- POST DEL 3/11/2014 AGGIORNATO AL 4/11/2018
- Dal 1987, la Madonna appare ad Anguera (Brasile) al veggente Pedro Régis, dettandogli messaggi per tutta l'umanità.
- I messaggi vengono trasmessi 3 volte a settimana: ogni martedì e sabato, più un altro giorno variabile.
ULTIMO MESSAGGIO IN ITALIANO DAL SITO WEB UFFICIALE BRASILIANOGli articoli e le informazioni contenute nei siti Web "linkati" sono di proprietà degli autori dei siti medesimi. Pertanto tutti i diritti nonché la responsabilità di quanto riportato in questi siti sono riservati esclusivamente ai loro autori.Questo post presente sul blog: https://nostrasignoradianguera.blogspot.it/e Twitter: https://twitter.com/angueramessaggi è un interpretazione personale e non corrisponde necessariamente al vero significato dei messaggi, degli avvertimenti della Madonna al mondo e delle profezie annunciate da Nostra Signora ad Anguera.Si consiglia di visitare il sito web ufficiale brasiliano del veggente Pedro Regis:http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/ e la pagina dedicata al commento delle profezie: http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/cms/list/not%C3%ADcias(Gestore sito web: ANSA - Associacao Nossa Senhora de Anguera).
Si può fare la Comunione senza essersi prima confessati?
Oggi tanti fedeli si accostano all'Eucarestia ogni volta che partecipano alla Messa. Ma è giusto farlo senza prima essersi confessati? Risponde don Gianni Cioli, docente di Teologia morale alla Facoltà teologica dell'Italia centrale La confessione
Nelle domeniche quaresimali la Parola di Dio ci mostra sette aspetti diversi e complementari del volto di Cristo, orientandoci verso la gioia della Pasqua. Un cammino che troviamo rispecchiato nei tanti nomi con cui viene chiamato il quarto sacramento, quello della Confessione. 1. Da peccatori a creature nuove (Benito Marconcini) | 2. I primi cristiani si confessavano così (Carlo Nardi) | 3. Diario di un confessore (intervista a Piotr Anzulewicz)-
Una «guida» alla confessione
Schema per l'esame di coscienza
e breve guida pratica alla Confessione
39 – 14 maggio 1988
Cari figli, sono la Regina della Pace. Vengo a portare la Pace in questo mondo. Ognuno di voi necessita in modo particolare di convertirsi, affinché la desiderata pace scenda su ognuno. Cari figli, vi raccomando la CONFESSIONE SETTIMANALE. Se i Cristiani cominciassero a riconciliarsi con Dio e con gli uomini almeno una volta a settimana, molto presto intere regioni sarebbero spiritualmente curate. E io mi sentirei molto FELICE. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Rimanete nella pace.
133 – 7 febbraio
1989
Cari figli, oggi vi
invito a prepararvi alla Quaresima con digiuno, preghiera, penitenze e opere di
carità. Vi invito anche ad abbandonarvi completamente a Dio durante questa
Quaresima. Andate a confessarvi ogni
settimana, ma non permettete che la vostra confessione diventi un’abitudine. La confessione è la strada migliore per
riconciliarsi con Dio. Se non vi confessate non potete adempiere il vostro
dovere di cristiani. Se non percorrete questa via, la vostra conversione
diventerà sempre più difficile. Continuate, continuate, continuate a pregare.
Pregate per i sacerdoti. Pregate per le vocazioni al sacerdozio. Pregate per il
Santo Padre. Pregate che tutti i miei progetti si realizzino. Vi benedico nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
176 – 3 giugno 1989
Cari figli, l’umanità ha bisogno di
accettare e vivere i miei messaggi che ho inviato al mondo tramite i miei
eletti, sparsi in diverse regioni del mondo. Oh, figli, pentitevi, chiedete
perdono, amate il vostro prossimo, riparate e, soprattutto, ritornate a Dio,
che vi attende a braccia aperte. Il mio Cuore è molto offeso dai figli che non accettano i miei messaggi d’amore. Innanzitutto, i miei amati figli
chiudono le porte della chiesa. Molti dei miei figli sacerdoti negano
l’autenticità delle mie varie manifestazioni in molti luoghi della terra.
