giovedì 4 dicembre 2014

UCRAINA – EUROMAIDAN - Adesione dell' Ucraina all' Unione europea - Manifestazioni pro-europee nel 2013/2014 in Ucraina -Crisi di Crimea del 2014 – Donetsk proclamata Repubblica sovrana. Profezie della Madonna di Anguera in fase di svolgimento n. 3.396 del 6/11/2010 “La croce sarà pesante per gli abitanti dell’Ucraina. Il dolore sarà grande per i miei poveri figli. Soffro per ciò che vi attende.” n. 3.749 - 13 dicembre 2012 "Inginocchiatevi in preghiera per quelli che stanno a Donetsk. La morte verrà e il dolore sarà grande per i miei poveri figli"

Post del 12/4/2014 aggiornamento del 16/9/2018



    • Dal 1987, la Madonna appare ad Anguera (Brasile) al veggente Pedro Régis, dettandogli messaggi per tutta l'umanità. 
Rivoluzione ucraina del 2014
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Categoria:Crisi ucraina del 2013-2014

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·         Repubblica Popolare di Doneck‎ (3 C, 13 P)
·         Repubblica Popolare di Lugansk‎ (2 C, 12 P)
·        Anti-Maidan
·        Battaglia di Debaltseve
·        Battaglione Azov
·        Crisi della Crimea del 2014
·        Euromaidan
·        Guerra del Donbass
·        Incidente di Simferopoli
·        Volo Malaysia Airlines 17
·        Milizia popolare di Donbass
·        Protocollo di Minsk
·        Rivolta di Kiev
·        Nadija Savčenko
·        Settore Destro
·        Spil'na Sprava


Solidarietà dei cattolici europei all’Ucraina


Una speciale colletta nelle chiese lanciata da papa Francesco. Due milioni di profughi interni. Diecimila morti. Danni per 50 miliardi di euro. Parla il vescovo ucraino Gudzjak

John Fitzgerald Kennedy

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John Fitzgerald Kennedy (1917 – 1963), 35° presidente degli Stati Uniti.

Citazioni di John Kennedy

·     Signore e signori, la parola "segretezza" è ripugnante in una società libera e aperta e noi, come popolo, ci siamo opposti, instrinsecamente e storicamente, alle società segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione monolitica e spietata, basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d'influenza, sull'infiltrazione anziché sull'invasione, sulla sovversione anziché sulle elezioni, sull'intimidazione anziché sulla libera scelta. È un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata, altamente efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. Le sue azioni non vengono diffuse, ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza, ma vengono nascosti. I suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa viene contestata. Nessun segreto viene rivelato. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie fosse un crimine per ogni cittadino. Sto chiedendo il vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano. Sono convinto che con il vostro aiuto l'uomo diventerà ciò che per cui è nato: un essere libero e indipendente. (dal discorso presso l'Hotel Waldorf-Astoria di New York, 27 aprile 1961)

·     L'umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all'umanità. (dal messaggio all'ONU del 25 settembre 1961)


Il grande nemico della verità molto spesso non è la menzogna: deliberata, creata ad arte e disonesta; quanto il mito: persistente, persuasivo ed irrealistico.


3.396 - 6 novembre 2010
Cari figli, Io sono vostra Madre e sapete bene quanto una madre ama i suoi figli. Non allontanatevi dall’Amore del Signore. L’amore è più forte della morte e più potente del peccato. Allontanatevi dalla malvagità e servite il Signore con fedeltà. Inginocchiatevi in preghiera e non permettete che la fiamma della fede si spenga dentro di voi. Quando siete lontani, diventate il bersaglio del demonio. La preghiera vi avvicina a Dio. Non restate con le mani in mano. Date il meglio di voi nella missione che vi è stata affidata. La croce sarà pesante per gli abitanti dell’Ucraina. Il dolore sarà grande per i miei poveri figli. Soffro per ciò che vi attende. Avanti sul cammino che vi ho indicato. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.



3.748 - 11 dicembre 2012

Cari figli, in questi giorni rimanete alla presenza di mio Figlio Gesù. Non allontanatevi dalla Sua grazia, perché solo così potrete sperimentare la Sua presenza in questo Natale. Ricolmatevi di amore, perché solo nell’Amore avrete la pace. Mio Figlio Gesù è la Pace di cui l’umanità ha bisogno. Calmate i vostri cuori. Nella serenità della preghiera incontrerete Gesù. Siete importanti per la realizzazione dei miei piani. Non vivete lontani. Ho bisogno di ciascuno di voi. Non perdetevi d’animo. Io sono sempre con voi. Vi guiderò a Colui che è il vostro Tutto. Confidate in Lui e tutto finirà bene per voi. Inginocchiatevi in preghiera. Pregate davanti alla croce e supplicate la MISERICORDIA del mio Gesù per gli uomini. Non allontanatevi dalla verità. Coraggio. Soffro per le vostre sofferenze. Quelli che stanno a Poltava chiederanno aiuto e un evento simile accadrà a Entre Rios. Pregate, pregate, pregate. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace. 


Poltava (in ucraino e russo: Полтава) è una città di 308.500 abitanti dell'Ucraina centrale, capoluogo amministrativo dell'oblast' omonimo e dello stesso raion. È situata sulla riva destra del fiume Vorskla.

