Post del 12/4/2014 aggiornamento del 16/9/2018
- Dal 1987, la Madonna appare ad Anguera (Brasile) al veggente Pedro Régis, dettandogli messaggi per tutta l'umanità.
- I messaggi vengono trasmessi 3 volte a settimana: ogni martedì e sabato, più un altro giorno variabile.
ULTIMO MESSAGGIO IN ITALIANO DAL SITO WEB UFFICIALE BRASILIANOGli articoli e le informazioni contenute nei siti Web "linkati" sono di proprietà degli autori dei siti medesimi. Pertanto tutti i diritti nonché la responsabilità di quanto riportato in questi siti sono riservati esclusivamente ai loro autori.Questo post presente sul blog: https://nostrasignoradianguera.blogspot.it/e Twitter: https://twitter.com/angueramessaggi è un interpretazione personale e non corrisponde necessariamente al vero significato dei messaggi, degli avvertimenti della Madonna al mondo e delle profezie annunciate da Nostra Signora ad Anguera.Si consiglia di visitare il sito web ufficiale brasiliano del veggente Pedro Regis:http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/ e la pagina dedicata al commento delle profezie: http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/cms/list/not%C3%ADcias(Gestore sito web: ANSA - Associacao Nossa Senhora de Anguera).- UCRAINA - DONETSK - Donetsk proclamata Repubblica sovrana il 7/4/2014. Profezie della Madonna di Anguera in fase di svolgimento n. 3.749 - 13 dicembre 2012
- UCRAINA – MANIFESTAZIONI 2013-2014 – Profezie di Anguera in fase di svolgimento n. 3.396 del 6/11/2010 e 3.749 del 13/12/12
DOPO 4 ANNI E 10MILA MORTI
Ucraina, chi si ricorda più della guerra? Reportage dal fronte dimenticato d’Europa
- 15 SETTEMBRE 2018
Rivoluzione
ucraina del 2014
Da Wikipedia,
l'enciclopedia libera.
·
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Categoria:Crisi ucraina del
2013-2014
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·
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► Repubblica Popolare di Doneck (3 C, 13 P)
·
► Repubblica Popolare di Lugansk (2 C, 12 P)
Solidarietà dei cattolici europei all’Ucraina
Una speciale colletta nelle chiese lanciata da papa Francesco. Due milioni di profughi interni. Diecimila morti. Danni per 50 miliardi di euro. Parla il vescovo ucraino Gudzjak
John Fitzgerald Kennedy
Da Wikiquote, aforismi e
citazioni in libertà.
John Fitzgerald Kennedy (1917 – 1963), 35° presidente degli Stati
Uniti.
·
Signore e signori, la parola "segretezza" è ripugnante
in una società libera e aperta e noi, come popolo, ci siamo opposti,
instrinsecamente e storicamente, alle società segrete, ai giuramenti segreti e
alle riunioni segrete. Siamo di fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione
monolitica e spietata, basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua
sfera d'influenza, sull'infiltrazione anziché sull'invasione, sulla sovversione
anziché sulle elezioni, sull'intimidazione anziché sulla libera scelta. È un
sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di
una macchina affiatata, altamente efficiente, che combina operazioni militari,
diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. Le sue azioni
non vengono diffuse, ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in
evidenza, ma vengono nascosti. I suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti
al silenzio. Nessuna spesa viene contestata. Nessun segreto viene rivelato.
Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie
fosse un crimine per ogni cittadino. Sto chiedendo il vostro aiuto nel
difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano. Sono
convinto che con il vostro aiuto l'uomo diventerà ciò che per cui è nato: un
essere libero e indipendente. (dal discorso presso
l'Hotel Waldorf-Astoria di New York, 27 aprile 1961)
·
L'umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all'umanità. (dal messaggio
all'ONU del 25 settembre 1961)
Il
grande nemico della verità molto
spesso non è la menzogna: deliberata, creata ad arte e disonesta; quanto il
mito: persistente, persuasivo ed irrealistico.
(dal discorso inaugurale alla Yale University, New Haven,
Connecticut, 11 giugno 1962)
PIANI DELL' UMANITA' E I PIANI DI DIO: Messaggio della Madonna di Anguera n. 23 del 12/03/88 "CARI FIGLI, L’INTELLIGENZA DEGLI UOMINI LI STA PORTANDO A DISTRUGGERSI CON LE PROPRIE MANI. È VERO CHE OGNUNO CONOSCE I PIANI DELL’UMANITÀ. MA ORA VI CHIEDO, CHI DI VOI CONOSCE I PIANI DI DIO? È INFANTILE DA PARTE DEGLI UOMINI RINCORRERE QUALCOSA DI DANNOSO PER LORO STESSI. INOLTRE, COLORO CHE PIÙ NE SOFFRONO LE CONSEGUENZE SONO QUEI POVERI FIGLI CHE IN REALTÀ NON HANNO NULLA A CHE FARE CON LE MACCHINAZIONI DI QUESTE PERSONE. CONSIDERO COSTORO DEGLI UOMINI-BAMBINI. RIMANETE NELLA PACE." Teorie del complotto per il dominio del mondo.
PIANI DELL' UMANITA' E I PIANI DI DIO: Messaggio della Madonna di Anguera n. 23 del 12/03/88 "CARI FIGLI, L’INTELLIGENZA DEGLI UOMINI LI STA PORTANDO A DISTRUGGERSI CON LE PROPRIE MANI. È VERO CHE OGNUNO CONOSCE I PIANI DELL’UMANITÀ. MA ORA VI CHIEDO, CHI DI VOI CONOSCE I PIANI DI DIO? È INFANTILE DA PARTE DEGLI UOMINI RINCORRERE QUALCOSA DI DANNOSO PER LORO STESSI. INOLTRE, COLORO CHE PIÙ NE SOFFRONO LE CONSEGUENZE SONO QUEI POVERI FIGLI CHE IN REALTÀ NON HANNO NULLA A CHE FARE CON LE MACCHINAZIONI DI QUESTE PERSONE. CONSIDERO COSTORO DEGLI UOMINI-BAMBINI. RIMANETE NELLA PACE." Teorie del complotto per il dominio del mondo.
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3.396 - 6 novembre 2010
Cari figli, Io sono vostra Madre e sapete bene quanto una madre ama i suoi figli. Non allontanatevi dall’Amore del Signore. L’amore è più forte della morte e più potente del peccato. Allontanatevi dalla malvagità e servite il Signore con fedeltà. Inginocchiatevi in preghiera e non permettete che la fiamma della fede si spenga dentro di voi. Quando siete lontani, diventate il bersaglio del demonio. La preghiera vi avvicina a Dio. Non restate con le mani in mano. Date il meglio di voi nella missione che vi è stata affidata. La croce sarà pesante per gli abitanti dell’Ucraina. Il dolore sarà grande per i miei poveri figli. Soffro per ciò che vi attende. Avanti sul cammino che vi ho indicato. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
3.748 - 11 dicembre 2012
Cari figli, in questi giorni rimanete alla presenza di mio Figlio Gesù. Non allontanatevi dalla Sua grazia, perché solo così potrete sperimentare la Sua presenza in questo Natale. Ricolmatevi di amore, perché solo nell’Amore avrete la pace. Mio Figlio Gesù è la Pace di cui l’umanità ha bisogno. Calmate i vostri cuori. Nella serenità della preghiera incontrerete Gesù. Siete importanti per la realizzazione dei miei piani. Non vivete lontani. Ho bisogno di ciascuno di voi. Non perdetevi d’animo. Io sono sempre con voi. Vi guiderò a Colui che è il vostro Tutto. Confidate in Lui e tutto finirà bene per voi. Inginocchiatevi in preghiera. Pregate davanti alla croce e supplicate la MISERICORDIA del mio Gesù per gli uomini. Non allontanatevi dalla verità. Coraggio. Soffro per le vostre sofferenze. Quelli che stanno a Poltava chiederanno aiuto e un evento simile accadrà a Entre Rios. Pregate, pregate, pregate. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
Poltava (in ucraino e russo: Полтава) è una città di 308.500 abitanti dell'Ucraina centrale, capoluogo amministrativo dell'oblast' omonimo e dello stesso raion. È situata sulla riva destra del fiume Vorskla.
