- POST DEL 22/11/2018
- Dal 1987, la Madonna appare ad Anguera (Brasile) al veggente Pedro Régis, dettandogli messaggi per tutta l'umanità.
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AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE SU GOOGLE NEWS PER “VIRUS GIGANTI”
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Scoperti 16 virus giganti: 100 volte più grandi degli altri
21 novembre 2018 - 22:15
Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2018/11/scoperti-16-virus-giganti-100-volte-piu-grandi-degli-altri/1184040/#kqgr2Lo2ZtHYbExY.99
Cari figli, la vera sapienza è quella che
viene da Dio. L’umanità vive nelle tenebre del peccato perché gli uomini si
sono chiusi all’azione dello Spirito Santo. Cercate la luce di Dio e allontanatevi
dall’oscurità del peccato. Non restate con le mani in mano. Ciò che dovete fare
non rimandatelo a domani. La scienza inciamperà e dall’errore commesso dagli uomini nascerà
un gigante che ucciderà molti innocenti. La ricerca del progresso scientifico
porterà gli uomini alla follia. Ritornate in fretta. La capitale del Brasile vivrà momenti di
angoscia e il sangue scorrerà nella famosa piazza. Inginocchiatevi in preghiera
e cercate forza nel Signore. Avanti. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto
nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui
ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo. Amen. Rimanete nella pace
Grandi virus nucleo-citoplasmatici a DNA
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·
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Grandi virus
nucleo-citoplasmatici a DNA
Da Wikipedia,
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Grandi virus nucleo-citoplasmatici
a DNA
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Una microscopia elettronica di un
megavirus, membro della famiglia.
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Gruppo I (Virus a dsDNA)
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I grandi virus nucleo-citoplasmatici a DNA o NCLDV sono
un raggruppamento di virus comprendente circa sei famiglie di virus a DNA caratterizzati dalle grandi
dimensioni di capside e genoma e la tendenza ad avere ospiti eucarioti (mono e pluri cellulari).
Girus (da giant virus = virus gigante) è un nome proposto nel 2006 [1]. In alternativa, si usa il termine di virus gigante. I termini potrebbero comprendere categorie diverse ("grandi" e "giganti") oppure essere equivalenti; si tenga conto che la conoscenza di questo argomento e conseguentemente le valutazioni dei ricercatori sono a oggi imperfette e in rapida evoluzione.
Girus (da giant virus = virus gigante) è un nome proposto nel 2006 [1]. In alternativa, si usa il termine di virus gigante. I termini potrebbero comprendere categorie diverse ("grandi" e "giganti") oppure essere equivalenti; si tenga conto che la conoscenza di questo argomento e conseguentemente le valutazioni dei ricercatori sono a oggi imperfette e in rapida evoluzione.
Famiglie
1.
Poxviridae
2.
Asfarviridae
3.
Iridoviridae
6.
Mimiviridae
8.
Pithoviridae
Storia
Il primo virus gigante individuato è il Mimivirus, che fu scoperto nel 1992 come parassita dell'ameba Acanthamoeba polyphaga, ma fu erroneamente
considerato un batterio fino
al 2003 [2][3]. È stato chiamato così perché sembra mimare
un microbo, da cui il prefisso "mi-mi". È largo circa 400 nm (diametro del capside).
Oltre al Mimivirus, si conoscevano già nel 2003 pochi
altri virus di dimensioni rilevanti [4], tra i quali citiamo il Coccolithovirus della famiglia dei Phycodnaviridae
Sono stati poi scoperti (o riconosciuti) ulteriori virus a DNA di dimensioni molto superiori a
quelle dei virus più comuni[5], tra i quali Heterocapsa
circularisquama DNA virus (HcDNAV) [6], con un diametro di circa 200 nm e
un genoma di circa 356000 nucleotidi.
Nel 2013 è stato scoperto un genus di virus ancora più massicci,
i Pandoravirus, delle dimensioni di 1 micron, privi di capside, e con un genoma composto da 1,9 a 2,5
megabasi di DNA, il doppio di quelle riscontrabili nei Megavirus[7].
