- post del 24/12/2011 aggiornato al 1/3/2018
- Dal 1987, la Madonna appare ad Anguera (Brasile) al veggente Pedro Régis, dettandogli messaggi per tutta l'umanità.
- I messaggi vengono trasmessi 3 volte a settimana: ogni martedì e sabato, più un altro giorno variabile.
ULTIMO MESSAGGIO IN ITALIANO DAL SITO WEB UFFICIALE BRASILIANOGli articoli e le informazioni contenute nei siti Web "linkati" sono di proprietà degli autori dei siti medesimi. Pertanto tutti i diritti nonché la responsabilità di quanto riportato in questi siti sono riservati esclusivamente ai loro autori.Questo post presente sul blog: https://nostrasignoradianguera.blogspot.it/e Twitter: https://twitter.com/angueramessaggi è un interpretazione personale e non corrisponde necessariamente al vero significato dei messaggi, degli avvertimenti della Madonna al mondo e delle profezie annunciate da Nostra Signora ad Anguera.Si consiglia di visitare il sito web ufficiale brasiliano del veggente Pedro Regis:http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/ e la pagina dedicata al commento delle profezie: http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/cms/list/not%C3%ADcias(Gestore sito web: ANSA - Associacao Nossa Senhora de Anguera).
ULTERIORE ASSOCIAZIONE TRA EVENTO STORICO
E PROFETICO DAL LIBRO "ANGUERA AVEVA RAGIONE" DI ANNARITA MAGRI –
EDIZIONE FEDE E CULTURA A PAGINA 106 - LA PROFEZIA METTE SULLO STESSO PIANO GEORGIA ED INGHILTERRA FAREBBE PENSARE AD UN ATTACCO TERRORISTICO MA NON SI ESCLUDE CHE LA PROFEZIA POTREBBE ESSERSI AVVERATA CON LA GUERRA RUSSIA E GEORGIA DELL' AGOSTO 2008
Previsto il: 17/12/2005, messaggio n. 2.616
Morti: 2.000
Feriti: N.D.
Scomparsi: N.D.
Colpiti: sfollati 100.000
Fonte: http://hisz.rsoe.hu/alertmap/woalert_read.php?cid=18010&lang=eng
Aggiornamenti: https://www.balcanicaucaso.org/
http://www.apelosurgentes.com.br/noticia.php?id=162
” Gli uomini del terrore stanno preparando qualcosa di doloroso per gli uomini. L’Inghilterra soffrirà. Anche la Georgia conoscerà una croce pesante..”
Fonte: http://www.apelosurgentes.com.br/noticia.php?id=162
14 -Nel messaggio 2.616 del 17/12/2005 Nostra Signora Regina della Pace disse:
La Georgia pure proverà pesante croce
Notizia: (Reuters) 8 agosto 2008
La Russia trama guerra contro la Gorgia, dice il presidente georgiano
Traduzione: http://www.escatologia.it/APPELLIURGENTI_NOTIZIE.htm
Fonte: http://hisz.rsoe.hu/alertmap/woalert_read.php?cid=18010&lang=eng
Venerdì scorso, centinaia di carri armati russi attraversato in territorio georgiano e russo getti d'aviazione georgiana ha bombardato gli aeroporti, basi, porti e mercati pubblici. Molti sono morti, molti altri feriti. Questa invasione, che riecheggia l'Afghanistan nel 1979 e la Primavera di Praga del 1968, rischia di minare la stabilità del sistema di sicurezza internazionale.
Traduzione: Google Traslate
Fonte: http://hisz.rsoe.hu/alertmap/woalert_read.php?cid=18010&lang=eng
Situazione Aggiornamento n. 7
Il 2008/08/13 alle 13:10 GMT +2
Rapporto di UN-OCHA:
2,0 Panoramica umanitario
2,1 Ci sono figure contrastanti riguardo vittime. Ossezia del Sud è de facto le autorità e le relazioni russo luogo il numero dei civili uccisi in Ossezia del Sud a circa 2.000 persone, mentre il numero delle vittime georgiane sono attualmente segnalati in circa 150 persone (inclusi i civili). Queste cifre non sono ancora stati verificati da agenzie delle Nazioni Unite.
2,2 Quasi 100.000 persone si stima siano stati sradicati dal conflitto (UNHCR). Questa cifra include 12.000 sfollati in Ossezia del sud, 30.000 persone che hanno attraversato il confine con l'Ossezia del Nord, e 56.000 persone denunciate di essere stato spostato dalla città di Gori, nei pressi di Ossezia del Sud. Un certo numero di altre sedi non sono ancora stati valutati.
