POST DEL 20/12/2016 AGGIORNATO AL 6/10/2018
- Dal 1987, la Madonna appare ad Anguera (Brasile) al veggente Pedro Régis, dettandogli messaggi per tutta l'umanità.
- I messaggi vengono trasmessi 3 volte a settimana: ogni martedì e sabato, più un altro giorno variabile.
ULTIMO MESSAGGIO IN ITALIANO DAL SITO WEB UFFICIALE BRASILIANO
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e Twitter: https://twitter.com/angueramessaggi è un interpretazione personale e non corrisponde necessariamente al vero significato dei messaggi, degli avvertimenti della Madonna al mondo e delle profezie annunciate da Nostra Signora ad Anguera.
Si consiglia di visitare il sito web ufficiale brasiliano del veggente Pedro Regis:
http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/ e la pagina dedicata al commento delle profezie: http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/cms/list/not%C3%ADcias
(Gestore sito web: ANSA - Associacao Nossa Senhora de Anguera).
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MESSAGGI PROFETICI
DELLA MADONNA DI ANGUERA: INTERPRETAZIONI PERSONALI CON CRITERI OGGETTIVI
RAZIONALI – CASI DUBBI: DECLASSAMENTO DA PROFEZIE A PREDIZIONI O SEMPLICI
COINCIDENZE.
X – MESSAGGI PROFETICI
DELLA MADONNA DI ANGUERA, AVVERATI, IN FASE DI SVOLGIMENTO ANNO 2016.
Link: https://nostrasignoradianguera.blogspot.it/2016/09/x-messaggi-profetici-della-madonna-di_17.html
Z – GERMANIA – 15 PROFEZIE DI ANGUERA.
COPERTURA COMPLETA E
AGGIORNATA DI ATTENTATO A BERLINO, OTTENUTA COMBINANDO FONTI DI NOTIZIE IN
TUTTO IL MONDO ATTRAVERSO GOOGLE NEWS.
3.653 - 14 maggio 2012
Cari
figli, io vi amo così come siete. Non perdete la speranza. Affidatevi al
Signore ed Egli si penderà cura di voi. Solo in Lui è al vostra vittoria. INGINOCCHIATEVI
in preghiera. Ecco il tempo opportuno per il vostro ritorno. Allontanatevi dal
peccato e servite Colui che è la vostra Via, Verità e Vita. L’umanità vive
nelle tenebre del peccato e io sono venuta dal Cielo per portarvi la Luce.
Siate docili. Conosco ciascuno di voi per nome e supplicherò il mio Gesù per
voi. Coraggio. UN FATTO DOLOROSO ACCADRA’ A BERLINO E I MIEI
POVERI FIGLI PORTERANNO UNA CROCE PESANTE. UN FATTO SIMILE ACCADRA’ AD ICA Pregate. Ecco i tempi difficili per l’umanità. Non
state con le mani in mano. Mio Figlio vi ama e vi attende con immenso amore di
Padre. Avanti senza paura. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome
della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una
volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Rimanete nella pace.
*Germania
**Toponimi
§ Rio Ica - fiume del Perù
Attentato di
Berlino del 19 dicembre 2016
Da Wikipedia, l'enciclopedia
libera.
·
Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 12 ago 2018
alle 01:17.
Attentato di
Berlino del 19 dicembre 2016
Attentato di Berlino del 19 dicembre 2016
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Il luogo dell'attentato
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Tipo
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Data
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Luogo
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Stato
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Coordinate
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Obiettivo
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Civili
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Responsabili
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Motivazione
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Terrorismo islamico
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Conseguenze
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Morti
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12
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Feriti
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56
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L'attentato
di Berlino è stato un attacco terroristico avvenuto il 19
dicembre 2016, che ha provocato 12 morti e 56 feriti tra gli
avventori di un mercatino di Nataledi Berlino.
Un autoarticolato con targa polacca, proveniente
dall'Italia, ha investito la folla presente al mercatino di Natale di Breitscheidplatz, nelle vicinanze della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche,
del quartiere berlinese di Charlottenburg.
