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Dal 1987, la Madonna appare ad Anguera (Brasile) al veggente Pedro Régis, dettandogli messaggi per tutta l'umanità.
- I messaggi vengono trasmessi 3 volte a settimana: ogni martedì e sabato, più un altro giorno variabile.
ULTIMO MESSAGGIO IN ITALIANO DAL SITO WEB UFFICIALE BRASILIANO
Gli articoli e le informazioni contenute nei siti Web "linkati" sono di proprietà degli autori dei siti medesimi. Pertanto tutti i diritti nonché la responsabilità di quanto riportato in questi siti sono riservati esclusivamente ai loro autori.
Questo post presente sul blog: https://nostrasignoradianguera.blogspot.it/
e Twitter: https://twitter.com/angueramessaggi è un interpretazione personale e non corrisponde necessariamente al vero significato dei messaggi, degli avvertimenti della Madonna al mondo e delle profezie annunciate da Nostra Signora ad Anguera.
Si consiglia di visitare il sito web ufficiale brasiliano del veggente Pedro Regis:
http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/ e la pagina dedicata al commento delle profezie: http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/cms/list/not%C3%ADcias
(Gestore sito web: ANSA - Associacao Nossa Senhora de Anguera).
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Da fondatrice di Femen Brasile ad attivista pro-vita
Fonte: http://www.papaboys.org/da-fondatrice-di-femen-brasile-ad-attivista-pro-vita/
http://www.papaboys.org/da-fondatrice-di-femen-brasile-ad-attivista-pro-vita/
http://www.papaboys.org/da-fondatrice-di-femen-brasile-ad-attivista-pro-vita/
25 dicembre, 17:39PRIMOPIANO
Protesta Femen in presepe San Pietro, "preso" bambinello
Ragazza a seno nudo bloccata da vigilanza vaticana
Pussy Riot, protesta
"blasfema" delle Femen: tagliano una croce con la motosega
sull’episodio avvenuto a Kiev
un mese fa, quando, per manifestare solidarietà alle Pussy Riot, due
rappresentanti di Femen a seno nudo e armate di motosega hanno distrutto una croce
greco-cattolica eretta nei giorni della Rivoluzione Arancione per ricordare le
vittime della Ceka, la terribile polizia stalinista.
3.130 - 06/03/2009 Messaggio di Nostra Signora di Angera.
Cari figli, un movimento nascerà e si
diffonderà per il mondo. Sarà coordinato da donne e porterà grande sofferenza
alla Chiesa del mio Gesù. Soffro per ciò che vi
attende. Inginocchiatevi in preghiera. Amate la verità e difendetela. Fuggite
dalle false ideologie e abbracciate il Vangelo del mio Gesù. Dio ha fretta e voi
non potete vivere lontani. Convertitevi in fretta. Questo è il messaggio che
oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso
di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
Una delle maggiori attiviste
FEMEN, Inna Shevchenko[46], essendo
ricercata dalla polizia ucraina[47] in seguito
al taglio, insieme ad altre attiviste, di una croce in legno in memoria alle
vittime dello stalinismo in Ucraina[48][49] in segno di solidarietà con le componenti del gruppo Pussy
Riot[50] [51], sotto
processo in quei giorni e poi condannate a due anni di carcere[52], è
fuggita da Kiev per evitare di essere arrestata, per arrivare fino a Parigi "dove può continuare a lavorare"[53][54]
L'organizzazione è stata fondata
da Anna Hutsol nel 2008, empatizzando con le tristi storie di numerose donne
ucraine che erano andate all'estero ingannate da false promesse:[13]
La Hutsol è fermamente contraria
alla legalizzazione delle prostituzione in Ucraina[6] e tramite FEMEN ha proposto l'introduzione della responsabilità
penale per chi usufruisce dei servizi proposti dall'industria del sesso.[44]
L'organizzazione pianifica di diventare il più
grande ed il più influente movimento femminista in Europa.[9][11]
Il 18 Settembre 2012 è stato
aperto un centro FEMEN nel diciottesimo arrondissement di Parigi[37][38][39] e il giorno seguente l'associazione
è stata ufficialmente riconosciuta in Francia,
diversamente da quanto accadeva in Ucraina.[55][56][57]Lo scopo del centro è di formare «nuovi
soldati femministi» per una lotta «globale» contro le discriminazioni per poi
potersi espandere a New York, Montréal e San Paolo.[58]
L'inchiesta Daryna Chyzh, giornalista televisiva ucraina
del canale 1+1 La reporter ha anche rivelato che le attiviste FEMEN, oltre ad aver spesato viaggio in aereo, taxi, vitto
e alloggio, nonché trucco e cosmesi, percepirebbero un compenso di circa 1000€
al mese, mentre le dipendenti dei vari uffici coordinativi di Kiev
arriverebbero a percepire 2500€ mensili
Alcune manifestazioni e proteste
·
6 novembre 2011: In Vaticano tre ragazze affiliate a Femen
protestano per i diritti delle donne in Piazza San Pietro durante l'Angelus ma
sono bloccate dalla polizia.[75]
·
6 novembre 2011: In Vaticano tre ragazze
affiliate a Femen protestano per i diritti delle donne in Piazza San Pietro
durante l'Angelus ma sono bloccate dalla polizia.[75]
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26 luglio 2012: Protesta a Kiev contro la visita del capo della Chiesa ortodossa russa Kirill.[104][105][106]
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13 gennaio 2013: manifestazione a Città del Vaticano in
occasione dell'Angelus, per manifestare a favore dei diritti dei gay.[109][110][111]
·
12 febbraio 2013: manifestazione presso la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi, per
"festeggiare" le dimissioni del Papa Benedetto
XVI e la legge
sui matrimoni omosessuali in via di approvazione al parlamento francese.[116]
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·
12 marzo 2013: in Piazza San pietro a Roma, durante il Conclave,
un'attivista si è spogliata mostrando la scritta sul corpo nudo "No More
Pope". [118]
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Da Wikipedia, l'enciclopedia
libera.