Entre Rios (in lingua portoghese) o Entre Ríos (in lingua spagnola) si può riferire a:
· Repubblica di Entre Ríos, stato sudamericano esistito dal 1820 al 1821
· Provincia di Entre Ríos, una delle 23 province argentine
· Entre Ríos - comune del Dipartimento di Cochabamba
· Entre Rios - comune del Dipartimento di Tarija
· Entre Rios, municipio dello stato di Bahia
· Entre Rios, municipio dello stato di Santa Catarina
· Entre Rios de Minas, municipio dello stato di Minas Gerais
· Entre Rios do Oeste - comune del Paraná
· Entre Rios do Sul - comune del Rio Grande do Sul
3.749 - 13 dicembre 2012
Cari figli, RALLEGRATEVI nel Signore, perché Egli è la vostra speranza e salvezza. Non tiratevi indietro. Voi appartenete al Signore ed Egli si aspetta molto da voi. Non state con le mani in mano. Annunciate a tutti quello che state ascoltando. Non rimanete in silenzio. Dio ha fretta. Non rimandate a domani quello che dovete fare. L’umanità cammina verso l’abisso dell’autodistruzione, ma voi potete cambiare questa situazione. Tornate a Colui che è il vostro unico e vero Salvatore. Inginocchiatevi in preghiera per quelli che stanno a Donetsk. La morte verrà e il dolore sarà grande per i miei poveri figli. Avanti senza paura. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
Donec'k (ucr. Донецьк, rus. Доне́цк, traslitt. anche Donetsk) è una città di 1.131.700 abitanti (nel 2005) dell'Ucraina orientale, sul fiumeKalmius. Dal punto di vista amministrativo è il capoluogo dell'Oblast' di Donec'k, mentre storicamente è la capitale non ufficiale e la maggiore città della regione del Bacino del Donec.
Doneck è una città della Russia europea meridionale (oblast' di Rostov).
Sorge nel bacino carbonifero del Donbass, nella parte occidentale della oblast', nella parte nordorientale delle alture del Donec sulle sponde delSeverskij Donec, 115 chilometri a nord del capoluogo regionale Rostov-sul-Don.[1]
MESSAGGIO DI ANGUERA N.
3.396 DEL 6/11/2010, LA SOLA PARTE PROFETICA DEL MESSAGGIO, E' STATA
DECLASSATA DA PROFEZIA O MIRACOLO INTELLETTUALE, A SEMPLICE PREDIZIONE DI
EVENTI FUTURI CONOSCENDO LE CAUSE NATURALI (ANTROPICHE). RIMANE INALTERATA LA
VALIDITA' DELLA PARTE SPIRITUALE DEL MESSAGGIO, CONFORME ALLA DOTTRINA CATTOLICA.
COMMENTO AL CONTENUTO DEL MESSAGGIO: LA MADONNA DEI DOLORI E DELLE LACRIME, PATISCE ASSIEME AL POPOLO UCRAINO (COMPATIRE), LE CONSEGUENZE DI SCELTE E DECISIONI DI POLITICHE ESTERE UMANAMENTE PREVEDIBILI NELLE RAGIONI DI FONDO, E DALLE CONSEGUENZE ANCORA POLITICAMENTE EVITABILI NEGLI EFFETTI GEOPOLITICI SU LARGA SCALA.
COMMENTO AL CONTENUTO DEL MESSAGGIO: LA MADONNA DEI DOLORI E DELLE LACRIME, PATISCE ASSIEME AL POPOLO UCRAINO (COMPATIRE), LE CONSEGUENZE DI SCELTE E DECISIONI DI POLITICHE ESTERE UMANAMENTE PREVEDIBILI NELLE RAGIONI DI FONDO, E DALLE CONSEGUENZE ANCORA POLITICAMENTE EVITABILI NEGLI EFFETTI GEOPOLITICI SU LARGA SCALA.
L' Immagine: Maria, la Donna
Vestita di Sole dell' Apocalisse, Regina dei Profeti, si spoglia dei suoi
attributi per chinarsi come Madre Consolatrice sui suoi Figli afflitti.
IL MESSAGGIO 3.749 SU DONETSK E' PROTETICO IN QUANTO COME IPOTESI, E' LA PIU' RAZIONALE, CIOE' CONSONA ALLA DIGNITA' DELL' INTELLETTO UMANO.Massimiliano Bruno
Teol -
Fondamentale: PROFEZIA
Voci selezionate dal Dizionario di
Teologia Dogmatica". PROFEZIA. (dal gr. parlare in vece di un altro, a nome di un
altro): significa in generale «interpretazione».
In senso più ristretto la profezia
è la manifestazione di cose occulte agli uomini, ed in senso specifico è la «predizione
certa e determinata di un evento futuro che non può essere noto dalle cause
naturali». Essendo un miracolo di ordine
intellettuale, la profezia è, col
miracolo propriamente detto, un criterio esterno per la conoscenza della
rivelazione.
Predizione
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La predizione è l'atto di
annunciare in anticipo l'avverarsi di eventi futuri;
con lo stesso termine si indica anche l'evento che è stato
annunciato.........omissis...
SARAH PALIN PREVISIONE
OTTOBRE 2008 RIDICOLARIZZATA DAI MASS-MEDIA DELL' EPOCA. ANALOGA PREDIZIONE
MITT ROMNEY IL 26 MARZO 2012
Russia e Ucraina, le
profezie di Sarah Palin e Mitt Romney che vennero derise da Barack Obama
Era l'ottobre del 2008, giorni di tensione
tra Russia e Georgia, e la Palin, in un evento pubblico a Reno, Nevada,
dichiarò: 'Dopo che l'esercito russo ha invaso la nazione della Georgia, la
reazione del Senatore Obama è stata di indecisione e di equidistanza, il tipo
di risposta che può solo incoraggiare Putin,
come prossimo passo, a invadere l'Ucraina.
COMMENTO: LA CRISI POLITICO-MILITARE CHE COINVOLGE I
SEGUENTI ATTORI POLITICI INTERNAZIONALI (UCRAINA-CRIMEA-RUSSIA-UE-CINA),
DETERMINERA' UN AUMENTO DEL PREZZO DEL GAS E DEL GRANO ESPORTATO DALL'
UCRAINA AL RESTO DEL MONDO.
SE L' AUMENTO DEI PREZZI NON SARA' CONTROLLATO
DA POLITICHE ECONOMICHE COMUNITARIE DI CONTENIMENTO, PORTERA' AD UNA
SPECULAZIONE ECONOMICA DELLE SOLITE NOTE MULTINAZIONALI, CHE SFOCIERA' IN
UN AUMENTO INCONTROLLATO DI TUTTI I GENERI DI PRIMA NECESSITA', AUMENTO
DELL' INFLAZIONE, E DISORDINI/PROTESTE SOCIALI GENERALIZZATI NELLE
MAGGIORI CITTA' EUROPEE.