Nessuno dovrebbe dare giudizi affrettati riguardo la verità delle mie apparizioni. Come ho già detto, deve esserci cautela, ma il modo in
cui molti lo fanno non è più cautela, quanto piuttosto interferenza del mio avversario. Vengo in questo mondo non per
essere interrogata, ma per essere ascoltata. Vengo in questo luogo per chiedervi di ritornare a Dio, poiché
solo in questo modo potete essere salvati. Grazie per avermi permesso di
riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
424 – 6 luglio 1991
Cari figli. Ancora una volta raccomando la CONFESSIONE SETTIMANALE. La confessione è il
rimedio che vi offro affinché possiate seguire la via della grazia e della
santità. Se vivete i miei
appelli con amore e sincerità, presto vedrete il TRIONFO DEL MIO CUORE
IMMACOLATO. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della
Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una
volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Rimanete nella pace.
IL MESSAGGIO 458 (2 novembre 1991)
10. LA VOSTRA TESTIMONIANZA SINCERA
Non abbiate paura di parlare dei miei messaggi. Non
lasciate sotterrate le verità che vi sto comunicando, ma proclamatele a tutti
coloro che hanno bisogno della MISERICORDIA di Dio. Lasciatevi condurre dalle
mani del Signore. Convertitevi,
se volete essere FELICI. Pregate. Date
testimonianza della vostra fede per mezzo della preghiera e della conversione.
Non sono venuta per obbligarvi ma per condurvi, con amore di Madre, al
PARADISO. Torno
a chiedervi la CONFESSIONE SETTIMANALE. Confessatevi settimanalmente e non
nascondete nessuno dei vostri peccati. Se farete una buona confessione e se
il sacerdote, in nome di mio Figlio, vi perdonerà, la vostra anima sarà salva.
Non accumulate peccati per potervi confessare. Fatelo ogni volta che avete necessità del perdono e della MISERICORDIA
di Dio. C’è il pericolo della condanna eterna per coloro che non si preoccupano
della confessione. Pregate, perché solo per mezzo della preghiera sarete capaci
di comprendere il significato dei messaggi che vi trasmetto. Non iniziate
nessuno dei vostri lavori senza preghiera.
495 – 7 marzo 1992
Cari figli, sono vostra Madre e vengo dal cielo non per essere interrogata, ma per essere ascoltata. D’ora in poi non fate domande, perché non risponderò. Leggete il Vangelo di mio Figlio. Solo (nel Vangelo) avrete le risposte a tutte le vostre domande. Continuate a vivere i miei messaggi, poiché tramite essi desidero condurvi in PARADISO. Molti dicono che stanno vivendo i miei messaggi, ma in verità sono ancora lontani dalla conversione. Sono preoccupata per voi. State attenti. Oggi, più che mai, state per cadere in un grande abisso. Pregate. Pregate. Pregate. Questo è il messaggio che vi trasmetto oggi nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
615 – 23 marzo 1993
Cari figli, oggi il mio messaggio è per tutti voi, ma specialmente per la famiglia dei miei eletti. Evitate gli scandali. Frenate la vostra lingua. Misurate le vostre parole, poiché le vie di Dio non sono le vostre vie. Fate attenzione. Badate a ciò che dite. Siate un esempio per coloro che vengono qui. Non offendete il Dio, che vi ama e vi attende a braccia aperte. Non vengo per aggiungere obblighi, né per essere offesa. Sono vostra Madre. So che il vostro amore per me è sincero. Ascoltatemi. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
617 – 27 marzo 1993
Cari figli, sono la Regina della Pace.
Questa sera vi chiedo di obbedire a mio Figlio Gesù, vivendo fedelmente il Suo
Vangelo. Tornate alla CONFESSIONE SETTIMANALE e scoprirete il grande tesoro
che esiste in ciascuno di voi.
Non potete ottenere Grazie dal cielo se non vi convertite. Siate ubbidienti ai
vostri sacerdoti. Non state con le mani in mano. Dio ha grandi grazie da
donarvi attraverso i Suoi inviati. Avanti con gioia e coraggio. Mio Figlio è
sempre al vostro fianco, pertanto non siate scoraggiati. Pregate e vivete anche
i messaggi che vi ho già donato. Vi amo e desidero aiutarvi, ma ritornate a Dio
e fuggite il male. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della
Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una
volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Rimanete nella pace.
944 – 24 aprile 1995
Cari
figli, accogliete i miei appelli, poiché desidero condurvi al mio Gesù.