Entre Rios (in lingua portoghese) o Entre Ríos (in lingua spagnola) si può riferire a:
·        Repubblica di Entre Ríos, stato sudamericano esistito dal 1820 al 1821
·        Provincia di Entre Ríos, una delle 23 province argentine
·        Entre Ríos - comune del Dipartimento di Cochabamba
·        Entre Rios - comune del Dipartimento di Tarija
·        Entre Rios, municipio dello stato di Bahia
·        Entre Rios, municipio dello stato di Santa Catarina
·        Entre Rios de Minas, municipio dello stato di Minas Gerais
·        Entre Rios do Oeste - comune del Paraná
·        Entre Rios do Sul - comune del Rio Grande do Sul



3.749 - 13 dicembre 2012

Cari figli, RALLEGRATEVI nel Signore, perché Egli è la vostra speranza e salvezza. Non tiratevi indietro. Voi appartenete al Signore ed Egli si aspetta molto da voi. Non state con le mani in mano. Annunciate a tutti quello che state ascoltando. Non rimanete in silenzio. Dio ha fretta. Non rimandate a domani quello che dovete fare. L’umanità cammina verso l’abisso dell’autodistruzione, ma voi potete cambiare questa situazione. Tornate a Colui che è il vostro unico e vero Salvatore. Inginocchiatevi in preghiera per quelli che stanno a Donetsk. La morte verrà e il dolore sarà grande per i miei poveri figli. Avanti senza paura. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

Donec'k (ucr. Донецьк, rus. Доне́цк, traslitt. anche Donetsk) è una città di 1.131.700 abitanti (nel 2005) dell'Ucraina orientale, sul fiumeKalmius. Dal punto di vista amministrativo è il capoluogo dell'Oblast' di Donec'k, mentre storicamente è la capitale non ufficiale e la maggiore città della regione del Bacino del Donec.
Doneck è una città della Russia europea meridionale (oblast' di Rostov).




Sorge nel bacino carbonifero del Donbass, nella parte occidentale della oblast', nella parte nordorientale delle alture del Donec sulle sponde delSeverskij Donec, 115 chilometri a nord del capoluogo regionale Rostov-sul-Don.[1]





MESSAGGIO DI ANGUERA N.  3.396 DEL 6/11/2010, LA SOLA PARTE PROFETICA DEL MESSAGGIO, E' STATA DECLASSATA DA PROFEZIA O MIRACOLO INTELLETTUALE,  A SEMPLICE PREDIZIONE DI EVENTI FUTURI CONOSCENDO LE CAUSE NATURALI (ANTROPICHE). RIMANE INALTERATA LA VALIDITA' DELLA PARTE SPIRITUALE DEL MESSAGGIO, CONFORME ALLA DOTTRINA CATTOLICA. 
COMMENTO AL CONTENUTO DEL MESSAGGIO: LA MADONNA DEI DOLORI E DELLE LACRIME, PATISCE ASSIEME AL POPOLO UCRAINO (COMPATIRE), LE CONSEGUENZE DI SCELTE E DECISIONI  DI POLITICHE ESTERE UMANAMENTE PREVEDIBILI NELLE RAGIONI DI FONDO, E  DALLE CONSEGUENZE  ANCORA POLITICAMENTE EVITABILI NEGLI EFFETTI  GEOPOLITICI SU LARGA SCALA.
L' Immagine: Maria, la Donna Vestita di Sole dell' Apocalisse, Regina dei Profeti, si spoglia dei suoi attributi per chinarsi come Madre Consolatrice sui suoi Figli afflitti.
IL MESSAGGIO 3.749 SU DONETSK E' PROTETICO IN QUANTO COME IPOTESI, E' LA PIU' RAZIONALE, CIOE' CONSONA ALLA DIGNITA' DELL' INTELLETTO UMANO.
Massimiliano Bruno



Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". PROFEZIA. (dal gr. parlare in vece di un altro, a nome di un altro): significa in generale «interpretazione».

In senso più ristretto la profezia è la manifestazione di cose occulte agli uomini, ed in senso specifico è la «predizione certa e determinata di un evento futuro che non può essere noto dalle cause naturali».  Essendo un miracolo di ordine intellettuale, la profezia è, col miracolo propriamente detto, un criterio esterno per la conoscenza della rivelazione.

Predizione

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La predizione è l'atto di annunciare in anticipo l'avverarsi di eventi futuri; con lo stesso  termine si indica anche l'evento che è stato
 annunciato.........omissis...
SARAH PALIN PREVISIONE OTTOBRE 2008 RIDICOLARIZZATA DAI MASS-MEDIA DELL' EPOCA. ANALOGA PREDIZIONE MITT ROMNEY IL 26 MARZO 2012
Russia e Ucraina, le profezie di Sarah Palin e Mitt Romney che vennero derise da Barack Obama

Era l'ottobre del 2008, giorni di tensione tra Russia e Georgia, e la Palin, in un evento pubblico a Reno, Nevada, dichiarò: 'Dopo che l'esercito russo ha invaso la nazione della Georgia, la reazione del Senatore Obama è stata di indecisione e di equidistanza, il tipo di risposta che può solo incoraggiare Putin, come prossimo passo, a invadere l'Ucraina.

COMMENTO: LA CRISI POLITICO-MILITARE CHE COINVOLGE I SEGUENTI ATTORI POLITICI INTERNAZIONALI (UCRAINA-CRIMEA-RUSSIA-UE-CINA), DETERMINERA' UN AUMENTO DEL PREZZO DEL GAS  E DEL GRANO ESPORTATO DALL' UCRAINA AL RESTO DEL MONDO.