Massimiliano Bruno
Massimiliano Bruno
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DONETSK
Piazza dell'Indipendenza (Kiev)
Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La piazza dell'Indipendenza o Majdán
Nezaléžnosti (ucraino: Майдан
Незалежності) è la piazza centrale di Kiev,
capitale dell'Ucraina. Attraversata dalla Chreščatik è
una delle principali piazze della città che ha conosciuto molte denominazioni,
ma è spesso chiamata semplicemente Majdan.[1] Durante
la rivoluzione arancione nel 2004, è il luogo di ritrovo per i
manifestanti.
Fra novembre 2013 e febbraio 2014
è stata teatro di sanguinosi scontri che hanno portato alla caduta del regime presidenziale
di Viktor Janukovyč.
Il movimento antigovernativo è stato rinominato Euromajdán per la sua
propensione, almeno iniziale, pro-europeista e in virtù del fatto che tale
movimento ebbe il suo quartier generale nella piazza principale di Kiev.
Note
1.
^ Ossia "Piazza". Si noti che lo stesso termine
viene usato in lingua araba e in lingua persiana, che con l'ucraino peraltro
nulla hanno a che fare.
Collegamenti esterni
- Crisi
della Crimea del 2014
- Crisi della Crimea del 2014
Da Wikipedia,
l'enciclopedia libera.
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Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 28 apr 2014
alle 17:21.
(La crisi della Crimea è una conseguenza dei disordini in Ucraina nel 2014, localizzata nella penisola della
Crimea, la cui popolazione è per maggioranza di etnia russa. Nel febbraio 2014 il presidente e
il governo ucraino regolarmente in carica sono stati esautorati dal parlamento
in seguito ai fatti dell'Euromaidan.
Il governo locale della Crimea
ha rifiutato di riconoscere il nuovo governo e il nuovo presidente ucraino,
essendo il cambiamento avvenuto in contrasto con la costituzione ucraina
vigente, dichiarando la propria volontà di separarsi dall'Ucraina. Un
referendum ha sancito la volontà della popolazione di Crimea di lasciare
l'Ucraina ed entrare nella Federazione Russa.
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Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 28 apr 2014
alle 17:21.
(La crisi della Crimea è una conseguenza dei disordini in Ucraina nel 2014, localizzata nella penisola della
Crimea, la cui popolazione è per maggioranza di etnia russa. Nel febbraio 2014 il presidente e
il governo ucraino regolarmente in carica sono stati esautorati dal parlamento
in seguito ai fatti dell'Euromaidan.
Il governo locale della Crimea
ha rifiutato di riconoscere il nuovo governo e il nuovo presidente ucraino,
essendo il cambiamento avvenuto in contrasto con la costituzione ucraina
vigente, dichiarando la propria volontà di separarsi dall'Ucraina. Un
referendum ha sancito la volontà della popolazione di Crimea di lasciare
l'Ucraina ed entrare nella Federazione Russa.
Antefatti
La Russia ha negoziato il 21 aprile 2010 con l'allora presidente dell'Ucraina Viktor Janukovyč un accordo per la concessione prolungata di
basi russe in territorio ucraino. Nel trattato, noto come accordi di Charkiv, è
stata concordata un'estensione di 25 anni (dal 2017 al 2042 con ulteriore
opzione fino al 2047) del precedente contratto ventennale negoziato nel 1997 di
affitto delle infrastrutture portuali nella città di Sebastopoli, base storica della Flotta russa del Mar Nero in cambio della riduzione per 10 anni del
prezzo del gas russo all'Ucraina e di un aumento dell'affitto della base navale.[6] Il
negoziato ha esteso la durata di un accordo già esistente e negoziato nel
maggio 1997 tra l'allora presidente russo Boris El'cin e Leonid Kučma, secondo presidente dell'Ucraina
indipendente, per terminare il contenzioso intorno al futuro della flotta ex
sovietica del Mar Nero, ancorata a Sebastopoli e numericamente molto
consistente con circa 835 navi tra quelle da guerra e quelle ausiliarie.[6]
Sebastopoli è anche la
principale base navale della marina militare ucraina,
numericamente molto inferiore rispetto alla Flotta russa del Mar Nero.
Altra città strategicamente importante è Kerč', situata all'imboccatura del Mar d'Azov, porto ampio anche se non militarizzato e
con un vicino aeroporto militare dismesso, Baherovo (Багерове авіабаза)[7], con pista in cemento di 3 500 m da
cui possono operare anche trasporti pesanti. Per la Russia la Crimea è
importantissima per il controllo del Mar Nero, nel quale altrimenti potrebbe
operare solo dal porto di Novorossijsk.
La composizione etnica della repubblica autonoma di Crimea è a
maggioranza russa, circa il 58%, secondo gruppo etnico è quello ucraino (24%);
nella penisola è presente anche una forte minoranza tatara (12%).
Inoltre, il russo è considerato la lingua madre da tre quarti dei suoi
abitanti, mentre l’ucraino solo da un decimo. Secondo le stime ufficiali
dell’Istituto internazionale di sociologia di Kiev, il 97% degli abitanti usa
la lingua russa per comunicare.[8] Secondo
alcuni media occidentali, la minoranza tatara sarebbe preoccupata per la
possibilità di un ripetersi della deportazione effettuata da
Stalin nel 1944.[9]
La Russia ha negoziato il 21 aprile 2010 con l'allora presidente dell'Ucraina Viktor Janukovyč un accordo per la concessione prolungata di
basi russe in territorio ucraino. Nel trattato, noto come accordi di Charkiv, è
stata concordata un'estensione di 25 anni (dal 2017 al 2042 con ulteriore
opzione fino al 2047) del precedente contratto ventennale negoziato nel 1997 di
affitto delle infrastrutture portuali nella città di Sebastopoli, base storica della Flotta russa del Mar Nero in cambio della riduzione per 10 anni del
prezzo del gas russo all'Ucraina e di un aumento dell'affitto della base navale.[6] Il
negoziato ha esteso la durata di un accordo già esistente e negoziato nel
maggio 1997 tra l'allora presidente russo Boris El'cin e Leonid Kučma, secondo presidente dell'Ucraina
indipendente, per terminare il contenzioso intorno al futuro della flotta ex
sovietica del Mar Nero, ancorata a Sebastopoli e numericamente molto
consistente con circa 835 navi tra quelle da guerra e quelle ausiliarie.[6]
Sebastopoli è anche la
principale base navale della marina militare ucraina,
numericamente molto inferiore rispetto alla Flotta russa del Mar Nero.
Altra città strategicamente importante è Kerč', situata all'imboccatura del Mar d'Azov, porto ampio anche se non militarizzato e
con un vicino aeroporto militare dismesso, Baherovo (Багерове авіабаза)[7], con pista in cemento di 3 500 m da
cui possono operare anche trasporti pesanti. Per la Russia la Crimea è
importantissima per il controllo del Mar Nero, nel quale altrimenti potrebbe
operare solo dal porto di Novorossijsk.
La composizione etnica della repubblica autonoma di Crimea è a
maggioranza russa, circa il 58%, secondo gruppo etnico è quello ucraino (24%);
nella penisola è presente anche una forte minoranza tatara (12%).