Queste scoperte hanno indotto gli scienziati a proporre
l'introduzione di una nuova categoria. Tutti questi virus possiedono in comune
caratteristiche uniche e peculiari sia nel patrimonio genetico che
nella struttura del capside. Rimane
comunque incerto se le similitudini riscontrabili nelle differenti famiglie del
gruppo degli NCLDV si siano originate dalla "cattura" di geni identici
o omologhi dal genoma della loro cellula ospite durante la replicazione virale (processo
riscontrato in molti altri virus, per esempio nei batteriofagi) o se essi semplicemente posseggano un
reale antenato comune,
ipotesi questa da sempre vittima di pesanti polemiche e controversie.[senza fonte]
Note
2.
^ CNRS Press release (2003) Archiviato il 3 giugno 2004 in Internet Archive.
7.
^ Brumfiel, Geoff, World's Biggest Virus May Have Ancient Roots,
in National
Public Radio, 18 luglio 2013. URL consultato il 18 luglio 2013.
Bibliografia
·
Lakshminarayan M. Iyer, L. Aravind, and Eugene V. Koonin.
"Common Origin of Four Diverse Families of Large Eukaryotic DNA
Viruses.", Journal of Virology, December 2001, Vol. 75, No. 23,
p. 11720-11734.
·
James L. Van Etten, "Virus Giganti", Le
Scienze, n. 520, dicembre 2011, pp. 86–91.
Voci correlate
Pandoravirus
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Pandoravirus
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Pandoravirus
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Gruppo I (Virus a dsDNA)
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Pandoravirus
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Pandoravirus è un genere di virus giganti,
i cui esponenti sono caratterizzati dell'enorme grandezza delle dimensioni,
fino a 1 micron, superiori a quelle di tutti gli altri virus conosciuti, e
dalla mole del genoma, composto da 1,9 a 2,5 megabasi di DNA,
il doppio di quelle riscontrabili in altri virus grandissimi conosciuti in
precedenza, i Megavirus[1].
Al pari dei Mimivirus e dei Megavirus (i
due altri generi conosciuti
di virus di
grandi dimensioni), anche i Pandoravirus infettano
le amebe. Per il resto, differiscono enormemente per aspetto
e per struttura genomica.
A causa della mole e del cospicuo genoma, e di alcune caratteristiche morfologiche
(mancanza del capside[2] e forma a goccia), i Pandoravirus possono
essere facilmente scambiati per batteri. Solo un accurato esame microscopico, sia ottico,
sia elettronico,
consente la loro distinzione dai batteri.
Scoperta
La scoperta dei pandoravirus si deve a un'équipe
di scienziati francesi guidata da Jean-Michel
Claverie e da sua moglie Chantal
Abergel, dell'Université d'Aix-Marseille.
L'annuncio della scoperta è stato dato in una relazione pubblicata sulla rivista scientifica Science, nel luglio 2013[3].
Il mimivirus, un grande
virus nucleocitoplasmatico con un genoma di circa 2,1 megabasi,
era stato scoperto nel 1992 ma non è stato riconosciuto come virus fino al 2003[4]. Megavirus, scoperto in acque
marine di fronte alle coste cilene nel 2011, ha una genoma grande circa 1,9
megabasi[5].
È stata proprio l'inattesa scoperta di questi virus di grandezza
anomala a spingere verso la ricerca di altri tipi di grossi virus tra quelli
che infettano le amebe, all'interno degli stessi ambienti naturali, i sedimenti
marini e lacustri. Questo tipo di ricerca ha portato il team diretto dai
coniugi Claverie (già protagonisti, dieci anni prima, del sequenziamento del genoma dei Mimivirus), all'ulteriore scoperta del genus Pandoravirus.