Nella
notte del 22 dicembre 2016, Anis Amri, sospetto attentatore, è stato ucciso
in Italia a Sesto San Giovanni (Milano)
durante un controllo di polizia all'esterno della locale
stazione ferroviaria.[1][2]
La
responsabilità dell'attentato è stata rivendicata dal cosiddetto Stato Islamico, con un video di propaganda diffuso
attraverso l'agenzia di stampa Amaq.[3]
Dinamica
Dirottamento del camion
Il
veicolo coinvolto, un autoarticolato Scania R 450 di colore nero,[4] con targa polacca e di proprietà della
società di autotrasporto Usługi Transportowe Ariel Żurawski di Sobiemyśl,[5] stava trasportando sbarre metalliche
ritirate presso lo stabilimento torinese della
ThyssenKrupp e dirette a Berlino.[6][7]
Il
titolare della società di trasporto, Ariel Żurawski, ha confermato di essere
rimasto in contatto fino alle 15:00-16:00 con suo cugino, Robert Łukasz Urban,
che si trovava alla guida del mezzo.[8] L'autista era giunto con un giorno di
anticipo al magazzino di Berlino e avrebbe dovuto attendere tutta la notte
prima di poter scaricare il camion la mattina seguente.[6][9] L'ultima immagine di Urban ancora in
vita è stata ripresa alle ore 14:00 in un negozio di kebab vicino
al magazzino ThyssenKrupp di
Berlino.[6]
In
base alle analisi del GPS di bordo e alle irregolarità riscontrate
sull'accensione e spegnimento del motore, si sospetta che il camion sia stato
dirottato dopo le 16:00. Dopo l'attentato, è stato rivenuto nell'abitacolo del
camion il corpo senza vita dell'autista polacco, ucciso da un colpo d'arma da
fuoco di piccolo calibro, probabilmente dall'autore dell'attentato.[10][11][12]
La strage
Mappa dell'attentato
Alle
ore 20:02,[13] il camion rubato proveniente da
Hardenbergstraße è entrato nel mercatino di Natale allestito a Breitscheidplatz a Charlottenburg, travolgendo bancarelle e clienti per
circa 50 metri, per poi deviare e fermarsi su Budapester Straße, nei pressi
della Chiesa della memoria.[14] Prima di entrare nel mercatino, il
camion era già transitato per Breitscheidplatz una volta.[15][16]
Dopo
l'impatto, diversi testimoni hanno visto il conducente lasciare il camion e
fuggire verso Tiergarten,
inseguito da un testimone.[17]
Łukasz
Urban è stato trovato morto sul sedile del passeggero dell'abitacolo del
camion: era stato accoltellato e colpito da uno sparo alla testa con un'arma da
fuoco di piccolo calibro.[18][19][20] Gli investigatori ritengono che Urban
fosse ancora vivo quando il camion ha raggiunto Breitscheidplatz e che sia
stato accoltellato nel tentativo di fermare l'attacco, afferrando il volante e
costringendo il camion a virare a sinistra e a schiantarsi, salvando in tal
modo altre vite.[21] L'arma da fuoco non è stata rinvenuta
sul luogo del delitto.[6]
Vittime
Vittime per
nazionalità
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Nazionalità
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Morti
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Feriti
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Fonte
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Sconosciuti
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0
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sconosciuti
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Total
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12
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56
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Indagini
La
polizia e il pubblico ministero hanno ipotizzato che l'incidente sia stato un
attacco terroristico.[40] Anche la cancelliera della Germania,
Angela Merkel, ha ipotizzato la matrice terroristica,[41] così come il ministro degli
interni, Thomas de Maizière.[42]
Subito
dopo l'incidente, la polizia tedesca ha arrestato una persona sospetta vicino
alla Colonna della Vittoria:
si trattava di un richiedente asilo di 23 anni proveniente da Turbat (Pakistan). Tuttavia, dopo l'analisi del suo telefono
cellulare e l'esito negativo dell'ispezione (non sono stati rinvenuti sul suo
corpo né tracce di sangue né residui di sparo con il guanto di paraffina)
l'uomo è stato rilasciato il giorno successivo.[16][17][43][44]
Il
21 dicembre, la polizia ha annunciato il ritrovamento, sotto il sedile del
conducente del camion, di alcuni documenti appartenenti a Anis Amri: pertanto è stato emesso un mandato di
cattura europeo, con l'offerta di una taglia di 100 000 euro a
chiunque fornisca informazioni che portino all'arresto del tunisino; viene
inoltre rintracciata la sua famiglia in Tunisia[45][46][47][48].
Intorno
alle 3:00 del mattino del 23 dicembre, Amri, appena giunto in Italia con un
treno da Chambéry (Francia)
- via Torino - alla stazione
di Sesto San Giovanni è stato intercettato da una pattuglia
della Polizia di Stato presso la piazza Primo Maggio a seguito di un controllo
di routine. Non appena i poliziotti gli hanno chiesto i documenti, il tunisino
ha estratto dallo zaino una pistola calibro 22 (in seguito ritenuta la stessa arma
usata a Berlino)[49], sparando alla spalla uno degli agenti.
L'altro poliziotto insegue il giovane e spara due colpi nella sua direzione:
uno solo lo raggiunge, al costato.
Nonostante l'intervento dei sanitari, il giovane spira steso sull'asfalto.
Dalle impronte digitali e
dai tratti somatici, il giovane è successivamente identificato senza ombra di
dubbio in Anis Amri[1][50][51][52][53][54].
Si
è poi scoperto che Amri poco prima dell'una di notte era passato davanti
alla stazione Centrale di Milano,
per recarsi in piazza Argentina; da lì, dopo aver chiesto informazioni a un
giovane salvadoregno su
come raggiungere Roma e Napoli[55], aveva preso l'autobus notturno
sostitutivo della Linea M1 della metropolitana milanese,
diretto a Sesto San Giovanni. Dalla Centrale di Milano era uscito, essendovi
giunto, sempre in nottata, in treno da Torino, a sua volta raggiunta in treno in serata
da Bardonecchia[56][57][58].
