- POST DEL 16/9/2018 - AGGIORNATO AL 12/10/2018
- Dal 1987, la Madonna appare ad Anguera (Brasile) al veggente Pedro Régis, dettandogli messaggi per tutta l'umanità.
- I messaggi vengono trasmessi 3 volte a settimana: ogni martedì e sabato, più un altro giorno variabile.
ULTIMO MESSAGGIO IN ITALIANO DAL SITO WEB UFFICIALE BRASILIANOGli articoli e le informazioni contenute nei siti Web "linkati" sono di proprietà degli autori dei siti medesimi. Pertanto tutti i diritti nonché la responsabilità di quanto riportato in questi siti sono riservati esclusivamente ai loro autori.Questo post presente sul blog: https://nostrasignoradianguera.blogspot.it/e Twitter: https://twitter.com/angueramessaggi è un interpretazione personale e non corrisponde necessariamente al vero significato dei messaggi, degli avvertimenti della Madonna al mondo e delle profezie annunciate da Nostra Signora ad Anguera.Si consiglia di visitare il sito web ufficiale brasiliano del veggente Pedro Regis:http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/ e la pagina dedicata al commento delle profezie: http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/cms/list/not%C3%ADcias(Gestore sito web: ANSA - Associacao Nossa Senhora de Anguera).
2.552 - 23.07.2005
- SIRIA - Guerra civile in corso dal 15/03/2011. Previsto il 23/07/2005. n. 2.552. e 5/12/06 n 2.768 Profezie in fase di svolgimento della Madonna di Anguera.
- Cari figli, pregate. Allontanatevi definitivamente dal peccato e tornate a Colui che è la vostra Via, Verità e Vita. L’umanità non farà molti passi prima di incontrare la distruzione. Siate del Signore. Cercate la santità se volete la salvezza. La Siria tradirà, ma poi berrà il suo stesso veleno. Sappiate che Dio ha fretta. Ciò che dovete fare non rimandatelo a domani. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
2.768 - 05/12/2006
- Cari figli, arriverà il giorno in cui gli abitanti di Damasco fuggiranno, ma la morte impedirà la fuga di molti. Inginocchiatevi in preghiera. L’umanità porterà una croce pesante. Gli uomini si sono allontanati dal Creatore e camminano verso l’abisso della distruzione. Io sono vostra Madre e soffro a causa dei miei poveri figli che camminano come ciechi che guidano altri ciechi. Convertitevi in fretta. Ciò che dovete fare, non rimandatelo a domani. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
Damasco (arabo: دِمَشْق, Dimašq) è la capitale e la seconda città più popolosasenza fonte della Siria, con circa 1.600.000 ab. (stima del 2007), mentre l'area metropolitana, con oltre 5.000.000 è la più popolata. Città storica, nata nello stesso periodo delle civiltà mesopotamiche, in origine la sua popolazione era costituita da genti di stirpe semitica orientale, successivamente note come Aramei. È considerata la più antica città del mondo fra quelle abitate in maniera continuativa
2.597 - 01.11.2005
Cari figli, convertitevi. Non restate stazionari. Dio ha fretta e voi non potete vivere lontani dalla sua grazia. Siate uomini e donne di preghiera fervente. Io sono vostra Madre e cammino con voi. In un tempio si verificherà una grande esplosione. Gli uomini del terrore agiranno con grande furia. L’umanità si è allontanata dal Creatore ed è giunto il momento del grande ritorno. IN BULGARIA SI VEDRÀ UNA GRANDE DISTRUZIONE. SARÀ GRANDE, MAGGIORE NON È ESISTITA. Pregate. Ecco il tempo opportuno che il Signore vi offre per convertirvi. ACCADRÀ NEL NORDEST E SARÀ DI GRANDE MAGNITUDINE. Tornate in fretta. Pentitevi e assumete il vostro vero ruolo di cristiani. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
Guerra civile siriana
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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il 13 set 2016 alle 10:38.
Data
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15 marzo 2011 - (conflitto in corso)
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Luogo
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Esito
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Conflitto in corso
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Sospensione
della Siria dall'Organizzazione della
Cooperazione Islamica[1]
·
Distruzione
sotto egida ONU dell'arsenale chimico siriano[2]
·
Estensione del
conflitto su scala regionale[3], con sconfinamento
principale in Iraq e sconfinamenti minori in Libano, Turchia e Giordania
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Voci correlate
Siria, armi chimiche usate da Assad
e ISIS: la conferma arriva da un rapporto delle Nazioni Unite
Fonte: http://www.asiablog.it/2016/08/25/siria-armi-chimiche/
A Damasco,
capitale della Siria anno zero
Damasco
Battaglia di Damasco
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta
il 1 feb 2016 alle 05:16.
Data
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15
luglio 2012 - 4 agosto 2012
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Luogo
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Esito
|
Vittoria
dell'esercito siriano[1]
·
Offensiva ribelle respinta
·
Uccisione di 4 alti esponenti della
sicurezza e del governo siriani[2]
·
Ritirata ribelle verso i quartieri
periferici
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·
·
La battaglia
di Damasco, denominata anche operazione
Vulcano di Damasco [9] è stata
una battaglia occorsa durante la guerra civile siriana ed iniziata il 15 luglio 2012[10].
·
In seguito all'iniziale conquista da parte dei ribelli di molti
distretti della città, inclusi quelli centrali, e all'uccisione di 4 alti
rappresentanti del governo siriano, i miliziani hanno dovuto ritirarsi a causa
del vincente contrattacco governativo. Per la prima volta vengono impiegati
carri armati ed elicotteri nelle aree centrali della capitale siriana.