Descrizione
I virus di questo genere hanno una taglia di circa 1 micron e una forma a goccia che li fa
rassomigliare ad alcuni tipi di batteri. Il genoma della specie più massiccia, Pandoravirus
salinus, conterrebbe, secondo quanto riportato dagli scopritori, 2556 sequenze che, presumibilmente, potrebbero codificare per proteine, di cui solo il 6%, però, ha
relazioni riconoscibili con geni di altri organismi conosciuti. Un approccio
filogenetico rivela che questi virus non si raccolgono in altre famiglie di
virus giganti, e formano, quindi, un clade distinto[6]. La non
similarità dei geni rimanenti con nessuno di quelli conosciuti ha portato i
ricercatori a fare speculazioni sul fatto che tali virus possano rappresentare
un ramo prima sconosciuto dell'albero della vita. Secondo
Claverie, infatti, potrebbero aver "avuto origine da una stirpe cellulare
primitiva totalmente diversa da Archea, Bacteria ed Eukarya"[2]. Tuttavia, esperti non coinvolti nello
studio hanno definito queste idee come suggestioni premature, a sostegno delle
quali i proponenti non forniscono alcuna prova[7].
Specie
Al 2013, il genere Pandoravirus si compone di
due specie, provenienti da due diversi tipi di ambienti, marini e lacuali.
·
Pandoravirus salinus, trovato
in acque marine, in uno strato sedimentario al largo delle coste
del Cile, presso la località di Tunquén,
con un'ampiezza del genoma pari a circa 1,9 megabasi;
·
Pandoravirus
dulcis, trovato in uno specchio poco profondo di acque dolci nel
campus Bundoora della La Trobe University,
in Australia, con un genoma di circa 2 megabasi[3].
Note
1.
^ Brumfiel, Geoff, World's Biggest Virus May Have Ancient Roots,
in National
Public Radio, 18 luglio 2013. URL consultato il 18 luglio 2013.
2.
^ a b Pandoravirus, i giganti che scuotono l'albero della vita, Le Scienze, 18 luglio 2013
3.
^ a b Nadège Philippe, Matthieu Legendre,
Gabriel Doutre, Yohann Couté, Olivier Poirot, Magali Lescot, Defne Arslan,
Virginie Seltzer, Lionel Bertaux, Christophe Bruley, Jérome Garin, Jean-Michel
Claverie, Chantal Abergel, Pandoraviruses: Amoeba Viruses with Genomes Up to 2.5 Mb
Reaching That of Parasitic Eukaryotes, in Science, vol. 341,
nº 6143, luglio 2013, pp. 281–286, DOI:10.1126/science.1239181.
4.
^ La Scola B, Audic S, Robert C, Jungang L,
de Lamballerie X, Drancourt M, Birtles R, Claverie JM, Raoult D., A giant virus in amoebae, in Science, vol. 299,
nº 5615, 2003, p. 2033, DOI:10.1126/science.1081867, PMID 12663918.
5.
^ D. Arslan, M. Legendre, V. Seltzer, C.
Abergel e J.-M. Claverie, Distant Mimivirus relative with a larger genome
highlights the fundamental features of Megaviridae, in Proceedings of the National Academy of
Sciences, vol. 108, nº 42, 2011, p. 17486, DOI:10.1073/pnas.1110889108, PMC 3198346, PMID 21987820.
6.
^ Pennisi, Elizabeth, Ever-Bigger Viruses Shake Tree of Life, in Science, vol. 341,
nº 6143, luglio 2013, pp. 226–227, DOI:10.1126/science.341.6143.226.
7.
^ Zimmer, Carl, Changing View on Viruses: Not So Small After All,
in New York Times, 18 luglio
2013. URL consultato il 18 luglio 2013.
Voci correlate
Collegamenti esterni
·
Pandoravirus, i giganti che scuotono l'albero della vita, Le Scienze, 18 luglio 2013
·
Mimivirus
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Mimivirus
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Mimivirus
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I (Virus a dsDNA)
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Mimivirus
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Acanthamoeba
polyphaga mimivirus
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Si definisce Mimivirus un genere virale
contenente una sola specie ad oggi identificata cui è stato attribuito il
nome Acanthamoeba polyphaga
mimivirus(APMV). Nel linguaggio colloquiale, l'APMV è più comunemente
definito con la sola denominazione di “Mimivirus”. Questa specie
possiede il più grande capsidefra tutti
i virus conosciuti, così come il più esteso e complesso genoma.