La Chyzh,
che ha visto più volte la leader del movimento, Aleksandra Shevchenko, in
compagnia dei miliardari tedeschi Helmut Geier e Beate Schober e del
businessman americano Jed Sunden, sospetta siano proprio costoro i principali
sponsor di Femen.
L’attenzione
mediatica rivolta a Femen ha infatti posto in secondo piano i veri problemi del
paese quali le gravi violazioni di diritti civili, gli attacchi alla libertà di
stampa e i processi politici in cui sono stati condannati due esponenti di
spicco dell’opposizione
Al momento l’unica cosa certa è che Femen è un
movimento che dispone di ingenti risorse finanziarie e che ha deciso di
ampliare il suo raggio di azione.
FEMEN
Da Wikipedia, l'enciclopedia
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FEMEN
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FEMEN
|
|
(UK) Фемен
|
|
Abbreviazione
|
FEMEN
|
Tipo
|
non-profit
|
Fondazione
|
|
Scopo
|
politico,
culturale
|
Sede centrale
|
|
Area di azione
|
|
Presidente
|
|
Lingue ufficiali
|
|
Volontari
|
15.000
|
Motto
|
Пришла, разделась, победила[1]
|
FEMEN (in ucraino: Фемен) è un movimento di
protesta ucraino fondato a Kiev nel 2008. Il
movimento è divenuto famoso, su scala internazionale, per la pratica di
manifestare in topless contro il turismo
sessuale, il sessismo e altre discriminazioni sociali.[2][3][4][5][6][7][8] Alcuni degli obiettivi del movimento sono "incrementare le
capacità intellettuali e morali delle giovani donne in Ucraina",
"ricostruire l'immagine dell'Ucraina, un paese dalle ricche opportunità
per le donne"[9] e modificare l'immagine dell'Ucraina all'estero da meta di turismo
sessuale a paese democratico.[10] Già dall'aprile del 2010 il movimento stava considerando l'idea di diventare un partito
politico per partecipare attivamente alle elezioni parlamentari.[2][11][12]
L'organizzazione
La colonna portante del movimento
è costituita da studentesse universitarie tra 18 e 20 anni.[13][10] A Kiev ci sono circa 300 manifestanti attive che fanno capo al
movimento.[11] Non mancano attivisti maschi interessati alla causa e attivamente
coinvolti.[2] Alle manifestazioni del gruppo partecipano circa 20 volontarie in topless insieme agli oltre 300 membri completamente vestiti. La maggior
parte delle manifestazioni si è svolta a Kiev[3][7], ma FEMEN
ha anche manifestato in altre città quali Odessa[14], Dnipropetrovsk[15], Zaporizhia[16], Milano[17], Londra[18], Vienna[19],Istanbul[20], Parigi[21] e Roma[22].
L'obiettivo del movimento è
"smuovere le donne in Ucraina,
rendendole socialmente attive; organizzare entro il 2017 una rivoluzione
femminista."[11]
FEMEN ha giustificato i suoi
metodi provocatori affermando "che è l'unico modo per essere ascoltati in
questo paese. Se avessimo manifestato con il solo ausilio di cartelloni le
nostre richieste non sarebbero state nemmeno notate"[23]. Riguardo
all'utilizzo del corpo femminile come mezzo per attirare l'attenzione
mediatica, la fondatrice dell'organizzazione, Anna Hutsol, ha
affermato: "Mi sono resa conto che il femminismo tradizionale qui in
Ucraina non avrebbe attecchito, né con le donne né con la stampa, né tanto meno
con la società. E allora perché non adattare il femminismo al modello
ucraino?".[10] L'organizzazione pianifica di diventare il più
grande ed il più influente movimento femminista in Europa.[9][11]
Alcuni membri hanno lamentato
che, a causa del loro coinvolgimento in FEMEN, si sono sentiti alienati dalle
loro famiglie[11][24]. FEMEN
riceve piccoli aiuti finanziari completamente volontari da persone comuni[11][25][26] (tra cui, ad esempio, Dj Hell[24]). Su richiesta
delle autorità ucraine, Facebook ha cancellato nel maggio 2011 la pagina delle attiviste di FEMEN.[27] In risposta, alcuni sostenitori belgi del movimento hanno creato
il gruppo "FIST: Femen International Support Team".