Ascoltate la voce della Chiesa. Ascoltate il mio amato figlio, Papa Giovanni Paolo II. Soffro a causa di coloro che
vivono nelle tenebre del peccato e di coloro che non obbediscono al vicario di
mio Figlio, Papa Giovanni Paolo II. Siate fedeli
ai comandamenti del Signore e della sua Chiesa! Amate la verità! Chi ama il
Signore ama la verità, poiché Egli è la Verità. Dite no al peccato e accettate
la proposta di pace che mio Figlio vi ha lasciato. Non vengo per obbligarvi, ma
ciò che dico è serio. Sappiate, voi tutti, che il tempo è breve e non c’è più
tempo da perdere. Non state con le mani in mano! Avanti! Seguite la via che vi
ho indicato. Pregate! Allontanatevi dai programmi televisivi. La televisione sta distruggendo le famiglie. Rinunciate
anche al tabacco e all’alcool per poter vivere nella grazia del Signore. Sono
triste per coloro che si rendono schiavi del vizio e di ogni tipo di peccato. È
arrivata l’ora del vostro sì. Non tiratevi indietro! Vi amo e desidero
aiutarvi. Ascoltatemi! Vi
invito anche e in modo speciale alla CONFESSIONE
SETTIMANALE. Se i cristiani si riconciliassero con Dio mediante la
confessione, il mondo intero sarebbe curato spiritualmente. Siete preziosi per il Signore, pertanto
convertitevi. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della
Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una
volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Rimanete nella pace.
Penitenza (sacramento)
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La Penitenza è un sacramento comune a diverse chiese cristiane, come
quella Cattolica e quella Ortodossa.
Con il sacramento della Penitenza un credente, se sinceramente
pentito, ottiene da Dio la remissione dei peccati. È un sacramento amministrato
necessariamente da un vescovo o un presbitero ed è anche chiamato con il nome di Riconciliazione oppure Confessione.
Esso è uno dei due sacramenti detti "della guarigione"
assieme all'unzione degli infermi, in quanto sono volti ad
alleviare la sofferenza del credente (sofferenza fisica con l'unzione
dell'ammalato, spirituale con la riconciliazione del peccatore).
Storia
=== Le fonti indicano che la Chiesa delle origini riteneva che
il pagano (professante) si riconciliasse con Cristo ricevendo
il Battesimo, e con
questo entrasse nella comunità. I peccati, poi, secondo i vangeli potevano
essere perdonati tramite l'intermediazione degli apostoli[1] === Si sono enumerati dodici possibili
peccati importanti citati nel Nuovo Testamento e negli scritti della letteratura subapostolica; sono tutte
diverse trasgressioni dei Dieci Comandamenti biblici e comprendono[2]
·
Idolatria
·
Stregoneria, magia
·
Avarizia
·
Furto
·
Invidia: la gelosia, l'avidità, l'amore di vana gloria,
l'odio
·
Bugie: falsa testimonianza, spergiuro, ipocrisia, calunnia
·
Spite: la rabbia, la ribellione, la tesi, perversità,
cattivo umore, pettegolezzi, insulti, l'ingiustizia, la falsità.
·
Orgoglio: vanagloria, vanità, arroganza.
·
Volubilità e follia
·
Ubriachezza e sregolatezza.
·
Impurità: l'adulterio, la pratica dell'omosessualità, la
fornicazione, la pederastia, la concupiscenza, la lingua impura, l'uso di
materiale pornografico
I cristiani nelle prime comunità della Chiesa ottengono il
perdono per i peccati praticando la preghiera, le buone azioni, il digiuno e
l'elemosina. Questa disciplina penitenziale ha ricevuto in tempi moderni il
nome di penitenza pubblica, a volte erroneamente confusa con l'annuncio
pubblico della scomunica a causa di un peccato grave e pubblico. Spesso i
peccatori pubblicamente parlavano dei loro peccati, ma le testimonianze della
Chiesa antica mostrano che nella maggior parte dei casi i reati erano noti per
il solo sacerdote: la pubblica confessione da parte del penitente dei propri
peccati era sempre iniziativa privata della persona, un libero atto di fede
cristiana per motivi spirituali, mentre il carattere pubblico della prima
penitenza era inteso come partecipazione e sostegno fornito dalla comunità e
non come umiliazione pubblica.