SE L' AUMENTO DEI PREZZI  NON SARA' CONTROLLATO DA POLITICHE ECONOMICHE COMUNITARIE  DI CONTENIMENTO, PORTERA' AD UNA SPECULAZIONE ECONOMICA DELLE SOLITE NOTE MULTINAZIONALI, CHE SFOCIERA'  IN UN AUMENTO INCONTROLLATO DI TUTTI I GENERI DI PRIMA NECESSITA',  AUMENTO DELL' INFLAZIONE, E  DISORDINI/PROTESTE SOCIALI GENERALIZZATI NELLE MAGGIORI CITTA' EUROPEE.
Massimiliano Bruno

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DONETSK

Piazza dell'Indipendenza (Kiev)

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La piazza dell'Indipendenza o Majdán Nezaléžnosti (ucraino: Майдан Незалежності) è la piazza centrale di Kiev, capitale dell'Ucraina. Attraversata dalla Chreščatik è una delle principali piazze della città che ha conosciuto molte denominazioni, ma è spesso chiamata semplicemente Majdan.[1] Durante la rivoluzione arancione nel 2004, è il luogo di ritrovo per i manifestanti.
Fra novembre 2013 e febbraio 2014 è stata teatro di sanguinosi scontri che hanno portato alla caduta del regime presidenziale di Viktor Janukovyč. Il movimento antigovernativo è stato rinominato Euromajdán per la sua propensione, almeno iniziale, pro-europeista e in virtù del fatto che tale movimento ebbe il suo quartier generale nella piazza principale di Kiev.

Note

1.    ^ Ossia "Piazza". Si noti che lo stesso termine viene usato in lingua araba e in lingua persiana, che con l'ucraino peraltro nulla hanno a che fare.




Collegamenti esterni


  • Crisi della Crimea del 2014

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·         Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 28 apr 2014 alle 17:21.

 (La crisi della Crimea è una conseguenza dei disordini in Ucraina nel 2014, localizzata nella penisola della Crimea, la cui popolazione è per maggioranza di etnia russa. Nel febbraio 2014 il presidente e il governo ucraino regolarmente in carica sono stati esautorati dal parlamento in seguito ai fatti dell'Euromaidan.
Il governo locale della Crimea ha rifiutato di riconoscere il nuovo governo e il nuovo presidente ucraino, essendo il cambiamento avvenuto in contrasto con la costituzione ucraina vigente, dichiarando la propria volontà di separarsi dall'Ucraina. Un referendum ha sancito la volontà della popolazione di Crimea di lasciare l'Ucraina ed entrare nella Federazione Russa.

Antefatti

La Russia ha negoziato il 21 aprile 2010 con l'allora presidente dell'Ucraina Viktor Janukovyč un accordo per la concessione prolungata di basi russe in territorio ucraino. Nel trattato, noto come accordi di Charkiv, è stata concordata un'estensione di 25 anni (dal 2017 al 2042 con ulteriore opzione fino al 2047) del precedente contratto ventennale negoziato nel 1997 di affitto delle infrastrutture portuali nella città di Sebastopoli, base storica della Flotta russa del Mar Nero in cambio della riduzione per 10 anni del prezzo del gas russo all'Ucraina e di un aumento dell'affitto della base navale.[6] Il negoziato ha esteso la durata di un accordo già esistente e negoziato nel maggio 1997 tra l'allora presidente russo Boris El'cin e Leonid Kučma, secondo presidente dell'Ucraina indipendente, per terminare il contenzioso intorno al futuro della flotta ex sovietica del Mar Nero, ancorata a Sebastopoli e numericamente molto consistente con circa 835 navi tra quelle da guerra e quelle ausiliarie.[6]
Sebastopoli è anche la principale base navale della marina militare ucraina, numericamente molto inferiore rispetto alla Flotta russa del Mar Nero. Altra città strategicamente importante è Kerč', situata all'imboccatura del Mar d'Azov, porto ampio anche se non militarizzato e con un vicino aeroporto militare dismesso, Baherovo (Багерове авіабаза)[7], con pista in cemento di 3 500 m da cui possono operare anche trasporti pesanti. Per la Russia la Crimea è importantissima per il controllo del Mar Nero, nel quale altrimenti potrebbe operare solo dal porto di Novorossijsk.

La composizione etnica della repubblica autonoma di Crimea è a maggioranza russa, circa il 58%, secondo gruppo etnico è quello ucraino (24%); nella penisola è presente anche una forte minoranza tatara (12%). Inoltre, il russo è considerato la lingua madre da tre quarti dei suoi abitanti, mentre l’ucraino solo da un decimo. Secondo le stime ufficiali dell’Istituto internazionale di sociologia di Kiev, il 97% degli abitanti usa la lingua russa per comunicare.[8] Secondo alcuni media occidentali, la minoranza tatara sarebbe preoccupata per la possibilità di un ripetersi della deportazione effettuata da Stalin nel 1944.[9]

La crisi

La Russia è intervenuta nei primi giorni di marzo 2014 spostando truppe regolari, spesso con uniformi prive di contrassegni, nella penisola di Crimea, e bloccando con le sue navi da guerra il porto di Sebastopoli ai movimenti delle navi ucraine; il dispiegamento di truppe è stato comunque approvato dal parlamento russo con lo scopo "di proteggere la popolazione di etnia russa in Crimea".[10] L'Ucraina ha risposto mettendo in mobilitazione le sue forze armate, anche se l'obiettivo principale è quello di risolvere la questione per via diplomatica in quanto le forze armate ucraine in nessun caso sarebbero in grado di confrontarsi con quelle russe sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. La Russia ha risposto affermando che le sue truppe non lasceranno il territorio della Crimea finché la situazione non si sarà stabilizzata. Alcuni stati tra cui gli Stati Uniti d'America, il Canada, la Francia, la Germania, l'Italia, la Polonia, il Regno Unito e l'organo dell'Unione europea hanno accusato la Russia di aver violato le leggi internazionali e di aver destabilizzato la sovranità ucraina.