Nell'aprile del 2011 l'organizzazione ha annunciato la realizzazione di punti di riferimento
oltre confine a Varsavia, Zurigo, Roma, Tel Aviv, Rio de
Janeiro[28][29] L'annuncio denunciava inoltre che FEMEN era stata soggetta ad
intimidazioni da parte dei Servizi
segreti dell'Ucraina dopo
l'elezione del presidente Viktor
Yanukovych nel 2010.[24]
Contro l'organizzazione sono
stati avviati in Ucraina numerosi procedimenti penali, con accuse quali vilipendio dei simboli dello Stato e vandalismo, con
conseguente multa[[[Aiuto:Chiarezza|]]].[30]
La fondatrice del movimento FEMEN Anna Hutsol[31]. Nata il
16 ottobre 1984[32] a Murmansk, in Russia, da una
famiglia ucraina,[10], è
un'economista con un background nell'ambito del teatro e usa questa esperienza
per far guadagnare attenzione mediatica alla sua causa.[33]
Nell'estate del 2012 il pittore belga Jean Pierre Vancayseele ha dedicato due dipinti al movimento che ritraevano due attiviste
FEMEN.[34][35][36]
Durante un'intervista del
quotidiano britannico The
Guardian, Inna Shevchenko ha affermato che il togliersi gli indumenti durante le
proteste serve affinché "le persone possano vedere che non abbiamo armi,
eccetto i nostri corpi" e che questo comportamento, "in un mondo
che appartiene agli uomini", è l'unico per "provocarli e catturare
l'attenzione di tutti". Inoltre ha sottolineato l'importanza dei centri
FEMEN come quello aperto a Parigi[37][38][39] dove le FEMEN possono formarsi con un allenamento
"morale, ma anche fisico: devi essere in buona forma perché magari alle proteste
potresti avere necessità di scappare via, o di attaccare la polizia, o di
arrampicarsi su un edificio";[40] infine ha aggiunto: "non nascondiamo i nostri corpi, né i
nostri volti, ci
confrontiamo con i nemici faccia a faccia. Li guardiamo negli occhi e
dobbiamo essere ben preparate fisicamente per farlo".[40]
Storia
L'organizzazione è stata fondata da Anna Hutsol nel 2008, empatizzando
con le tristi storie di numerose donne ucraine che erano andate all'estero
ingannate da false promesse:[13]"Ho
fondato FEMEN perché ho capito che nella nostra società mancavano donne
attiviste; l'Ucraina è maschilista e le donne hanno un ruolo passivo."[41] Inizialmente FEMEN ha guadagnato l'attenzione dei media per le
manifestazioni in cui le donne indossavano solo biancheria intima: tuttavia da
quando, nell'agosto del 2009, Oksana Shachko protestò in topless a Kiev[42][43], le
attiviste FEMEN hanno sempre manifestato allo stesso modo e il movimento ha
messo in scena eventi con evidenti e provocatorii richiami erotici.
La Hutsol è fermamente contraria alla legalizzazione delle
prostituzione in Ucraina[6] e tramite FEMEN ha proposto l'introduzione della
responsabilità penale per chi usufruisce dei servizi proposti dall'industria
del sesso.[44].
Nel 2011, alla fine di aprile,
c'è stata una manifestazione a Mosca di un gruppo chiamato RU FEMEN[45], ma
l'organizzazione ha immediatamente denunciato il partito politico russo Russia
Unita di aver
creato questo falso FEMEN[28][29][28][29]
Una delle maggiori attiviste
FEMEN, Inna Shevchenko[46], essendo
ricercata dalla polizia ucraina[47] in seguito al taglio, insieme ad altre attiviste,
di una croce in legno in memoria alle vittime dello stalinismo in Ucraina[48][49] in segno di solidarietà con le componenti del
gruppo Pussy
Riot[50] [51], sotto
processo in quei giorni e poi condannate a due anni di carcere[52], è
fuggita da Kiev per evitare di essere arrestata, per arrivare fino a Parigi "dove può continuare a lavorare"[53][54]
Il 18 Settembre 2012 è stato
aperto un centro FEMEN nel diciottesimo arrondissement di Parigi[37][38][39] e il giorno seguente l'associazione è stata ufficialmente
riconosciuta in Francia,
diversamente da quanto accadeva in Ucraina.[55][56][57]Lo scopo del centro è di
formare «nuovi soldati femministi» per una lotta «globale» contro le
discriminazioni per poi potersi espandere a New York, Montréal e San Paolo.[58]
L'inchiesta
Daryna Chyzh, giornalista televisiva ucraina del canale 1+1, è
riuscita ad infiltrarsi all'interno del movimento. Secondo il suo reportage, dopo
aver partecipato ad una sorta di "provino" ed essersi fatta
fotografare a seno nudo, la giornalista si sarebbe trasferita a Parigi per
seguire un training su come mostrarsi dinanzi alle
telecamere e come denudarsi in maniera eclatante.[59] [60] Daryna avrebbe poi partecipato ad una manifestazione anti-islamica
a seno scoperto in un distretto musulmano della città. La reporter ha anche
rivelato che le attiviste FEMEN, oltre ad aver spesato viaggio
in aereo, taxi, vitto e alloggio, nonché trucco e cosmesi, percepirebbero un
compenso di circa 1000€ al mese, mentre le dipendenti dei vari uffici
coordinativi di Kiev arriverebbero a percepire 2500€ mensili, il che
è molto, in un paese in cui lo stipendio medio d'un lavoratore arriva sì e no a
500€.http:[61] [62] Sempre secondo quest'inchiesta, dietro il
movimento si celerebbero importanti personalità del jet set europeo.[63] [64] Il movimento FEMEN nega ogni addebito e ha già intentato causa
contro la giornalista ed il network televisivo che ha ospitato il suo
reportage.
