giovedì 6 novembre 2014

PROFEZIE IN FASE DI REVISIONE - GIAPPONE -Disastro di Fukushima Dai-ichi - Incidente nucleare - Inquinamento radioattivo. Messaggi profetici della Madonna di Anguera in fase di svolgimento: “Msg. 2.556 - 02.08.2005 . “Il Giappone vivrà momenti di angoscia, ma il peggio dovrà ancora venire” 2.622 - 31.12.2005 “Gli uomini saranno sorpresi da dolorosi avvenimenti. Due passi, esplosioni e morti. Il Giappone berrà il calice amaro della sofferenza.”

POST DEL 25/9/2013 AGGIORNATO AL 05/6/2018




FASE - REVISIONE DELLA PROFEZIA: UNA TALE PROFEZIA GENERICA, PER IL MOMENTO, DEVE ESSERE LASCIATA DA PARTE.
FONTE: LIBRO "ANGUERA AVEVA RAGIONE" DI ANNARITA MAGRI - EDIZIONE FEDE E CULTURA.
MOTIVO: LA PROFEZIA ALLUDE AL SISMA DEL 2011 MA IL CONTESTO DELLA PROFEZIA, SE CONFRONTATO CON QUELLO DI DECINE ALTRE, RINVIA A UNA SITUAZIONE DI CATASTROFI NATURALI, CATACLISMI IMMANI, CON SPOSTAMENTI DELLE PLACCHE TERRESTRI, ABBASSAMENTO DI CORDIGLIERE COME LE ANDE E DI CATENE MONTUOSE COME L'HIMALAYA.
CRITERI: PERCHE' UNA PROFEZIA SI POSSA DIRE COMPIUTA, E' INDISPENSABILE CHE L'AVVENIMENTO CORRISPONDA FEDELMENTE ALL'ENUNCIATO DELLE PROFEZIE.

IMPRESCINDIBILE UNA NETTA CONTIGUITA' TEMPORALE TRA PROFEZIA E AVVENIMENTO.

Perché tutto questo lavoro sulle profezie di Anguera non basta ascoltare e mettere in pratica i messaggi spirituali?