Il 4 marzo unità paramilitari armate, ma senza contrassegni, hanno iniziato a presidiare il locale parlamento che ha rifiutato il governatore nominato dal governo centrale; tali unità sono state sostituite il 6 marzo da paramilitari con segni distintivi cosacchi e disarmati.[11] Contemporaneamente sono state formate "milizie di autodifesa" dalla locale popolazione russa. Sempre il 6 marzo, i russi hanno affondato un incrociatore antisommergibili in disarmo, lo Ochakov della classe Kara inoperativo dal 2000[12], all'imbocco del porto di Donuzlav, base navale e quartier generale della marina ucraina per la zona sud (Південна військово-морська база, base navale Sud), bloccandovi cinque unità da guerra ucraine[11]; l'operazione è stata compiuta da un rimorchiatore, scortato da unità da guerra guidate dall'incrociatore lanciamissili Moskva, che ha posizionato la nave, affondata poi da cariche di demolizione[11][13][14]; vicino alla base, nella città di Myrnyi, sono dislocati reparti della 15ª brigata motorizzata indipendente russa [15]; affacciato sulla baia esiste un grosso campo di aviazione dismesso. Anche l'aeroporto militare di Belbek è stato occupato da militari russi che ne hanno estromesso i militari ucraini approfittando del vuoto di potere a Kiev durante la fuga di Janukovyč, rifiutando di restituirne il controllo; il ministro ucraino Arsen Avakov ha dichiarato su Twitter "Posso solo descrivere il fatto come una invasione ed occupazione militare".[16][17] Anche la base dell'esercito ucraino nel villaggio di Pereval'noe è stata circondata e bloccata da militari, presumibilmente russi, mentre proteste di attiviste del movimento FEMEN sono state represse a Sebastopoli.[11]
Il 6 marzo 2014, il Supremo Consiglio della Crimea ha compilato ed inviato una richiesta al presidente russo Vladimir Putin nella quale viene esplicitamente richiesto di entrare a far parte della Russia. Nella stessa data il vice primo ministro della repubblica autonoma di Crimea, Rustam Temirgaliev, ha dichiarato che le forze ucraine ancora presenti sul territorio saranno costrette ad arrendersi o andarsene, e che "le uniche forze armate legali sul territorio della Crimea sono le forze armate russe".[11]
L'11 marzo 2014, con 4 giorni di anticipo rispetto al referendum indetto, il Parlamento della Crimea ha votato per l'autonomia della Crimea dall'Ucraina con 78 voti favorevoli su 81 votanti.
Il 15 marzo 2014, alla vigilia del Referendum, le truppe russe e quelle ucraine si scontrano per il controllo del villaggio di Strilkove, nell'Oblast' di Cherson, pochi chilometri a nord della Crimea.[18]L'attacco viene respinto, mentre il ministro della Difesa attiva le forze aeree.
Secondo i risultati del referendum del 16 marzo 2014, il 96,77% (l'80% degli aventi diritto al voto) dei cittadini di Crimea si è espresso a favore della riunificazione con la Russia, votando sì all'annessione della penisola alla Federazione Russa. Al referendum hanno partecipato 1.274.096 persone, pari all'83,1% degli aventi diritto al voto.[19]

18 marzo 2014

Un attivista tartaro, Reshat Ametov, scomparso durante una manifestazione il 3 marzo 2014, è stato trovato morto con segni di violenza. Secondo testimoni era stato stato prelevato da uomini con giacche in stile militare.[3][4][5]
A Zurigo, davanti la sede della FIFA, una ventina di persone giunte direttamente da Kiev, ha inscenato una manifestazione di protesta chiedendo l'esclusione della nazionale russa dai Mondiali brasiliani e di togliere alla Russia l'organizzazione di quelli del 2018.[20]
Secondo il quotidiano online Ukrajinska Pravda (Verità ucraina), che cita Vladyslav Seleznëv, portavoce del ministero della Difesa ucraino, i soldati ucraini della base militare di Simferopoli "sarebbero stati arrestati".[21]
Anche il parlamento della Transnistria chiede l'adesione alla Federazione Russa.[22]
Gli Stati Uniti d'America valutano la possibilità di una rotazione delle proprie truppe nel Baltico e l'eventualità di esercitazioni navali allo scopo di "assicurare la protezione degli alleati Nato da aggressioni russe". Queste sono state le dichiarazioni del vice presidente degli USA Joe Biden, a Varsavia dopo aver incontrato il presidente estone Toomas Hendrik Ilves.[23]
Nella piazza Rossa di Mosca si sono ritrovate 120.000 persone per festeggiare l'annessione della Crimea alla Federazione Russa.[24]
Il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, nel corso di una conversazione telefonica, riferisce al "collega" John Kerry che le sanzioni occidentali sono inaccettabili e "non rimarranno prive di conseguenze".[25]
Il governo di Kiev autorizza i soldati ucraini in Crimea ad usare le armi.[26][27]
Un membro delle forze filo-russe di auto-difesa della Crimea è stato ucciso e due sono stati feriti da cecchini a Simferopoli mentre erano in cerca di un gruppo non identificato di uomini armati segnalato da residenti locali.[28]