Alcune manifestazioni e proteste
·
31 luglio 2009: Manifestazione contro il dilagare della prostituzione in Ucraina.[65]
·
21 agosto 2009: Protesta davanti all'ambasciata afghana a Kiev per una legge che permette agli uomini sciiti di negare alle loro
mogli ogni tipo di appoggio se non soddisfano le loro richieste sessuali.[43] Per la prima volta un'attivista FEMEN, Oksana Shachko, protesta in
topless.[42]
·
23 agosto 2009: Protesta durante la Festa dell'Indipendenza per la
democrazia presente nel paese, secondo FEMEN ancora lontana dal significato
vero e proprio del termine.[43]
·
18 ottobre 2009: Protesta contro il turismo
sessuale in Ucraina.[43]
·
7 febbraio 2010: Protesta in Ucraina presso i seggi elettorali contro l'abuso del paese da parte dei
politici.[66]
·
17 marzo 2010: Protesta contro la mancanza di rappresentanti del
sesso femminile nel governo di Kiev.[43]
·
12 gennaio 2011: Protesta nel cimitero di Kiev contro la politica di stabilità di Viktor Janukovyč.[67]
·
1 febbraio 2011: Protesta contro il piano "balcone
pulito" e, indirettamente, contro il Campionato europeo di
calcio 2012.[68]
·
4 febbraio 2011: Protesta a Kiev, in Ucraina, contro
il presidente ucraino Viktor Janukovyč per le sue
politiche "sessiste e discriminatorie".[69]
·
18 luglio 2011: Protesta a favore di tre fotoreporter accusati di
spionaggio.[71]
·
15 agosto 2011: Protesta a favore di Julija Tymošenko a Kiev.[72]
·
6 novembre 2011: In
Vaticano tre ragazze affiliate a Femen protestano per i diritti delle donne in
Piazza San Pietro durante l'Angelus ma sono bloccate dalla polizia.[75]
·
12 gennaio 2012: Protesta contro il turismo
sessuale in India.[78]
·
28 gennaio 2012: Protesta a Davos in Svizzera contro taluni esponenti presenti al meeting del Forum economico mondiale.[79][80]
·
2 febbraio 2012: Protesta a Zurigo contro i mondiali di hockey del 2014 in Bielorussia per opporsi al
presidente bielorusso Aleksandr Lukašenko.[81]
·
13 febbraio 2012: Protesta presso la sede della Gazprom a Mosca contro il prezzo del metano russo.[82][83]
·
4 marzo 2012: Protesta contro il capo del governo russo Vladimir
Putin.[84][85]
·
31 marzo 2012: Protesta sulla Tour
Eiffel a Parigi contro la situazione delle donne nell'Islam.[21]
·
10 aprile 2012: Protesta
sulla cattedrale di Kiev contro una legge che vieta l'aborto.[86][87]
·
3 maggio 2012: Protesta a Kiev contro il turismo
sessuale in Ucraina e
nella stessa capitale.[88]
·
12 maggio 2012: Un'attivista tenta di sottrarre la Coppa del Campionato europeo di
calcio 2012.[89][90]
·
13 maggio 2012: Un'attivista tenta di sottrarre la Coppa del Campionato europeo di
calcio 2012.[91]
·
24 maggio 2012: Un'attivista tenta di sottrarre la Coppa del Campionato europeo di
calcio 2012.[92]
·
31 maggio 2012: Protesta a Kiev contro la prostituzione.[93]
·
8 giugno 2012: Protesta a Varsavia contro il Campionato europeo di
calcio 2012.[94]
·
20 giugno 2012: Protesta a Kiev contro l'aumento della prostituzione in Ucraina causato dal Campionato europeo di
calcio 2012.[95]
·
21 giugno 2012: Protesta a Kiev contro il degrado causato dai tifosi in affluenza per il Campionato europeo di
calcio 2012.[96]
·
24 giugno 2012: Protesta a Kiev contro l'aumento di turismo
sessuale in Ucraina causato dal Campionato europeo di
calcio 2012.[97][98][99][100]
·
1 luglio 2012: Protesta a Kiev contro la presenza del presidente bielorusso Aleksandr Lukašenko alla
finale del Campionato europeo di
calcio 2012.[101][102][103]