Lo stato di comunione battesimale non veniva
rotto in modo definitivo da qualsiasi peccato, ma da tre atti di
particolare gravità:
·
omicidio
Ogni altro peccato poteva essere perdonato,
ma commetterne uno di questi tre escludeva immediatamente dalla comunione, dalla
comunità e – di conseguenza – dalla possibilità di salvezza. Se dunque
l'ingresso nella comunità apriva le porte della salvezza riconciliando il
credente con Dio, i tre peccati gravi rompevano l'impegno preso, escludendo il
credente dalla promessa di salvezza.[senza fonte]:
Con il passare dei secoli, tuttavia, la Chiesa ammise, per i
soli laici, una seconda riconciliazione e successivamente in casi molto
particolari, una terza. In questi casi, il penitente veniva considerato alla stregua
di un pagano che si dovesse accostare al battesimo per
la prima volta e - conseguentemente - che potesse beneficiare della
riconciliazione con Dio. Egli confessava il suo peccato al vescovo in privato, ma era tenuto a fare richiesta
di penitenza pubblicamente. La confessione è, in questa fase, in un punto
mediano tra pubblico e privato e viene detta "penitenza pubblica" o,
più propriamente, penitenza canonica. Il candidato penitente entrava nell'ordo
poenitentium.
Penitenza canonica
Lo stato di penitente era molto gravoso. Comportava il dover
prendere posto fuori dalla chiesa o nell'ultimo posto in fondo, il rimanere
esclusi dalla comunione e il mantenere a lungo la posizione genuflessa,
implicava inoltre la conseguente assunzione di un aspetto dimesso e incolto e
l'umile abbigliamento di una veste ruvida e grezza, simbolo dei penitenti e
degli eremiti, secondo la parabola in cui Dio divide i capri cattivi dalle
pecore buone. Il penitente avrebbe dovuto digiunare severamente, essere escluso
dall'esercito, dai tribunali, dai negozi, dalle cariche pubbliche e – a maggior
ragione – dalle cariche ecclesiastiche.
L'asprezza del rigore, in cui il penitente era come morto
civilmente, fece sì che, già nel V-VI
secolo, gli stessi sacerdoti e concili ecclesiastici non accogliessero
nell'ordo poenitentium altri
che vecchi o moribondi.
Penitenziali
Scopo ed uso
Man mano che la religione acquisiva le sue caratteristiche e man
mano che si incontrava e scontrava con civiltà diverse, la Chiesa si trovò
nella necessità di articolare tanto il peccato, quanto la penitenza in modo più
profondo e con maggior beneficio spirituale per chi ne fosse stato coinvolto.
Inoltre, non in tutte le zone era in uso la Penitenza Canonica: si ritiene che
soprattutto nelle province lontane da Roma, come
la Scozia, l'Inghilterra e soprattutto l'Irlanda non abbiano mai conosciuto la penitenza
antica. Dall'Irlanda, uno dei centri di maggior importanza del Cristianesimo,
si propagò nel resto d'Europa la
visione di un Dio più amorevole e un maggior discernimento nel valutare il
peccato e le sue conseguenze. In conseguenza l'iter penitenziale, già nel secolo
VIII grazie
a San Colombano, divenne privato e
maggiormente attuabile: il peccatore confessava al sacerdote e non al vescovo,
espiava in privato, e ri-espiava tante volte quante aveva peccato, così come è
in uso ancora oggi. La Chiesa, inoltre, articolò maggiormente la riflessione
sul peccato e cominciò a suddividerlo in categorie cui venivano assegnate
penitenze specifiche. Questo nuovo tipo di penitenza venne detta "Penitenza tariffata" poiché ogni peccato
contraeva, in sostanza, un debito verso Dio che andava pagato secondo un
"prezzo" o "tariffa" penitenziale stabilito o quantomeno
indicato a priori. La pratica mirava anche ad uniformare il trattamento per i fedeli
evitando che per lo stesso peccato qualcuno espiasse di più e qualcuno di meno,
nonché a educare i sacerdoti nella gestione delle anime. Le "Tariffe
Penitenziali" erano contenute in raccolte più o meno complete e chiare
dette "Libri Penitenziali",
che ebbero la massima diffusione nel periodo che va dal VII al IX
secolo. Le pene colpivano peccati di lussuria, di
violenza, di menzogna e di furto, oltre
al mancato rispetto di norme igieniche alimentari. Consistevano in
mortificazioni corporali più o meno dure che solitamente coincidevano con il digiuno, al punto che il verbo poenitere, fare penitenza,
divenne quasi sinonimo di ieiunare cioè digiunare. Con digiuno non si
intendeva l'astensione da ogni tipo di cibo, ma forme più o meno severe di
rinuncia ad alcuni cibi: il penitente si nutriva di pane ed acqua solo nei casi
più gravi, più spesso digiunava con legumi secchi, latte scremato e formaggio o
solo astenendosi da carne, vino e altre golosità.