19 marzo 2014

Il presidente americano Barack Obama e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno avuto un colloquio telefonico in cui "hanno condannato le mosse della Russia per l'annessione formale della Crimea.[29][30] [31]
Secondo la Russia, ad Herman Van Rompuy è stato impedito di recarsi in Russia dai suoi colleghi.[32]
A Sebastopoli, alcune centinaia di manifestanti filo russi hanno fatto irruzione nella sede dello stato maggiore della marina militare ucraina e hanno ammainato la bandiera ucraina issando la bandiera russa [33][34][35]. Dopo poche ora i manifestanti lasciano spontaneamente la base.[36]
Per Mosca esiste il pericolo di "spargimenti di sangue" nelle regioni filo-russe dell'est dell'Ucraina, se le autorità di Kiev non faranno "attenzione" alla situazione della popolazione di origine russa delle regioni orientali. Il monito è stato lanciato dal portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov.[37]
Il vice procuratore generale di Kiev, Mykola Golomša, ha reso noto che sono stati individuati i cecchini che hanno fatto strage di manifestanti il 20 febbraio a Kiev, nei pressi di Piazza Maidan, e che avrebbero sparato anche sui poliziotti. Secondo la Procura, tra gli indagati ci sono dei cittadini non ucraini, ma ha escluso collegamenti con gli uomini al potere oggi a Kiev.[38][39]
Le milizie filorusse in Crimea hanno affermato di aver catturato il comandante della marina ucraina Serhij Hajduk.[40]
Vladislav Seleznëv, ministro della difesa ucraino fa sapere che nell'ovest dell'Ucraina militari russi avrebbero tentato di entrare in una base ucraina in Crimea abbattendo il cancello con un trattore, ma si sarebbero fermati di fronte ai militari ucraini armati.[41][42]
Circa 200 militari russi con l'ausilio di 5 blindati occupano due basi in Crimea.[43]
Oleksandr Turčynov, presidente ucraino, dà l'ultimatum per la liberazione del vice ammiraglio della marina Aleksandr Vitko.[44]
Il vicepremier della Crimea, Temirgaliev, ha annunciato che il governo di Crimea ha chiesto ai tatari "di lasciare parte delle proprie terre richieste per scopi sociali" nel quadro di una riorganizzazione e regolarizzazione della proprietà delle terre occupate dai tartari dopo il loro ritorno dall'esilio. Termigaliev ha anche affermato che il governo è pronto a distribuire ai tartari altre terre e a regolarizzare la proprietà delle rimanenti.[45]

Sviluppi

Le unità militari ucraine hanno avuto ordine di lasciare le loro basi; l'ultimo reparto, una unità meccanizzata dell'esercito, ha lasciato la propria procedendo con un convoglio verso l'Ucraina; il cambio di regime nella regione e il ricongiungimento con la Russia è stato riconosciuto solo da alcuni governi. Il segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen come anche il North Atlantic Council hanno condannato le azioni russe e ritengono nullo il referendum indetto dalla popolazione della Repubblica Autonoma di Crimea per violazione della costituzione ucraina.[46]. Le città di Charkiv, Donec'k e Luhans'k proclamano delle repubbliche popolari; le forze armate ucraine tentano di reprimere con la forza le azioni intraprese dalle formazioni filo-russe nelle provincie orientali. [47]

Voci correlate

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Euromaidan

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La cosiddetta Euromaidan (in ucraino: Євромайдан[?], traslitterato: Jevromajdan; letteralmente Europiazza) è una serie di manifestazioni e disordini civili in corso in Ucraina che hanno avuto inizio la notte del 21 novembre 2013, subito dopo la sospensione, da parte del governo ucraino, di un accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione europea.
La portata delle proteste si è evoluta, con molte richieste di dimissioni del presidente Viktor Janukovyč e del suo governo. Molti manifestanti si sono aggiunti alla causa dopo le violenze subite dai manifestanti il 30 novembre 2013. Dal 25 gennaio 2014 le finalità delle proteste sono cambiate: da una iniziale manifestazione pro-europeista si è passato ad una generale percezione di diffusa corruzione degli organi di governo, di abuso di potere e di violazione dei diritti umani in Ucraina. A seguito dei gravissimi scontri del 18 febbraio l'Euromaidan è considerata una guerra civile da parte di alcuni.
Le manifestazioni iniziarono la notte del 21 novembre 2013, quando scoppiarono proteste spontanee nella capitale Kiev, dopo che il governo ucraino aveva sospeso i preparativi per la firma di un accordo di associazione e di libero scambio con l'Unione europea, a favore della ripresa di relazioni economiche più strette con la Russia. Dopo alcuni giorni di manifestazioni, un numero crescente di studenti universitari si unì alle proteste.
Pur non avendo ancora ottenuto il risultato di rinnovare l'integrazione tra Unione Europea e Ucraina, l'Euromaidan è stata ripetutamente caratterizzata come un evento di grande simbolismo politico per l'Unione Europea, in particolare come "il più grande raduno pro-europeista mai avvenuto nella storia".
Le proteste sono tuttora in corso, nonostante la presenza pesante della polizia, le rigide temperature sotto zero e la neve. L'escalation di violenza da parte delle forze governative nella prima mattina del 30 novembre 2013 ha fatto salire il livello delle proteste, con una presenza di 400.000-800.000 dimostranti a Kiev durante il fine settimana del 1º dicembre e dell'8 dicembre 2013. Nelle settimane successive, la partecipazione nella protesta ha oscillato fra le 50.000 e 200.000 persone durante i raduni organizzati. Violenti scontri hanno avuto luogo il 1º dicembre e dal 19 al 25 gennaio 2014, in risposta alla brutalità della polizia e la repressione del governo. Dal 23 gennaio in varie province (Oblast) occidentali dell'Ucraina gli edifici del Governatore e dei consigli regionali sono stati occupati da attivisti dell'Euromaidan. Nelle città russofone di Zaporižžja, Sumy e Dnipropetrovs'k i manifestanti hanno cercato di prendere possesso anche delle sedi del governo locale, con un forte contrasto da parte della polizia.