·
26 luglio 2012: Protesta a Kiev contro la visita del capo della Chiesa ortodossa russa Kirill.[104][105][106]
·
2 agosto 2012: Protesta a Londra contro gli Stati che che applicano la Sharia e che partecipano ai Giochi della XXX Olimpiade.[107][18]
·
17 agosto 2012: alcune attiviste FEMEN, in segno di solidarietà
con le componenti del gruppo punk russo Pussy
Riot che in
quei giorni erano in attesa del verdetto finale del processo a loro carico per
"teppismo religioso"[52] a Kiev tagliano con una motosega un monumento dedicato alle
vittime dello stalinismo.[48][50][49][51][43] Per questo fatto, l'attivista FEMEN Inna Shevchenko,
l'autrice del gesto, essendo lei ed altre attiviste FEMEN ricercate dalla
polizia ucraina [46][108][47], è
fuggita a Parigi per sfuggire ai funzionari delle forze di sicurezza ucraine.[53][54]
·
18 settembre 2012: manifestazione a Parigi in occasione dell'inaugurazione, nel 18simo arrondissement della
capitale francese, di un nuovo "Centro internazionale" per
"addestrare le attiviste per le azioni nell'Unione europea".[38][37][39][55][56][57][58]
·
13 gennaio 2013:
manifestazione a Città del Vaticano in occasione dell'Angelus, per manifestare a
favore dei diritti dei gay.[109][110][111]
·
26 gennaio 2013: manifestazione all'entrata del Centro Congressi
di Davos (Svizzera), in occasione del World Economic Forum.[112][113][114]
·
7 febbraio 2013: manifestazione a Berlino, in
occasione dell'inaugurazione del 63° Festival internazionale del
cinema di Berlino.[115]
·
12 febbraio 2013:
manifestazione presso la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi, per
"festeggiare" le dimissioni del Papa Benedetto XVI e la legge sui matrimoni omosessuali in via di
approvazione al parlamento francese.[116]
·
24 febbraio 2013: tre ragazze a seno scoperto contestano l'ex
premier italiano Silvio
Berlusconi all'entrata
del seggio allestito nella scuola "Dante
Alighieri" in via Scrosati a Milano, in
occasione delle elezioni politiche.[117]
·
12 marzo 2013: in Piazza
San pietro a Roma, durante il Conclave, un'attivista si è spogliata mostrando
la scritta sul corpo nudo "No More Pope". [118]
Collegamenti
esterni
ESTERI |
Mercoledì,
26 Settembre 2012 22:05
Massimiliano
Di Pasquale
Femen, troppe
ombre dietro al movimento
Le femministe ucraine diventate
famose per le manifestazioni a seno nudo sono sponsorizzate da tre miliardari
Kiev
- Il medium è il messaggio scriveva il celebre semiologo canadese Marshall
McLuhan alla fine degli anni ’60, sottolineando come talvolta il mezzo
utilizzato per veicolare una comunicazione finisce per costituire il messaggio
stesso. Non sappiamo se Rocco Siffredi abbia mai letto McLuhan, eppure
il pornoattore è stato finora l’unico in Italia ad affermare davanti alle
telecamere di Piero Chiambretti la scarsa credibilità della protesta del
collettivo ucraino Femen, apparentemente impegnato a combattere la
prostituzione nel proprio paese. E lo ha fatto sulla base di una considerazione
semplice quanto difficilmente confutabile. Come fanno ragazze belle e giovani
che protestano a seno nudo a risultare credibili nella loro azione di denuncia?
Forse ha aggiunto Siffredi – facendo irritare le femministe di casa nostra – le
ragazze di Femen sono loro stesse delle prostitute. Posta in questi termini la
questione è sicuramente semplicistica, ma al pornoattore va riconosciuto il
merito di avere sollevato qualche legittimo dubbio sull’autenticità di Femen.