Si
stima che nel suo percorso totale Amri abbia usato almeno quattordici nomi
falsi e tre diverse nazionalità[45][59][60].
L'attentatore
Anis Amri
L'attentatore
Anis Amri apparteneva alla rete salafita chiamata "La vera religione"
cresciuta intorno a Abu Walaa, un noto reclutatore dell'ISIS in Germania
recentemente arrestato.
In
Tunisia, Amri è stato già condannato in contumacia a cinque anni di carcere per
furto aggravato con violenza ed era stato arrestato più volte per uso e possesso
di droga. Secondo la sua famiglia, Amri era un alcolizzato, tossicodipendente e
non religioso, ma era stato radicalizzato nelle carceri italiane. Arrivato in
Germania nel luglio 2015, il successivo aprile 2016 ha presentato domanda di
asilo. Durante il soggiorno in Germania, ha poi utilizzato almeno sei alias diversi,
dichiarando di essere cittadino siriano, egiziano e libanese. La polizia
tedesca ha riferito che Amri aveva cercato di reclutare dei partecipanti per un
attacco terroristico a partire dalla primavera 2016 e aveva tentato di
acquistare una pistola da un agente di polizia sotto copertura. Interrogato dai
servizi di sicurezza tedeschi, che avevano intercettato un suo proposito di
attacco suicida, ma le autorità tedesche decisero di non arrestarlo,
considerandolo semplicemente uno sbandato. Coinvolto in una rissa in un bar e
nello spaccio di droga, in seguito è stato coinvolto in una rapina con un
coltello nel mese di luglio 2016, ma poi è scomparso prima che la polizia lo
interrogasse.
Amri
nel febbraio 2011 all'età di 18 anni si trasferisce in Italia, a Lampedusa, grazie a una delle tante imbarcazioni di
trafficanti di esseri umani, in piena Primavera araba. Mentendo, dichiara di essere nato
nel 1994, quindi di essere minorenne, e viene mandato
a Belpasso (Catania), in
un centro d'accoglienza per
minori, in attesa della valutazione della sua richiesta di diritto di asilo; qui si segnala per numerose azioni
di protesta lamentando scarsa qualità di cibo e
lungaggini burocratiche. La notte del 22 ottobre, assieme ad altri quattro
tunisini minaccia e aggredisce il custode del centro e incendia dei
materassi. Amri viene arrestato, e
successivamente condannato a Catania a una pena di
4 anni di carcere per minacce aggravate, lesioni personali e incendio doloso; il tunisino
sconta la pena inizialmente all'"Istituto Penale per I Minorenni
Bicocca" di Catania, mentre dal 2012,
anno in cui per le autorità italiane diviene maggiorenne, in quanto segnalatosi come
detenuto violento viene spostato per varie carceri
siciliane; come ultima tappa, il 10 gennaio 2015 giunge
al carcere dell'Ucciardone di Palermo. Esce in anticipo il 18 maggio con un
provvedimento di espulsione, che
si rivela impossibile da attuare per una mancata risposta della Tunisia[61][62][63][64][65].
A
fine giugno Amri si sposta da clandestino in
Germania, e staziona in Renania
Settentrionale-Vestfalia; a febbraio 2016 si
stabilisce nella capitale Berlino, che già frequentava spesso, e si
mantiene spacciando droga.
Viene presto sorvegliato dalle autorità per sospetta pericolosità e arrestato
per due giorni causa possesso di falsi documenti italiani,
senza però che sussistano le condizioni per un suo rimpatrio. In questo periodo
conosce Ahmad Abdulaziz Abdullah Abdullah, un affiliato allo Stato Islamico noto come Abu Walaa,
il quale lo spinge a convertirsi all'Islam radicale[45][48][66].
Il
tardo pomeriggio di lunedì 19 dicembre 2016, tra le 16.30 e le 17.30, Amri ruba
un tir polacco proveniente dal Piemonte, accoltellando il camionista Lukasz Urban e sparandogli un colpo
di pistola alla testa[67][68][69][70]. Attorno alle 20.15, Amri alla guida del
tir giunge a un affollato mercatino di Natale allestito nella Breitscheidplatz[71][72][73]. Compiuto l'attentato, nel caos generale
Amri riesce a dileguarsi.
Il
mattino dopo l'attentato (martedì 20 dicembre) Anis Amri, sempre a Berlino,
gira il suo videotestamento, riprendendo se stesso per 2 minuti e 40 secondi
sul ponte pedonale Kieler, a pochi chilometri da Breitscheidplatz; nel video,
Amri afferma di essere ancora vivo, dichiara obbedienza totale al califfo "comandante dei credenti" Abu Bakr al-Baghdadi ed
esplica il suo totale impegno nel combattere per l'affermazione di uno Stato
Islamico universale; il mondo conoscerà questo video soltanto dopo la morte di
Amri, in quanto verrà postato sui canali Telegram dell’Isis nella giornata del 23 dicembre[70][74][75][76][77][78].
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