2,3 funzionari locali a Gori hanno consigliato agenzie che l'80% della popolazione (56.000) erano fuggiti nei giorni scorsi. Si stima che circa l'80% della preesistente carico di lavoro (le persone sfollate a lungo termine prima del 6 agosto 2008) di 6.000 sfollati registrati a Gori si assume anche di aver lasciato la città. La maggior parte degli sfollati da Gori sono segnalati per essere ospitati da parenti in altre parti della Georgia.
2.4 L'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha denunciato la distruzione di massa nella città di Tskhinvali e comunicato alle agenzie umanitarie che l'acqua e riparo sono i due settori prioritari, come la città è stata senza acqua per quasi tre settimane.
2,5 ministeri e le agenzie delle Nazioni Unite stanno fornendo assistenza a tutti i 3.500 sfollati formalmente identificati e registrati finora a Tbilisi, Tianeti e regioni Kakheti. 1.700 sfollati sono segnalati per essere sistemati in campi di Tbilisi, Rustavi, Gardabani e Dusheti, con Kaheti regione (250 persone), il centro di transito a Mtskheta (500 persone) e tre centri collettivi di Tbilisi (510 persone). I principali problemi immediati citato dal Governo della Georgia nel trattare con gli sfollati interni sono registrazione (attualmente intraprese a Tbilisi, ma non altrove), e trasporti.
Il primo volo umanitario ponte aereo dell'UNHCR portare generi di soccorso per i civili colpiti dal conflitto nell'Ossezia del Sud è arrivato in Georgia questa mattina il numero stimato di persone sradicate dai combattimenti avvicinato 100.000. Un aereo noleggiato dall'UNHCR Boeing 707 cargo atterrato all'aeroporto di Tbilisi alle 11:45 ora locale - che è di circa un'ora fa - portando 34 tonnellate di tende, taniche, coperte e set da cucina da scorte di emergenza centrale dell'UNHCR a Dubai. Il ponte aereo e altre attività di emergenza, incluse le distribuzioni personale supplementare, sono finanziate attraverso un prelievo 2 milioni di dollari delle scorte di emergenza dell'UNHCR ha approvato ieri dalla Alto Commissario António Guterres.
2,2 Quasi 100.000 persone si stima siano stati sradicati dal conflitto (UNHCR). Questa cifra include 12.000 sfollati in Ossezia del sud, 30.000 persone che hanno attraversato il confine con l'Ossezia del Nord, e 56.000 persone denunciate di essere stato spostato dalla città di Gori, nei pressi di Ossezia del Sud. Un certo numero di altre sedi non sono ancora stati valutati.
2,3 funzionari locali a Gori hanno consigliato agenzie che l'80% della popolazione (56.000) erano fuggiti nei giorni scorsi. Si stima che circa l'80% della preesistente carico di lavoro (le persone sfollate a lungo termine prima del 6 agosto 2008) di 6.000 sfollati registrati a Gori si assume anche di aver lasciato la città. La maggior parte degli sfollati da Gori sono segnalati per essere ospitati da parenti in altre parti della Georgia.
2.4 L'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha denunciato la distruzione di massa nella città di Tskhinvali e comunicato alle agenzie umanitarie che l'acqua e riparo sono i due settori prioritari, come la città è stata senza acqua per quasi tre settimane.
2,5 ministeri e le agenzie delle Nazioni Unite stanno fornendo assistenza a tutti i 3.500 sfollati formalmente identificati e registrati finora a Tbilisi, Tianeti e regioni Kakheti. 1.700 sfollati sono segnalati per essere sistemati in campi di Tbilisi, Rustavi, Gardabani e Dusheti, con Kaheti regione (250 persone), il centro di transito a Mtskheta (500 persone) e tre centri collettivi di Tbilisi (510 persone). I principali problemi immediati citato dal Governo della Georgia nel trattare con gli sfollati interni sono registrazione (attualmente intraprese a Tbilisi, ma non altrove), e trasporti.
Il primo volo umanitario ponte aereo dell'UNHCR portare generi di soccorso per i civili colpiti dal conflitto nell'Ossezia del Sud è arrivato in Georgia questa mattina il numero stimato di persone sradicate dai combattimenti avvicinato 100.000. Un aereo noleggiato dall'UNHCR Boeing 707 cargo atterrato all'aeroporto di Tbilisi alle 11:45 ora locale - che è di circa un'ora fa - portando 34 tonnellate di tende, taniche, coperte e set da cucina da scorte di emergenza centrale dell'UNHCR a Dubai. Il ponte aereo e altre attività di emergenza, incluse le distribuzioni personale supplementare, sono finanziate attraverso un prelievo 2 milioni di dollari delle scorte di emergenza dell'UNHCR ha approvato ieri dalla Alto Commissario António Guterres.