Contesto

Etimologia del nome

Il movimento è stato nominato Euromaidan dall'emittente radiofonica Radio Free Europe, un nome giustificato dall'importanza degli eventi avvenuti in Piazza dell'Indipendenza (in ucraino:Майдан Незалежності[?], traslitterato: Majdán Nezaléžnosti), la piazza principale di Kiev. Il nome del movimento è divenuto, poi Eurorevolution (in ucraino: Єврореволюція[?], traslitterato:Jevrorevoljucija).
Il termine "Euromaidan" è stato inizialmente utilizzato come hashtag sui social network e un account Twitter omologo è stato creato il primo giorno delle proteste. Ben presto la manifestazione divenne popolare con questo nome sui media internazionali. Il nome è composto di due parti: "Euro", come abbreviazione di Europa, e "Maidan" si riferisce a Majdán Nezaléžnosti (piazza Indipendenza), la piazza principale di Kiev, dove sono concentrate le iniziali proteste. Durante le proteste la parola "Maidan" (piazza) è arrivato a indicare di per sé l'attività politica in pubblico.

Cause iniziali

Il 30 marzo 2012 l'Unione Europea e l'Ucraina hanno avviato un accordo di associazione. Tuttavia, i leader dell'UE in seguito dichiararono che l'accordo non sarebbe stato ratificato, se l'Ucraina non avesse affrontato alcune questioni sulla democrazia e sullo Stato di diritto", compresa la detenzione di Julija Tymošenko e Jurij Lucenko avvenute rispettivamente dal 2011 e dal 2012. Nei mesi precedenti alle proteste, il presidente ucraino Viktor Janukovyč ha esortato il Parlamento ucraino ad adottare leggi che rispettassero i criteri fissati dell'UE. Il 25 settembre 2013 il presidente della Verchovna Rada (il parlamento ucraino) Volodymyr Rybak ha dichiarato che era sicuro che il parlamento avrebbe approvato tutte le leggi necessarie per soddisfare i criteri UE al fine della sottoscrizione dell'accordo di associazione.
A metà dell'agosto 2013, la Russia cambiò le proprie regole doganali sulle importazioni dall'Ucraina in modo tale dal 14 agosto 2013 il Dipartimento delle Dogane russo ha fermato tutte le merci provenienti dall'Ucraina. Tale mossa è stata vista dai politici ucraini e da svariate fonti come l'inizio di una guerra commerciale della Russia contro l'Ucraina, per evitare che quest'ultima firmasse l'accordo commerciale con l'Unione europea. Il ministro ucraino per la politica industriale, Mychajlo Korolenko, ha dichiarato il 18 dicembre 2013 che il valore delle mancate esportazioni era sceso di 1,4 miliardi dollari (pari ad un calo del 10% su base annua). L'ufficio di Statistica dell'Ucraina ha riferito che nel novembre 2013, rispetto agli stessi mesi del 2012, la produzione industriale in Ucraina era scesa del 4,9 per cento.
Il 21 novembre 2013 un decreto del governo ucraino sospese i preparativi per la firma dell'accordo di associazione. Il motivo ufficiale fu che nei mesi precedenti l'Ucraina aveva vissuto "un calo della produzione industriale e delle relazioni con i paesi della CSI". Il governo ha inoltre assicurato la "Ucraina riprenderà la preparazione dell'accordo europeo quando il calo della produzione industriale e le nostre relazioni con i paesi della CSI saranno compensati dal mercato europeo". Secondo il primo ministro ucraino Mykola Azarov, le estremamente dure condizioni "di un prestito del Fondo Monetario Internazionale (presentate il 20 novembre 2013), che comprendevano grandi tagli di bilancio e un aumento del 40% delle bollette del gas, erano stato l'ultimo argomento a favore della decisione del governo ucraino di sospendere i preparativi per la firma dell'accordo di associazione europeo. Il 7 dicembre 2013 il FMI ha precisato di non pretendere un aumento non-graduale delle tariffe del gas naturale in Ucraina del 40%, ma ha raccomandato che fossero progressivamente aumentate fino a un livello economicamente giustificato, compensando le fasce di popolazione più povera per le perdite derivanti da tale aumento rafforzando un'assistenza sociale mirata. Lo stesso giorno il rappresentante del FMI in Ucraina, Jerome Vacher, ha dichiarato che questo prestito del FMI valeva 4 miliardi di dollari e che avrebbe dovuto essere collegato con una nuova politica che puntasse ad eliminare le sproporzioni e stimolare la crescita.
Il presidente Janukovyč ha partecipato al vertice UE del 28-29 novembre 2013 a Vilnius (dove inizialmente era prevista la sottoscrizione dell'accordo di associazione), ma alla fine l'accordo di associazione non è stato firmato. Sia Janukovyč sia gli alti funzionari dell'UE hanno dichiarato di voler firmare l'accordo di associazione in una data successiva.

Opinione pubblica sull'Euromaidan

Secondo sondaggi del dicembre 2013, il 45-50% degli ucraini supporta l'Euromaidan, mentre tra il 42-50% si è opposto. Il maggiore sostegno alla protesta si trova a Kiev (circa il 75% della popolazione è favorevole) e nell'Ucraina occidentale (oltre l'80%). Tra i manifestanti dell'Euromaidan, il 55% proviene dall'ovest del paese, il 24% dal centro e il 21% dalle regioni orientali.
In un sondaggio condotto il 7-8 dicembre, il 73% dei manifestanti era impegnato a continuare la protesta a Kiev per il tempo necessario fino a quando non fossero soddisfatte le loro richieste. Questo numero è aumentato fino all'82% a partire dal 3 febbraio 2014. I sondaggi mostrano anche che la nazione è spaccata in due parti: mentre la maggioranza dei giovani è pro-europeista, le generazioni più anziane (oltre i 50 anni) più spesso preferiscono l'unione doganale con la Bielorussia, il Kazakistan e la Russia.
Secondo un sondaggio di gennaio, il 45% degli ucraini sosteneva le proteste dell'Euromaidan, mentre il 48% le disapprovava.