·                     CRITERIO DI CORRISPONDENZA UNIVOCA - ACCADIMENTO PROFETICO ED EVENTO STORICO.
Per soddisfare il criterio in oggetto devono verificarsi le seguenti condizioni:
1)    Messaggi completi di Anguera;
2)    Termine delle apparizioni della Madonna;
3)    Compimento di tutte le profezie di Anguera;
4)    Riconoscimento ufficiale della Chiesa locale.
Quando saranno soddisfatte le quattro condizioni indicate, avremo una corrispondenza univoca; che ha un solo significato, che ammette una sola interpretazione, senza possibilità di equivoci, tra ogni evento storico e singolo messaggio profetico. Attualmente, nessuna delle quattro condizioni si sono verificate, possiamo solo ricercare corrispondenze tra ogni evento storico e messaggio profetico analizzato. In sintesi le profezie di Anguera, avverate o in fase di svolgimento, rimangono mere ipotesi di lavoro.
Nel seguente link diretto: http://nostrasignoradianguera.blogspot.com/2014/07/x-messaggi-profetici-della-madonna-di.html  a metà post sono descritti tutti i criteri utilizzati per associare la parte profetica all’ evento storico.
Perché tutto questo lavoro sulle profezie di Anguera non basta ascoltare e mettere in pratica i messaggi spirituali?
1)    La Madonna chiede esplicitamente di divulgare i messaggi: Cari figli, il compito che vi ho affidato è grande. Portate al mondo tutti i miei messaggi! Ho bisogno di ciascuno di voi. (n. 1000 - 29/8/1995)
2)     La Madonna afferma che è necessario che TUTTE le profezie si compiano: Messaggio di Anguera n. 1.511 - 5 dicembre 1998 – E' necessario che tutte le profezie si compiano, ma alla fine il mio cuore immacolato trionferà.
3)    La Madonna vuole prepararci agli eventi futuri: 2.476 del 29.01.2005 L’umanità affronterà grandi crisi. Oh uomini, tornate in fretta. Ciò che vi dico non è per spaventarvi, ma perché possiate essere preparati. 165 – 29 aprile 1989  Ascoltate ciò che la vostra Madre celeste sta dicendo, quando ella dolcemente vi ricorda come dovete prepararvi ai gravi avvenimenti che stanno per colpire il mondo. Lasciate che io vi guidi. Molti di voi sono vittime di tentazioni, dubbi e critiche riguardo alle mie apparizioni. Non amareggiate il mio Cuore con le vostre critiche e la vostra mancanza di fede.
4)    La Madonna parla con il consenso del Figlio: 2.486 - 22.02.2005 Cari figli, ciò che vi dico non è per spaventarvi. Vi parlo perché ho il consenso di mio Figlio Gesù. Ciò che NON POTETE COMPRENDERE ora, lo comprenderete più tardi.
5)    La Madonna ribadisce che e’ necessario che TUTTI conoscano gli eventi futuri: 2.530 - 01.06.2005 Continenti si muoveranno e la Terra si dividerà in vari pezzi. Chi sarà fedele fino alla fine vivrà per testimoniare l’amore di Dio. NON VOGLIO SPAVENTARVI, MA E’ NECESSARIO CHE VOI CONOSCIATE TUTTO QUESTO. VI CHIEDO DI FARE IN TUTTO LA VOLONTA’ DI DIO. Non scoraggiatevi. Non tiratevi indietro.
6)    La Madonna rivela profezie sconosciute al mondo ma afferma che dovranno compiersi TUTTE le profezie bibliche: 3.328 – 5 giugno 2010 Ciò che vi ho rivelato qui non l’ho mai rivelato prima in nessuna delle mie apparizioni nel mondo. Solo in questa terra Dio Mi ha permesso di parlarvi degli avvenimenti futuri. Quello che vi trasmetto qui non sarà mai rivelato in nessun altro luogo del mondo. 884 - 6 dicembre 1994 Tutto deve compiersi così come è scritto nelle Sacre Scritture, ma NON SIATE TRISTI. ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERÀ.

7)    Infine, la Madonna esorta a non aver paura: 2.578 – 22.09. 2005 SE PREGATE COMPRENDERETE CHE I MIEI APPELLI NON SONO DI PAURA, MA DI AVVISO CHE VI CONDUCE ALLA SPERANZA. CONTINUATE SALDI. COLORO CHE PROGETTANO CONTRO I MIEI PIANI NON OTTERRANNO NULLA. COLORO CHE MI APPARTENGONO SANNO COMPRENDERE LA MIA CHIAMATA.

MESSAGGI PROFETICI DELLA MADONNA DI ANGUERA: INTERPRETAZIONI PERSONALI CON CRITERI OGGETTIVI RAZIONALI - CASI DUBBI: DECLASSAMENTO DA PROFEZIE A PREDIZIONI O SEMPLICI COINCIDENZE.



Fonte della profezia: Libro -  Profezie compiute. Eventi profetizzati dalla Madonna di Anguera (Brasile) riportati da Pedro Regis e accaduti realmente. Autore anonimo. Edizione Segno

Fukushima: il disastro è adesso ma il peggio potrebbe arrivare




GIAPPONE. FUKUSHIMA PREOCCUPA: SCOPERTA FALLA CON RADIAZIONI A 530 SIEVERT



Radiazioni altissime a Fukushima

La situazione nel reattore 2 della centrale è davvero preoccupante: fotografato un buco creato dalla fusione del nocciolo e registrate radiazioni altissime.

6/02/2017

-Redazione- 23 settembre 2013- Il Giappone 

Fukushima: il disastro è adesso ma il peggio potrebbe arrivare




Se si verificasse il crollo di una sola delle piscine di stoccaggio si ipotizzerebbe addirittura l’evacuazione dell’intero emisfero Nord della Terra, si tratta di una questione di sopravvivenza per milioni di persone.

