, asteroide, cometa, o altra classe di oggetto celeste contro la Terra o contro un altro pianeta. Nel corso della storia conosciuta, si sono verificati centinaia di eventi d'impatto "minori" (a parte i numerosissimi bolidi esplosi nell'atmosfera, noti come "stelle cadenti") e sono stati segnalati, in qualche caso causando danneggiamento alle proprietà o all'ambiente locale, ma molto raramente feriti e morti.[1] Un impatto astronomico contro un oceano o mare può generare uno tsunami (una gigantesca onda), che può causare distruzione sia in mare (nei bassi fondali) che nelle zone costiere.
Mentre l'energia cinetica dei corpi che hanno colpito la Terra è stimabile con buona approssimazione, esistono molti interrogativi riguardo alle proprietà acide o basiche delle sostanze che costituiscono gli asteroidi e il loro effetto sulla flora e la fauna. Inoltre si ritiene che corpi particolarmente densi, come l'asteroide che formò il cratere di Chicxulub (contenente molto iridio), possano perforare la crosta terrestre, arrivando al mantello terrestre, dando luogo alla liberazione di acido solforico e conseguenti piogge acide massive. Anche gli effetti della caduta su diversi tipi di territorio (cordigliere con vulcani, deserti, foreste, ghiacciai, ecc.) non sono ben valutabili.
Gli eventi d'impatto astronomico sono stati usati spesso come soggetti della trama o della storia di sfondo a antefatto in romanzi e film di fantascienza.
Raffigurazione di un evento d'impatto assolutamente catastrofico e sproporzionato. La collisione tra la Terra e un asteroide-planetesimo di 100 chilometri di diametro (500.000 km³) potrebbe rilasciare la potenza di milioni di armi termonucleari che scoppiassero simultaneamente.

 

La Luna: formata dal maggiore impatto astronomico contro la Terra

La teoria più accreditata riguardo alla formazione della Luna è quella dell'impatto gigante, la quale sostiene che 4533 milioni di anni fa la Terra sia stata colpita da un planetoide delle dimensioni di Marte, denominato Theia; se si dovessero trovare ulteriori conferme di questa teoria, allora si tratterebbe del maggiore impatto mai subito dalla Terra. In questo impatto, il nucleo di ferro di Theia si unì al nucleo terrestre, mentre il mantello e la corteccia (in parte provenienti dalla crosta terrestre), formarono la Luna.

Oceani della Terra: formati dall'impatto di miriadi di comete

Nella nebulosa protoplanetaria che diede origine alla Terra, non si poteva trovare acqua allo stato liquido, che sarebbe stata vaporizzata e poi scissa in idrogeno e ossigeno gassoso dalle potenti radiazioni solari. Si ritiene che impatti di miriadi di comete nel primo miliardo di anni nella storia della Terra abbiano portato alla formazione degli oceani (inizialmente si formava vapore d'acqua, che in parte veniva scisso in idrogeno che sfuggiva dall'alta atmosfera e in parte poteva dar luogo ad una debole concentrazione di ossigeno capace di sostenere la vita di qualche batterio primitivo), in seguito all'accumularsi di una imponente coltre di nubi atmosferiche (con i relativi lampi), la temperatura sarebbe calata al di sotto dei 100 gradi Celsius e lentamente sono cominciate le piogge, formando fiumi, laghi, mari e oceani, che con la loro inerzia termica hanno stabilizzato la temperatura del pianeta.

Le comete hanno portato la vita sulla Terra ?

Secondo quasi tutti gli scienziati le comete, oltre all'acqua, avrebbero portato i precursori della vita, costituiti da complesse sostanze carboniose come aminoacidi, acidi nucleici, acidi grassi, zuccheri, vitamine, ecc; che nei mari terrestri, colpiti da lampi, formarono il brodo primordiale, e successivamente micelle di fosfolipidi inanimati (teoria di Oparin, Miller e Urey) precursori dei primi archeobatteri viventi, contenenti forme di RNA o altri acidi nucleici primordiali.
Secondo la teoria della panspermia di Arrhenius le comete avrebbero portato forme di vita primitive oppure le loro "spore". Per l'astronomo Fred Hoyle, le comete e le meteoriti contenenti ammoniaca (come la condrite carbonacea di Murchison) conterrebbero anche forme di vita primordiali, simili ai funghi "pedomicrobium" presenti in rocce antichissime come nella selce nera del Minnesota. Teoria nota anche come esogenesi della vita sulla Terra.

Geologia degli eventi d'impatto sulla Terra

Eugene Merle Shoemaker è stato il primo a dimostrare che gli impatti cosmici hanno interessato la Terra.
La Terra ha avuto durante la sua storia periodi di bruschi e catastrofici cambiamenti; alcuni sono stati causati da impatti di asteroidi e comete con il nostro pianeta. Qualcuno di tali impatti ha provocato sconvolgimenti climatici di grande portata e l'estinzione di un gran numero di specie animali e vegetali. Questo cambiamento di visione della storia della Terra è emerso solo recentemente, principalmente a causa della mancanza di prove dirette e della difficoltà nel riconoscere le tracce di antichi impatti a causa dell'erosione. Eventi su larga scala tali da produrre crateri come il cratere Barringer, localmente conosciuto come Meteor Crater, situato a Nord-Est della città di Flagstaff, in Arizona sono rari. Inoltre si è ritenuto a lungo che i crateri sulla Terra fossero esclusivamente di origine vulcanica: il cratere Barringer, per esempio, è stato a lungo considerato causato da un'esplosione vulcanica preistorica, un'ipotesi non del tutto irragionevole, in considerazione che il vulcano San Francisco Peaks, è situato a soli 48 km a Ovest. In maniera similare i crateri della superficie lunare erano considerati di origine vulcanica. È stato soltanto nel 1903-1905 che il Meteor Crater è stato correttamente identificato come un cratere di origine meteoritica, e solo dal 1963 gli studi condotti da Eugene Merle Shoemaker hanno definitivamente provato questa ipotesi.
Le scoperte avvenute alla fine del XX secolo con l'esplorazione dello spazio e il lavoro di ricercatori come Shoemaker hanno dimostrato che il processo di craterizzazione è il più potente processo geologico che ha agito sui corpi con superficie solida del Sistema Solare.

Sistemi di osservazione e tracking automatico

Per approfondire, vedi Spaceguard.
A seguito dell'evento di Příbram (1959), altre nazioni stabilirono programmi di osservazione finalizzati allo studio delle caduta di meteoriti. Uno di questi fu il Prairie Network, operante dallo Smithsonian Astrophysical Observatory tra il 1963 e il 1975 nel Midwest degli Usa. Questo programma si occupò anche della caduta di un meteorite, la condrite Lost city, permettendo la sua scoperta e calcolando la sua orbita.[2] Un altro programma fu stabilito in Canada, il Meteorite Observation and Recovery Project (MORP), e durò dal 1971 al 1985. Anche questo programma scoprì un meteorite, la Innisfree, nel 1977.[3] Per finire, gli studi condotti dall'European Fireball Network, un discendente dell'originale programma ceco che aveva scoperto Příbram, consentirono di scoprire nel 2002 il meteorite Neuschwanstein, e di calcolarne l'orbita.[4].

Frequenza e dimensioni

La frequenza degli impatti, le dimensioni e la velocità di una classe di popolazione di corpi celesti correla a una curva gaussiana, che dipende dalle modalità di formazione e persistenza di questi corpi celesti. Ad esempio un asteroide tende a persistere nelle orbite interne a Giove, nella fascia degli asteroidi e in seguito a interazioni gravitazionali tende a spostarsi in orbite più interne nei pressi dei quattro pianeti rocciosi del sistema solare, lentamente assumendo un'orbita simile a quella di questi pianeti, riducendo la sua velocità relativa. Esistono alcuni oggetti NEO che si muovono su orbite intersecanti oppure simili a quella della Terra, e spesso assumono velocità relativamente basse rispetto a quella della traslazione della Terra intorno al Sole.
Le comete, che provengono dalla fascia di Kuiper (lo spazio oltre Nettuno), tendono a disperdere molta massa (espulsa dalle code cometarie) all'interno dell'orbita di Marte. Inoltre vengono facilmente spezzate, e quando colpiscono un corpo celeste lo fanno con elevata velocità relativa. Se colpiscono un pianeta dotato di atmosfera tendono ad esplodere ad alta quota, limitando così il danno dell'impatto al suolo rispetto all'energia complessiva posseduta. Esiste un limite inferiore di massa al di sotto del quale le comete non possono oltrepassare l'atmosfera terrestre e colpire il suolo.

Asteroidi e comete con diametro superiore a 5 km: ogni 10 milioni di anni

Basandosi sul tasso cumulativo di formazione dei crateri per la Luna, l'oggetto celeste più vicino alla Terra (caratterizzata da gravità minore; senza atmosfera; senza forte campo magnetico) ma geologicamente simile alla crosta terrestre (composta principalmente da granito e derivati del SiAl), gli astrogeologi hanno stimato che durante gli ultimi 600 milioni di anni, la Terra sia stata colpita da 60 oggetti astronomici con un diametro di 5 km o anche di più. Il più piccolo di questi corpi, dotati di elevatissima energia cinetica rilascerebbe un'energia equivalente a milioni di megatoni di TNT e lascerebbe un cratere ampio circa 100 km. A confronto, la bomba Zar, la maggiore bomba termonucleare detonata nella storia, aveva una potenza di 50 megatoni, e combinando la potenza degli arsenali nucleari di Russia e Stati Uniti non si arriva alla potenza di 100.000 megatoni (pari a 10 Gigatoni).
Il cratere di Chicxulub è stato formato dall'ultimo grande impatto noto da parte di un oggetto con diametro superiore ai 10 km. Questo impatto è stato associato all'estinzione di massa del limite Cretaceo-Terziario che si verificò circa 65 milioni di anni fa. Più dibatutta è la coincidenza di crateri da impatto con altre estinzioni di massa, per esempio i crateri di Manicougan, Rochechouant, Saint Martin, Oblon' e Red Wing potrebbero avere tutti un'età di circa 200 milioni di anni (ma a seconda delle stime potrebbero variare anche di 20 milioni di anni) e attorno al limite tra il Triassico e il Giurassico si sarebbero trovati in allineamento pressoché perfetto, lasciando ipotizzare un impatto multiplo contemporaneo, magari di una cometa in disfacimento per le forze gravitazionali.

Asteroidi con diametro attorno a 1-5 km: ogni 1-10 milioni di anni

Asteroidi con un diametro di circa 1 km colpiscono la Terra in media ogni 500.000 anni[5], mentre grandi collisioni con oggetti di 5 km (con un volume circa 100 volte superiore al precedente) accadono approssimativamente ogni dieci milioni di anni.
Esiste almeno un asteroide "pericoloso" noto, con un diametro superiore al kilometro, e si tratta di (29075) 1950 DA, che ha una discreta possibilità di colpire la Terra il 16 marzo dell'anno 2880. Gli è stato assegnato un rischio pari a 2 nella Scala Torino.

Eventi del tipo Tunguska: 10 Mt ogni 500 anni

L'evento di Tunguska, avvenuto nel 1908, è consistito di un'esplosione nell'alta atmosfera di un frammento della cometa Encke, che liberò un'energia pari a 3-5 megaton (100-300 volte Hiroshima), spianando 2150 km quadrati di taiga nella Siberia orientale, regione del Tunguska Pietrosa. Sono oggetti con diametro superiore a 50 m, colpiscono la Terra circa ogni 1000 anni, producendo esplosioni della magnitudine della bomba termonucleare[6]

Esplosioni dell'intensità di Hiroshima: 10-25 kt una volta all'anno

L'astronomo Eugene Shoemaker dello U.S. Geological Survey, elaborò una stima del tasso d'impatti sulla Terra, suggerendo che un impatto astronomico della potenza della bomba atomica che distrusse Hiroshima può avvenire una volta all'anno. Questi eventi per lo più non vengono notati, per le seguenti ragioni: la maggior parte della superficie della Terra è coperta dall'acqua; gran parte della superficie terrestre è disabitata (deserti, ghiacciai, isole disabitate, montagne, selve tropicali, taiga, tundra); le esplosioni (soprattutto di comete e di corpi rivestiti da ghiaccio, carbonio, calcio, ecc.) avvengono nella stratosfera, dando luogo a potenti flash e rumori simili al tuono, ma senza provocare un grande danno al suolo, sono state osservate alcune esplosioni atmosferiche di questa intensità. Esempi degni di nota includono la caduta del meteorite di Sikhote-Alin a Primore (Russia orientale), nel 1947, e la "palla di fuoco" di Revelstoke, del 1965, sopra le nevi dello stato della Columbia Britannica, in Canada.
Meteoroidi con un diametro tra i 5 e i 10 metri entrano nell'atmosfera terrestre mediamente una volta all'anno, con un'energia dell'ordine dei 15 chilotoni di TNT, comparabile a quella di Little Boy, la bomba atomica che esplose a Hiroshima. Normalmente questi oggetti esplodono nella atmosfera superiore, e la maggior parte o l'intero del solido viene vaporizzato.[7].