Non altrettanto perspicaci sono apparsi gli inviati televisivi che si sono occupati di Femen e dell’Ucraina in occasione degli Europei di calcio ospitati da Polonia e Ucraina. Quest’ultima è stata dipinta un po’ da tutti i media – ad eccezione di alcuni programmi radio in cui c’è stato spazio per l’approfondimento – come una nazione in cui si sterminano i cani randagi e in cui Femen è attiva nel combattere la prostituzione. Purtroppo le notizie delle ultime settimane hanno smentito questi due luoghi comuni. È stato accertato ex post che la maggioranza delle immagini circolate sui giornali e su internet, relative alle stragi di cani in Ucraina, erano tratte da fotogrammi scattati in Cina e in Romania. Il che tende a ridurre, se non a mettere interamente in discussione, la portata di queste stragi. Ma veniamo a Femen. Le rivelazioni della settimana scorsa provenienti da Kiev confermano qualcosa che era facilmente intuibile, ossia che le giovani ragazze non sono affatto delle attiviste disinteressate, ma percepiscono un regolare stipendio per la loro attività. A ben vedere non potrebbe essere altrimenti. Chi conosce la realtà ucraina sa che per una giovane donna senza lavoro e senza un ingente conto bancario è praticamente impossibile ricevere il visto per l’Europa, mentre le componenti di Femen, analogamente ai dirigenti di importanti aziende ucraine, hanno una sorta di open visa…Daryna Chyzh, una giornalista del canale “1+1” che è riuscita a intrufolarsi all’interno del movimento in occasione dell’azione anti-islamica tenutasi a Parigi – la giovane giornalista ha partecipato alle loro azioni in topless dopo settimane di addestramento in cui tra le altre cose le è stato insegnato come mostrare il suo seno davanti a una telecamera – ha svelato in diretta televisiva, nel programma d’inchiesta “Groshi”, qualche interessante retroscena. Ogni attivista percepirebbe 1000 euro al mese, i dipendenti della sede di Kiev, da dove si coordinano le varie iniziative, riceverebbero stipendi pari a 2500 euro mensili. L’affitto dell’ufficio nella capitale ammonterebbe invece a 2000 euro al mese. Il costo della spedizione parigina, pari a 1000 euro al giorno per dimostrante, dice di un’organizzazione che può beneficiare di regolari e cospicui finanziamenti.
Non altrettanto perspicaci sono apparsi gli inviati televisivi che si sono occupati di Femen e dell’Ucraina in occasione degli Europei di calcio ospitati da Polonia e Ucraina. Quest’ultima è stata dipinta un po’ da tutti i media – ad eccezione di alcuni programmi radio in cui c’è stato spazio per l’approfondimento – come una nazione in cui si sterminano i cani randagi e in cui Femen è attiva nel combattere la prostituzione. Purtroppo le notizie delle ultime settimane hanno smentito questi due luoghi comuni. È stato accertato ex post che la maggioranza delle immagini circolate sui giornali e su internet, relative alle stragi di cani in Ucraina, erano tratte da fotogrammi scattati in Cina e in Romania. Il che tende a ridurre, se non a mettere interamente in discussione, la portata di queste stragi. Ma veniamo a Femen. Le rivelazioni della settimana scorsa provenienti da Kiev confermano qualcosa che era facilmente intuibile, ossia che le giovani ragazze non sono affatto delle attiviste disinteressate, ma percepiscono un regolare stipendio per la loro attività. A ben vedere non potrebbe essere altrimenti. Chi conosce la realtà ucraina sa che per una giovane donna senza lavoro e senza un ingente conto bancario è praticamente impossibile ricevere il visto per l’Europa, mentre le componenti di Femen, analogamente ai dirigenti di importanti aziende ucraine, hanno una sorta di open visa…Daryna Chyzh, una giornalista del canale “1+1” che è riuscita a intrufolarsi all’interno del movimento in occasione dell’azione anti-islamica tenutasi a Parigi – la giovane giornalista ha partecipato alle loro azioni in topless dopo settimane di addestramento in cui tra le altre cose le è stato insegnato come mostrare il suo seno davanti a una telecamera – ha svelato in diretta televisiva, nel programma d’inchiesta “Groshi”, qualche interessante retroscena. Ogni attivista percepirebbe 1000 euro al mese, i dipendenti della sede di Kiev, da dove si coordinano le varie iniziative, riceverebbero stipendi pari a 2500 euro mensili. L’affitto dell’ufficio nella capitale ammonterebbe invece a 2000 euro al mese. Il costo della spedizione parigina, pari a 1000 euro al giorno per dimostrante, dice di un’organizzazione che può beneficiare di regolari e cospicui finanziamenti.
La
Chyzh, che ha visto più volte la leader del movimento, Aleksandra Shevchenko,
in compagnia dei miliardari tedeschi Helmut Geier e Beate Schober e del
businessman americano Jed Sunden, sospetta siano proprio costoro i principali
sponsor di Femen. Questa
ipotesi, ancora tutta da dimostrare, ha già infiammato la penna dei tanti
sostenitori delle teorie dei complotti. L’Occidente starebbe secondo costoro
cospirando contro l’Ucraina e contro il Cremlino che sostiene il Presidente
Yanukovych. Nonostante la Shevchenko, leader del movimento, dichiari di essere
sotto osservazione da parte dei servizi segreti ucraini, finora le
dimostrazioni di Femen non hanno per nulla impensierito Yanukovych e il suo
entourage.