2.556 - 02.08.2005

Cari figli, vengo dal cielo per riempirvi di coraggio. Vi chiedo di non scoraggiarvi davanti alle vostre difficoltà. Confidate nel Signore. Lui è il vostro tutto. In Lui è la vostra vittoria. Dite no al peccato e accogliete con amore i miei appelli. L’umanità cammina verso l’abisso, ma Dio vuole salvarvi. Tornate in fretta. Il Giappone vivrà momenti di angoscia, ma il peggio dovrà ancora venire. Pregate. Solo per mezzo della preghiera potete trovare la pace. Non restate con le mani in mano. Questa è l’ora del vostro ritorno. Avanti. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.


2.622 - 31.12.2005


Cari figli, avanti. Io sono al vostro fianco. Restate saldi sul cammino che vi ho indicato e sarete salvi. Gli uomini saranno sorpresi da dolorosi avvenimenti. Due passi, esplosioni e morti. Il Giappone berrà il calice amaro della sofferenza. Roma perderà la sua gloria e la sua fama e la sofferenza sarà grande per i miei poveri figli. Il trono di Pietro cadrà. La morte arriverà agli ecclesiastici, che soffriranno dolori fisici. Pregate. Coloro che staranno con il Signore vinceranno. Coraggio. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace

Italia
3.295 - 20 marzo 2010
Cari figli, aprite i vostri cuori al Dio della salvezza e della pace. Sono giunti i tempi da me predetti. L’umanità cammina verso l’abisso della distruzione che gli uomini hanno preparato con le proprie mani. Vi chiedo di essere uomini e donne di preghiera, perché solo così sarete capaci di sopportare il peso delle prove che già si stanno preparando. Voglio dirvi che questo è il tempo della grazia. Vi attendono ancora tempi dolorosi. Io sono vostra Madre e sono con voi. Non allontanatevi dal cammino che vi ho indicato. Quello che dovete fare non rimandatelo a domani. Un mega-sisma scuoterà il Giappone e i miei poveri figli piangeranno e si lamenteranno. Dolore maggiore non è mai esistito. Soffro per ciò che vi attende. Inginocchiatevi e pregate. Non sono venuta dal cielo per scherzo. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.



Disastro di Fukushima Dai-ichi
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Stato
Luogo
Data
11 marzo 2011
Tipo
Disastro nucleare
Morti
accertati: 3[senza fonte]
Feriti
tecnicialcuni[non chiaro]contaminati ed alcuni feriti (provvisorio)
popolazione
alcuni[non chiaro]contaminati (provvisorio)[senza fonte]
Motivazione

Il disastro di Fukushima Dai-ichi è una serie di quattro distinti incidenti occorsi presso la centrale nucleare omonima a seguito del terremoto e maremoto del Tōhoku dell'11 marzo 2011.

Descrizione

Il 24 maggio 2011 la TEPCO, cioè la società che gestisce l'impianto, ha confermato che nei giorni immediatamente seguenti al maremoto è avvenuta la fusione dei noccioli dei reattori 1, 2 e 3[1], con un accumulo del materiale fuso alla base dei vessel.
Il quarto, il quinto e il sesto reattore della centrale sono stati portati in pochi giorni dall'incidente allo "spegnimento stabile" (temperatura sul fondo dei recipienti di contenimento dei reattori inferiore a 100 gradi) mentre i primi tre hanno raggiunto una condizione equivalente il 16 dicembre 2011[2] passando per lo stadio di "raffreddamento stabile" (funzionamento del sistema di raffreddamento a regime e senza aumento del livello dell'acqua accumulata e conseguente diminuzione continua della temperatura e della radioattività) in data 20 luglio 2011[3].
Complessivamente l'incidente, nella prima settimana stimato al grado 4 della scala INES, quindi al livello 5[4] (a pari livello con il singolo Three Mile Island in cui però non si ebbero né esplosioni, né rilasci di radioattività nell'ambiente pari all'evento giapponese); è stato infine provvisoriamente classificato dall'Agenzia per la sicurezza nucleare e industriale del Giappone al grado 7, il massimo grado della scala, finora raggiunto solo dal disastro di Černobyl', considerando l'insieme dell'evento e non più i singoli incidenti distinti (classificati tra i livelli 3 e 5).[5][6][7][8]
A causa del terremoto molti altri impianti nucleari giapponesi sono stati coinvolti, sia centrali nucleari che impianti del ciclo del combustibile. Gli impianti di generazione elettrica direttamente coinvolti con arresti automatici dei reattori sono stati quelli di Fukushima Dai-ichi, Fukushima Dai-ni, Onagawa e Tokai; è stato anche coinvolto il Centro di riprocessamento di Rokkasho che funziona con l'energia fornita dai generatori diesel di emergenza. Le maggiori preoccupazioni riguardano quattro dei sei reattori dell'impianto di Fukushima Dai-ichi, e in particolare il reattore numero 4, il cui edificio è stato quello maggiormente danneggiato dalle esplosioni di idrogeno, e nel quale le barre di combustibile a rischio fusione non sono quelle in uso all'interno del recipiente in pressione (vessel), ma quelle stoccate nelle vasche del combustibile esausto, che si trovano quindi al di fuori della struttura di contenimento primaria del reattore.[9]
La gestione dell'incidente da parte della TEPCO è stata caratterizzata da reticenza, menzogne e abbandono della popolazione locale al suo destino[10][11][12][13]. Anche il Ministero dell'energia giapponese è stato accusato di aver nascosto molti dati[14][15].