Piccoli oggetti: 1 kt ogni mese, 0,1 kt ogni settimana

"Piccole" collisioni, equivalenti a 1 chilotone, avvengono circa ogni mese in un qualsiasi punto della Terra. Piccoli corpi celesti collidono frequentemente con l'atmosfera, disintegrandosi ad alte quote (nella mesosfera). Vi è una relazione inversa tra la dimensione degli oggetti e la frequenza con cui questi colpiscono la superficie della Terra.
Molti tra questi impatti non vengono osservati da nessuno al suolo. Tra il 1975 e il 1992, il sistema di satelliti SBISW (di base a Los Angeles) rilevò 136 esplosioni definite "maggiori" nell'atmosfera superiore. Il 21 novembre del 2002, su Nature, Peter Brown della University of Western Ontario presentò uno studio basato sui registri dei satelliti "early warning" per i precedenti 8 anni. Identificò in quel periodo 300 bagliori causati da meteoriti larghi da 1 a 10 metri e stimò che gli eventi delle dimensioni di Tunguska potevano capitare mediamente ogni 400 anni.[8] Eugene Shoemaker stimò che gli eventi del tipo Tunguska avvenissero ogni 300 anni, anche se analisi più recenti suggeriscono che la sua stima sia esagerata di un ordine di magnitudine.

Stella Nemesis

Per approfondire, vedi Nemesis (astronomia).
I paleontologi David Raup e Jack Sepkoski hanno ipotizzato che le estinzioni accadano in media ogni 26 milioni di anni (alcune di esse sono estinzioni minori). Questa ipotesi ha spinto il fisico Richard A. Muller a pensare che queste estinzioni potessero essere dovute a un'ipotetica stella compagna del Sole chiamata Nemesis che periodicamente perturba le orbite delle comete che si trovano nella Nube di Oort provocando così un notevole aumento di comete che raggiungono il Sistema solare interno con conseguente aumento del numero di comete che colpiscono la Terra.
Effettivamente, nella prima parte della storia della Terra, circa quattro miliardi di anni fa, gli impatti erano certamente molto più frequenti dato che il Sistema Solare conteneva un numero notevolmente maggiore di corpi di notevoli dimensioni rispetto a oggi. Questi impatti possono aver compreso collisioni di asteroidi del diametro di centinaia di km, con rilasci di energia così elevati da poter aver fatto evaporare tutti gli oceani della Terra. È solo alla fine di questo e intenso bombardamento tardivo che la vita sembra aver cominciato ad evolversi sulla Terra.

Estinzioni di massa e impatti astronomici

Esiste una diffusa accettazione tra gli scienziati della teoria che negli ultimi 540 milioni di anni vi siano stati cinque eventi d'impatto (anche se esiste un certo grado di disaccordo sul numero esatto di questi eventi) che hanno provocato eventi di estinzione di massa ognuno dei quali capace di provocare l'estinzione di metà di tutte le specie.

Estinzione del Permiano-Triassico

Una delle più grandi estinzioni di massa che ha colpito la vita sulla Terra è stata l'estinzione del Permiano-Triassico con la quale furono estinte il 90% di tutte le specie allora viventi sulla Terra e con cui termina il periodo Permiano 250 milioni di anni fa[9]; la vita sulla Terra impiegò 30 milioni di anni per riprendersi dall'accaduto.[10]. La causa dell'estinzione del Permiano-Triassico è ancora materia di dibattiti in particolare riguardo all'età ed all'origine dei crateri d'impatto proposti, per esempio la Struttura Bedout ritenuta associata all'evento è ritenuta ancora una struttura dubbia[11][12] L'ultima di tali estinzioni di massa che ha portato alla scomparsa dei dinosauri ed è coincisa con l'impatto di un asteroide è l'evento del Cretaceo-Terziario (conosciuto anche come l'evento K-T). Non c'è una evidenza certa di impatti con le altre quattro maggiori estinzioni di massa.

Altre catastrofi scatenate dagli impatti maggiori

Un altro aspetto interessante degli impatti planetari maggiori è che in teoria potrebbero scatenare altri fenomeni in grado di causare o aggravare i fenomeni di estinzione di massa, ad esempio come l'eruzioni vulcaniche del Trappo Siberiano (vedi sotto) che potrebbero essere il sito di un enorme impatto asteroidale[13] oppure l'ipotesi dello scatenarsi di terremoti ed eruzioni vulcaniche agli antipodi del sito d'impatto.[14] La subduzione non dovrebbe essere presa come scusa per un'eventuale assenza di consistenti evidenze geologiche; dato che allo stesso modo dell'evento K-T, un consistente deposito di ejecta ricco in elementi siderofili (ad es. iridio) dovrebbe essere trovato in molti strati e formazioni dell'epoca geologica che si pensa concomitante all'impatto. Il brusco, ed estremamente deleterio cambiamento ambientale causato da un impatto planetario spiegherebbe anche perché molte specie non riuscirono ad evolvere adattandosi rapidamente rispetto ad altri fenomeni geologici più lenti, come la deriva dei continenti, la desertificazione, le glaciazioni e altri fenomeni a scala globale.

Cronologia parziale degli eventi d'impatto sulla Terra

Eventi d'impatto in altri pianeti o corpi del Sistema Solare

Sole

·         Nel 1998, due comete furono osservate mentre cadevano nel Sole in rapida successione, la prima il 1º giugno del 1998, la seconda il giorno successivo. Un video dell'impatto del 1994, seguito da una spettacolare eiezione di gas dalla corona solare (non correlata agli impatti), può essere visualizzato nel sito della NASA[15]. Entrambe queste comete evaporarono prima di entrare in contatto con la superficie del Sole. Secondo una teoria dello scienziato Zdenek Sekanina del Jet Propulsion Laboratory della NASA, l'ultimo corpo a colpire il Sole è stata la "supercometa"Cometa Howard-Koomen-Michels il 30 agosto del 1979.[16] (Vedere anche cometa radente.)

Mercurio

·         Uno tra i più grossi bacini d'impatto nel sistema solare, si trova sulla superficie di Mercurio, a 30,5° di latitudine nord e 170,2° di longitudine est, nell'emisfero illuminato del pianeta Mercurio, ed è la Caloris Planitia, larga 1550 km, circondata dai Caloris Montes (alti 2 km), con un cratere d'impatto al centro largo 40 km, circondato da numerose faglie estensionali (le Pantheon Fossae). Questa formazione è stata fotografata accuratamente dalla sonda MESSENGER il 15 gennaio del 2008.

Marte

·         Il secondo maggior cratere d'impatto di Marte è la Hellas Planitia, nell'emisfero australe[17]. Ha un diametro di circa 2300 km, circondata da alti monti (con tracce di erosione e bombardamento meteorico) ed una profondità massima di circa 7 km. La sua notevole area diede luogo all'ipotesi che si trattasse di una pianura depressa, da cui derivava la classificazione "Planitia", un bacino simile ai mari lunari. Si tratta di un cratere risalente a 3,5-4 miliardi di anni fa e quindi alle fasi iniziali dell'esistenza di Marte (tardo pesante bombardamento).

Impatti tra asteroidi

·         Nel 2010 il telescopio Hubble ha osservato una forte alterazione rispetto alla norma nell'asteroide P/2010 A2 della principale fascia degli asteroidi, risultante da un urto nel febbraio-marzo del2009, caratterizzato da velocità relative molto basse, con la formazione di quattro frammenti disposti ad "X" e una nube di detriti simile alla coda di una cometa.[18] Secondo David Jewitt, capogruppo di questa ricerca, queste collisioni si verificherebbero una volta all'anno.[19]

Giove

Una foto dell'impatto cometario su Giove del2009 catturato dal telescopio Keck II e dallanear-infrared camera che si trova nel Mauna Kea Observatory, (20 luglio.
Per approfondire, vedi Eventi d'impatto su Giove.
·         1994, impatto della cometa Shoemaker-Levy 9 - Nel 1994 l'impatto della cometa Shoemaker-Levy 9 con il pianeta Giove ebbe l'effetto di una "chiamata di sveglia", e la comunità degli astronomi rispose istituendo programmi come il Lincoln Near-Earth Asteroid Research (LINEAR),Near Earth Asteroid Tracking (NEAT), Lowell Observatory Near-Earth Object Search (LONEOS) e altri programmi che hanno drasticamente aumentato il tasso di scoperta di nuovi asteroidi. Uno dei frammenti che colpì la cometa aveva una potenza di 60 Gigatoni (da 60 a 600 volte più potente di tutto l'arsenale nucleare combinato degli USA e URSS)[20].
·         Impatto su Giove del 19 luglio 2009 - Dopo questa data un astrofilo, Anthony Wesley, scoprì una macchia nera delle dimensioni della Terra nell'emisfero sud di Giove. L'analisi agli infrarossi mostrava che era calda rispetto all'ambiente circostante e metodi spettroscopici rilevarono l'ammoniaca. Gli scienziati del JPL confermarono che si era verificato un impatto astronomico su Giove, e che probabilmente si trattava di una piccola cometa non ancora scoperta.[21][22][23]
·         Impatto su Giove del giugno 2010 - Il 3 giugno 2010, alle 20:31 UTC, si è verificato l'impatto di un meteoroide[24] di 8–13 m di diametro[25] su Giove[26]. L'impatto, verificatosi a meno di un anno dal precedente, è stato scoperto anch'esso da Anthony Wesley.
·         Impatto su Giove del 10 settembre 2012 - Il 10 settembre 2012, c'è stato un impatto di una cometa o di una asteroide.

Saturno

Dal confronto fra le increspature presenti negli anelli di Saturno e quelle prodotte dall'impatto della cometa Shoemaker-Levy 9 negli anelli di Giove, è stato desunto che nel 1983 un oggetto cometario, dopo la frammentazione del suo nucleo, ha dato luogo ad una serie di eventi d'impatto su Saturno. L'episodio non fu osservato direttamente probabilmente perché il pianeta si trovava, allora, dal lato opposto del Sole rispetto alla Terra.
La scoperta, avvenuta grazie alle osservazioni condotte attraverso la sonda Cassini, è stata resa nota dalla NASA nel marzo 2011 e fornisce nuovi dati sulla frequenza d'impatto sui giganti gassosi, rivelando come ciò accada più frequentemente di quanto precedentemente pensato.[27]

Eventi d'impatto astronomico nella cultura popolare

Atteggiamento sociale e intimi convincimenti

Un sondaggio congiunto della Pew Research Center/Smithsonian Magazine condotto nell'aprile 21–26 del 2010 scoprì che circa il 31% dei nordamericani pensavano che era altamente probabile che un asteroide colpisse la terra prima del 2050. Una maggioranza del 61% non condivideva questa opinione.[28]

Fine della civiltà

Un evento d'impatto cosmico è visto spesso come uno scenario[29][30] che potrebbe comportare la fine della civiltà. Nel 2000, la rivista statunitense Discover Magazine pubblicava una lista di 20 possibili modalità di scenari del giorno del giudizio con l'evento d'impatto elencato come la possibilità più probabile.[31] Fino agli anni Ottanta quest'idea non veniva presa in grande considerazione, ma la scoperta del cratere di Chicxulub cambiò l'atteggiamento della scienza. L'idea venne ulteriormente rinforzata dall'osservazione degli impatti della cometa Shoemaker-Levy 9contro il pianeta Giove.

Romanzi di fantascienza

Numerose storie di fantascienza e romanzi si focalizzano su fantasticati eventi d'impatto planetario.
·         Lucifer's Hammer di Larry Niven e Jerry Pournelle.
·         Incontro con Rama di Arthur C. Clarke (pubblicato nel 1972), che narra dell'impatto di un asteroide di taglia media nell'anno 2077, che nella trama colpiva il nord Italia, nel romanzo questo portava alla creazione dello "Spaceguard Project", che in seguito avrebbe scoperto quella che gli astronauti avrebbero ribattezzato l'Astronave di Rama. Nel 1992 uno studio del Congresso degli U.S.A. chiese alla NASA di intraprendere lo Spaceguard Survey nel quale si citava il progetto del romanzo Rendezvous with Rama come ispirazione per il nome da dare al progetto di ricerca sugli asteroidi vicini alla Terra.[32]
·         The Hammer of God romanzo di Arthur C. Clarke, scritto nel 1993 ispirato al fatto precedente.
·         Moonfall romanzo di Jack McDevitt del 1999, nel quale una cometa molto grossa e dotata di inconsueta alta velocità interstellare collide con la Luna, distruggendola parzialmente, staccando frammenti che in seguito colpiscono la Terra.
·         Footfall, romanzo di Niven e Pournelle del 1985 presenta una disamina dagli effetti della guerra inter-planetaria condotta da una specie aliena che culmina nell'utilizzo di asteroidi per bombardare il pianeta, creando crateri molto larghi che porteranno le specie locali verso l'estinzione.