Traduzione: Google Traslate
Fonte: http://www.ilgiornale.it/interni/russia_e_georgia_una__guerra_1400_morti/09-08-2008/articolo-id=281954-page=0-comments=1
Russia e Georgia Una guerra con 1.400 morti
È una guerra, vera. Forse finirà in poche ore lasciando tutto come prima oppure inciderà profondamente negli equilibri euroasiatici. Impossibile fare previsioni quando si parla di Caucaso, ma la crisi è seria e non può lasciare indifferente l’Occidente, perché ad affrontarsi sono gli eserciti di una potenza ritrovata, la Russia, e di un Paese legato a doppio filo con Washington, la Georgia. E perché a provocarla sono stati indirettamente gli Stati Uniti e l’Unione europea.
La questione dell’Ossezia del Sud non è certo recente. Risale addirittura al 1991. Quando l’Urss si spaccò i territori osseti vennero divisi in due, il nord restò alla Russia, il sud venne inglobato nella Georgia. Una terra piccolissima, grande due volte il Lussemburgo, e abitata da 70mila persone, quasi tutte russe, che rifiutarono di piegarsi all’autorità di Tbilisi. E imbracciarono i fucili. Il Cremlino intervenne e nel 1992 impose un cessate il fuoco, senza però soluzione diplomatica: da allora l’Ossezia è di fatto autonoma in una Georgia che rifiuta di concedere la secessione.
Lo status quo dura fino al 2004, quando i georgiani eleggono presidente Mikhail Saakshvili, l’uomo di Washington. Per il Cremlino è un’umiliazione; perché la Georgia è una Repubblica ex sovietica e rappresenta uno snodo strategico cruciale. Putin non si rassegna e inizia a fare pressioni. Blocca i commerci tra i due Paesi, apre e chiude i rifornimenti di gas e petrolio, ma soprattutto gioca la carta dell’Ossezia del Sud, che, improvvisamente si risveglia e nel 2006 proclama l’indipendenza, che la comunità internazionale non riconosce. Per due anni la tensione resta alta, ma sotto controllo. Poi nel febbraio 2008 il Kosovo si stacca dalla Serbia con la benedizione dell’Occidente. E il quadro cambia. Putin protesta veementemente per «l’amputazione della Serbia»; l’Occidente, però, lo snobba e lui rilancia annunciando la reciprocità. Se il mondo si arroga il diritto di strappare il Kosovo, Mosca si riserva di fare lo stesso con l’Ossezia del Sud e con l’altra repubblica ribelle georgiana, l’Abkhazia.
Altri due mesi e al vertice di Bucarest, la Nato, pur evitando di avviare la procedura d’adesione, annuncia che in futuro la Georgia e l’Ucraina, l’altro grande Stato uscito dall’orbita russa, potranno diventare membri dell’Alleanza atlantica. Un’eventualità inaccettabile per il Cremlino, che infatti a luglio riaccende la tensione nell’Ossezia del Sud. I caccia militari russi violano lo spazio aereo georgiano, mentre Mosca e Tbilisi si accusano reciprocamente di intensificare le operazioni di guerra.
Il segnale è forte. Il vulcanico Saakshvili teme che Mosca stia per attuare la minaccia ventilata in febbraio. Cerca sostegno a Washington, ma la Casa Bianca è indebolita dalla corsa presidenziale. E allora aspetta il momento propizio, il giorno di apertura delle Olimpiadi, mentre Putin, ora primo ministro, e gli altri grandi del pianeta sono a Pechino per la cerimonia di inaugurazione. Gioca d’anticipo confidando nella distrazione del mondo e speculando sull’inesperienza e l’apparente mitezza del nuovo presidente Medvedev. E giovedì notte mette i soldati georgiani nelle condizioni di lanciare l’attacco in Ossezia del Sud.
E ora tutti sono in imbarazzo. L’America è costretta a difendere l’integrità territoriale della Georgia, che però qualche mese fa ha negato alla Serbia, e vede il suo alleato Saakshvili perdere credibilità e influenza. Mosca deve decidere se avventurarsi in una nuova guerra in un territorio impervio come il Caucaso, con il pericolo di infiammare tutta l’area, o se trattare con Tbilisi, col rischio di apparire arrendevole. Intanto rimbombano le cannonate, alle porte di un’Europa ancora una volta sorpresa dagli eventi.