Distorsioni ed abuso
Anche il metodo dei penitenziali, tuttavia, rivelò delle falle.
Da un canto l'autorità della Chiesa era frammentata da un paese all'altro e i
penitenziali tratteggiavano linee spesso diverse tra loro quando non
chiaramente arbitrarie. Già il Concilio di Reims e di Chalon-sur-Saône,
nell'813 impose di bruciare i vecchi penitenziali e
redigerne di nuovi, con maggior coerenza e maggior buonsenso. Dall'altro
rendevano il pentimento un atto meccanico che incentivava più il senso di colpa
che il senso di comunione con Dio, che non stimolava la virtù e non insegnava
il discernimento nei sacerdoti e nei fedeli.
La Riforma dell'XI secolo li soppresse poiché tacciati di essere
continua fonte di errori e di contraddizione all'autorità Papale e li sostituì
con le "Summae
Confessorum" o "Summae de Paenitentia", che
indicavano più come accogliere ed educare il penitente e quali virtù
insegnargli per sconfiggere il peccato, che non per quanti giorni dovesse
digiunare. Poiché la Chiesa aveva, in quell'epoca caotica, anche funzioni
giuridiche che tutelavano la società civile, le Summe indicarono anche le
conseguenze giuridiche di un peccato, che oltre ad offendere Dio e dannare l'anima, laceravano il tessuto sociale
portando disordini e violenze di ogni genere.
Alle numerose distorsioni, si aggiunse un altro problema
destinato ad aggravarsi nel tempo: poiché i peccati si sommavano, si sommavano
le pene, che potevano arrivare a superare gli anni di vita del credente.
Inoltre il diritto
germanico, che si era affiancato notevolmente al diritto
romano, prevedeva il guidrigildo, cioè
la possibilità di riscattare un delitto con una somma di denaro proporzionata.
Di conseguenza si diffuse l'uso della compositio, cioè
il riscatto della penitenza con il versamento di una somma in denaro. Poveri e
sacerdoti, in virtù della loro condizione di maggior lontananza dalle
tentazioni del lusso e delle ricchezze, espiavano per procura, se così possiamo
dire, le colpe di chi poteva permettersi di pagare per l'intercessione, la preghiera o la messa. La pratica diede spazio ad una serie di abusi sempre maggiori
poiché divenne abitudine elargire ai monasteri terre per pagare le espiazioni che il
peccatore avrebbe dovuto fare per avvicinarsi a Dio. La Chiesa si arricchì e
aumentò il suo potere, ma numerose voci si levarono a difesa del pentimento
sincero e contro la pratica della compositio. Numerosi Concili intervennero, ma
non riuscirono ad estirpare la tendenza, che continuò a crescere e a dare
scandalo.
Pena temporale e Indulgenza
Sebbene le pene si fossero molto alleviate rispetto alla durezza
della chiesa delle origini, restavano di una mole comunque impressionante per
la vita quotidiana dei credenti. Per aggirare o tentare di gestire il problema
la pratica della Compositio si mutò in quella dell'Indulgenza. I
fedeli presero l'abitudine di ricorrervi ogni volta che fosse stato loro
possibile.
Alla base dell'indulgenza sta il concetto che all'atto del peccato, il
peccatore rompe la legge di Dio e si carica di due responsabilità. La prima è
verso Dio e ha diretta conseguenza sull'anima: un peccatore che fosse morto in
stato di colpa mortale sarebbe finito all'inferno (Pena Eterna).
L'altro ha conseguenza sulla vita pratica ed è causata dalle conseguenze
sociali del peccato e dalla punizione comminata da Dio e che si esplica nel
quotidiano. Questa seconda è detta Pena Temporale. La
prima poteva e tuttora può venire lavata solo dalla confessione dal sincero
pentimento, la seconda poteva venire alleviata o cancellata del tutto grazie
alle opere di misericordia, alle preghiere, alle Messe o pellegrinaggi,
eccetera. L'infinita santità di Cristo e dei suoi Santi costituisce,
nella teologia cattolica, un tesoro da cui la Chiesa può attingere per
alleviare le pene dei peccatori pentiti e confessati.