Filmografia

Sono stati girati vari film di tipo catastrofico sull'argomento:
·         Quando i mondi si scontrano (1951), nel quale due pianeti sono in rotta di collisione con la Terra, il più piccolo la sfiorerà solo provocando però grandi danni e distruzioni, il più grande la colpirà in pieno[33].
·         Meteor (1979), si parla di un grande asteroide di 8 km di diametro in rotta di collisione con la Terra, solo l'uso congiunto di armi nucleari poste in orbita attorno alla Terra dagli Americani e dai Sovietici riuscirà a scongiurare una catastrofe globale.
·         Nel 1998 sono stati prodotti due film negli Usa entrambi col soggetto di tentare di evitare impatti disastrosi, il primo Armageddon della Touchstone Pictures con un asteroide, il secondo Deep Impact della DreamWorks con una cometa. Ambedue vedono l'impiego di successori degli Space Shuttle per trasportare a destinazione grandi ordigni nucleari necessari per distruggere i rispettivi bersagli.
·         Nel 2001 il film Evolution racconta di un meteorite che precipita in Arizona e porta delle cellule aliene le quali evolvendosi danno vita a delle creature in grado di conquistare il pianeta. Nello stesso anno, Lars Von Trier ha presentato Melancholia, un film al cui centro viene narrata una collisione tra un pianeta e la Terra.
·         Nel 2008 nella mini-serie Impact della American Broadcasting Company (ABC) si vede un frammento di una stella nana bruna all'interno di una nube di meteore colpire la Luna e spedirla in una rotta di collisione con la Terra.

Giochi

Il popolare gioco RPG Final Fantasy VII della Square Enix si svolge su un possibile impatto. Il principale antagonista Sephiroth evoca una meteora (che è una forma di magia nera nel gioco) che cerca di distruggere il mondo virtuale di "Gaia" (che in gran parte rispecchia la Terra). I protagonisti cercano un modo di contrastare l'imminente impatto meteorico, evocando Holy (Santa) (una forma di magia bianca).

Presunte profezie nell'Apocalisse

PROFEZIA DELLA STELLA ASSENZIO
Gruppi minoritari all'interno del Cristianesimo ritengono che esistano profezie bibliche che collegherebbero l'evento bellico di Armageddon ad un posteriore impatto asteroidale o cometario. Secondo alcuni, la "profezia della stella Assenzio" nella Bibbia, accennerebbe ad un'interpretazione di un futuro nel quale un impatto astronomico causerebbe un cambiamento nell'atmosfera che coinciderebbe con la collisione della Terra con una cometa o asteroide. Uno scenario "scientifico" plausibile postula un cambiamento chimico nell'atmosfera a causa di un massiccio "shock termico" durante l'entrata e/o l'impatto al suolo di un grande asteroide o cometa, che secondo questa ipotesi farebbe reagire l'ossigeno e l'azoto nell'atmosfera per produrre una pioggia acida di acido nitrico.[34] Secondo questa discutibile visione minoritaria, l'amarezza prodotta dalla Stella-Assenzio (Wormwood Star in inglese) su di un terzo delle acque potabili della potrebbe essere il risultato di una massiccia "pioggia acida".[35]

Bufale

Verso l'inizio del 2011 è stata la propalata nel sito di Canada-First e di Scarletwhore la notizia (non accreditata da nessun mezzo d'informazione scientifico oppure da media "ufficiosi" di discreta serietà) che il telescopio dell'infrarosso sub-millimetrico BLAST avrebbe rilevato un asteroide largo 800 metri, che nei loro calcoli sarebbe destinato a schiantarsi contro l'Antartide nel settembre dell'anno 2012[36]. La notizia è stata prontamente smentita nel sito della University of British Columbia.[37]
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14.              ^ Hagstrum, Jonathan (2001). "Large Oceanic Impacts As The Cause Of Antipodal Hotspots And Global Mass Extinctions". ', CCNet 33/2001: Abstract 50288
16.              ^ A SOHO and Sungrazing Comet FAQ
17.              ^ Prima del 25 giugno 2008 il Bacino Hellas era ritenuto il più grande cratere meteoritico di Marte, adesso il nuovo primato spetta al Bacino Boreale. Solar system's biggest impact scar discovered
19.              ^ Jewitt, David (ottobre 2010). A recent disruption of the main-belt asteroid P/2010 A2. Nature467  (in inglese). doi:0.1038/nature09456. URL consultato in data 14/10/2010. (Abstract).
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32.              ^ space-frontier.org
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Bibliografia

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·         Stone, R. (agosto 2008). Target earth.

Voci correlate

·         Asteroide
·         Cometa
·         Corpo minore del sistema solare
·         Cratere d'impatto
·         Crateri da impatto sulla Terra
·         Chicxulub
·         Estinzione di massa
·         Fine del mondo
·         Fondazione B612
·         Meteoritica
·         Meteoroide
·         Nemesis
·         Oggetto near-Earth
·         Pan-STARRS
·         Spaceguard
·         Scala Palermo
·         Sentry (astronomia)

Altri progetti

·          Commons contiene immagini o altri file su Impatto astronomico

Collegamenti esterni

·         (EN) Earth Impact Database
·         (EN) Impact Meteor Crater Viewer Google Maps Page with Locations of Meteor Craters around the world
·         (EN) Reorienting Western Society to Battle Impact Events Jagiellonian University, Poland
·         (EN) Traces of Catastrophe
·         (EN) Down 2 Earth Impact Calculator Interactive simulator showing size of craters on Google Maps
·         (EN) Impact Site Map Interactive map, with simple html drilldowns to Google satellite maps of impact sites.
·         (EN) Judson L. Ahern, Univ. of Okla.: DETECTING BURIED IMPACT STRUCTURES: EARTH AND MARS - general interest article


CRONOLOGIA DEGLI IMPATTI ASTRONOMICI SULLA TERRA

IMPATTO ASTRONOMICO


2015
Termine per il raggiungimento degli obiettivi della Dichiarazione del Millennio

2017

2018
L'anno 2018 (MMXVIII in numeri romani) è un anno che inizia di lunedì secondo il calendario gregoriano.


.

2022

Martedì, 3 maggio - Avvicinamento dell'asteroide 2011 MD.
Il film 2022: i sopravvissuti è ambientato nel 2022 a New York.

2023

Sabato, 9 dicembre - afelio della cometa di Halley a 35,1 UA

2024
Lunedì, 8 aprile - eclissi solare totale

2025
§  20 aprile - Pasqua cattolica.
§  Anno Santo ordinario
§  Ostensione della Sacra Sindone
§  Giubileo
§  Fine stimata del carburante che alimenta le sonde Voyager 1 e Voyager 2
2028

§  L'asteroide 1997 XF11 si avvicina alla Terra fino ad una distanza di 930.000 km
§  16 aprile - Pasqua cattolica.

2029

Eventi 

§  1 aprile - Pasqua cattolica.
§  Venerdì, 13 aprile - L'asteroide 99942 Apophis (conosciuto precedentemente come 2004 MN4) passa a una distanza dalla Terra di circa 36 350 km.
2030

Eventi 

§  21 aprile - Pasqua cattolica
§  Fine della civiltà industriale secondo la Teoria di Olduvai
2033
L'anno 2033 (MMXXXIII in numeri romani) è un anno che inizia di sabato secondo il calendario gregoriano.
2034
L'anno 2034 (MMXXXIV in numeri romani) è un anno che inizia di domenica secondo il calendario gregoriano.
2035
L'anno 2035 (MMXXXV in numeri romani) è un anno che inizia di lunedì secondo il calendario gregoriano.

Eventi 

§  Lunedì, 8 gennaio - L'oggetto near-Earth 2002 AY1 raggiunge la minima distanza dalla Terra.
§  25 marzo - Pasqua cattolica.
2036

Eventi 

§  13 aprile - Pasqua cattolica.
§  13 aprile - L'asteroide 99942 Apophis passerà ad una distanza minima dalla Terra, sono in corso studi sulle possibilità di una collisione con la stessa. Le probabilità sono 1 su 250.000 (0,0004%), livello di pericolo sulla scala Torino arrivato a zero).
§  XL Giochi Olimpici estivi

Curiosità 

§  È uno degli anni proposti dall'escatologia induista, come possibile fine del Kali Yuga e inizio dell'età dell'oro.
§  Secondo le presunte dichiarazioni del fantomatico viaggiatore nel tempo John Titor, il 2036 è la data di partenza nel viaggio a ritroso verso il 1975, intrapreso per recuperare un PC IBM 5100. (Da notare come il 1976 fosse un altro anno proposto come fine del ciclo Kali Yuga).
2037

Eventi 

§  Sabato, 31 gennaio - L'oggetto near-Earth 2002 OD20 raggiungerà la minima distanza dalla Terra
§  5 aprile - Pasqua cattolica.
§  Lunedì, 29 giugno - L'oggetto near-Earth 2002 LT38 raggiungerà la minima distanza dalla Terra

2038
L'anno 2038 (MMXXXVIII in numeri romani) è un anno che inizia di venerdì secondo il calendario gregoriano.

Eventi 

§  19 gennaio - Bug dell'anno 2038. Alle ore 03:14:07 va in overflow una comune modalità di rappresentare il tempo, utilizzata nelle architetture informatiche a 32 bit e nei sistemi operativi derivati da Unix.
§  Domenica, 31 gennaio - L'asteroide near-Earth 2002 OD20 raggiunge la minima distanza dalla Terra
§  25 aprile - Pasqua cattolica. Si tratta della data più posticipata e segue quella del 1943.
§  Domenica, 26 dicembre - Eclisse solare, totale per Australia e Nuova Zelanda.

2040
L'anno 2040 (MMXL) è un anno che inizierà di domenica secondo il calendario gregoriano.

Eventi 

§  Domenica, 5 febbraio - L’asteroide 2011 AG5 potrebbe colpire la Terra possibilità 1 su 625



Catastrofismo

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Il catastrofismo o teoria delle catastrofi naturali è una teoria scientifica formulata dal naturalista francese Georges Cuvier agli inizi del XIX secolo e successivamente più volte rivisitata.[1]

Il catastrofismo classico 

Secondo questa teoria la terra sarebbe stata interessata nel corso della sua lunga storia da eventi catastrofici, di corta durata, di carattere violento ed eccezionale. Si opponeva quindi alla teoria dell'uniformitarismo, secondo la quale qualunque processo che si sia esercitato in un lontano passato continua ad agire anche nel presente. Georges Cuvier intendeva spiegare in questo modo l'esistenza dei fossili, che egli per primo riconobbe come appartenenti a specie estinte, cioè le specie scomparse nel corso degli eventi catastrofici. Cuvier basò la sua teoria principalmente su due osservazioni: l'evidenza di estinzioni di massa e l'assenza di forme graduali tra una specie e l'altra.[1]

Catastrofismo ed evoluzionismo 

Il catastrofismo venne inizialmente usato a sostegno della teoria dell'immutabilità delle specie viventi, in contrasto con la contemporanea teoria di Jean-Baptiste de Lamarck sulla trasformazione delle specie.[1] A tal proposito è rimasto celebre il dibattito pubblico del 1830 tra Gorges Cuvier e Etienne Geoffroy Saint-Hilaire tra immutabilità dei viventi ed evoluzione, in cui Cuvier ottenne una vittoria effimera, data la diffusione dilagante delle idee di Saint Hilaire.[1]

Diatriba col darwinismo 

Nel corso del XIX secolo il catastrofismo venne adottato in chiave evoluzionistica da vari studiosi, che vedevano nelle catastrofi il motore principe dell'estinzione e della successiva nascita di nuove specie.[2] La teoria delle catastrofi si trovò quindi in contrapposizione radicale alla teoria dell'evoluzione di Charles Darwin, la quale affermava l'estinzione graduale delle specie secondo le idee dell'uniformitarismo della scuola britannica, alla quale Darwin stesso aderiva.[3] Il catastrofismo cadde quindi in disgrazia verso la fine del XIX secolo col prevalere delle teorie darwiniste. A causa di questa sua lunga contrapposizione con il darwinismo, il catastrofismo è stato infondatamente tacciato di essere una teoria pseudo-scientifica originatasi in ambienti religiosi conservatori, ma non è così,[1][4] sia Cuvier che Louis Agassiz, i primi sostenitori del catastrofismo non evoluzionistico, provenivano da ambienti laici influenzati dall'illuminismo francese.

Rinascita del catastrofismo e neo-catastrofismo 

Passato di moda e quasi scomparso all'inizio del XX secolo, a partire dagli anni '50 il catastrofismo è stato più volte rivisitato ed incluso in alcune teorie dell'evoluzione delle specie, fino ad essere nuovamente contrapposto al gradualismo darwiniano ed usato come spiegazione della grande estinzione del Cretacico.[1]

Note 

1.  ^ a b c d e f Università della California a Berkeley, Georges Cuvier.
2.  ^ Clarence King. Catastrophism and Evolution in The American Naturalist, vol.11, n° 8, agosto 1877. University of Chicago Press, Chicago, 1877.
3.  ^ N.N. Recensione di The coming of Evolution di J. W. Judd. The British Medical Journal, vol. 1, n° 2621, 25 marzo 1911, pag. 695.
4.  ^ Dennis O'Neal, Palomar College, early theories of evolution.