Inoltre, il russo è considerato la lingua madre da tre quarti dei suoi
abitanti, mentre l’ucraino solo da un decimo. Secondo le stime ufficiali
dell’Istituto internazionale di sociologia di Kiev, il 97% degli abitanti usa
la lingua russa per comunicare.[8] Secondo
alcuni media occidentali, la minoranza tatara sarebbe preoccupata per la
possibilità di un ripetersi della deportazione effettuata da
Stalin nel 1944.[9]
La crisi
La Russia è intervenuta nei primi giorni di marzo 2014 spostando
truppe regolari, spesso con uniformi prive di contrassegni, nella penisola di
Crimea, e bloccando con le sue navi da guerra il porto di Sebastopoli ai
movimenti delle navi ucraine; il dispiegamento di truppe è stato comunque
approvato dal parlamento russo con lo scopo "di proteggere la popolazione
di etnia russa in Crimea".[10] L'Ucraina
ha risposto mettendo in mobilitazione le sue forze armate, anche se l'obiettivo
principale è quello di risolvere la questione per via diplomatica in quanto le
forze armate ucraine in nessun caso sarebbero in grado di confrontarsi con
quelle russe sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. La Russia ha
risposto affermando che le sue truppe non lasceranno il territorio della Crimea
finché la situazione non si sarà stabilizzata. Alcuni stati tra cui gli Stati Uniti d'America,
il Canada,
la Francia,
la Germania,
l'Italia,
la Polonia,
il Regno Unito e
l'organo dell'Unione europea hanno accusato la Russia di aver violato le
leggi internazionali e di aver destabilizzato la sovranità ucraina.
Il 4 marzo unità paramilitari armate, ma senza contrassegni,
hanno iniziato a presidiare il locale parlamento che ha rifiutato il
governatore nominato dal governo centrale; tali unità sono state sostituite il
6 marzo da paramilitari con segni distintivi cosacchi e disarmati.[11] Contemporaneamente
sono state formate "milizie di autodifesa" dalla locale popolazione
russa. Sempre il 6 marzo, i russi hanno affondato un incrociatore antisommergibili
in disarmo, lo Ochakov della classe Kara inoperativo
dal 2000[12], all'imbocco del porto di Donuzlav, base
navale e quartier generale della marina ucraina per la zona sud (Південна
військово-морська база, base navale Sud), bloccandovi cinque unità da guerra
ucraine[11]; l'operazione è stata compiuta da un
rimorchiatore, scortato da unità da guerra guidate dall'incrociatore
lanciamissili Moskva, che
ha posizionato la nave, affondata poi da cariche di demolizione[11][13][14]; vicino alla base, nella città di Myrnyi, sono
dislocati reparti della 15ª brigata motorizzata indipendente russa [15]; affacciato sulla baia esiste
un grosso campo di aviazione dismesso. Anche l'aeroporto
militare di Belbek è stato
occupato da militari russi che ne hanno estromesso i militari ucraini
approfittando del vuoto di potere a Kiev durante la fuga di Janukovyč,
rifiutando di restituirne il controllo; il ministro ucraino Arsen Avakov ha
dichiarato su Twitter "Posso solo descrivere il fatto come
una invasione ed occupazione militare".[16][17] Anche
la base dell'esercito ucraino nel villaggio di Pereval'noe è stata circondata e bloccata da militari,
presumibilmente russi, mentre proteste di attiviste del movimento FEMEN sono
state represse a Sebastopoli.[11]
Il 6 marzo 2014, il Supremo
Consiglio della Crimea ha compilato ed inviato una richiesta al presidente
russo Vladimir Putin nella quale viene esplicitamente richiesto
di entrare a far parte della Russia.
Nella stessa data il vice primo ministro della repubblica autonoma di Crimea,
Rustam Temirgaliev, ha dichiarato che le forze ucraine ancora presenti sul
territorio saranno costrette ad arrendersi o andarsene, e che "le uniche
forze armate legali sul territorio della Crimea sono le forze armate
russe".[11]
L'11 marzo 2014, con 4 giorni
di anticipo rispetto al referendum indetto, il Parlamento della Crimea ha
votato per l'autonomia della Crimea dall'Ucraina con 78 voti favorevoli su 81
votanti.
Il 15 marzo 2014, alla vigilia
del Referendum, le truppe russe e quelle ucraine si scontrano per il controllo
del villaggio di Strilkove, nell'Oblast' di Cherson,
pochi chilometri a nord della Crimea.[18]L'attacco viene respinto, mentre il
ministro della Difesa attiva le forze aeree.
Secondo i risultati del
referendum del 16 marzo 2014, il 96,77% (l'80% degli aventi diritto al voto)
dei cittadini di Crimea si è espresso a favore della riunificazione con la
Russia, votando sì all'annessione della penisola alla Federazione Russa. Al referendum
hanno partecipato 1.274.096 persone, pari all'83,1% degli aventi diritto al
voto.[19]
La Russia è intervenuta nei primi giorni di marzo 2014 spostando
truppe regolari, spesso con uniformi prive di contrassegni, nella penisola di
Crimea, e bloccando con le sue navi da guerra il porto di Sebastopoli ai
movimenti delle navi ucraine; il dispiegamento di truppe è stato comunque
approvato dal parlamento russo con lo scopo "di proteggere la popolazione
di etnia russa in Crimea".[10] L'Ucraina
ha risposto mettendo in mobilitazione le sue forze armate, anche se l'obiettivo
principale è quello di risolvere la questione per via diplomatica in quanto le
forze armate ucraine in nessun caso sarebbero in grado di confrontarsi con
quelle russe sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. La Russia ha
risposto affermando che le sue truppe non lasceranno il territorio della Crimea
finché la situazione non si sarà stabilizzata. Alcuni stati tra cui gli Stati Uniti d'America,
il Canada,
la Francia,
la Germania,
l'Italia,
la Polonia,
il Regno Unito e
l'organo dell'Unione europea hanno accusato la Russia di aver violato le
leggi internazionali e di aver destabilizzato la sovranità ucraina.
Il 4 marzo unità paramilitari armate, ma senza contrassegni,
hanno iniziato a presidiare il locale parlamento che ha rifiutato il
governatore nominato dal governo centrale; tali unità sono state sostituite il
6 marzo da paramilitari con segni distintivi cosacchi e disarmati.[11] Contemporaneamente
sono state formate "milizie di autodifesa" dalla locale popolazione
russa. Sempre il 6 marzo, i russi hanno affondato un incrociatore antisommergibili
in disarmo, lo Ochakov della classe Kara inoperativo
dal 2000[12], all'imbocco del porto di Donuzlav, base
navale e quartier generale della marina ucraina per la zona sud (Південна
військово-морська база, base navale Sud), bloccandovi cinque unità da guerra
ucraine[11]; l'operazione è stata compiuta da un
rimorchiatore, scortato da unità da guerra guidate dall'incrociatore
lanciamissili Moskva, che
ha posizionato la nave, affondata poi da cariche di demolizione[11][13][14]; vicino alla base, nella città di Myrnyi, sono
dislocati reparti della 15ª brigata motorizzata indipendente russa [15]; affacciato sulla baia esiste
un grosso campo di aviazione dismesso. Anche l'aeroporto
militare di Belbek è stato
occupato da militari russi che ne hanno estromesso i militari ucraini
approfittando del vuoto di potere a Kiev durante la fuga di Janukovyč,
rifiutando di restituirne il controllo; il ministro ucraino Arsen Avakov ha
dichiarato su Twitter "Posso solo descrivere il fatto come
una invasione ed occupazione militare".[16][17] Anche
la base dell'esercito ucraino nel villaggio di Pereval'noe è stata circondata e bloccata da militari,
presumibilmente russi, mentre proteste di attiviste del movimento FEMEN sono
state represse a Sebastopoli.[11]
Il 6 marzo 2014, il Supremo
Consiglio della Crimea ha compilato ed inviato una richiesta al presidente
russo Vladimir Putin nella quale viene esplicitamente richiesto
di entrare a far parte della Russia.