Pur nata con l'intenzione di volgere i credenti a penitenze più
costruttive che distruttive, la pratica sviluppò un'impressionante serie di
abusi poiché si estese molto oltre i limiti teologici che aveva: si chiedevano
indulgenze per sé e per altri, per i vivi e i morti spostando così la funzione
dell'indulgenza dalla pena propria in questa vita, a quella altrui nel
Purgatorio e più oltre dalla Pena alla Colpa. Lo
stesso padre della Scolastica, San Tommaso d'Aquino si premurò di chiarire la distinzione tra
vero e falso pentimento, tra vera penitenza e falsa penitenza. Pietro
Abelardo aveva
già in precedenza ribadito l'assoluta necessità del pentimento sincero per
ottenere il perdono. Segni, questi, che la riflessione della Chiesa era attiva
su un punto di cui si riconosceva tanto l'importanza quanto la confusione
applicativa e il crescere di distorsioni concettuali e contraddizioni.
La pratica divenne vero e proprio abuso a partire dal 1300, un abuso di cui la Chiesa non parve riuscire a percepire la
gravità per intero. Spinta, tra i molti e complessi fattori sociali e di
potere, anche dalla necessità economica di finanziare una vasta serie di opere
religiose o di utilità pubblica, l'indulgenza divenne un vero e proprio mercato
del perdono, che muoveva ingenti quantitativi di denaro e sminuiva il concetto
stesso di confessione e di perdono.
Riforma, Controriforma, Rinnovamento
Per approfondire, vedi Dottrina delle indulgenze.
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La reazione allo scandalo fu complessa e coprì un arco di tempo
relativamente lungo. Numerosi teologi,
pensatori, Santi e credenti si scagliarono a più riprese contro il mercato
delle indulgenze. Numerosi movimenti di riforma spirituale, obiettarono e si
opposero con veemenza. Tuttavia la reazione più organica e di vasta portata si
ebbe con le 95 tesi di Martin
Lutero alla
fine del 1517 e la divisione che anche da questo
conseguì: lo scisma
protestante.
I promotori del Concilio di Trento (1545-1563)
presero misure restrittive verso gli abusi delle Indulgenze e ricondussero la
pratica, negli anni successivi, a intenti ben più coerenti con quelli
originari. Tre secoli più tardi, in conseguenza alle disposizioni del Concilio Vaticano II, papa
Paolo VI pubblicherà
(1967) la costituzione apostolica Indulgentiarum doctrina et usus per il riordino di tutte le indulgenze in
vigore, che furono molto limitate.
Confessione nel Protestantesimo
Nel cristianesimo
protestante non è
presente il sacramento della confessione, in quanto gli unici sacramenti sono Battesimo ed Eucaristia, e non
c'è nemmeno la pratica delle indulgenze (per i motivi già spiegati). Tuttavia i
protestanti, durante la celebrazione del culto, formulano una preghiera di
confessione dei peccati.
L'unico caso a parte è quello dei luterani. La
confessione e l'assoluzione dei peccati sono richieste per la comunione, ma non
è richiesta l'enumerazione di tutti i peccati commessi. Nel Piccolo catechismo Lutero scrive che «la Confessione è
composta da due parti: la prima, che noi confessiamo i nostri peccati; l'altra,
che noi riceviamo l'assoluzione, o il perdono, dal confessore, come da Dio stesso,
e che in nessun modo noi dubitiamo, ma crediamo fermamente, che i nostri
peccati sono pertanto perdonati davanti a Dio in cielo».
Solitamente i luterani formulano un Rito Penitenziale durante la
celebrazione eucaristica, così come i cattolici. La confessione privata non
viene praticata dai luterani in modo così frequente rispetto ai cattolici. Di
solito si usa confessarsi in privato prima di fare la Prima
Comunione. Alcune chiese concedono anche l'assoluzione individuale il
sabato prima della Santa Messa. I luterani non enfatizzano la
"penitenza" come la retribuzione dei propri peccati ma come la
proclamazione del perdono di Dio dal ministero "chiamato e ordinato"
del Sacro Vangelo.
La Confessione nella Chiesa
cattolico-romana contemporanea
Nella sua teologia, la Chiesa romana fonda il sacramento della
Penitenza su alcuni passi del Nuovo Testamento. Tra questi il brano del Vangelo secondo Giovanni 20,19-23:
«Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi
non li rimetterete, resteranno non rimessi», come pure un versetto della Seconda lettera ai Corinzi dell'apostolo
Paolo che
viene riferito al riconciliazione dei peccatori 5,18-20 e, implicitamente, al ruolo dei sacerdoti: «Dio,
che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero
della riconciliazione».