Scoperta
L'APMV venne scoperto in modo del tutto casuale all'interno di
una cellula dell'ameba Acanthamoeba
polyphaga, dalla quale ha preso il nome, nel 1992 durante delle
ricerche sulla malattia del legionario.
Il virus venne identificato attraverso la tecnica della colorazione di gram e,
per questo, erroneamente classificato come batterio gram-positivo. In
conseguenza di ciò venne chiamato “Bradforcocco” poiché l'ameba dalla quale era
stato isolato venne raccolta nel distretto di Bradford, in Inghilterra. Nel 2003, ricercatori della Université de la
Méditerranée a Marsiglia, Francia, pubblicarono un articolo sulla rivista
“Science” nel quale affermarono di aver identificato il microorganismo come un
virus.[1]
Il Mimivirus
potrebbe essere l'agente eziologico di alcune forme di polmonite; comunque,
questa è una ipotesi basata solamente sull'evidenza della formazione di
anticorpi diretti contro questo organismo nel sangue di pazienti colpiti da
polmonite.[2] Anche se la classificazione di
Mimivirus come un agente patogeno è provvisoria, l'evidenza dimostra una
nutrita serie di elementi di prova che può causare la polmonite virale.[3]
Classificazione
Esso non è stato ancora incluso in alcuna famiglia virale dal
comitato internazionale di tassonomia dei virus, ma altri membri della
ipotetica famiglia “Mimiviridae” potrebbero venire identificati in futuro
utilizzando le tecniche del confronto genetico.[4] È stato comunque inserito nel gruppo 1
della classificazione di
Baltimore.
Pur non essendo stato classificato con precisione, sappiamo con
relativa sicurezza che il Mimivirus appartiene ad un gruppo di grandi virus
conosciuto come grandi
virus nucleo-citoplasmatici a DNA(NCLDV). Essi sono tutti virus di
grandi dimensioni che mostrano in comune sia caratteristiche molecolari che
genomi molto complessi. Il genoma del Mimivirus possiede inoltre circa 21 geni
che codificano per omologhi di proteine che sono state ritrovate con un alto
grado di conservazione in quasi tutti i NCLDV, e ricerche successive
tenderebbero a mostrare che il Mimivirus sia il membro divergente più recente
in questo gruppo.[1]
Struttura
Il Mimivirus è il virus più grande conosciuto, con un capside del diametro di 400 nanometri. Filamenti
proteici della lunghezza di 100 nanometri dipartono dalla superficie del
capside, incrementando il diametro totale del virus a 600 nanometri. Molti
testi scientifici considerano questa misura molto approssimata, preferendo
includere il diametro più probabile dell'organismo in range compreso fra 400 e
800 nanometri dipendentemente da quanto la lunghezza totale del capside e del
virione siano misurate. Il capside appare esagonale se visto con un microscopio
elettronico, quindi si può ragionevolmente supporre che la simmetria del
capside stesso sia icosaedrica. Esso non sembra possedere un pericapside, o
envelope, suggerendo che il virus non esca dalla cellula ospite per gemmazione
ma che invece ne venga liberato in seguito alla lisi della stessa.[5]
Il mimivirus ha in comune con gli altri NCLDV molte
caratteristiche morfologiche. Poiché molti virus di questo gruppo presentano un
rivestimento (envelope) lipidico interno circondante il “nucleo” interno, i
biologi M. Suzanne-Monti ed altri hanno suggerito che anche questo virus possa
presentare una struttura analoga, sebbene non sia ancora stata osservata
direttamente. Il denso cuore centrale del virione appare come una regione scura
nelle immagini al microscopio elettronico. Il grande genoma del virus risiede
completamente in quest'area.