Opinione pubblica sull'ingresso nell'Unione europea

Secondo uno studio dell'agosto 2013 della società Research & Branding Group di Donec'k, il 49% degli ucraini era favorevole alla sottoscrizione dell'accordo di associazione con l'Unione europea, mentre il 31% era contrario. Tuttavia, in un successivo sondaggio (dicembre 2013) condotto dalla stessa società, solo il 30% degli intervistati affermava che i termini dell'accordo di associazione sarebbero stati vantaggiosi per l'economia ucraina, mentre il 39% sosteneva il contrario. Nello stesso sondaggio, solo il 30% riteneva che l'opposizione sarebbe in grado di stabilizzare la società e governare bene il paese, se fosse arrivata al potere, mentre il 37 % non era d'accordo.
Gli autori del sondaggio condotto per GfK Group-Ucraina dal 2 al 15 ottobre 2013 affermano che il 45% degli intervistati ritiene che l'Ucraina dovrebbe firmare l'accordo di associazione con l'UE, mentre solo il 14% è favorevole all'adesione all'Unione doganale di Bielorussia, Kazakistan e Russia (il 15% non ha espresso opinione).
Un altro sondaggio condotto nel novembre 2013 da IFAK-Ucraina per DW-Trend ha mostrato che il 58% degli ucraini sostiene l'ingresso del paese nell'Unione europea. D'altra parte un sondaggio dell'Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev del novembre 2013 ha evidenziato un 39% di sostegno all'ingresso del paese nell'Unione Europea e un 37% di supporto all'adesione dell'Ucraina nell'Unione doganale di Bielorussia, Kazakistan e Russia.
Nel dicembre 2013, l'allora primo ministro ucraino Mykola Azarov ha confutato i numeri del sondaggio pro-europeista, affermando che molti sondaggi erano stati effettuati con domande circa l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea, mentre in effetti il Paese non era mai stato invitato ad aderire all'UE, ma solo a firmare l'accordo di associazione.

Confronto con la

Le proteste pro-europeiste sono le manifestazioni più grandi in Ucraina dopo la rivoluzione arancione del 2004, che ha visto Janukovyč costretto a dimettersi da primo ministro per le accuse di irregolarità di voto. Anche confrontando gli eventi del 2013 rispetto a quelli del 2004, rimanendo l'Ucraina "un punto geopolitico chiave in Europa orientale" per la Russia e l'Unione Europea, il The Moscow Times ha osservato che il governo di Janukovyč era in una posizione significativamente più forte dopo la sua elezione nel 2010. Il Financial Times ha detto che le proteste del 2013 sono state "in gran parte spontanee, innescate dai social media e hanno colto impreparata l'opposizione politica ucraina" rispetto a quelle predecedenti ben organizzate. L'hashtag # euromaidan (in ucraino # євромайдан , in russo # евромайдан), è stato creato subito alle prime manifestazioni ed è stato altamente utile come strumento di comunicazione per i manifestanti. L'hashtag di protesta è rimbalzato anche sulla reteVKontakte, un social network molto diffuso nei paesi dell'est.

Proteste, rivoluzione o colpo di stato?

Esiste un dibattito aperto se il movimento Euromaidan costituisca una semplice protesta o una vera e propria rivoluzione: molti leader della protesta (come Oleh Tyahnybok) utilizzano spesso questo termine quando affrontano il pubblico.
In un'intervista Skype con l'analista Andrij Holovatyj, Vitalij Portnikov, membro del consiglio dell'Assemblea Nazionale "Maidan" e Presidente ed Editor del canale televisivo ucraino TVi, ha dichiarato che l'Euromaidan è una rivoluzione.
I mezzi di comunicazione hanno soprannominato l'evoluzione del movimento, Eurorivoluzione (in ucraino: Єврореволюція).
Il 10 dicembre il presidente Viktor Janukovyč ha dichiarato che la chiamata ad una rivoluzione rappresenta una minaccia alla sicurezza nazionale
L'ex presidente georgiano, Mikheil Saak'ashvili, ha descritto il movimento come "la prima rivoluzione geopolitica del 21° secolo".
Secondo la legislazione ucraina quello che è avvenuto il 21 febbraio 2014 è un vero e proprio colpo di stato in quanto le procedure seguite dal nuovo governo sono illegali, non c'è stata nessuna denuncia di impeachment per il presidente.

Richieste dei manifestanti

Il 29 novembre 2013, gli organizzatori della protesta hanno proposto una risoluzione formale in cui veniva chiesto di:
·         Formare un comitato di coordinamento per comunicare con la comunità europea;
·         Affermare che il presidente, il parlamento e il consiglio dei ministri non sono in grado di svolgere una politica geopoliticamente strategica di sviluppo per lo stato, chiedendo le dimissioni di Janukovyč;
·         Chiedere la cessazione delle repressioni politiche contro gli attivisti dell'Euromaidan: studenti, attivisti civici e leader dell'opposizione.
La risoluzione affermava che il 1º dicembre 2013 era il 22º anniversario del referendum per l'indipendenza dell'Ucraina, che il gruppo si riunirà a mezzogiorno in Piazza Indipendenza per annunciare il loro ulteriore modo di procedere.
Dopo la dispersione forzata da parte della polizia di tutti i manifestanti dalla Maidan Nezaležnosti nella notte del 30 novembre, la richiesta di dimissioni del ministro degli Interni Vitaliy Zakharchenko divenne uno dei principali obiettivi dei manifestanti.
Venne sottoscritta una petizione diretta alla Casa Bianca degli Stati Uniti per chiedere sanzioni contro Viktor Janukovyč e i ministri del governo ucraino, raccogliendo oltre 100.000 firme in quattro giorni.
Studenti ucraini a livello nazionale hanno anche chiesto le dimissioni del ministro della pubblica istruzione, Dmytro Tabačnyk.