Struttura dei sistemi di protezione dei reattori

Resistenza allo tsunami

Non è possibile stabilire con esattezza quanto l'impianto sia stato danneggiato dal terremoto e quanto dal successivo tsunami, anche se allo stato attuale sembra che il danno maggiore sia stato provocato proprio da quest'ultimo: l'acqua dell'onda anomala avrebbe infatti messo fuori uso i sistemi elettrici che governano i sistemi di raffreddamento dei reattori della centrale innescando così la crisi e la successione di eventi occorsi. In particolare l'onda di tsunami che ha colpito l'impianto misurava almeno 14 metri di altezza, dalle tracce riscontrate nel parcheggio che si trova appunto a questa altezza, mentre l'impianto era stato progettato per far fronte al massimo ad onde di 6,5 metri di altezza.[16] La stessa ondata ha provocato la morte per annegamento dei due operatori che si trovavano nei locali scantinati della turbina dell'unità 4, ferma in manutenzione e con il reattore vuoto, e che erano stati dati per dispersi sin dal primo evento.

Cause delle esplosioni chimiche

Prima di tutto bisogna sottolineare che tutte le esplosioni avvenute sono di natura chimica e non nucleare, come invece avverrebbe in unordigno nucleare. A causa dell'aumento di temperatura degli elementi rimasti scoperti, l'acqua ha cominciato ad ossidare il rivestimento esterno in Zircaloy a temperatura di circa 1200 °C liberando idrogeno. Questo a contatto con l'ossigeno atmosferico raggiunte concentrazioni opportune forma una miscela esplosiva per la quale basta un innesco per provocarne l'esplosione. Nell'edificio esterno dell'unità 1 l'esplosione è avvenuta in seguito al rilascio controllato del gas/vapore contenuto nel reattore in concomitanza con una forte scossa di assestamento. Il rilascio era autorizzato dalle autorità giapponesi e previsto dalle procedure d'emergenza per consentire d'iniettare acqua, altrimenti non possibile per la contropressione dovuta sia al vapore che all'idrogeno accumulatosi all'interno del reattore.[senza fonte]
La suddetta dinamica (deflagrazione da idrogeno) si ritiene sia stata quasi certamente all'origine dell'esplosione dell'edificio 1, ma per quanto riguarda l'esplosione dell'edificio 3 , da osservazioni di esperti del settore, inerenti l'energia liberata durante la deflagrazione, fanno propendere per un diverso meccanismo, secondo cui in realtà sarebbe avvenuta una detonazione innescata da una criticità locale di fissione del materiale radioattivo presente nella piscina di stoccaggio, generando qualcosa di assimilabile, agli effetti, a un'arma radiologica. Tale spiegazione sarebbe coerente con l'energia di rilascio stimabile dalla proiezione a molte decine di metri da terra di ampie porzioni del tetto dell'edificio, con la velocità di propagazione supersonica dell'onda d'urto, con l'osservazione di una forte fiamma un attimo prima dell'evento, col ritrovamento di frammenti di plutonio anche a considerevole distanza dall'edificio.