Dalla purificazione dei virioni possono essere isolati molti
trascritti di mRNA. Come per altri NCLDV, sono stati riscontrati
anche trascritti per la DNA polimerasi, una proteina del capside ed un
fattore di trascrizione TFII-simile. Inoltre, tali ricerche hanno mostrato la
presenza di tre differenti trascritti di enzimi amminoacil-tRNA sintetasi e
quattro molecole sconosciute di RNA tipiche di questo genere di virus. Questi
trascritti pre-impacchettati possono essere tradotti in enzimi senza che
avvenga una preventiva espressione genica da parte del patrimonio genetico
virale e dovrebbero essere necessari per la corretta replicazione del mimivirus.
Anche altri virus a DNA, come il citomegalovirus umano e l'Herpesvirus presentano dei trascritti di RNA
pre-impacchettati[5].
Un ceppo di
Mimivirus conosciuto come Mamavirus si
è rivelato il primo virus al mondo a possedere un suo proprio virus parassita,
soprannominato "Sputnik"
Genoma
Il genoma del mimivirus è una molecola lineare e continua di DNA
a doppio filamento, contenente 1,2 milioni di coppie di basi. Ciò lo rende il
più grande genoma virale mai riscontrato, superando di poco più del doppio il
precedente detentore del record, il miovirus “Batteriofago
G”. Inoltre, esso è più esteso del genoma di 30 organismi cellulari.[6] In relazione al suo enorme genoma, il mimivirus possiede all'incirca 911 geni
codificanti per proteine, superando decisamente il numero minimo di 4 geni che
è richiesto ad un virus per poter completare correttamente il ciclo vitale.[7] Analisi del suo genoma hanno mostrato
la presenza di geni mai riscontrati in altri virus, inclusi geni codificanti
per le amminoacil-tRNA sintetasi, ed altri che erano precedentemente ritenuti
come tipici ed esclusivi degli organismi cellulari. Come altri grandi virus a
DNA, il mimivirus contiene molti geni coinvolti nel metabolismo di amminoacidi,
zuccheri e lipidi, ma anche altri geni metabolici mai riscontrati in altri
virus (M. Suzan-Monti, 2006). Circa il 90% del genoma virale ha la capacità di
essere codificato, mentre il restante 10% sembrerebbe essere semplice DNA spazzatura.
Replicazione
Ciò che fa sì
che il mimivirus debba essere considerato un virus e non un batterio, è la
modalità di replicazione, non autonoma. Lo svolgimento del processo replicativo
del mimivirus non è ancora completamente compreso, ma come minimo è noto che il
mimivirus si attacca ad un recettore sulla membrana della cellula dell'ameba e
dopo di ciò entra all'interno della stessa per endocitosi. Una volta
all'interno, inizia una “fase di eclissi”, durante la quale il virus sparisce e
la cellula appare completamente sana e inalterata. Dopo circa quattro ore
piccoli accumuli proteici possono essere riscontrati in alcune aree della
cellula. Otto ore dopo l'infezione molti virioni di mimivirus risultano
chiaramente visibili nella cellula. Il citoplasma della cellula continua a
riempirsi di virioni appena sintetizzati e circa 24 ore dopo l'infezione
iniziale la cellula probabilmente scoppia rilasciando i nuovi mimivirus.[8]
Poco è conosciuto riguardo ai dettagli della replicazione,
probabilmente consistente in attacco alla superficie della cellula ed ingresso,
rilascio del genoma conservato nel “core”, trascrizione, traduzione,
assemblaggio e rilascio della progenie virale. Tuttavia, gli scienziati hanno
stabilito le linee generali del processo utilizzando micrografie elettroniche
delle cellule infette in vari momenti dopo l'ingresso del virione. Queste
micrografie mostrano che il capside del mimivirus viene assemblato nel nucleo,
mentre il DNA acquista un rivestimento interno di membrane lipidiche attraverso
gemmazione dalla membrana nucleare, e la presenza di particelle molto simili a
quelle prodotte da molti altri virus, compresi tutti gli NCLDV. Queste
particelle sono conosciute in altri virus come “fabbriche virali” e
contribuiscono ad un efficiente assemblaggio dei virioni attraverso
l'alterazione di vaste aree della cellula ospite.