Con il Concilio di Trento e i
concili Vaticano I e Vaticano II, la Chiesa cattolica ha dato una propria
visione organica del rapporto tra peccato, pentimento, penitenza, riparazione e
conversione, partendo dalle basi teologiche che ne avevano accompagnato il
lungo cammino storico.
Con l'esortazione apostolica post-sinodale Reconciliatio et paenitentia, del 2
dicembre 1984, papa Giovanni Paolo II ricorda la corretta prassi del sacramento e
condanna gli abusi circa la cosiddetta "confessione comunitaria" come
mezzo ordinario per confessarsi.
Oggi la religione
cattolica definisce
il Sacramento della Confessione anche come Sacramento della Penitenza, Sacramento della Conversione, Sacramento della Conversione, Sacramento del Perdono e Sacramento
della Riconciliazione. Ognuno dei diversi appellativi fa riferimento alle condizioni
che lo rendono possibile (pentimento, confessione) o alle sue conseguenze
(perdono, conversione).
« Quelli che si
accostano al sacramento della Penitenza ricevono dalla misericordia di Dio il
perdono delle offese fatte a lui e insieme si riconciliano con la Chiesa,
alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro
conversione con la carità, l'esempio e la preghiera. »
|
(Lumen Gentium 11)
|
Va tenuto conto del fatto che poiché il perdono è di Dio e il
sacerdote è solo il suo tramite umano, questi è impegnato a mantenere il più
totale e assoluto segreto su tutto quanto abbia appreso sotto confessione,
quali che siano gli accadimenti esterni. Questo viene detto "Sigillo Sacramentale", perché ciò che si è
appreso viene sigillato dal Sacramento stesso. La confessione è sempre privata
tra il sacerdote e la persona, a meno che un gruppo di
persone non sia in imminente pericolo di vita o non si verifichino altri casi
eccezionali, dei quali deve decidere il vescovo.
Pentimento, confessione, ravvedimento
Nella spiritualità cattolica contemporanea la confessione e
riconciliazione è il momento necessario di un percorso di conversione, intesa cambiamento della persona e del
suo modo di vedere e agire. Secondo il Concilio Vaticano II,[senza fonte] tale cambiamento pur appartenendo
strettamente al singolo individuo, non va vissuto in modo egoisticamente
individualistico, ma come cammino di riunione e di comunione della comunità,
della Chiesa stessa.
Il percorso di conversione è articolato in quattro fasi:
·
Pentimento o contrizione: Il
fedele deve anzitutto pentirsi sinceramente del male che ha compiuto
riconoscendolo come tale e riconoscendo la sua debolezza o ingenuità o
superficialità nell'avere seguito la scelta sbagliata. Se si pente conscio di
avere offeso Dio, amandolo sopra ogni cosa sta provando una contrizione
perfetta, che da sé cancella ogni peccato
veniale o mortale purché
vi sia la ferma intenzione di suggellare questo momento di grazia con il
sacramento della confessione. In altre parole se il peccatore, folgorato
dall'illuminazione divina, si rende conto della bontà di Dio e del fatto di
averla offesa e si pente, si può ritenere che se dovesse morire in quel momento
sarebbe salvato per effetto della Misericordia Divina e non avendo potuto
ricorrere alla confessione pur avendolo voluto. Se il pentimento viene dalla
paura delle conseguenze del peccato (la dannazione eterna, il castigo divino,
lo scandalo sociale, ecc) si ha una contrizione imperfetta o contrizione da
timore o attrizione, che rappresenta l'inizio di un cammino di conversione che
richiederà l'assidua frequentazione dei sacramenti per giungere a termine.
·
Esame di coscienza: è
l'atto di riflessione in cui il fedele pentito si interroga per comprendere se
ha sbagliato, dove, come. In tal modo rivede i principi della Fede e del
corretto comportamento che sarà chiamato ad onorare. Questa analisi morale può
essere facilitata confrontandosi con un sacerdote che aiuta a comprendere pesi
e gravità delle diverse azioni.