Nella stessa data il vice primo ministro della repubblica autonoma di Crimea,
Rustam Temirgaliev, ha dichiarato che le forze ucraine ancora presenti sul
territorio saranno costrette ad arrendersi o andarsene, e che "le uniche
forze armate legali sul territorio della Crimea sono le forze armate
russe".[11]
L'11 marzo 2014, con 4 giorni
di anticipo rispetto al referendum indetto, il Parlamento della Crimea ha
votato per l'autonomia della Crimea dall'Ucraina con 78 voti favorevoli su 81
votanti.
Il 15 marzo 2014, alla vigilia
del Referendum, le truppe russe e quelle ucraine si scontrano per il controllo
del villaggio di Strilkove, nell'Oblast' di Cherson,
pochi chilometri a nord della Crimea.[18]L'attacco viene respinto, mentre il
ministro della Difesa attiva le forze aeree.
Secondo i risultati del
referendum del 16 marzo 2014, il 96,77% (l'80% degli aventi diritto al voto)
dei cittadini di Crimea si è espresso a favore della riunificazione con la
Russia, votando sì all'annessione della penisola alla Federazione Russa. Al referendum
hanno partecipato 1.274.096 persone, pari all'83,1% degli aventi diritto al
voto.[19]
18 marzo 2014
Un attivista tartaro, Reshat
Ametov, scomparso durante una manifestazione il 3 marzo 2014, è stato trovato
morto con segni di violenza. Secondo testimoni era stato stato prelevato da uomini
con giacche in stile militare.[3][4][5]
A Zurigo,
davanti la sede della FIFA,
una ventina di persone giunte direttamente da Kiev, ha inscenato una
manifestazione di protesta chiedendo l'esclusione della nazionale russa dai
Mondiali brasiliani e di togliere alla Russia l'organizzazione di quelli del
2018.[20]
Secondo il quotidiano online
Ukrajinska Pravda (Verità ucraina), che cita Vladyslav Seleznëv, portavoce del
ministero della Difesa ucraino, i soldati ucraini della base militare di Simferopoli
"sarebbero stati arrestati".[21]
Anche il parlamento della Transnistria chiede
l'adesione alla Federazione Russa.[22]
Gli Stati Uniti d'America valutano la possibilità di una rotazione
delle proprie truppe nel Baltico e l'eventualità di esercitazioni navali allo
scopo di "assicurare la protezione degli alleati Nato da
aggressioni russe". Queste sono state le dichiarazioni del vice presidente
degli USA Joe Biden, a Varsavia dopo aver incontrato il presidente estone Toomas Hendrik Ilves.[23]
Nella piazza Rossa di Mosca si sono
ritrovate 120.000 persone per festeggiare l'annessione della Crimea alla
Federazione Russa.[24]
Il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, nel corso di una conversazione
telefonica, riferisce al "collega" John Kerry che le
sanzioni occidentali sono inaccettabili e "non rimarranno prive di
conseguenze".[25]
Un membro delle forze
filo-russe di auto-difesa della Crimea è stato ucciso e due sono stati feriti
da cecchini a Simferopoli mentre erano in cerca di un gruppo non identificato
di uomini armati segnalato da residenti locali.[28]
Un attivista tartaro, Reshat
Ametov, scomparso durante una manifestazione il 3 marzo 2014, è stato trovato
morto con segni di violenza. Secondo testimoni era stato stato prelevato da uomini
con giacche in stile militare.[3][4][5]
A Zurigo,
davanti la sede della FIFA,
una ventina di persone giunte direttamente da Kiev, ha inscenato una
manifestazione di protesta chiedendo l'esclusione della nazionale russa dai
Mondiali brasiliani e di togliere alla Russia l'organizzazione di quelli del
2018.[20]
Secondo il quotidiano online
Ukrajinska Pravda (Verità ucraina), che cita Vladyslav Seleznëv, portavoce del
ministero della Difesa ucraino, i soldati ucraini della base militare di Simferopoli
"sarebbero stati arrestati".[21]
Anche il parlamento della Transnistria chiede
l'adesione alla Federazione Russa.[22]
Gli Stati Uniti d'America valutano la possibilità di una rotazione
delle proprie truppe nel Baltico e l'eventualità di esercitazioni navali allo
scopo di "assicurare la protezione degli alleati Nato da
aggressioni russe". Queste sono state le dichiarazioni del vice presidente
degli USA Joe Biden, a Varsavia dopo aver incontrato il presidente estone Toomas Hendrik Ilves.[23]
Nella piazza Rossa di Mosca si sono
ritrovate 120.000 persone per festeggiare l'annessione della Crimea alla
Federazione Russa.[24]
Il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, nel corso di una conversazione
telefonica, riferisce al "collega" John Kerry che le
sanzioni occidentali sono inaccettabili e "non rimarranno prive di
conseguenze".[25]
Un membro delle forze
filo-russe di auto-difesa della Crimea è stato ucciso e due sono stati feriti
da cecchini a Simferopoli mentre erano in cerca di un gruppo non identificato
di uomini armati segnalato da residenti locali.[28]
19 marzo 2014
Il presidente americano Barack Obama e la
cancelliera tedesca Angela Merkel hanno avuto un colloquio telefonico in cui
"hanno condannato le mosse della Russia per l'annessione formale della Crimea.[29][30] [31]
Secondo la Russia, ad Herman Van Rompuy è stato impedito di recarsi in Russia dai
suoi colleghi.[32]
A Sebastopoli, alcune centinaia di manifestanti filo
russi hanno fatto irruzione nella sede dello stato maggiore della marina
militare ucraina e hanno ammainato la bandiera ucraina issando la bandiera
russa [33][34][35]. Dopo poche ora i manifestanti
lasciano spontaneamente la base.[36]
Per Mosca esiste il pericolo di
"spargimenti di sangue" nelle regioni filo-russe dell'est dell'Ucraina,
se le autorità di Kiev non faranno "attenzione" alla
situazione della popolazione di origine russa delle regioni orientali. Il
monito è stato lanciato dal portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov.[37]
Il vice procuratore generale di
Kiev, Mykola Golomša,
ha reso noto che sono stati individuati i cecchini che hanno fatto strage di
manifestanti il 20 febbraio a Kiev, nei pressi di Piazza Maidan, e
che avrebbero sparato anche sui poliziotti. Secondo la Procura, tra gli
indagati ci sono dei cittadini non ucraini, ma ha escluso collegamenti con gli
uomini al potere oggi a Kiev.[38][39]
Le milizie filorusse in Crimea
hanno affermato di aver catturato il comandante della marina ucraina Serhij Hajduk.[40]
Vladislav
Seleznëv,
ministro della difesa ucraino fa sapere che nell'ovest dell'Ucraina militari russi avrebbero tentato di entrare
in una base ucraina in Crimea abbattendo il cancello con un trattore, ma si
sarebbero fermati di fronte ai militari ucraini armati.[41][42]
Oleksandr Turčynov,
presidente ucraino, dà l'ultimatum per la liberazione del vice ammiraglio
della marina Aleksandr Vitko.[44]
Il vicepremier della Crimea, Temirgaliev, ha
annunciato che il governo di Crimea ha chiesto ai tatari "di lasciare
parte delle proprie terre richieste per scopi sociali" nel quadro di una
riorganizzazione e regolarizzazione della proprietà delle terre occupate dai
tartari dopo il loro ritorno dall'esilio. Termigaliev ha anche affermato che il
governo è pronto a distribuire ai tartari altre terre e a regolarizzare la
proprietà delle rimanenti.[45]