Anzi si potrebbe sottolineare che paradossalmente siano state funzionali al consolidamento di un regime sempre più autocratico. L’attenzione mediatica rivolta a Femen ha infatti posto in secondo piano i veri problemi del paese quali le gravi violazioni di diritti civili, gli attacchi alla libertà di stampa e i processi politici in cui sono stati condannati due esponenti di spicco dell’opposizione: l’ex premier Yulia Tymoshenko e l’ex ministro degli interni Yuri Lutsenko. Interessante spendere due parole anche sull’episodio avvenuto a Kiev un mese fa, quando, per manifestare solidarietà alle Pussy Riot, due rappresentanti di Femen a seno nudo e armate di motosega hanno distrutto una croce greco-cattolica eretta nei giorni della Rivoluzione Arancione per ricordare le vittime della Ceka, la terribile polizia stalinista. Questo inquietante episodio pone diversi interrogativi. Come mai in un paese come l’Ucraina attuale, in cui si rischia di finire in galera solo perché si scrivono cose sgradite al Partito del Presidente, le due attiviste non sono state neppure sottoposte a un fermo di polizia? Se davvero Femen voleva essere solidale con le Pussy Riot, perché non prendere di mira un simbolo della Chiesa Ortodossa Patriarcato di Mosca accusata dalle rocker moscovite di essere collusa con il regime di Putin? L’obiettivo scelto è stato invece un simbolo religioso-politico che ricorda le vittime dello stalinismo, innalzato nei giorni in cui migliaia di cittadini cercavano di affrancarsi dal giogo moscovita e dal regime corrotto di Kuchma con la Rivoluzione Arancione. Al momento l’unica cosa certa è che Femen è un movimento che dispone di ingenti risorse finanziarie e che ha deciso di ampliare il suo raggio di azione. Dopo l’apertura di una nuova sede a Parigi seguiranno quelle di New York, Montreal, San Paolo, e forse Tel Aviv.
«Vuoi diventare una Femen italiana?
«Ci stiamo preparando psicologicamente e fisicamente
Anzi si potrebbe sottolineare che paradossalmente siano state funzionali al consolidamento di un regime sempre più autocratico. L’attenzione mediatica rivolta a Femen ha infatti posto in secondo piano i veri problemi del paese quali le gravi violazioni di diritti civili, gli attacchi alla libertà di stampa e i processi politici in cui sono stati condannati due esponenti di spicco dell’opposizione: l’ex premier Yulia Tymoshenko e l’ex ministro degli interni Yuri Lutsenko. Interessante spendere due parole anche sull’episodio avvenuto a Kiev un mese fa, quando, per manifestare solidarietà alle Pussy Riot, due rappresentanti di Femen a seno nudo e armate di motosega hanno distrutto una croce greco-cattolica eretta nei giorni della Rivoluzione Arancione per ricordare le vittime della Ceka, la terribile polizia stalinista. Questo inquietante episodio pone diversi interrogativi. Come mai in un paese come l’Ucraina attuale, in cui si rischia di finire in galera solo perché si scrivono cose sgradite al Partito del Presidente, le due attiviste non sono state neppure sottoposte a un fermo di polizia? Se davvero Femen voleva essere solidale con le Pussy Riot, perché non prendere di mira un simbolo della Chiesa Ortodossa Patriarcato di Mosca accusata dalle rocker moscovite di essere collusa con il regime di Putin? L’obiettivo scelto è stato invece un simbolo religioso-politico che ricorda le vittime dello stalinismo, innalzato nei giorni in cui migliaia di cittadini cercavano di affrancarsi dal giogo moscovita e dal regime corrotto di Kuchma con la Rivoluzione Arancione. Al momento l’unica cosa certa è che Femen è un movimento che dispone di ingenti risorse finanziarie e che ha deciso di ampliare il suo raggio di azione. Dopo l’apertura di una nuova sede a Parigi seguiranno quelle di New York, Montreal, San Paolo, e forse Tel Aviv.
L GRUPPO FONDATO IN UCRAINA
«Vuoi diventare una Femen italiana?
Metti la tua foto in topless su Facebook»
«Ci stiamo preparando psicologicamente e fisicamente
Pronte per la prima Slut Walk in una grande città»
Molti avranno seguito in questi due anni la vicenda delle suore “liberal” statunitensi, commissionate dalla Santa Sede -da Benedetto XVI e da Papa Francesco poi-, per il loro allontanamento dalla dottrina dal magistero della Chiesa cattolica. Queste religiose sono riunite sotto la “Leadership Conference of Women Religious” (LCWR), che rappresenta quasi l’80% delle 57 mila religiose americane.
Dopo una notifica dell’ex Sant’Uffizio a suor Margaret Farley, tra le esponenti di spicco del LCWR e nota sostenitrice della masturbazione, del divorzio e del matrimonio omosessuale (giustificando il tutto secondo la dottrina cattolica), la vicenda si è fatta decisamente seria nel 2012 quando la Congregazione per la Dottrina della fede ha deciso di commissariare tutta la LCWR dopo una visita apostolica che ha confermato le preoccupazioni. Nel documento si parla infatti di seri problemi dottrinali, tendenza ad andare “oltre la chiesa” e “oltre Gesù”, rifiuto del sacerdozio maschile e del celibato sacerdotale, posizioni in contrasto sui temi eticamente sensibili (aborto, eutanasia, divorzio, unioni omosessuali ecc.) e una prevalenza di tematiche femministe radicali incompatibili con la fede cattolica. Senza contare l’appoggio incondizionato e palese per la politica di Barack Obama, con tanto di comizi in suo sostegno. Inutile dire che i media si sono evidentemente schierati dalla parte delle suore “ribelli”.