Cronologia della protesta[Proteste iniziali a Kiev[

Il movimento di protesta Euromaidan iniziò il 21 novembre 2013 come una manifestazione. Il 30 novembre 2013, le proteste furono disperse con violenza dalle forze di polizia antisommossa "Berkut", scatenando disordini il giorno seguente a Kiev. Il 1º dicembre 2013 i manifestanti rioccuparono la Piazza dell'Indipendenza, a cui seguirono ulteriori scontri ed ultimatum sia da parte del governo sia dell'opposizione. Questa situazione culminò in una serie di leggi anti-protesta da parte del governo il 16 gennaio 2014, con ulteriori disordini nella vicina Via Hruševskoho. All'inizio di febbraio 2014 si verificarono lanci di bombe Molotov nella sede del sindacato, nonché la formazione di squadre di "autodifesa" da parte dei manifestanti.
Il 30 novembre, i manifestanti pacifici sono stati costretti a evacuare in maniera violenta piazza Maidan, con un'azione che ha provocato un coro di proteste internazionali, un appello allo sciopero generale, l'occupazione della città di Kiev e il blocco dei siti governativi[4]. I manifestanti, calcolati in più di 100 000 unità, hanno richiesto la deposizione del presidente Viktor Janukovyč.
L'8 dicembre 2013, centinaia di migliaia di persone sono tornate in piazza per dire sì all’Europa e prendere le distanze dalla Russia. A Kiev, durante la manifestazione, la folla ha abbattuto e decapitato una statua di Lenin[5].
Il 25 gennaio 2014 il presidente Viktor Janukovyč ha proposto ai leader dell'opposizione la presidenza ucraina: questi, tuttavia, hanno ricusato l'offerta, e il giorno dopo i manifestanti hanno occupato l'edificio delle esposizioni "Casa Ucraina", di era sovietica, sottraendolo alle autorità.
Il 20 febbraio, a Kiev ci sono stati scontri che hanno portato a molti morti e feriti e alla cattura di alcuni agenti[6], successivamente sono stati indagati degli ucraini filo-occidentali per l'eccidio[7].

Crisi di Crimea del 2014

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Per approfondire, vedi crisi di Crimea del 2014.
La crisi di Crimea del 2014 è una delle conseguenze dell Euromaidan, dopoché nel febbraio 2014 il governo filorusso è stato rimpiazzato da uno filoeuropeo, in linea coi principi dell'Euromaidan; la Russia è intervenuta nei primi giorni di marzo spostando truppe regolari nella penisola di Crimea e bloccando con le sue navi da guerra il porto di Sebastopoli ai movimenti delle navi ucraine; con lo scopo "di proteggere la popolazione di etnia russa in Crimea". L'Ucraina ha risposto mettendo in mobilitazione le sue forze armate anche se l'obiettivo principale è quello di risolvere la questione per via diplomatica in quanto le forze armate ucraine in nessun caso sarebbero in grado di confrontarsi con quelle russe sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. La Russia ha risposto affermando che le sue truppe non lasceranno il territorio della Crimea finché la situazione non si sarà stabilizzata. Alcuni stati tra cui gli Stati Uniti d'America, il Canada, la Francia, la Germania, l'Italia, la Polonia, il Regno Unito e l'organo dell'Unione europea hanno accusato la Russia di aver violato le leggi internazionali e di aver destabilizzato la sovranità ucraina.

Interventi diplomatici per l'uscita dalla crisi

Nei primi mesi del 2014, Barack Obama ha inviato Victoria Nuland, funzionaria incaricata dei rapporti statunitensi con Europa ed Eurasia, in missione diplomatica in Ucraina, nel tentativo di realizzare un piano per dirimere la vertenza politica e civile del paese[8]. Il piano di uscita dalla crisi, secondo gli auspici del governo americano, d'intesa con l'ONU, dovrebbe raccogliere il consenso delleistituzioni politiche ucraine, dei protestanti scesi in piazza e quello della Russia di Vladimir Putin nella cui orbita si è avvicinata la politica nazionale del presidente Viktor Janukovyč[9].
Il piano elaborato dall'amministrazione americana prevede una messa all'angolo dell'Unione europea, il cui ruolo sarebbe scavalcato, come rivelato da una dichiarazione trapelata dall'intercettazione illegale di un colloquio della Nuland con l'ambasciatore statunitense in Ucraina: il linguaggio crudo e tranchant della Nuland ha generato imbarazzo diplomatico tra Stati Uniti e Unione europea e sconcerto in quest'ultima.[9].
La stessa Nuland ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno spesso 5 miliardi di dollari in questa operazione.

Voci correlate

·         Crisi di Crimea del 2014
·         Rivolta di Kiev

Altri progetti

·         Collabora a Commons Commons contiene immagini o altri file su Manifestazioni pro-europee nel 2013 in Ucraina
·         Collabora a Wikinotizie Articolo su Wikinotizie: Filorussi occupano il governo della Crimea 27 febbraio 2014
·         Collabora a Wikinotizie Articolo su Wikinotizie: Ucraina, filorussi occupano due aeroporti e invadono la Crimea 1 marzo 2014

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