Il presidente americano Barack Obama e la
cancelliera tedesca Angela Merkel hanno avuto un colloquio telefonico in cui
"hanno condannato le mosse della Russia per l'annessione formale della Crimea.[29][30] [31]
Secondo la Russia, ad Herman Van Rompuy è stato impedito di recarsi in Russia dai
suoi colleghi.[32]
A Sebastopoli, alcune centinaia di manifestanti filo
russi hanno fatto irruzione nella sede dello stato maggiore della marina
militare ucraina e hanno ammainato la bandiera ucraina issando la bandiera
russa [33][34][35]. Dopo poche ora i manifestanti
lasciano spontaneamente la base.[36]
Per Mosca esiste il pericolo di
"spargimenti di sangue" nelle regioni filo-russe dell'est dell'Ucraina,
se le autorità di Kiev non faranno "attenzione" alla
situazione della popolazione di origine russa delle regioni orientali. Il
monito è stato lanciato dal portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov.[37]
Il vice procuratore generale di
Kiev, Mykola Golomša,
ha reso noto che sono stati individuati i cecchini che hanno fatto strage di
manifestanti il 20 febbraio a Kiev, nei pressi di Piazza Maidan, e
che avrebbero sparato anche sui poliziotti. Secondo la Procura, tra gli
indagati ci sono dei cittadini non ucraini, ma ha escluso collegamenti con gli
uomini al potere oggi a Kiev.[38][39]
Le milizie filorusse in Crimea
hanno affermato di aver catturato il comandante della marina ucraina Serhij Hajduk.[40]
Vladislav
Seleznëv,
ministro della difesa ucraino fa sapere che nell'ovest dell'Ucraina militari russi avrebbero tentato di entrare
in una base ucraina in Crimea abbattendo il cancello con un trattore, ma si
sarebbero fermati di fronte ai militari ucraini armati.[41][42]
Oleksandr Turčynov,
presidente ucraino, dà l'ultimatum per la liberazione del vice ammiraglio
della marina Aleksandr Vitko.[44]
Il vicepremier della Crimea, Temirgaliev, ha
annunciato che il governo di Crimea ha chiesto ai tatari "di lasciare
parte delle proprie terre richieste per scopi sociali" nel quadro di una
riorganizzazione e regolarizzazione della proprietà delle terre occupate dai
tartari dopo il loro ritorno dall'esilio. Termigaliev ha anche affermato che il
governo è pronto a distribuire ai tartari altre terre e a regolarizzare la
proprietà delle rimanenti.[45]
Sviluppi
Le unità militari ucraine hanno
avuto ordine di lasciare le loro basi; l'ultimo reparto, una unità meccanizzata
dell'esercito, ha lasciato la propria procedendo con un convoglio verso
l'Ucraina; il cambio di regime nella regione e il ricongiungimento con la
Russia è stato riconosciuto solo da alcuni governi. Il segretario generale
della NATO Anders Fogh Rasmussen come anche il North Atlantic Council hanno
condannato le azioni russe e ritengono nullo il referendum indetto dalla
popolazione della Repubblica Autonoma di Crimea per violazione della
costituzione ucraina.[46]. Le città di Charkiv, Donec'k e Luhans'k proclamano delle repubbliche popolari; le
forze armate ucraine tentano di reprimere con la forza le azioni intraprese
dalle formazioni filo-russe nelle provincie orientali. [47]
Le unità militari ucraine hanno
avuto ordine di lasciare le loro basi; l'ultimo reparto, una unità meccanizzata
dell'esercito, ha lasciato la propria procedendo con un convoglio verso
l'Ucraina; il cambio di regime nella regione e il ricongiungimento con la
Russia è stato riconosciuto solo da alcuni governi. Il segretario generale
della NATO Anders Fogh Rasmussen come anche il North Atlantic Council hanno
condannato le azioni russe e ritengono nullo il referendum indetto dalla
popolazione della Repubblica Autonoma di Crimea per violazione della
costituzione ucraina.[46]. Le città di Charkiv, Donec'k e Luhans'k proclamano delle repubbliche popolari; le
forze armate ucraine tentano di reprimere con la forza le azioni intraprese
dalle formazioni filo-russe nelle provincie orientali. [47]
Voci correlate
·
Euromaidan
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La cosiddetta Euromaidan (in ucraino: Євромайдан[?], traslitterato: Jevromajdan;
letteralmente Europiazza)
è una serie di manifestazioni e disordini civili in corso in Ucraina che hanno avuto inizio la notte del 21
novembre 2013, subito dopo la sospensione, da parte del governo ucraino, di un
accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione europea.
La portata delle proteste si è
evoluta, con molte richieste di dimissioni del presidente Viktor Janukovyč e del suo governo. Molti manifestanti
si sono aggiunti alla causa dopo le violenze subite dai manifestanti il 30
novembre 2013. Dal 25 gennaio 2014 le finalità delle proteste sono cambiate: da
una iniziale manifestazione pro-europeista si è passato ad una generale
percezione di diffusa corruzione degli organi di governo, di abuso di potere e
di violazione dei diritti umani in Ucraina. A seguito dei gravissimi scontri
del 18 febbraio l'Euromaidan è considerata una guerra civile da parte di
alcuni.
Le manifestazioni iniziarono la
notte del 21 novembre 2013, quando scoppiarono proteste spontanee nella
capitale Kiev,
dopo che il governo ucraino aveva sospeso i preparativi per la firma di un
accordo di associazione e di libero scambio con l'Unione europea, a favore della ripresa di relazioni
economiche più strette con la Russia.
Dopo alcuni giorni di manifestazioni, un numero crescente di studenti
universitari si unì alle proteste.
Pur non avendo ancora ottenuto
il risultato di rinnovare l'integrazione tra Unione Europea e Ucraina,
l'Euromaidan è stata ripetutamente caratterizzata come un evento di grande
simbolismo politico per l'Unione Europea, in particolare come "il più
grande raduno pro-europeista mai avvenuto nella storia".
Le proteste sono tuttora in
corso, nonostante la presenza pesante della polizia, le rigide temperature
sotto zero e la neve. L'escalation di violenza da parte delle forze governative
nella prima mattina del 30 novembre 2013 ha fatto salire il livello delle
proteste, con una presenza di 400.000-800.000 dimostranti a Kiev durante il
fine settimana del 1º dicembre e dell'8 dicembre 2013. Nelle settimane
successive, la partecipazione nella protesta ha oscillato fra le 50.000 e
200.000 persone durante i raduni organizzati. Violenti scontri hanno avuto
luogo il 1º dicembre e dal 19 al 25 gennaio 2014, in risposta alla brutalità
della polizia e la repressione del governo. Dal 23 gennaio in varie province (Oblast)
occidentali dell'Ucraina gli edifici del Governatore e dei consigli regionali
sono stati occupati da attivisti dell'Euromaidan. Nelle città russofone di Zaporižžja, Sumy e Dnipropetrovs'k i
manifestanti hanno cercato di prendere possesso anche delle sedi del governo
locale, con un forte contrasto da parte della polizia.
Contesto
Etimologia del
nome
Il movimento è stato nominato Euromaidan dall'emittente radiofonica Radio Free Europe, un nome giustificato
dall'importanza degli eventi avvenuti in Piazza dell'Indipendenza (in ucraino:Майдан Незалежності[?], traslitterato: Majdán Nezaléžnosti), la
piazza principale di Kiev.