·
Lo svolgimento e soprattutto gli eventi accaduti il 18 luglio
rendono questa battaglia una delle più importanti della guerra civile siriana.
Infatti i ribelli siriani hanno raggiunto la massima vicinanza alla vittoria finale,
non riuscendo però a infliggere il colpo decisivo per determinare il crollo del
governo. La successiva vincente controffensiva ha determinato l'allontanamento
definitivo dei ribelli dal centro di Damasco, ha reso evidente il mancato appoggio
popolare alla rivolta armata e determinato la prima vera sconfitta dell'Esercito siriano libero.
La battaglia
L'offensiva
Per l'offensiva vengono spostati verso la capitale miliziani da Homs e Idlib[11]. I ribelli si riversano in città
dando luogo ad una serie di scontri a fuoco con l'esercito regolare e applicando la tattica della
guerriglia cittadina[12]. Viene attaccato l'aeroporto[13] e
le zone centrali della città, vicino alla Banca Centrale[14]. Intensi combattimenti si
susseguono nei quartieri di Midan, Kfar Sousa, Barzeh e Qabun[15]. In soli due giorni l'esercito
regolare conta 70 morti[16] e
arretra in molte aree della città. Dopo la sorpresa iniziale, il governo corre
ai ripari, impiegando carri armati, aerei ed elicotteri[15]. Vengono chiamati rinforzi dalle alture del Golan per proteggere la capitale[17]. L'avanzata dei ribelli è così
rapida che in una nota l'intelligence israeliana afferma: "Il regime è
disperato. Il suo controllo su Damasco si fa sempre più debole"[15].
L'attentato del 18 luglio
Il 18 luglio è il giorno più difficile per il governo siriano. I
ribelli fanno detonare una bomba posizionata nel quartier generale della
Sicurezza Nazionale colpendo i più alti vertici della Difesa e
dell'Intelligence siriana[2]. Vengono uccisi il Ministro della
Difesa, Generale Dawoud
Rajiha[18], il Viceministro della Difesa e
cognato diBashar al-Assad,
Generale Assef
Shawkat[19], l'Assistente del Vicepresidente,
Generale Hasan
Turkmani[20] e
il direttore dell'Ufficio della Sicurezza Nazionale, Generale Hisham
Ikhtiyar. Vengono feriti gravemente altre figure di spicco del
governo, come il fratello di Bashar al-Assad, Maher al-Assad, a capo della Guardia
Repubblicana e il Ministro degli Interni Mohammad
al-Shaar.
La notizia della decapitazione dei vertici militari siriani
demoralizza le truppe sul campo. La notte stessa la 3ª Armata Siriana si ritira
da molti distretti della città, abbandonando l'equipaggiamento[21]. Il comandante Mohammad al-Bardan
diserta insieme ai suoi uomini, unendosi all'Esercito Siriano Libero[22]. Nel terzo e quarto giorno di
battaglia vengono uccisi 60 soldati[23].
Il 19 luglio gli scontri continuano e i ribelli avanzano verso
l'aeroporto[24]. La presenza di Bashar al-Assad a Lattakia, roccaforte alawita[25], il trasferimento della madre e
della sorella a Tartus[25] e
le voci, poi rivelatesi false, di una fuga della moglie Asma al-Assad in Russia[26], fanno pensare ad un prossimo
crollo del regime.
La controffensiva
Il 20 luglio invece, Assad ritorna a Damasco[27] e
l'esercito siriano scatena una controffensiva su larga scala[28]. In breve tempo l'esercito riesce a
riconquistare il distretto di Midan[29] e
tutto il centro storico[30]. I ribelli sono costretti a
ritirarsi anche dal campo profughi palestinese di Yarmouk, respinti
dall'esercito e le milizie palestinesi filogovernative[31].
Il giorno dopo i ribelli sono costretti a ritirarsi anche da
Tadamon, Qaboun e Barzeh[32].
Tra le file dei ribelli viene riportata la presenza del gruppo
armato di ispirazione islamista Liwa
al-Islam, che nella ritirata si rende protagonista di attacchi ai
civili di religione cristiana e sciita[33].
Il 23 luglio gran parte della città è in mano all'esercito regolare[35]. Tra le file dell'Esercito siriano
libero, emergono i primi disaccordi sull'opportunità dell'attacco.
Il colonnello Riad Al Asaad accusa Qassim Saadedine, a capo
dell'operazione[36].
Il 4 agosto, con l'entrata delle truppe nel distretto di Tadamon,
ultima roccaforte ribelle, la battaglia si conclude con la prima vera sconfitta
dell'Esercito Siriano
Libero[37].
Conseguenze
Il fallimento dell'Operazione Vulcano di Damasco, che è arrivata
ad un passo da far collassare il regime siriano, è dovuta principalmente
all'impossibilità dei ribelli di consolidare il terreno conquistato dopo il
primo attacco a sorpresa. La popolazione civile infatti non garantisce sostegno
ai ribelli, composti prevalentemente da miliziani provenienti dalle regioni a
nord del paese[38]. Si crea per la prima volta una
reale spaccatura anche tra i settori della società che solidarizzavano con le
prime manifestazioni pacifiche e i ribelli armati.
I ribelli tuttavia mantengono il controllo di parte dei
sobborghi della capitale e di alcuni villaggi, da cui lanciano sporadici
attacchi verso la città.
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