Bibliografia 

·         Clarence King, Catastrophism and Evolution, The American Naturalist, Vol. 11, No. 8. (Aug., 1877), pp. 449–470.
·         Trevor Palmer. Catastrophism, Neocatastrophism and Evolution. Society for Interdisciplinary Studies, Nottingham Trent University, 1993. ISBN 0-9514307-1-8 (SIS) ISBN 0-905488-20-2

Immanuil Velikovskij

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Immanuil Velikovskij (in russo: Иммануил Великовский[?]; Vicebsk, 10 giugno 1895  Princeton, 17 novembre 1979) è stato uno psicologo esociologo sovietico.
Apparteneva a una famiglia agiata e fin da piccolo imparò diverse lingue. Dopo gli studi in medicina (in parte seguiti a Montpellier in Francia), tornò aMosca per l'esercizio della professione medica. In seguito emigrò in Palestina dove visse fino al 1939 prima di stabilirsi negli Stati Uniti a Princeton, dove morì.
Velikovsky è stato un rappresentante del catastrofismo: negli anni cinquanta pubblicò il libro Mondi in collisione (ripreso molto tempo dopo dallo statunitense John M. Ackerman), nel quale proponeva un controverso modello secondo il quale il sistema solare avrebbe avuto origine da un impatto di enorme potenza sul pianeta Giove, giungendo a modificare la cronologia degli avvenimenti dell'antico Egitto.
Subito dopo la pubblicazione del libro, l'astronomo statunitense Harlow Shapley organizzò una campagna accademica contro il testo.

Bibliografia 

·         Immanuel Velikovsky, Mondi in collisione, trad. di Armando Silvestri, Luigi Cozzi e Sebastiano Fusco, Mondo Ignoto, 2003. ISBN 8889084014
·         Immanuel Velikovsky, Mondi in collisione 2: le ferite della terra. Le prove scientifiche delle grandi catastrofi che hanno posto fine alle antiche civiltà, Mondo Ignoto, 2004. ISBN 8889084359
·         Immanuel Velikovsky, Le grandi catastrofi della Grecia antica, Mondo Ignoto, 2006. ISBN 8889084839
·         Immanuel Velikovsky, Il segreto delle civiltà perdute. Dalla Torre di Babele al diluvio, dal Pianeta X ai Mondi in collisione, da Sodoma e Gomorra al popolo dei giganti, Profondo rosso, Roma 2009, ISBN 9788895294322

Altri progetti 

·          Wikiquote contiene citazioni di o su Immanuil Velikovskij
·         WIKIPEDIA -  VELIKOVSKY VERSIONE COMPLETA IN INGLESE
·         WIKIPEDIA - SINTESI DEL LIBRO “MONDI IN COLLISSIONE”
·         “Ho letto di nuovo “Mondi in collisione”, e’ un libro di un importanza incommensurabile e tutti gli scienziati lo dovrebbero leggere”.
·         ALBERT EINSTEIN
·         Innumerevoli documenti storici attestano che tra il 1900 e il 600 prima di Cristo una lunga serie di cataclismi devastarono il nostro pianeta provocando la fine repentina di fiorenti civiltà. Lo Studioso Immanuel Velikowsky ha raccolto in questo libro tutti quei documenti ricostruendo il quadro generale di quell’ antica apocalisse, arrivando così finalmente a spiegare  perché le acque del Mar Rosso si aprirono davanti agli Ebrei in fuga, perché per tutti i popoli delle origini Marte era il dio della distruzione e come mai tanti miti arcaici raccontano della nascita di Venere-
·         Da tutto questo emerge la sbalorditiva constatazione che in quei tempi il nostro Sistema Solare non aveva ancora assunto il suo assetto stabile attuale mentre l’ inclinazione dell’ asse terrestre era diversa… Con un commento del Professore EMILIO SPEDICATO del Dipartimento di Matematica dell’ Università degli Studi di Bergamo.
·         MONDI IN COLLISIONE 2: LE FERITE DELLA TERRA
·         LE PROVE SCIENTIFICHE DELLE GRANDI CATASTROFI CHE HANNO POSTO FINE ALLE ANTICHE CIVILTA’
·         “Mondi in collisione 2: Le ferite della Terra” costituisce il corredo di prove e documentazioni scientifiche a sostengo delle teorie esposte nel libro precedente.
·         IL SEGRETO DELLE CIVILTA’ PERDUTE
·         DALLA TORRE DI BABELE AL DILUVIO, DAL PIANETA X AI MONDI IN COLLISIONE, DA SODOMA E GOMORRA AL POPOLO DEI GIGANTI.
·         Immanuel Velikovsky (1895-1979), un geniale studioso ebreo nato in Russia ma vissuto quasi sempre negli Stati Uniti, è diventato celebre nel 1950 pubblicando il best-seller “Mondi in collisione”, ancora oggi il più discusso testo di archeologia mysteriosa che spiega il brusco crollo delle antiche civiltà umane attribuendolo a sommovimenti immani di origine extraterrestre: violentemente criticate all’inizio e poi rivalutate da uno scienziato quale Albert Einstein, queste teorie di Velikovsky oggi vengono riprese da numerose università americane. “I segreti delle civiltà perdute” riprende appunto la teoria dei mondi in collisione, la approfondisce e affronta, risolvendoli, anche altri grandi enigmi del passato quali quelli del Popolo dei Giganti, della distruzione di Sodoma e Gomorra, della nascita del Mar Morto e dei mitici esseri venuti dal cielo, i Nephilim.
·          
·         WIKIPEDIA – SINTESI DEL LIBRO “LE ETA’ DEL CAOS”
·          
·         Per la prima volta ricostruiti i seicento anni perduti della storia antica
·         Immanuel Velikovsky (1895-1979), che lo storico delle scienze Federico Di Trocchio ha definito “un genio incompreso”, è stato  un grande amico personale di Albert Einstein e ha scritto  con “LE ETA’ DEL CAOS” uno dei libro più venduti e rivoluzionari degli ultimi decenni, nel quale con un’ enorme quantità di citazioni, di dati e di raffronti archeologici si dimostra come parti della storia dell’ Egitto faraonico e dell’ antico regno di Israele siano state falsate per sbaglio di ben cinque secoli nella ricostruzione effettuate fin qui.  Molto tempo prima e molto meglio della recente “New CHronology” (Nuova Cronologia) redatta dall’ archeologo David Rohl in “ IL TESTAMENTO PERDUTO” e “LA GENESI AVEVA RAGIONE”, Immanuel Velikovsky ci ha spiegato perché all’ incirca 580 anni mancano nelle cronologie correnti de “VECCHIO TESTAMENTO” mentre sei secoli in più, sei secoli che in realtà non sono mai esistiti, sono stati erroneamente aggiunti alla storia dell’ Antico Egitto.
·         IL SEGRETO DELLA GRECIA ANTICA – LE ETA’ DEL CAOS 2
·         L’ antichità più remota della Grecia è definita come il periodo Elladico e si conclude bruscamente quanto inspiegabilmente con la caduta di Troia nel 1200 a. C. A quel punto, secondo la cronologia storica classica, inizierebbero i cinque secoli della cosiddetta Eta’ Oscura ellenica fino al 700 a. C.  Ma alla luce delle scoperte archeologiche recenti numerosi studiosi e ricercatori stanno cominciando a dubitare dell’esistenza in Grecia di questi 500 anni “bui”, che potrebbero non essersi mai verificati.

RIASSUNTO DEL LIBRO “MONDI IN COLLISIONE” DI IMMANUEL VELIKOVSKY

Quando A.Einstein morì nel 1955, sul suo comodino fu trovato un libro che nessuno avrebbe mai pensato avrebbe potuto attirare la sua attenzione: MONDI IN COLLISIONE, pubblicato qualche anno prima da IMMANUEL VELIKOVSKY, un medico russo di origine ebraica, che trasferitosi nel 1939 negli USA, divenne amico di EINSTEIN, cominciò ad occuparsi di astrofisica, fino a diventare la bestia nera degli scienziati americani.

Quel libro aveva sollevato il più grosso scandalo che avesse mai coinvolto la comunità scientifica dai tempi di Galileo, e suscitò una gigantesca crociata contro VELIKOVSKY, tanto che alcuni dei più autorevoli scienziati americani, nel 1950, giunsero a ricattare le riviste e la casa editrice del libro per impedirne la pubblicazione.
Era solo l'inizio della guerra che la comunità scientifica ufficiale dichiarò a VELIKOVSKY, e in cui scesero in campo l'AMERICAN ASSOCIATION FOR THE AVANCEMENT OF SCIENCE, l'AMERICAN PHILOSOPHICAL SOCIETY, numerose Università e autorevoli riviste.

Ma di che cosa parlava questo libro, e perchè EINSTEIN lo aveva ritenuto degno di essere letto?
Nel libro c'era la spiegazione, in termini scientifici, di alcuni dei miracoli della Bibbia, e questo già poteva bastare a sconvolgere il pensiero comune, ma soprattutto c'era una incredibile ricostruzione storica dell'evoluzione del sistema solare, e questo non poteva essere tollerato dalla scienza ufficiale.

L'idea centrale era che 1500 anni prima di Cristo, cioè in tempi storici, si sia staccata dal pianeta Giove una grande massa che andò a costituire una gigantesca cometa che nell'arco di sette secoli, con una cadenza di 52 anni, si sarebbe avvicinata sempre più alla terra provocando terremoti, inondazioni, tempeste elettromagnetiche, piogge di meteoriti e sconvolgimenti climatici che avrebbero influenzato notevolmente la cultura e le vicende dei nostri antenati, e di cui si trova traccia nei miti e nei documenti che ci sono stati tramandati. Tali tracce esistono in pressochè tutte le popolazioni del pianeta (Maya, cinesi, polinesiani, indiani d'America).

Il primo contatto si sarebbe verificato nel 1500 a.C.: nel suo avvicinamento la cometa provocò quelle che nella Bibbia vengono descritte come le dieci piaghe d'Egitto (arrossamento dei fiumi, invasione di insetti, la peste, la grandine, pioggia di fuoco fino ad un terremoto di dimensioni planetarie).
Nel libro le piaghe vengono esaminate ad una ad una, e per ognuna viene data la spiegazione "scientifica".

La stessa traversata a piedi del Mar Rosso sarebbe stata possibile per l'incredibile marea provocata dall'attrazione della vicina cometa.

Anche la rotazione della terra subì un notevole rallentamento ("folte tenebre nell'Egitto per 3 giorni").
Dopo circa cinquant'anni la cometa ritornò provocando un nuovo rallentamento della rotazione e un'oscillazione dell'asse terrestre, in modo che il sole sembrò fermarsi per un tempo stimato di 18 ore: il famoso miracolo di Giosuè che intima al sole di fermarsi (e che si ferma per un giorno intero).
Anche di questo troviamo traccia nei miti di quasi tutte le popolazioni del pianeta.
Gli avvicinamenti della cometa proseguirono ogni 50 anni, con conseguenze non più disastrose, fino al 747 a.C.

Da questo momento una serie incredibile di avvenimenti si succedette: l'orbita della cometa, forse per una collisione con un'altra, cambiò fino ad andare ad urtare Marte e trasformandosi nel pianeta Venere, installandosi nella sua attuale orbita.
Marte fu spinto verso la Terra che sfiorò diverse volte, l'ultima delle quali nel 687 a.C.
In questo periodo di 60 anni i movimenti solari e lunari furono sconvolti, e con essi le stagioni e lo scorrere del tempo. Furono necessari numerosi e continui mutamenti del calendario fino all'assestamento dell'anno a 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi, che è quello attuale.
Anche di questi sconvolgimenti del calendario c'è traccia in numerose popolazioni.

L'ipotesi che i corpi celesti si muovano sfuggendo alle leggi gravitazionali è molto suggestiva. 
VELIKOVSKY è stato bollato come CRANK, ma di tanto in tanto qualche autorevole scienziato torna con prove che suffragherebbero, almeno in parte, alcune delle sue spregiudicate, ma suggestive ipotesi, rendendole verosimili.
Per la scienza risultava inaccettabile che quello che tiene in orbita i corpi nel nostro sistema solare non è la forza di gravità, come ci aveva insegnato NEWTON, ma un'altra forza, l'elettricità, di cui la gravità è solo un aspetto.

A tutt'oggi, nessuno è ancora riuscito ad unificare la gravità con l'elettromagnetismo, e solo due persone ci hanno tentato: EINSTEIN e VELIKOVSKY. 
Un genio e un pazzo.
Ma allora, perchè EINSTEIN, che non era certo un ingenuo, perdeva il suo tempo a leggere questo libro?

Molte delle previsioni che VELIKOVSKY enunciò, come la temperatura su Venere (eccezionalmente alta perchè si trattava di un pianeta giovane), l'effetto della forza di gravità della terra fino alla luna, tempeste magnetiche su Giove, la teoria che le comete si siano staccate da corpi più grandi, e tante altre, sono state in seguito confermate, compresa quella di grosse anomalie nella rotazione di Venere dovute alla sua recente installazione nell'orbita: infatti Venere è l'unico pianeta che ruota in senso opposto a tutti gli altri del sistema solare.