Il nome del movimento è divenuto, poi Eurorevolution (in ucraino: Єврореволюція[?], traslitterato:Jevrorevoljucija).
Il termine
"Euromaidan" è stato inizialmente utilizzato come hashtag sui social network e
un account Twitter omologo è stato creato il primo giorno
delle proteste. Ben presto la manifestazione divenne popolare con questo nome
sui media internazionali. Il nome è composto di due parti: "Euro",
come abbreviazione di Europa,
e "Maidan" si riferisce a Majdán Nezaléžnosti (piazza Indipendenza), la piazza
principale di Kiev, dove sono concentrate le iniziali proteste. Durante le
proteste la parola "Maidan" (piazza) è arrivato a indicare di per sé
l'attività politica in pubblico.
Cause iniziali
Il 30 marzo 2012 l'Unione
Europea e l'Ucraina hanno avviato un accordo di associazione. Tuttavia, i
leader dell'UE in seguito dichiararono che l'accordo non sarebbe stato
ratificato, se l'Ucraina non avesse affrontato alcune questioni sulla
democrazia e sullo Stato di diritto", compresa la detenzione di Julija Tymošenko e Jurij Lucenko avvenute
rispettivamente dal 2011 e dal 2012. Nei mesi precedenti alle proteste, il
presidente ucraino Viktor Janukovyč ha esortato il Parlamento ucraino ad
adottare leggi che rispettassero i criteri fissati dell'UE. Il 25 settembre
2013 il presidente della Verchovna Rada (il parlamento ucraino) Volodymyr Rybak
ha dichiarato che era sicuro che il parlamento avrebbe approvato tutte le leggi
necessarie per soddisfare i criteri UE al fine della sottoscrizione
dell'accordo di associazione.
A metà dell'agosto 2013, la
Russia cambiò le proprie regole doganali sulle importazioni dall'Ucraina in
modo tale dal 14 agosto 2013 il Dipartimento delle Dogane russo ha fermato
tutte le merci provenienti dall'Ucraina. Tale mossa è stata vista dai politici
ucraini e da svariate fonti come l'inizio di una guerra commerciale della
Russia contro l'Ucraina, per evitare che quest'ultima firmasse l'accordo
commerciale con l'Unione europea. Il ministro ucraino per la politica
industriale, Mychajlo Korolenko, ha dichiarato il 18 dicembre 2013 che il
valore delle mancate esportazioni era sceso di 1,4 miliardi dollari (pari ad un
calo del 10% su base annua). L'ufficio di Statistica dell'Ucraina ha riferito
che nel novembre 2013, rispetto agli stessi mesi del 2012, la produzione
industriale in Ucraina era scesa del 4,9 per cento.
Il 21 novembre 2013 un decreto
del governo ucraino sospese i preparativi per la firma dell'accordo di
associazione. Il motivo ufficiale fu che nei mesi precedenti l'Ucraina aveva
vissuto "un calo della produzione industriale e delle relazioni con i
paesi della CSI".
Il governo ha inoltre assicurato la "Ucraina riprenderà la preparazione
dell'accordo europeo quando il calo della produzione industriale e le nostre
relazioni con i paesi della CSI saranno compensati dal mercato europeo".
Secondo il primo ministro ucraino Mykola Azarov, le estremamente dure condizioni
"di un prestito del Fondo Monetario Internazionale (presentate il 20
novembre 2013), che comprendevano grandi tagli di bilancio e un aumento del 40%
delle bollette del gas, erano stato l'ultimo argomento a favore della decisione
del governo ucraino di sospendere i preparativi per la firma dell'accordo di
associazione europeo. Il 7 dicembre 2013 il FMI ha precisato di non pretendere
un aumento non-graduale delle tariffe del gas naturale in Ucraina del 40%, ma
ha raccomandato che fossero progressivamente aumentate fino a un livello
economicamente giustificato, compensando le fasce di popolazione più povera per
le perdite derivanti da tale aumento rafforzando un'assistenza sociale mirata.
Lo stesso giorno il rappresentante del FMI in Ucraina, Jerome Vacher, ha dichiarato
che questo prestito del FMI valeva 4 miliardi di dollari e che avrebbe dovuto
essere collegato con una nuova politica che puntasse ad eliminare le
sproporzioni e stimolare la crescita.
Il presidente Janukovyč ha
partecipato al vertice UE del 28-29 novembre 2013 a Vilnius (dove inizialmente era prevista la
sottoscrizione dell'accordo di associazione), ma alla fine l'accordo di
associazione non è stato firmato. Sia Janukovyč sia gli alti funzionari dell'UE
hanno dichiarato di voler firmare l'accordo di associazione in una data
successiva.
Opinione pubblica sull'Euromaidan
Secondo sondaggi del dicembre
2013, il 45-50% degli ucraini supporta l'Euromaidan, mentre tra il 42-50% si è
opposto. Il maggiore sostegno alla protesta si trova a Kiev (circa il 75% della
popolazione è favorevole) e nell'Ucraina occidentale (oltre l'80%). Tra i
manifestanti dell'Euromaidan, il 55% proviene dall'ovest del paese, il 24% dal
centro e il 21% dalle regioni orientali.
In un sondaggio condotto il 7-8
dicembre, il 73% dei manifestanti era impegnato a continuare la protesta a Kiev
per il tempo necessario fino a quando non fossero soddisfatte le loro
richieste. Questo numero è aumentato fino all'82% a partire dal 3 febbraio
2014. I sondaggi mostrano anche che la nazione è spaccata in due parti: mentre
la maggioranza dei giovani è pro-europeista, le generazioni più anziane (oltre
i 50 anni) più spesso preferiscono l'unione doganale con la Bielorussia, il Kazakistan e
la Russia.
Secondo un sondaggio di
gennaio, il 45% degli ucraini sosteneva le proteste dell'Euromaidan, mentre il
48% le disapprovava.
Opinione pubblica sull'ingresso nell'Unione
europea
Secondo uno studio dell'agosto
2013 della società Research & Branding Group di Donec'k, il 49% degli
ucraini era favorevole alla sottoscrizione dell'accordo di associazione con
l'Unione europea, mentre il 31% era contrario. Tuttavia, in un successivo
sondaggio (dicembre 2013) condotto dalla stessa società, solo il 30% degli
intervistati affermava che i termini dell'accordo di associazione sarebbero
stati vantaggiosi per l'economia ucraina, mentre il 39% sosteneva il contrario.
Nello stesso sondaggio, solo il 30% riteneva che l'opposizione sarebbe in grado
di stabilizzare la società e governare bene il paese, se fosse arrivata al
potere, mentre il 37 % non era d'accordo.
Gli autori del sondaggio
condotto per GfK Group-Ucraina dal 2 al 15 ottobre 2013 affermano che il 45%
degli intervistati ritiene che l'Ucraina dovrebbe firmare l'accordo di
associazione con l'UE, mentre solo il 14% è favorevole all'adesione all'Unione
doganale di Bielorussia, Kazakistan e Russia (il 15% non ha espresso opinione).
Un altro sondaggio condotto nel
novembre 2013 da IFAK-Ucraina per DW-Trend ha mostrato che il 58% degli ucraini
sostiene l'ingresso del paese nell'Unione europea. D'altra parte un sondaggio
dell'Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev del novembre 2013 ha
evidenziato un 39% di sostegno all'ingresso del paese nell'Unione Europea e un
37% di supporto all'adesione dell'Ucraina nell'Unione doganale di Bielorussia,
Kazakistan e Russia.