Implicazioni nella definizione di “vita”
Il mimivirus possiede molte caratteristiche che lo pongono al
confine fra viventi e non-viventi. Le sue dimensioni sono analoghe a quelle di
molti organismi batterici, come rickettsie e molti altri procarioti, possiede un
genoma di dimensioni comparabili a molti procarioti anche non parassiti, che
codifica proteine apparentemente inutili per un normale virus[senza fonte] In
più, esso contiene geni che codificano per enzimi coinvolti nella sintesi di
nucleotidi e amminoacidi, che non sono presenti in molti virus parassiti
intracellulari obbligati. Ciò significa che differentemente da questi virus il
mimivirus non dipende dal genoma della cellula ospite per l'espletazione dei
processi metabolici necessari alla loro produzione. Esso tuttavia non possiede
i geni per le proteine ribosomiali e dipende perciò dal suo ospite per sintesi
proteica e processi energetici. Questi fattori combinati insieme hanno portato
gli scienziati a chiedersi[senza fonte] se il mimivirus si possa considerare una forma di
vita distinta, appartenente ad un ulteriore dominio oltre ai normali eucarioti,
batteri ed archea. Nondimeno, il mimivirus non mostra delle caratteristiche che
sono considerate essenziali nella corrente definizione di vita: omeostasi,
risposta agli stimoli, crescita e riproduzione nel senso classico o divisione
cellulare.
Note
1.
^ a b La Scola B, Audic S, Robert C, Jungang L,
de Lamballerie X, Drancourt M, Birtles R, Claverie JM, Raoult D., A giant virus in amoebae, in Science, vol. 299, nº 5615,
2003, p. 2033, PMID 12663918.
2.
^ La Scola B, Marrie T, Auffray J, Raoult
D, Mimivirus in pneumonia patients, in Emerg Infect Dis, vol. 11,
nº 3, 2005, pp. 449-52, PMID 15757563.
3.
^ Raoult D, Renesto P, Brouqui P, Laboratory infection of a technician by mimivirus (PDF),
in Ann
Intern Med, vol. 144, nº 9, 2006, pp. 702-3, PMID 16670147.
4.
^ ICTV entry on Mimivirus, su ncbi.nlm.nih.gov.
5.
^ a b M.
Suzan-Monti, B. La Scola and D. Raoult. Genomic and evolutionary aspects of
Mimivirus. Virus Research, Volume 117, Issue 1, April 2006
6.
^ Jean-Michel
Claveriea, Hiroyuki Ogataa, Stéphane Audica, Chantal Abergela, Karsten Suhrea
and Pierre-Edouard Fourniera, Mimivirus and the emerging concept of “giant”
virus. Virus Research, Volume 117, Issue 1, April 2006
7.
^ Prescott,
L. (1993). Microbiology, Wm. C. Brown Publishers, ISBN 0-697-01372-3
8.
^ Suzan-Monti M, La Scola B, Raoult
D, Genomic
and evolutionary aspects of Mimivirus, in Virus Res, vol. 117,
nº 1, 2006, pp. 145-55, PMID 16181700.
Ulteriori letture
·
Raoult D, Audic S, Robert C, Abergel C, Renesto P, Ogata H, La
Scola B, Suzan M, Claverie JM. The 1.2-megabase genome sequence of
Mimivirus. Science. 2004 Nov 19;306(5700):1344-50. PMID 15486256
·
Ghedin, Elodie, and Claverie, J-M, 2005, "Mimivirus
relatives in the Sargasso sea," Virology Journal 2:62.
·
Peplow, Mark, 2004, "Giant virus qualifies as 'living organism'," News@Nature, doi:10.1038/
·
Press Release: Mimivirus: discovery of a giant virus, Paris,
28 marzo, 2003.
·
New Scientist,
Issue 2544, 25 March 2006.
·
Highfield, Roger, "The Bradford bug that may be a new life form," Daily
Telegraph, 15 October 2004.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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