Questo libro continua ancor oggi a far discutere e a creare imbarazzi nel mondo scientifico. Tanto ardito da essere definito folle dall’amico Albert Einstein e così inquietante da aver indotto l’astronomo Carl Sagan a farne oggetto di feroci critiche, il saggio di Velikovsky propone in effetti, come vedremo, una serie di scottanti questioni, tra cui la veridicità storica dei testi biblici (sul filone del famoso bestseller "La Bibbia aveva ragione" di W. Keller) e di innumerevoli altre tradizioni mitologiche e sacrali, utilizzate dal ricercatore come fonti attendibili per desumerne informazioni sul passato del nostro pianeta attraverso un’analisi comparata.
La tesi di fondo è difatti che in epoche remote, e non solo, la Terra sia stata scenario di eventi catastrofici così travolgenti da essere stati praticamente rimossi dalla memoria collettiva dell’umanità e confinati in quell’area fantastico-virtuale che si identifica con il mito.
Tali cataclismi di vastità planetaria sarebbero stati provocati in buona parte da violentissime collisioni e incontri più o meno ravvicinati con corpi celesti, in seguito ai quali l’assetto orografico e biologico del nostro pianeta sarebbe sensibilmente mutato.
L’argomentazione di Velikovsky si concentra in particolare su una gigantesca cometa di dimensioni planetarie che, generata per espulsione dalla massa gassosa di Giove (in particolare, dalla gigantesca "macchia rossa" del grande pianeta), avrebbe quindi vagato irrequieta, in ere lontane, nel Sistema Solare, avvicinandosi due volte, verso il 1500 a.C., alla Terra, con conseguenze che analizzeremo in dettaglio.
Non solo: la medesima cometa circa 700-800 anni più tardi si sarebbe scontrata con Marte provocando in area terrestre ulteriori sconquassi, per poi assestarsi definitivamente nei cieli con un’orbita regolare e diventare infine quel pianeta conosciuto in seguito con il nome di "Venere".
Questa in sintesi la "sceneggiatura" descritta da Velikovsky, per supportare la quale l’autore fece appello alle più svariate testimonianze del passato, attingendo, oltre che alla Bibbia, ai testi ebraici del "Talmud", alla letteratura greca, ai papiri egizi, alle tavolette astronomiche babilonesi, ai calendari aztechi e maya e a tradizioni popolari, remote iscrizioni e patrimoni mitologici di numerosissime popolazioni del mondo.
Stesso taglio interdisciplinare si rileva nelle scienze cui fa riferimento la sua indagine, che spaziano dall’archeologia alla geologia, dalla paleontologia alla psicologia, dall’astronomia all’antropologia, alla fisica, alla storia...

TUTTA COLPA DELLA COMETA

Terremoti di immani proporzioni, maremoti spaventosi, piogge di bitume, caduta di pietre incandescenti, pulviscolo abbuiante l’atmosfera e modificazione repentina sia del clima sia della durata dell’anno a causa dell’inversione altrettanto repentina dei punti cardinali. Questi gli effetti descritti in certi avvenimenti cosmici narrati da mitologie di tutto il globo, e alcuni di essi collegabili a quanto dice l’Esodo biblico a proposito delle piaghe d’Egitto e della fuga degli Ebrei attraverso le pareti d’acqua sollevatesi nel Mar Rosso. Si pensi, per esempio, alla prima piaga, che descrive come "
tutte le acque che erano nel Nilo si mutarono in sangue" (Esodo 7, 20-21): fenomeno plausibile nell’ipotesi del passaggio di una cometa, da cui in tal caso cadrebbero sulla Terra particelle di pigmento rugginoso e quindi rossastro. O ad altre piaghe successive: "un pulviscolo diffuso su tutto l’Egitto [...] produsse ulcere pustolose, con eruzioni su uomini e bestie" (9, 9-10); "ci furono grandine e folgori [...] una grandinata così violenta non v’era mai stata " (9, 24); "vennero dense tenebre per tre giorni" (10, 22)... Circostanze che, secondo Velikovsky, rafforzano l’ipotesi della cometa rilevandone alcune gravissime conseguenze, quali l’oscuramento e la caduta di meteoriti, che effettivamente si verificherebbero se un simile corpo celeste transitasse nelle vicinanze e che sono descritte in maniera analoga nell’antico papiro egizio di Ipuver.
Del sollevamento delle acque del Mar Rosso, imputato alla formazione di venti di velocità e potenza inaudite, si può peraltro trovare memoria nel folklore dei nativi nordamericani, dei giapponesi, dei peruviani e di numerose altre popolazioni, laddove si ricorda un maremoto così spaventoso da dividere il mare in due colonne: per esempio nel Popol-Vuh, sacro libro dei Maya, si legge che "il mare venne sollevato" proprio nel corso d’un cataclisma che rese oscura la terra, mentre infiammò di fulmini e rombi il cielo. E del cielo infiammato da lampi violentissimi troviamo traccia in quasi tutte le tradizioni mitologiche, quasi si trattasse di un ricordo generalizzato che ha coinvolto ogni popolazione del pianeta.
La cometa, dunque, sarebbe passata vicino alla Terra ai tempi dell’esodo israelita dalla terra d’Egitto, mentre di un ulteriore transito, che sarebbe avvenuto 52 anni dopo, si avrebbe eco in un episodio occorso al condottiero ebreo Giosuè presso la città di Gàbaon, che era in mano ai re degli Amorrei.
Ecco, infatti, cosa si legge in
Giosuè 10, 11-13:
"il Signore lanciò dal cielo su di essi come grosse pietre. - interpretati ancora come meteoriti - Coloro che morirono per le pietre della grandine furono più di quanti ne uccidessero gli Israeliti con la spada. Allora Giosuè disse al Signore [...]: ‘sole, fermati a Gabaon e tu, luna, sulla valle di Aialon’. Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici".

Velikovsky interpreta l’eclatante come una ripercussione della vicinanza della cometa, che avrebbe appunto rallentato la rotazione della Terra. E per confermare che si trattò di un fatto realmente accaduto, e poi mitologizzato, rintracciò nelle storie mitiche dell’altro emisfero un accadimento analogo ma opposto: invece di un lunghissimo giorno una notte lunghissima. Della quale ci parla, in effetti, la storia dell’impero di Colhuacan e del Messico (scritta in lingua nahua-indiana e nota come "Annali di Cuauhtitlan") e a cui si riferiscono anche taluni racconti leggendari della Finlandia, dell’Iran, del Perù e dei nativi nordamericani, mentre i testi cinesi di epoca Yao narrano di una sequela di sconvolgimenti (vasti incendi, onde altissime) nel corso dei quali il sole non tramontò per vari giorni.
La Terra, insomma, interruppe per un breve periodo le sue rotazioni. E se, dopo l’impatto, riprese un moto regolare, questo cortocircuito aveva comunque prodotto un effetto ancor più straordinario: l’inversione dei poli magnetici del pianeta, ribaltando i punti di collocazione dei Poli Nord e Sud.
Un capovolgimento avvenuto in modo istantaneo, quindi traumatico per l’habitat terrestre, e collocato dal Velikovsky nel 687 a.C., quando Marte, spostato da una successiva collisione con la cometa, sarebbe transitato presso la Terra ai tempi della distruzione dell’esercito assiro di Sennacherib, nemico di Israele (ben 185.000 soldati morti misteriosamente, forse per asfissia), di cui narrano i libri biblici dei Re e delle Cronache.
A sostegno di questa tesi Velikovsky presenta analisi di carattere geologico: pare infatti che l’epoca glaciale abbia avuto una conclusione subitanea, trasformando d’improvviso regioni polari (come l’America nord-orientale) in zone temperate e al contrario regioni temperate (come sarebbe stata la Siberia nord-orientale) in coltri gelate. Se ne ha evidenza paleozoologica nei corpi congelati dei mammuth, estintisi in massa durante l’ultimo periodo glaciale e nelle cui viscere sono state trovate erbe non ancora digerite e che oggi crescono a 1500 km a sud: indizio che il Polo Nord si trovava un tempo spostato verso l’America di una ventina di gradi rispetto al punto che occupa oggi.
Il congelamento deve essere stato del resto davvero repentino per aver conservato i corpi dei grandi quadrupedi intatti e non in stato di putrefazione!
L’inversione, inoltre, avrebbe inciso sull’orbita terrestre (causando cambiamenti radicali che sarebbero testimoniati dalle variazioni riscontrabili da un certo momento in poi nei calendari di vari popoli antichi) e rivoltato la direzione del moto terrestre, che avrebbe così iniziato a ruotare da occidente verso oriente, mentre prima il Sole sorgeva a occidente e tramontava a oriente.
La precedente configurazione sarebbe stata dipinta nella tomba dell’architetto della regina Hatshepsut, Senmut, il cui soffitto mostra le costellazioni disposte con orientamento astronomico opposto all’attuale e, evidentemente, visibile così a quell’epoca.
Numerose poi le fonti storiche, a partire da Erodoto, che nelle Storie riferisce come secondo i sacerdoti egiziani il Sole in remote epoche avesse cambiato più volte la direzione del moto.
A questa medesima inversione - che in epoca latina è riferita da Seneca e da Pomponio Mela e che ritroviamo anche nelle scritture di altre civiltà, fra cui nel trattato talmudico Sanhedrin - aveva già fatto riferimento Platone nel Politeia, sostenendo che il cambio d’orientamento sarebbe una manifestazione ciclica, da lui definita l’inversione "più grande e più completa" dei "mutamenti che avvengono nei cieli".
Cinquant'anni dopo Mondi in Collisione:
rivisitando Immanuel Velikovsky