Tuttavia nell’aprile 2013 scorso Papa Francesco ha confermato sia la valutazione critica formulata dalla Congregazione sulle suore americane della “Leadership Conference of Women Religious”, sia il programma in corso per “rimetterle in riga”. Non solo, le ha anche bacchettate pubblicamente nel maggio 2013 durante un discorso tenuto alle Superiori Generali (fra cui le americane): «La vostra vocazione è un carisma fondamentale per il cammino della Chiesa, e non è possibile che una consacrata e un consacrato non “sentano” con la Chiesa. Un “sentire” con la Chiesa che trova una sua espressione filiale nella fedeltà al Magistero, nella comunione con i Pastori e il Successore di Pietro, Vescovo di Roma, segno visibile dell’unità. L’annuncio e la testimonianza del Vangelo per ogni cristiano non sono mai un atto isolato o di gruppo, è una dicotomia assurda pensare di vivere con Gesù senza la Chiesa, di seguire Gesù al di fuori della Chiesa, di amare Gesù senza amare la Chiesa». Ed ancora: «accettando che l’obbedienza passi anche attraverso le mediazioni umane. Ricordate che il rapporto autorità-obbedienza si colloca nel contesto più ampio del mistero della Chiesa e ne costituisce una particolare attuazione della sua funzione mediatrice». Parole che hanno evidentemente scosso la LCWR:«Speravamo, alcune di noi, che Papa Francesco sarebbe stato molto, molto diverso da Papa Benedetto. Probabilmente pensare così era solo una pia illusione», hanno affermato.
Molto bella la lettera che ha scritto a loro Costanza Miriano, da anni impegnata in un dialogo con il femminismo: «Care suore americane, siate più ambiziose per favore! Abbiate più fantasia, puntate più in alto. Smettetela di cercare di assomigliare agli uomini, rendetevi conto di quale bellezza vi è stata regalata, anzi, magari non la mortificate con i tailleurini: se dovete rifiutare l’abito, tiratevi un po’ a lucido, sennò scoprite la meraviglia di vestirvi come vuole il vostro ordine, solo per gli occhi del vostro Sposo». Il Vaticano tuttavia sta cercando da tempo di tendere una mano alle suore femministe, proponendo incontri e dialoghi di chiarimento che sembrano portare dei frutti. Proprio in questi giorni in Vaticano è stato presentato il rapporto finale sulla vita religiosa femminile negli Usa e tra le varie associazioni invitate c’era anche la LCWR. Durante l’evento è stata ribadita «l’ammirazione, la stima e la gratitudine della Santa Sede per ciò che le suore statunitensi hanno fatto, fanno e faranno».
Come sottolineato da “Il Timone”, è anche emerso un dato interessante: le suore della “Leadership Conference of Women Religious” (LCWMR) hanno un’età media di 74 anni e solo il 9% degli istituti può vantare almeno 5 novizie in formazione. Accanto ad esse esiste anche il Council of Major Superiors of Women Religious (CMSWR), che rappresenta il 20% delle religiose americane, nato proprio perché la LCWR era considerata su posizioni troppo divergenti dal magistero e dalla dottrina cattolica. Nonostante avvertano anche loro la crisi vocazionale, all’interno delle 125 comunità che si riuniscono nel CMSWR, quasi il 20% delle suore (ossia circa 1.000) sono attualmente in fase di noviziato e l’età media è 53 anni, «ben al di sotto del trend generale e questo è motivo di meraviglia e gratitudine», come ha spiegato nella conferenza stampa in Vaticano la loro presidente, madre Agnes Mary Donovan. Suor Mary è anche la superiora di una delle più belle e recenti realtà religiose sorte negli Usa, le “Sisters of Life”, suore della vita.
Le suore “femministe” stanno dunque inevitabilmente subendo la stessa sorte di molte congregazioni protestanti: negando la propria identità e aprendosi agli idoli del mondo per sperare di ricevere più attenzione ed essere meno “segno di contraddizione”, si sono ritrovate ormai in via d’estinzione. Proprio questa mattina il Santo Padre ha invitato gli evangelici luterani all’attenzione sulle «questioni relative alla dignità della persona umana all’inizio e alla fine della sua vita, così come quelle attinenti alla famiglia, al matrimonio e alla sessualità, che non possono essere taciute o tralasciate solo perché non si vuole mettere a repentaglio il consenso ecumenico finora raggiunto. Sarebbe un peccato se, su tali importanti questioni legate all’esistenza umana, si verificassero nuove differenze confessionali». Al contrario, le religiose autentiche sono libere dai condizionamenti delle mode e delle ideologie, rimangono fedeli alla Chiesa anche se certamente è una posizione scomoda e difficoltosa, ma proprio per questo si scoprono feconde, sanno generare nuove vocazioni. Non a caso Papa Francescoha invitato le religiose ad una «castità “feconda”, una castità che genera figli spirituali nella Chiesa. La consacrata è madre, deve essere madre e non “zitella”».
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