·
Confessione: Deve
quindi ricevere la confessione dove dichiarerà, con l'aiuto del sacerdote, tutti
i peccati che in sincerità ricorda e le circostanze in cui li ha compiuti. In
tal modo il sacerdote potrà dirigere meglio la persona, sapendo quanta sia
stata la sua reale responsabilità e quanta parte possa avere avuto
l'inesperienza, le pressioni sociali o di gruppo, la debolezza fisica e
psicologica, e quant'altro. Il fedele prometterà di non voler peccare di nuovo
e chiederà a Dio la forza per resistere alle tentazioni future. Riceverà quindi
"il perdono (di Dio) e la pace", i suoi peccati saranno stati
perdonati e sarà riconciliato con Dio, con la Chiesa, con i suoi fratelli e,
non ultimo, con sé stesso. È fatto assoluto obbligo di confessare i peccati
gravi o mortali, ed è vivamente consigliato confessare anche quelli meno gravi,
detti peccati veniali. Alla confessione viene attribuito un profondo valore
educativo poiché in essa la persona viene perdonata da un Dio misericordioso e
impara ad usare misericordia, come Lui. Viene accolta dalla Chiesa e impara ad
accogliere i suoi fratelli. Viene guidata e istruita e impara a non trascurare
l'insegnamento e l'apprendimento delle cose dell'anima. Riceve il perdono e la pace (pace è la parola che traduce l'ebraico shalom, che indica il
complesso dei doni messianici) e
impara a perdonare e non coltivare un atteggiamento ostile, crudele o anche
solo inutilmente polemico, costruendo e difendendo una vera pace quotidiana e
la concordia fraterna che lo lega agli altri uomini. La Chiesa
cattolica chiede
a tutti i suoi fedeli che abbiano raggiunto l'età della discrezione di
confessarsi almeno una volta all'anno per poter ricevere la Comunione almeno
nel giorno di Pasqua e raccomanda la confessione frequente, in
genere mensile.
·
Soddisfazione: la
Confessione implica un cambiamento di visione e di vita. Il primo passo
necessario per compierlo è riparare alle offese che si sono fatte, come
restituire la refurtiva per un ladro o riabilitare un calunniato per un
maldicente. La semplice giustizia umana lo prevede. Quella divina richiede
anche "opere degne della conversione" quali la preghiera, le opere di misericordia, il sopportare serenamente le
offese e i dolori della vita, il servizio verso il prossimo ecc.
Il fedele che ha ricevuto la confessione è riconciliato con Dio
e può partecipare alla Comunione o ricevere con frutto gli altri sacramenti,
il che sancisce il suo ritorno nella comunità cristiana, che ha il dovere di
accoglierlo come un fratello. Il cristiano torna a partecipare all'Eucaristia è
altresì esortato accostarsi ad essa frequentemente, consapevole che questo è il
fulcro della salvezza e la fonte della forza morale e spirituale che lo renderà
capace di non peccare più. Può ottenere l'indulgenza,
sconto della pena temporale dovuta per il peccato, secondo le disposizioni
della Chiesa, o compiendo opere meritorie secondo l'esempio, l'insegnamento e
le intenzioni della Chiesa stessa.
Il risultato di questo percorso dovrebbe essere, nel tempo, un
uomo nuovo, rinnovato e fortificato dal legame stretto che si costruisce tra
Dio, la Chiesa, la persona, i suoi fratelli e che non deve mancare di
riflettersi con grande coerenza nel contesto quotidiano sociale: non può essere
ammissibile che una persona che inizi un cammino di conversione e di pentimento
non applichi tale cammino in ogni aspetto della vita, sia essa famiglia,
lavoro, doveri civili di cittadino e quant'altro.
Note
1.
^ Giovanni
20,23: A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a
coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati.
2.
^ Cyrille
Vogel, Le pécheur et la pénitence dans l'Église ancienne, Le Cerf, 1982
Bibliografia
·
Chiesa Cattolica, Catechismo della Chiesa
Cattolica, Città Vaticana, Libreria editrice vaticana, 1992. ISBN
88-209-1888-9.
·
Marcello
Morgante, Il sacramento
della penitenza, San Paolo Edizioni, 2003
·
Roberto Coggi, Conversazioni sui sacramenti. Vol.
1: Corso per catechisti. I sacramenti in generale, il battesimo, la
confermazione, la penitenza, l'unzione degli infermi, l'ordine, il matrimonio.,
ESD-Edizioni Studio Domenicano, 2009
·
Attilio Carpin, La catechesi sulla penitenza e la
comunione eucaristica. Riflessioni per i genitori in preparazione ai sacramenti
dei figli, ESD-Edizioni Studio Domenicano, 1998
·
Karl
Rahner, La penitenza
della Chiesa. Saggi teologici e storici, San Paolo Edizioni, 1992
·
Rouillard Philippe, Storia della penitenza dalle
origini ai nostri giorni, Queriniana, 2005
Voci correlate
·
Inferno
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