di Emilio Spedicato

Fonte: http://forum.termometropolitico.it/religioni-filosofia-e-spiritualita/esoterismo-e-tradizione/72062-i-mondi-collisione-di-immanuel-velikovsky.html
Mezzo secolo fa (più precisamente nel 1950 pubblicato da McMillan e nel 1951 da Doubleday, dopo che McMillan aveva dovuto trasferire a questa casa i suoi diritti di pubblicazione sotto minaccia di boicottaggio da una parte del mondo accademico) appariva un libro di sostanziose dimensioni e ricchissimo di riferimenti bibliografici, dal titolo Mondi in Collisione. Il libro fu un best seller negli Stati Uniti nel 1952 ed apparve in sintesi anche sul Readers Digest, ivi compresa l'edizione italiana dal nome Selezione. Allora chi scrive era un ragazzino frequentante la seconda elementare appassionato divoratore di qualunque cosa scritta (purtroppo non molti libri erano allora presenti nella casa dove ci eravamo trasferiti dopo che l'ultimo bombardamento di Milano aveva distrutto con la casa la biblioteca del nonno). Lessi l'articolo suSelezione con immenso fascino, colpito in particolare dalla spiegazione che veniva data del "miracolo" riportato nella Bibbia sul fermarsi del Sole durante l'assedio di Gerico. 
Introduzione
Mezzo secolo fa (più precisamente nel 1950 pubblicato da McMillan e nel 1951 da Doubleday, dopo che McMillan aveva dovuto trasferire a questa casa i suoi diritti di pubblicazione sotto minaccia di boicottaggio da una parte del mondo accademico) appariva un libro di sostanziose dimensioni e ricchissimo di riferimenti bibliografici, dal titolo Mondi in Collisione. Il libro fu un best seller negli Stati Uniti nel 1952 ed apparve in sintesi anche sul Readers Digest, ivi compresa l'edizione italiana dal nome Selezione. Allora chi scrive era un ragazzino frequentante la seconda elementare appassionato divoratore di qualunque cosa scritta (purtroppo non molti libri erano allora presenti nella casa dove ci eravamo trasferiti dopo che l'ultimo bombardamento di Milano aveva distrutto con la casa la biblioteca del nonno). Lessi l'articolo su Selezione con immenso fascino, colpito in particolare dalla spiegazione che veniva data del "miracolo" riportato nella Bibbia sul fermarsi del Sole durante l'assedio di Gerico.
Dimenticai poi il nome dell'autore e del libro, per ricordarmene improvvisamente oltre trenta anni dopo, discutendo con un collega inglese alcune idee mie sulle origini catastrofiche delle glaciazioni e sulla possibilità di spiegare in questo contesto il mito di Atlantide. Velikovsky era stato in superficie dimenticato, ma ovviamente aveva lasciato un seme nel profondo, che a distanza di tempo si era risvegliato.
Quando il libro uscì, Velikovsky (che nel seguito citiamo semplicemente con V.) era uno sconosciuto per il grande pubblico, anche se il suo nome era noto ad una cerchia di specialisti. Infatti, oltre a numerose pubblicazioni nel campo della psichiatria, dove aveva operato professionalmente per molti anni in Israele, negli anni Trenta V. aveva edito in stretta collaborazione con Eistein la rivista Scripta Universitatis atque Bibliothecae Hierosolymitarum, strumento culturale che poi si evolse nella Università Ebraica di Gerusalemme. Il grande successo del pubblico fu dovuto a vari fattori, in parte connessi al clima postbellico caratterizzato da un risvegliato interesse per le tradizioni religiose e da sentimenti critici nei confronti di una scienza che aveva portato all'arma atomica ed al rischio di un conflitto nucleare. Contribuì anche sicuramente la pubblicità fornita dalla radicale opposizione da parte del mondo accademico ufficiale, con la minaccia andata in porto di boicottaggio della casa McMillan da parte degli astronomi guidati da Shapley e Payne Gaposchkin. Un autore che susciti le ire degli accademici, i quali tendono semplicemente ad ignorare chi proponga idee in contrapposizione con le loro, è una rarità. Il libro fu seguito nel giro di alcuni anni da altri non meno rivoluzionari relativi alla geologia terrestre ed alla cronologia della storia antica, con conseguente revisione di vari capitoli del passato così come appaiono nei libri standard.
Oltre che alla pubblicazione delle sue monografie, V. fu anche coinvolto in una serie di conferenze in vari paesi del mondo e fu l'ispiratore di alcune riviste e gruppi di studio, alcuni dei quali ancora attivi, che hanno portato avanti il suo approccio. Va detto che molte idee di V. sono ormai accettate dal mondo accademico, anche se di solito non si fa riferimento al suo ruolo iniziatore.
Il dibattito e l'influenza di V. sono stati importanti in particolare nel mondo anglosassone (USA, Canada, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda). Poca l'attenzione nel mondo latino, forse a causa del minore interesse in questi paesi per le tematiche di tipo biblico. Dobbiamo comunque ricordare per l'Italia come V. sia stato valutato positivamente sia dal grande matematico statistico Bruno de Finetti, che dallo storico della scienza Federico Di Trocchio, che gli ha dedicato un ampio capitolo del suo libro Il Genio Incompreso.
Nelle prossime sezioni vediamo alcuni elementi della biografia di V., quindi i contenuti fondamentali delle monografie Mondi in Collisione ed Ages in Chaos, con cenni alle altre monografie storiche. Diamo quindi alcune informazioni sul convegno organizzato in occasione dei Cinquanta Anni dalla pubblicazione di Mondi in Collisione presso l'Università di Bergamo.
Immanuel Velikovsky: elementi biografici
Velikovsky nacque nel 1895 a Vitebsk, città della Russia sulla Dvina Occidentale, allora di circa 70.000 abitanti, molti dei quali Ebrei, città natale anche di Chagall. Terzo figlio, il nome Immanuel fu scelto dal padre durante una solitaria passeggiata nei boschi dei dintorni. Leggiamo dalla sua autobiografia (Days and Years) disponibile nel sito internet curato da Jan Sammer (www.varchive.org) "il nome fu scelto da un verso del settimo capitolo di Isaia; non c'era alcun Immanuel fra gli avi noti a lui. ...si attendeva da me un grande compito in relazione alla tragica storia della nostra nazione... va visualizzata la personalità di mio padre, un Ebreo impegnato con una visione di rinascita nazionale...quando avevo sette anni mio padre mi mostrava il capitolo di Isaia dove si trova il nome Immanuel...".
Il 1895 era l'anno in cui Freud iniziava a scrivere L'interpretazione dei sogni, in cui Roentgen scopriva i raggi X, ed in cui, il 10 giugno, giorno della nascita di Velikovsky, Herzl scriveva nel suo diario "riprendo in mano il filo rotto della tradizione del mio popolo: Lo porterò alla Terra promessa".
Da Vitebsk la famiglia si trasferì presto a Mosca, dove il padre ebbe grande successo nel commercio e divenne uno dei leader e finanziatori del movimento sionista. Fu lui fra gli organizzatori di acquisti di terreni in Palestina da cui nacquero i primi kibbutz.Immanuel fece studi classici, eccellendo in matematica ed imparando numerose lingue. Dopo vari viaggi in Europa e Palestina (Tell Aviv esisteva da soli tre anni), si laureò in medicina a Mosca nel 1921, dopo avere fatto parte degli studi a Montpellier. Uscì dalla Russia rivoluzionaria con un viaggio avventuroso per la via del Caucaso sistemandosi a Berlino, dove sposò Elisheva Kramer, brillante violinista e pianista. Iniziò in questo periodo l'attività di editore della rivista su citata Scripta Universitatis , la cui sezione di matematica e fisica era curata da Albert Einstein.
Dal 24 al 39 visse in Palestina; del 30 è un suo lavoro in cui, per la prima volta nella letteratura, si propone che l'epilessia sia caratterizzata da encefalogrammi patologici.
L'interesse di Velikovsky per una reinterpretazione della storia antica fu acceso dalla lettura dell'opera di Freud Moses and Monotheism. In alternativa alla tesi allegorica di Freud, Velikovsky concepì l'idea che il faraone Akhnaton fosse la figura reale dietro la figura mitica di Edipo.Tale idea fu successivamente sviluppata nel 1930 durante un anno sabbatico passato nelle biblioteche di New York, e diede origine allo straordinario libroOedipus and Akhnaton, pubblicato solo nel 1960, che chi scrive ha letto non stop fra le nove di sera e le tre di mattina. Qui gli straordinari parallelismi fra i dati storici su Akhnaton ed i dati della tradizione greca su Edipo sono sviluppati nel contesto di una datazione di Akhnaton ben più recente di quella di Mosè, anzi più recente di quella di Salomone: nel nono secolo AC, poco prima della conquista dell'Egitto da parte degli Assiri, tema questo di una delle sue opere ancora non pubblicate, The Assyrian Conquest, disponibile nel citato sito internet.
Nell'aprile del 1940 Velikovky concepì l'idea di una grande catastrofe naturale al tempo dell'Esodo, interpretando quindi i fenomeni descritti nella Bibbia come le dieci piaghe in termini di eventi catastrofici di origine extraterrestre. La scoperta della descrizione di eventi simili in una fonte egiziana, il papiro Ipuwer della collezione di Leiden, lo convinse della validità dell'idea, spingendolo ad abbandonare la redditizia attività di psichiatra per uno studio a tempo pieno di fonti antiche e di autori moderni in relazione al suo approccio catastrofico. Mondi in Collisione fu il risultato di dieci anni di ricerche nelle grandi biblioteche di New York e Princeton (all'inizio della seconda guerra mondiale Velikovsky si era trasferito definitivamente a Princeton). Seguirono a breve distanza le altre opere sulla revisione della cronologia della storia antica e sulla evidenza di catastrofi nella storia geologica della Terra.
A Princeton Velikovsky ristabilì contatti amichevoli e frequenti con Einstein, con lunghe ore di discussione su temi astronomici e storici, inframmezzate da sedute musicali, dove il violinista Einstein era accompagnato al pianoforte da Elisheva. La storia dei suoi rapporti con Einstein è contenuta in uno dei libri ancora non pubblicati (Before the Day Breaks), disponibile nel citato sito internet.
Durante gli anni Cinquanta e parte dei Sessanta Velikovsky fu persona non grata nelle università e centri di ricerca in USA. Tuttavia dopo che le prime missioni spaziali confermarono in modo spettacolare parecchie delle sue previsioni sul sistema solare, fu invitato a tenere conferenze in varie università (Brown, Yale, Pennsylvania, Columbia, Dartmouth, Duke, Rice...); straordinario fu il successo di sue conferenze nei primi anni Settanta ad Harvard ed alla McMaster.
Velikovsky è morto, a 84 anni, a Princeton, nel 1979. L'archivio delle sue opere - fra cui le numerose non pubblicate - è tuttora nelle mani delle due figlie che gli sopravvivono, Ruth, psicanalista a Princeton, e Shulamit, la primogenita, che vive in un kibbutz presso Haifa, sposata con il noto matematico israeliano Abraham Kogan.
Mondi in Collisione
Mondi in Collisione fu pubblicato negli Stati Uniti da McMillan nel 1950 e a partire dall'anno successivo da Doubleday, cui erano stati trasferiti i diritti di pubblicazione, dopo che Shapley aveva fatto obliquamente osservare alla McMillan che il suo ruolo di importante editore accademico nel campo astronomico era minacciato dalla continuata presenza fra i suoi titoli del libro di Velikovsky (la storia di questo ed altri episodi dei difficili rapporti fra V. ed il mondo accademico si trova nel libro di V. Stargazers and Gravediggers, pubblicato postumo nel 1983 con copyright di Elisheva V.). Il libro fu un immediato successo di pubblico - sebbene fosse stato rifiutato da vari editori precedentemente contattati - e definito dal New York Times "A literary earthquake". Nella prefazione alla successiva Paperback Edition scriveva V.: First published in 1950, this book was left unchanged in all subsequent printings in 1950 it was generally assumed that the fundamentals of science were all known and that only details and decimals were let to fill in. In the same year, a cosmologist, certainly not of a conservative bent of mind, Fred Hoyle, wrote in the conclusion of his book "The Nature of the Universe": "Is it likely that any astonishing new developments are lying in wait for us? Is it possible that the cosmology of 500 years hence will extend as far beyond our present beliefs as our cosmology goes beyond that of Newton? I doubt whether this will be so. I am prepared to believe that there will be many advances in the detailed understanding of matters that still baffle us But by and large I think that our present picture will turn out to bear an approximate resemblance to the cosmologies of the future". Che l'opinione di Hoyle fosse quella effettivamente dominante allora è stato confermato alle orecchie di chi scrive dalla affermazione fatta dal prof. Salvini, insigne fisico italiano e ministro della ricerca e dell'università pochi anni orsono, ad una riunione in Roma organizzata dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in relazione ai programmi di ricerca della missione GAIA programmata dall'ESA (per il 2012):Quarant'anni fa credevamo di conoscere tutto, ora siamo in profonda incertezza (citazione non verbatim). Va detto a proposito di Fred Hoyle che egli è poi stato fra i proponenti di teorie spesso alternative a quelle più diffuse, nonché acceso critico della teoria del big bang (nome ironicamente proprio da lui coniato); V. è citato nella autobiografia di Hoyle - si erano incontrati ad un seminario tenuto da Hoyle - senza alcuna critica.
Il libro Mondi in Collisione parte dalla ipotesi che gli eventi di natura chiaramente catastrofica descritti nella letteratura antica, ed in particolare nella Bibbia, siano fenomeni effettivamente accaduti, la cui spiegazione non può essere data in un contesto puramente terrestre e va quindi attribuita ad interazioni fra il pianeta Terra e corpi extraterrestri. Analizza in particolare due eventi catastrofici - il primo associato all'Esodo, il secondo all'assedio di Gerusalemme da parte di Sennacherib, avvenuto qualche anno dopo che Sargon II aveva conquistato e deportato le dieci tribù di Israele. Ipotizza quindi che gli agenti extraterrestri delle due catastrofi siano stati nel primo caso il pianeta Venere, nel secondo caso il pianeta Marte, pianeti allora in orbite diverse da quelle attuali, più ellittiche, e reduci da precedenti interazioni con i grandi pianeti del sistema solare. Con l'ultima catastrofe le orbite dei due pianeti sarebbero state infine circolarizzate e sarebbe terminato per il pianeta Terra il periodo catastrofico, dove i pianeti costituivano una effettiva minaccia, dove l'astrologia era quindi una forma di scienza basata sullo studio di una realtà diversa del sistema solare. Il libro contiene prevalentemente riferimenti alla letteratura classica e mitologica e riferimenti di tipo solo qualitativo alle correnti teorie scientifiche (un migliaio di citazioni, anche di testi rari ed in molte lingue). Pur non contenendo alcuno sviluppo quantitativo - ed un trattamento quantitativo degli scenari proposti sarebbe anche oggi probabilmente al di là della capacità di modellizzazione e di calcolo - contiene alcune affermazioni critiche nei confronti degli scenari astronomici tradizionali, dove è virtualmente presa in considerazione solo la forza di gravità, trascurando effetti elettromagnetici, sia su grande scala che nel caso di passaggi ravvicinati fra corpi celesti.
Non è qui il caso di passare in rassegna in dettaglio il contenuto del libro, scritto in uno stile sintetico e chiaro e quindi densissimo di informazioni e di proposte (molte delle quali date in forma ipotetica). Possiamo sintetizzare come segue gli elementi importanti del libro:
  • La rivalutazione del contenuto dei testi antichi, basati secondo V. su esperienze reali vissute dagli antichi, in un contesto diverso da quello attuale. L'idea che le esperienze descritte nei testi antichi fossero esperienze reali era comunemente accettata nel mondo occidentale sino all'Illuminismo; questo comprendeva in particolare l'idea di catastrofi in periodi a memoria d'uomo, fra cui il Diluvio Universale descritto nella Bibbia ed in numerosi altri testi ad esempio della mitologia classica (Deucalione e Pirra,). Erano idee accettate da Newton e da Cuvier. Con l'Illuminismo le affermazioni contenute nella Bibbia vennero fortemente criticate aprendo la strada all'ideologia cosiddetta dell'uniformitarismo che divenne dominante nell'Ottocento a seguito dei lavori in particolare di Lyell in geologia e di Darwin in biologia: il presente è la chiave del passato, non ci sono catastrofi celesti oggi, non possono essercene state ai tempi di Mosè. Non cadono pietre dal cielo oggi, non possono essere cadute allora (solo nella seconda metà dell'Ottocento l'esistenza di piogge meteoritiche fu di nuovo accettata dalla scienza, dopo che la caduta di uno sciame meteoritico in Francia convinse anche i più ostinati). A distanza di cinquanta anni da Mondi in Collisione possiamo certamente dire che c'è ora una maggiore attenzione da parte degli studiosi nel campo delle scienze naturali nei confronti delle tradizioni catastrofiche antiche. Tale attenzione dipende anche dalla possibilità offerta da strumenti di oggi, non disponibili ai tempi di V., di verificare gli effetti di tali eventi nel record geologico e biologico: analisi raffinate dei depositi di polline o altre componenti biologiche nei sedimenti lacustri ed oceanici, analisi di sostanze organiche ed inorganiche nei carotaggi glaciali, serie dendrocronologiche. Da tali studi è emersa l'evidenza di notevoli variazioni climatiche negli ultimi 12.000 anni, avvenute così rapidamente da essere difficilmente spiegabili in termini dei normali processi terrestri; infine la verifica con la cometa Shoemaker-Levy dei processi di disintegrazione cometale proposti da V. e da altri neocatastrofisti (Clube e Napier in particolare) e l'osservazione diretta dell'impatto dei frammenti di tale cometa su Giove, evento mai prima considerato di possibile osservazione sui tempi brevi della astronomia osservativa moderna, ha reso assai più consapevoli che ci troviamo in un ambiente, il sistema solare, più ricco di pericoli di quanto se ne pensasse cinquanta anni fa.
  • V. ha affermato l'instabilità del sistema solare e l'emergenza dell'attuale configurazione orbitale planetare, per quanto riguarda i pianeti Marte e Venere, in tempi assai recenti, storici addirittura. Tale affermazione fu fatta in un periodo in cui il sistema solare era considerato estremamente stabile, in base a considerazioni analitiche approssimate sulla stabilità dei sistemi dinamici n-body e sulla base del modello standard utilizzato per la formazione dei sistemi planetari, di cui quello solare era ritenuto del tutto tipico. Questo scenario è profondamente cambiato a cinquanta anni di distanza, anche se le tesi di V. circa Marte e Venere sono tuttora ritenute inaccettabili, salvo che da una piccola minoranza di studiosi. L'analisi fatta con i moderni più raffinati strumenti analitici dei sistemi nonlineari complessi ha infatto dimostrato che il comportamento di tali sistemi è generalmente del tipo caotico, imprevedibile a lungo termine e caratterizzato da una estrema complessità e varietà di configurazioni. Ora si ritiene che, anche trascurando le pur possibilissime interazioni con altri corpi e strutture della galassia, il sistema solare non possa essere studiato indietro nel tempo per più di qualche milione di anni - un fattore circa mille volte meno di quanto si pensasse allora. Sono inoltre emerse strutture del sistema solare sia sulle grandi distanze che su quelle dei pianeti interni che allora erano ignorate o di cui non si capiva l'importanza, come la popolazione dei cosiddetti oggetti Apollo/Amor e la fascia di Kuiper (di cui sono stati individuati componenti di considerevoli dimensioni, circa 600 km di diametro). L'osservazione dei pianeti lontani e dei loro satelliti ha individuato tutta una serie di caratteristiche inattese, di cui una spiegazione catastrofistica, anche se non nei tempi ristretti di V., pare essere la più adatta. L'osservazione, sebbene solo parziale, di una sessantina ad oggi di sistema planetari extrasolari ha mostrato caratteristiche di questi dinamiche e strutturali del tutto impensate, anzi addirittura considerate prima impossibili (e.g. la presenza di pianeti di tipo gioviano o supergioviano vicinissimi alla stella, quando i modelli accettati prevedevano in tale regione solo pianeti di tipo terrestre; o la presenza di pianeti di tipo gioviano in orbite ellittiche). Con un centinaio di argomentazioni l'astronomo Van Flandern ha ripreso l'ipotesi di Olbers circa l'esplosione di uno o più pianeti nella zona della fascia degli asteroidi, esplosione che avrebbe originato non solo la fascia stessa, ma la maggior parte delle comete e possibilmente Marte stesso, visto quale satellite perduto del pianeta esploso (ultima esplosione datata a circa 3.2 milioni di anni fa). Osservando che la sequenza ultima di glaciazioni sul nostro pianeta inizia anch'essa 3.2 milioni di anni fa, i fisici Woelfli e Baltensperger hanno recentemente proposto una nuova teoria per l'origine di tali glaciazioni, in termini di effetti sull'asse terrestre chiamati true polar wandering (dove i poli geografici si spostano sulla superficie terrestre), dovuti al passaggio ravvicinato di un pianeta, per cui hanno per default preso le dimensioni di Marte. Tali autori hanno scritto le equazioni relative alla dinamica del processo (solo in termini di forze gravitazionali, quelle mareali giocando il ruolo fondamentale) e sono pervenuti alla conclusione che un passaggio sufficientemente ravvicinato può effettivamente spostare i poli anche di 18 gradi, una conclusione simile a quella di V. Inoltre hanno calcolato che tale corpo interagente con la Terra, nel passaggio vicino al Sole, si riscalderebbe così tanto da allontanarsi dal Sole come una gigantesca cometa, circondato da un alone di gas caldissimo di oltre un milione di km di diametro uno scenario perfettamente velikovskiano. Resta tuttavia ancora completamente da provare la possibilità necessaria per il modello di V. di un arrotondamento delle orbite di pianeti quali Venere e Marte nel giro di pochi secoli, equivalenti a qualche centinaio di rivoluzioni. Che la cosa non sia possibile è tuttavia anche qui da essere provato Ci troviamo pertanto di fronte a scenari del tutto aperti ed innovativi circa la ricchezza strutturale e dinamica dei sistemi planetari. Resta quindi molto importante l'idea di V. di fare ricorso al record testimoniale antico per avere informazioni sulla evoluzione del nostro stesso sistema solare.
  • V. afferma l'importanza del fattore interazione elettromagnetica nel campo astronomico, in particolare in relazione ai passaggi ravvicinati fra corpi celesti. La forza di gravità resta tuttora quella considerata come unico agente nella evoluzione dell'Universo dalla maggior parte dei cosmologi, nonostante le autorevoli idee alternative della scuola del premio Nobel Alfven (citato in vari scritti di V.) sulla importanza delle strutture di plasmi a grande scala. Sono tuttavia emersi molti problemi con l'utilizzo della classica relazione di Newton sulla dipendenza inversa con il quadrato della distanza su scale maggiori di quella dove la relazione fu stabilita in base alle osservazioni di Keplero. Quindi la necessità di introdurre masse oscure o masse mancanti o altre più esotiche strutture, sulle quali sono fiorite centinaia di pubblicazioni, o di ipotizzare una diversa relazione funzionale rispetto alla distanza, o di introdurre nuove forze. Quello del ruolo in astronomia delle forze elettromagnetiche fu tema di numerosi colloqui fra V. ed Einstein, descritti nel citato libro di V. sui suoi incontri con Einstein. Sviluppi dell'idea di V. sull'importanza della forze elettromagnetiche sono stati compiuti da studiosi ispirati da V., fra cui Juergens, Thornhill, Ginenthal, De Grazia e Milton. E' un campo ancora off limits la ricerca astrofisica standard, da cui ci si possono attendere notevoli sorprese.
  • V. ha predetto l'emissione di onde radio da Giove, che la temperatura di Venere dovesse essere molto elevata (quando si riteneva che fosse di poco superiore a quella della Terra), e che la Terra fosse circondata da un campo magnetico. Queste previsioni furono confermate nel corso di pochi anni e V. ebbe la soddisfazione di vedere riconosciuta la validità della sua predizione, se non nei lavori ufficiali, almeno in una lettera scritta a Science (21 Dicembre 1962) dal noto fisico di Princeton Bargmann e dall'astronomo Motz della Columbia University. Va inoltre detto che V. aveva spesso insistito con Einstein perché utilizzasse la sua autorità al fine di fare compiere già nelle primissime missioni con sonde spaziali una ricerca di emissioni radio di Giove e che Einstein poi si scusò in una lettera a V. per non avere dato seguito alla sua richiesta. Le immagini dettagliate ottenute negli ultimi anni delle superfici di Marte e di Venere hanno mostrato caratteristiche geologiche del tutto sorprendenti. Venere mostra una superficie che sembra essere stata sottoposta a processi recenti di emissioni magmatiche e liquefazioni, e dove sono praticamente assenti tracce di processi di erosione; Marte mostra una superficie con evidenza di recentissimi fenomeni di alterazione catastrofica e di presenza recente di acqua, anche qui senza le tracce attese dei fenomeni di erosione che avrebbero dovuto smussare la superficie del pianeta nel corso dei miliardi di anni della sua vita secondo il modello standard. Una analisi dettagliata della morfologia di Marte alla luce delle ipotesi di V. è stata presentata in uno studio di Ginenthal apparso negli atti di un convegno organizzato a New York nel 1995 in occasione del centenario della nascita di V.
Ages in Chaos
Il volume Ages in Chaos uscì nel 1952, primo di una serie di opere a carattere storico, cui seguirono Oedipus and Akhnaton (1960), Peoples of the Sea (1977) e Ramses II and his Time (1977). Ancora non ufficialmente pubblicati ma disponibili nel sito internet creato da Jan Sammer sono i volumi The Assyrian conquest e The dark ages of Greece.
L'idea fondamentale di V. è che la cronologia ufficiale del primo e secondo millennio avanti Cristo relativa all'Egitto ed alle civiltà che vengono datate per correlazione con la civiltà egiziana (fra cui quella micenea, cananea, ugaritica, cretese) non sia corretta, fatto che spiega la essenziale impossibilità di agganciare gli eventi descritti nella Bibbia con corrispondenti elementi descritti nelle fonti egiziane o correlate con queste. Secondo V. l'errore fondamentale in cui è incorsa la cronologia egiziana risale a circa duecento anni fa, agli inizi della egittologia moderna. Allora nel tentativo di agganciare la cronologia relativa ottenibile dagli annali egiziani con una data precisa fu compiuto un errore che ha portato ad allungare di alcuni secoli la storia egiziana. Conseguenza di tale errore è stata l'introduzione dei cosiddetti secoli bui nelle civiltà correlate (ad esempio in Anatolia e nel mondo miceneo), secoli durante i quali non si ha praticamente alcuna evidenza di attività documentata archeologicamente, ma al termine dei quali riprende l'evidenza archeologica, con gli stessi stili presenti all'inizio del periodo buio, come se nel frattempo non ci fosse stata alcuna evoluzione stilistica.
Il problema della determinazione di una cronologia corretta dei popoli antichi è assai complesso, sebbene sia spesso supposto risolto, adottandosi, salvo variazioni di pochi anni, cronologie essenzialmente fissate nel corso del diciannovesimo secolo. Fu un problema al centro dell'attenzione di Isaac Newton, che scrisse un'opera, da lui considerata il migliore prodotto della sua vita scientifica, The chronology of ancient peoples revisited, risultato della sua vastissima cultura classica e biblistica (aveva letto praticamente l'integrale delle opere della patristica graca e latina), recentemente ristampata ma letta quasi da nessuno (il noto biografo di Newton Westfall ne definisce la lettura la peggiore penitenza che possa concepirsi per una persona). E' un problema che a seguito del lavoro di Velikovsky è stato ripreso da un numero significativo di studiosi, specie in ambito anglosassone (Rohl, James, Bimson, Murphie) e che nei lavori dei tedeschi Heinsohn ed Illig e soprattutto del matematico e statistico siberiano accademico Fomenko, pubblicato recentemente in due tomi della Kluwer, ha portato l'approccio di Velikovsky, in cui sono tagliati repliche di regni e periodi bui, a conseguenze ancora più radicali (eccessive, a parere di chi scrive).
Il volume Ages in Chaos può essere visto come il libro parallelo a Worlds in Collision, dedicato alla cronologia ed alle correlazioni storiche, laddove il primo era dedicato all'analisi dei fenomeni fisici ed a un loro tentativo di spiegazione.
V. individua il periodo dell'Esodo, e quindi l'epoca di Mosè, al termine del medio Regno Egiziano, quando l'Egitto viene invaso da una popolazione di popoli pastori, chiamati Hyksos da Manetone, Amu dalle fonti egiziane dell'epoca, Amalek nell'Esodo, proveniente da est, che occupò l'Egitto, devastandolo, distruggendo città, centri religiosi e gran parte della popolazione. La data specifica proposta da V. è il 1447 BC ed il faraone dell'Esodo, il Tutimaeus o Timaios di Manetone, è l'altrimenti oscuro Dudimose, il cui nome compare nella lista dei faraoni preservata nel Museo Egizio di Torino (parte della quale fu disgraziatamente distrutta nel trasporto dalla Savoia a Torino). In questo scenario Mosè, portando il suo popolo fuori dall'Egitto, lo salva quindi non tanto dalla oppressione degli Egizi quanto da un ben più probabile annichilamento da parte degli Hyksos. Chi scrive ha proposto per il termine Hyksos il significato preciso di popolo dei cavalli e ne ha identificato l'origine nella regione turanica del fiume Amu Darya, da cui gli Amu sarebbero partiti nel corso di un processo mondiale di migrazioni indotte dall'evento catastrofico associato all'Esodo. Chi scrive ha inoltre suggerito che la moglie che Mosè prese nella terra di Kush, usualmente intesa come Etiopia, provenisse in realtà dalla attuale regione dell'Hindukush/Badakshan, unica regione dove venivano prodotti i preziosi lapislazzuli, e che Mosè fosse stato informato dell'arrivo degli Amu dalla famiglia della moglie, il che gli avrebbe suggerito l'urgenza del lasciare l'Egitto e la necessità di allontanarsi per una strada nel deserto, lungi dalla via che gli Amu avrebbero seguito.
La datazione e la collocazione nell'ambito delle dinastie egiziane di V. - ora accettata anche con ulteriori argomenti da Rohl, James, Bimson, Clube - era in contrasto con quelle tradizionali, che ponevano l'arrivo degli Hyksos a circa 350 anni prima e la partenza degli Ebrei - fatto addirittura dubitato da alcuni - nel corso del Nuovo Regno, spesso all'epoca di Ramses II. Il fatto che le fonti egiziane non ne parlassero era considerato come prova di una certa inattendibilità storica della Bibbia o almeno di una tendenza della Bibbia ad amplificare l'importanza degli eventi relativi al popolo ebraico. La ricollocazione operata da V. ridefinisce completamente il quadro storico con importanti conseguenze sulla storia successiva, essenzialmente sino all'arrivo di Alessandro Magno, a partire dal quale si hanno le precise fonti annalistiche della storiografia classica. Qui diamo solo alcune delle affermazioni di V.:
  • Gli Amu/Hyksos controllarono il territorio da loro conquistato dalla città di Avaris, identificata da V. nella prossimità di El Arish, nella attuale striscia di Gaza (territorio dove insediamenti ellenistici od egizi sono ora seppelliti anche da una ventina di metri di sabbia, un problema per ogni ricerca archeologica)
  • Gli Amu/Hyksos furono cacciati da una coalizione di Egizi che si erano ritirati nel sud dell'Egitto e di Ebrei guidati da Saul, verso il 1000 BC
  • La regina di Saba è il grande faraone donna Hatshpsut
  • Il faraone che invade il territorio che era stato il grande regno di Salomone è Tutmosi III
  • Amenofi III e Amenofi IV (Akhenaton) sono vissuti nel nono secolo BC, quindi dopo Salomone (e quindi eliminando ogni possibilità di interpretare Akhenaton come l'ispiratore del monoteismo di Mosè). L'archivio delle loro lettere, da attribuire al periodo 870-840 BC, comprende lettere inviate ai sovrani ebrei dei regni di Samaria (capitale del territorio delle 10 tribù di Israele) e di Gerusalemme (capitale del territorio delle tribù di Giuda e di Beniamino).
In tre recenti monografie lo storico libanese Kamal Salibi, professore alla American University di Beirut e direttore del Centro Studi fra le Fedi di Amman, ha sostenuto che la terra del latte e del miele dove Abramo si stabilì (in una epoca che nell'ambito della cronologia di V. può essere identificata con il 1850 BC circa, tempo anche del faraone Sesostri I Il Grande), sia l'attuale regione dell'Arabia sud-occidentale chiamata Asir. A parere di chi scrive l'approccio di Salibi può perfettamente accordarsi con quello di V. portando addirittura a rafforzarne le conclusioni. 
  