Nel dicembre 2013, l'allora
primo ministro ucraino Mykola Azarov ha confutato i numeri del sondaggio
pro-europeista, affermando che molti sondaggi erano stati effettuati con
domande circa l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea, mentre in effetti il
Paese non era mai stato invitato ad aderire all'UE, ma solo a firmare l'accordo
di associazione.
Confronto con la
Le proteste pro-europeiste sono
le manifestazioni più grandi in Ucraina dopo la rivoluzione arancione del 2004, che ha visto Janukovyč
costretto a dimettersi da primo ministro per le accuse di irregolarità di voto.
Anche confrontando gli eventi del 2013 rispetto a quelli del 2004, rimanendo
l'Ucraina "un punto geopolitico chiave in Europa orientale" per la
Russia e l'Unione Europea, il The
Moscow Times ha
osservato che il governo di Janukovyč era in una posizione significativamente
più forte dopo la sua elezione nel 2010. Il Financial Times ha
detto che le proteste del 2013 sono state "in gran parte spontanee,
innescate dai social media e hanno colto impreparata l'opposizione politica
ucraina" rispetto a quelle predecedenti ben organizzate. L'hashtag # euromaidan (in ucraino # євромайдан
, in russo # евромайдан), è stato creato subito alle prime manifestazioni ed è
stato altamente utile come strumento di comunicazione per i manifestanti.
L'hashtag di protesta è rimbalzato anche sulla reteVKontakte,
un social network molto diffuso nei paesi dell'est.
Proteste, rivoluzione o colpo di stato?
Esiste un dibattito aperto se
il movimento Euromaidan costituisca una semplice protesta o una vera e propria
rivoluzione: molti leader della protesta (come Oleh Tyahnybok) utilizzano
spesso questo termine quando affrontano il pubblico.
In un'intervista Skype con
l'analista Andrij Holovatyj, Vitalij Portnikov, membro del consiglio dell'Assemblea
Nazionale "Maidan" e Presidente ed Editor del canale televisivo
ucraino TVi, ha dichiarato che l'Euromaidan è una rivoluzione.
I mezzi di comunicazione hanno
soprannominato l'evoluzione del movimento, Eurorivoluzione (in ucraino:
Єврореволюція).
Il 10 dicembre il presidente
Viktor Janukovyč ha dichiarato che la chiamata ad una rivoluzione rappresenta
una minaccia alla sicurezza nazionale
L'ex presidente georgiano, Mikheil Saak'ashvili,
ha descritto il movimento come "la prima rivoluzione geopolitica del 21°
secolo".
Secondo la legislazione ucraina
quello che è avvenuto il 21 febbraio 2014 è un vero e proprio colpo di stato in
quanto le procedure seguite dal nuovo governo sono illegali, non c'è stata
nessuna denuncia di impeachment per il presidente.
Richieste
dei manifestanti
Il 29 novembre 2013, gli
organizzatori della protesta hanno proposto una risoluzione formale in cui
veniva chiesto di:
·
Formare un comitato di coordinamento per comunicare con la
comunità europea;
·
Affermare che il presidente, il parlamento e il consiglio dei
ministri non sono in grado di svolgere una politica geopoliticamente strategica
di sviluppo per lo stato, chiedendo le dimissioni di Janukovyč;
·
Chiedere la cessazione delle repressioni politiche contro gli
attivisti dell'Euromaidan: studenti, attivisti civici e leader
dell'opposizione.
La risoluzione affermava che il
1º dicembre 2013 era il 22º anniversario del referendum per l'indipendenza
dell'Ucraina, che il gruppo si riunirà a mezzogiorno in Piazza Indipendenza per
annunciare il loro ulteriore modo di procedere.
Dopo la dispersione forzata da
parte della polizia di tutti i manifestanti dalla Maidan Nezaležnosti nella
notte del 30 novembre, la richiesta di dimissioni del ministro degli Interni
Vitaliy Zakharchenko divenne uno dei principali obiettivi dei manifestanti.
Venne sottoscritta una
petizione diretta alla Casa Bianca degli Stati Uniti per
chiedere sanzioni contro Viktor Janukovyč e i ministri del governo ucraino,
raccogliendo oltre 100.000 firme in quattro giorni.
Studenti ucraini a livello
nazionale hanno anche chiesto le dimissioni del ministro della pubblica
istruzione, Dmytro Tabačnyk.
Cronologia della protesta[Proteste iniziali a Kiev[
Il movimento di protesta
Euromaidan iniziò il 21 novembre 2013 come una manifestazione. Il 30 novembre
2013, le proteste furono disperse con violenza dalle forze di polizia
antisommossa "Berkut", scatenando disordini il giorno seguente a
Kiev. Il 1º dicembre 2013 i manifestanti rioccuparono la Piazza
dell'Indipendenza, a cui seguirono ulteriori scontri ed ultimatum sia da parte
del governo sia dell'opposizione. Questa situazione culminò in una serie di
leggi anti-protesta da parte del governo il 16 gennaio 2014, con ulteriori
disordini nella vicina Via Hruševskoho. All'inizio di febbraio 2014 si verificarono
lanci di bombe Molotov nella sede del sindacato, nonché la formazione di
squadre di "autodifesa" da parte dei manifestanti.
Il 30 novembre, i manifestanti
pacifici sono stati costretti a evacuare in maniera violenta piazza Maidan,
con un'azione che ha provocato un coro di proteste internazionali, un appello
allo sciopero generale, l'occupazione della città di Kiev
e il blocco dei siti governativi[4].
I manifestanti, calcolati in più di 100 000 unità, hanno richiesto la
deposizione del presidente Viktor Janukovyč.
L'8 dicembre 2013, centinaia di
migliaia di persone sono tornate in piazza per dire sì all’Europa e prendere le
distanze dalla Russia.
A Kiev, durante la manifestazione, la folla ha abbattuto e decapitato una
statua di Lenin[5].
Il 25 gennaio 2014 il
presidente Viktor Janukovyč ha
proposto ai leader dell'opposizione la presidenza ucraina:
questi, tuttavia, hanno ricusato l'offerta, e il giorno dopo i manifestanti
hanno occupato l'edificio delle esposizioni "Casa Ucraina", di era
sovietica, sottraendolo alle autorità.
Crisi di
Crimea del 2014
Per approfondire, vedi crisi di
Crimea del 2014.
|
La crisi di Crimea del 2014 è una delle conseguenze dell
Euromaidan, dopoché nel febbraio 2014 il governo filorusso è stato
rimpiazzato da uno filoeuropeo, in linea coi principi dell'Euromaidan; la
Russia è intervenuta nei primi giorni di marzo spostando truppe regolari nella
penisola di Crimea e bloccando con le sue navi da guerra il porto di Sebastopoli
ai movimenti delle navi ucraine; con lo scopo "di proteggere la
popolazione di etnia russa in Crimea". L'Ucraina ha risposto mettendo in
mobilitazione le sue forze armate anche se l'obiettivo principale è quello di
risolvere la questione per via diplomatica in quanto le forze armate ucraine in
nessun caso sarebbero in grado di confrontarsi con quelle russe sia dal punto
di vista quantitativo che qualitativo. La Russia ha risposto affermando che le
sue truppe non lasceranno il territorio della Crimea finché la situazione non
si sarà stabilizzata. Alcuni stati tra cui gli Stati Uniti d'America, il
Canada, la Francia, la Germania, l'Italia, la Polonia, il Regno Unito e
l'organo dell'Unione europea hanno accusato la Russia di aver violato le leggi
internazionali e di aver destabilizzato la sovranità ucraina.
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