ALTRI ARTICOLI SU QUESTO ARGOME NTOLa questione dell’Ossezia del Sud non è certo recente. Risale addirittura al 1991. Quando l’Urss si spaccò i territori osseti vennero divisi in due, il nord restò alla Russia, il sud venne inglobato nella Georgia. Una terra piccolissima, grande due volte il Lussemburgo, e abitata da 70mila persone, quasi tutte russe, che rifiutarono di piegarsi all’autorità di Tbilisi. E imbracciarono i fucili. Il Cremlino intervenne e nel 1992 impose un cessate il fuoco, senza però soluzione diplomatica: da allora l’Ossezia è di fatto autonoma in una Georgia che rifiuta di concedere la secessione.
Lo status quo dura fino al 2004, quando i georgiani eleggono presidente Mikhail Saakshvili, l’uomo di Washington. Per il Cremlino è un’umiliazione; perché la Georgia è una Repubblica ex sovietica e rappresenta uno snodo strategico cruciale. Putin non si rassegna e inizia a fare pressioni. Blocca i commerci tra i due Paesi, apre e chiude i rifornimenti di gas e petrolio, ma soprattutto gioca la carta dell’Ossezia del Sud, che, improvvisamente si risveglia e nel 2006 proclama l’indipendenza, che la comunità internazionale non riconosce. Per due anni la tensione resta alta, ma sotto controllo. Poi nel febbraio 2008 il Kosovo si stacca dalla Serbia con la benedizione dell’Occidente. E il quadro cambia. Putin protesta veementemente per «l’amputazione della Serbia»; l’Occidente, però, lo snobba e lui rilancia annunciando la reciprocità. Se il mondo si arroga il diritto di strappare il Kosovo, Mosca si riserva di fare lo stesso con l’Ossezia del Sud e con l’altra repubblica ribelle georgiana, l’Abkhazia.
Altri due mesi e al vertice di Bucarest, la Nato, pur evitando di avviare la procedura d’adesione, annuncia che in futuro la Georgia e l’Ucraina, l’altro grande Stato uscito dall’orbita russa, potranno diventare membri dell’Alleanza atlantica. Un’eventualità inaccettabile per il Cremlino, che infatti a luglio riaccende la tensione nell’Ossezia del Sud. I caccia militari russi violano lo spazio aereo georgiano, mentre Mosca e Tbilisi si accusano reciprocamente di intensificare le operazioni di guerra.
Il segnale è forte. Il vulcanico Saakshvili teme che Mosca stia per attuare la minaccia ventilata in febbraio. Cerca sostegno a Washington, ma la Casa Bianca è indebolita dalla corsa presidenziale. E allora aspetta il momento propizio, il giorno di apertura delle Olimpiadi, mentre Putin, ora primo ministro, e gli altri grandi del pianeta sono a Pechino per la cerimonia di inaugurazione. Gioca d’anticipo confidando nella distrazione del mondo e speculando sull’inesperienza e l’apparente mitezza del nuovo presidente Medvedev. E giovedì notte mette i soldati georgiani nelle condizioni di lanciare l’attacco in Ossezia del Sud.
E ora tutti sono in imbarazzo. L’America è costretta a difendere l’integrità territoriale della Georgia, che però qualche mese fa ha negato alla Serbia, e vede il suo alleato Saakshvili perdere credibilità e influenza. Mosca deve decidere se avventurarsi in una nuova guerra in un territorio impervio come il Caucaso, con il pericolo di infiammare tutta l’area, o se trattare con Tbilisi, col rischio di apparire arrendevole. Intanto rimbombano le cannonate, alle porte di un’Europa ancora una volta sorpresa dagli eventi.
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2.616 - 17.12.2005 AVVERATO
Cari figli, pregate. L’umanità ha bisogno di pace e voi potete contribuire affinché la pace regni nei cuori degli uomini. Israele non farà molti passi prima di incontrare una grande sofferenza. La Francia piangerà la morte dei suoi figli e Los Angeles sarà scossa. Ecco i tempi difficili per l’umanità. Convertitevi e tornate a Colui che è la vostra Via, Verità e Vita. Gli uomini del terrore stanno preparando qualcosa di doloroso per gli uomini. L’Inghilterra soffrirà. Anche la Georgia conoscerà una croce pesante. Restate saldi sul cammino che vi ho indicato. Un grande dolore arriverà per l’Alaska. Io sono vostra Madre e sono al vostro fianco. Un uccello veloce cadrà. Non restate con le mani in mano. Avanti. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Rimanete nella pace.Fonte traduzione messaggi: http://www.messaggidianguera.net/
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