[Una presentazione dell'autore si trova nel numero 1 di Episteme]
E-mail: emilio@unibg.it 
 
 
 
 Ottobre 20-21, 2001: un convegno su Velikovsky
all'Università di Bergamo
  
In occasione dei cinquanta anni dalla pubblicazione di Mondi in Collisione sarà organizzato presso il Dipartimento di Matematica dell'Università di Bergamo un convegno dedicato ad una rivisitazione dell'opera citata di Velikovsky ed ad una disanima di temi ad essa associati alla luce delle conoscenze attuali. Il convegno è organizzato da chi scrive, il quale da vari anni ha contatti con studiosi che furono associati con Velikovsky e che inoltre è coinvolto in attività di ricerca sui sistemi dinamici n-body gravitazionali. Il convegno si svolgerà con il seguente programma:
Sabato 20, mattina:
Prof. Emilio Spedicato, Un. di Bergamo:
Introduzione alla conferenza
Prof. Federico Di Trocchio, Un. di Lecce:
Velikovsky come genio rifiutato
Jan Sammer, Prague:
Sul sito web di Velikovsky e sulle sue monografie ancora non pubblicate
Prof. Alfred De Grazia (Princeton) e dr. Immanuel Velikovsky (presentazione di Amy De Grazia)
Una comunicazione finale, 14 Novembre 1979
Prof. Alfred De Grazia (Princeton):
Prima dei Mondi in Collisione di Velikovsky: lo scenario di Solaria Binaria
Sabato 20, pomeriggio:
Prof. Laurence Dixon, Un. Hertfordshire, UK :
I cambiamenti di orbite planetarie proposti da Velikovsky non violano le leggi di conservazione
Ammiraglio Dr. Flavio Barbiero, Accademia Navale, Livorno:
Sulla possibilità di rapidi cambiamenti nella direzione dell'asse terrestre dopo impatti con asteroidi o comete
Dr. Walter Baltensperger, Centro Brasiliano di Ricerche in Fisica, Rio de Janeiro:
Sullo spostamento geografico dei poli geografici dopo incontri ravvicinati con oggetti di dimensioni planetarie
Prof. Emilio Spedicato, Un. di Bergamo:
Argomenti per un impatto di tipo super Tunguska sull'Oceano Pacifico nell'anno 1178 AD
Prof. Chandra Wickramasinghe, Un. di Cardiff, UK
Nuova luce sull'origine della vita
Dr. Antonino Del Popolo, Un. di Bergamo:
Sistemi planetari extrasolari: risultati delle osservazioni e problemi teorici
Domenica 21, mattina:
Prof. Erasmo Recami, Un. di Bergamo:
Catastrofismo ed uniformitarismo nella storia dell'astronomia
Dwardu Cardona, editore della rivista Aeon, Vancouver:
Saturno prima del Sole
Charles Ginenthal, editore della rivista The Velikovskyan, New York:
Le idee di Velikovsky sul ruolo dell'elettromagnetismo nella evoluzione dell'Universo
Dr. Adalberto Notarpietro, Centro di Dinamica Alpina, CNR, Milano:
Earth in Upheaval di Velikovsky e catastrofi di origine extraterrestre nella storia della Terra
Shulamit Velikovsky Kogan, Haifa, Israel
Sulla dimostrazione delle ipotesi di Velikovsky
Il convegno si terrà presso la Sala Conferenze della Università di Bergamo in via dei Caniana n. 2 (non lontano dalla stazione FS e dall'ingresso all'autostrada). E' ad accesso libero e gratuito nel limite della capienza (180 posti) della sala. Per ulteriori informazioni contattare Emilio Spedicato (emilio@unibg.it) o Laura Capelli (dmsiaseg@unibg.it) o il sito: www.unibg.it/dmsia/seminari/Velikovsky_it.html .
Alcune note sui conferenzieri invitati:
  • Il prof. Di Trocchio insegna storia della scienza all'Università di Lecce ed ha dato di V. una presentazione approfondita nel quadro delle gradi idee controverse proposte al di fuori del mondo accademico nel suo libroIl Genio Incompreso: uomini e idee che la scienza non ha capito, pubblicato nella collana Scienza, degli Oscar Saggi Mondadori.
  • Jan Sammer fu collaboratore di V. a Princeton negli ultimi anni della sua vita ed ha curato l'archivio elettronico di Velikovsky. Ha recentemente curato il sito citato dove sono disponibili, anche se in forma non finale, i libri che V. non pubblicò in vita (fra cui la sua autobiografia, il volume sui suoi incontri con Einstein, In the Beginning, dedicato al Diluvio ed a una reinterpretazione della mitologia più arcaica, i libri storici The Assyrian Conquest, The dark age of Greece).
  • Il prof. Alfred De Grazia, già docente in varie Università USA fra cui Stanford e Chicago, amico di Velikovsky, è autore di una serie di volumi basati su quello da lui definito l'approccio di Quantevolution, in cui presenta teorie alternative sulla formazione del sistema solare e sulla evoluzione della civiltà. In particolare nella monografia Solaria Binaria scritta con l'astronomo Earl Milton viene ipotizzata la formazione del sistema solare nell'ambito di un iniziale sistema stellare binario (deve qui notarsi che forse non meno dell'80% delle stelle è costituito da sistemi binari o multipli). Oltre che ad una sintetica presentazione di questa ipotesi sulla origine del sistema solare la moglie di De Grazia, Amy, presenterà una allocuzione scritta da Alfred con V. che avrebbe dovuto essere presentata ad un convegno nel 79, se V. non fosse morto prima.
  • Il prof. Laurence Dixon ha lavorato per decenni nel settore dei metodi numerici per ottimizzazione e sistemi dinamici, sviluppando anche software utilizzato dall'Agenzia Spaziale Europea nelle sue missioni. Il suo intervento riguarda la compatibilità a livello delle leggi di conservazione di energia e momento dei cambiamenti orbitali proposti da V. per i pianeti Marte, Venere e Terra.
  • Il dr. Flavio Barbiero, specialista di sistemi dinamici meccanici avanzati, ha dimostrato recentemente come impatti con comete o asteroidi di dimensioni relativamente contenute (qualche centinaio di metri di diametro) possano portare per complessi fenomeni legati alla presenza degli oceani sulla Terra a cambiamenti della direzione dell'asse e quindi a fenomeni catastrofici di glaciazioni e deglaciazioni.
  • Il prof. Chandra Wickramasinghe dell'Università di Cardiff, astrofisico di grande fama e collaboratore di Fred Hoyle, discuterà la teoria proposta da lui ed Hoyle sulla origine della vita dallo spazio, con particolare riferimento al ruolo qui svolto dalle comete. In Worlds in Collision V. aveva svolto considerazioni sull'arrivo sulla Terra in occasione dell'Esodo di materiale vivente (da lui chiamato vermin). Hoyle e Wichkramasinghe hanno dimostrato come materiale vivente (virus, batteri, spore ed anche insetti) possano superare indenni il momento dell'impatto con l'atmosfera terrestre.
  • Il dr. Antonino del Popolo, astrofisico specialista della dinamica di sistemi n-body a grandi dimensioni, ha introdotto nuovi modelli per lo studio della dinamica di sistemi complessi come aloni galattici, ammassi di galassie, ammassi globulari. Utilizzando effetti fisici prima trascurati ha mostrato la possibilità di migrazioni all'interno di sistemi planetari, dando in particolare una possibile origine di Plutone dalla fascia di Kuiper e dimostrando come pianeti di tipo gioviano o supergioviano possano trovarsi in orbite assai vicine alla stella.
  • Il prof. Erasmo Recami è noto per i suoi studi sui fondamenti della fisica e per avere sviluppato la teoria dei tachioni ed in generale dei movimenti a velocità superluminali, recentemente confermati anche sulla base di esperimenti da lui proposti oltre trenta anni fa. I suoi interessi hanno anche riguardato la storia della fisica e l'archeologia.
  • Dwardu Cardona ha collaborato con Velikovsky ed è l'editore della rivista Aeon di studi mitologici; ha sviluppato le idee di V. sulla recente evoluzione del sistema solare utilizzando gli elementi più arcaici nelle mitologie e religioni per proporre una storia dell'evoluzione del sistema solare ancora più radicalmente innovativa.
  • Charles Ginenthal è l'editore della rivista The Velikovskyan che da anni porta avanti una analisi delle tesi di V. e diffonde nuovi sviluppi. E' autore di alcune monografie, una sulla sopravvivenza ora documentata del mammuth sino al 1600 AC (nell'isola di Wrangel), una sul ruolo delle forze elettromagnetiche in ambito cosmologico ed una, dal titolo Carl Sagan and Immanuel Velikovsky, in cui difende le tesi di Velikovsky contro le critiche di Carl Sagan, l'astronomo che continuò gli attacchi di Shapley contro V.
  • Il dr. Adalberto Notarpietro è geologo del CNR Centro Studi per la Dinamica Alpina di Milano, con interessi sul tema della recente evoluzione catastrofica delle strutture geologiche maturati in ricerche sul campo.
  • Shulamit Velikovsky Kogan, figlia di Immanuel V., è laureata in fisica, ha seguito da vicino l'attività del padre ed ha partecipato ai suoi incontri con Einstein. Vive in Israele e da alcuni anni è impegnata nella traduzione delle opere di V. in ebraico.

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