Stato dei reattori

Fukushima Dai-ichi 1

Nella giornata dell'11 marzo in un edificio minore delle zone non nucleari dell'impianto è nato un piccolo incendio, che ha richiesto meno di due ore per essere estinto. Una situazione più grave era però emersa entro le zone nucleari dei tre reattori di Fukushima Dai-ichi in funzione, in questi il reattore era stato fermato automaticamente con successo, ma i generatori diesel avevano subito numerosi danni, lasciando quindi i tre reattori senza energia elettrica per alimentare il sistema di refrigerazione per dissipare il calore residuo del reattore.[17] Questo ha portato la TEPCO a comunicare una situazione di emergenza, che ha permesso alle autorità di far evacuare la popolazione residente entro i 3 km dall'impianto, circa 1000 persone. Nove ore dopo, il ministero dell'economia, del commercio e dell'industria ha comunicato che presso l'impianto erano arrivati quattro generatori diesel mobili, tre dei quali, già operativi, fornivano energia per i sistemi di emergenza dell'impianto e che altri moduli erano in arrivo per via aerea.[18]
Il 12 marzo a causa del mancato funzionamento degli impianti di raffreddamento di emergenza la pressione interna all'edificio del reattore è aumentata costantemente nel corso delle ore. Alle 2 di notte del 12 marzo, è stata riportata una pressione di circa 600 kPa, a fronte di una pressione normale di funzionamento di 400 kPa. A seguito di questo, la società elettrica ha preso la decisione di ridurre la pressione interna per gli impianti per cui non sono funzionanti i sistemi di refrigerazione, contemporaneamente alle operazioni di ripristino del normale funzionamento dei sistemi ed alla monitorizzazione dell'impianto. Alle 4:20 la IAEA ha confermato che erano in corso lavori per ripristinare l'alimentazione con generatori mobili e che sarebbe avvenuta una decompressione controllata utilizzando filtri per trattenere la maggior parte delle radiazioni entro l'impianto[18]. Alle 13:30 gli isotopi radioattivi cesio-137 e iodio-131 sono stati rilevati vicino al reattore[19] il che indica che una parte del nocciolo è rimasta scoperta per la diminuzione del livello del refrigerante nel reattore.[20] Alle 15:36 c'è stata una esplosione nel reattore,[21] quattro operai sono stati feriti, e la parte superiore dell'edificio secondario di contenimento del reattore è stata spazzata via, lasciando al suo posto lo scheletro di acciaio.[22] Il portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, ha confermato che c'era una "significativa possibilità" che le barre di combustibile radioattivo si fossero parzialmente fuse,[23] mentre l'esplosione non aveva compromesso l'integrità del contenimento principale del reattore[24]. Verso le 20:00 sono iniziati gli interventi di pompaggio di acqua marina, per raffreddare il reattore, e di acido borico, che assorbendo i neutroni blocca la reazione a catena.[24]

Fukushima Dai-ichi 2

Nei primi momenti dall'incidente il reattore risultava in stato di attenzione ma non in stato di serio danneggiamento o critico.
Il 14 marzo le barre del combustibile nel mezzogiorno erano completamente scoperte (non più sotto battente d'acqua), in quanto è fallito il pompaggio dell'acqua marina all'interno del nucleo.[25]Alle 13:21 la TEPCO ha dichiarato che non è esclusa la parziale fusione delle barre del combustibile nucleare all'interno del reattore 2.[26] Sono stati riscontrati gravi danni al nocciolo del reattore, probabilmente a causa della mancanza di refrigerante, questo ha portato a continuare l'iniezione di acqua marina ma il livello del liquido è al momento sconosciuto ma tendenzialmente in diminuzione, mentre è stato riportato che la pressione è aumentata fino a 700 kPa che ha reso l'iniezione di acqua impossibile per la pressione troppo elevata. Per risolvere il problema è stata quindi rilasciata una certa quantità di vapore che ha permesso una nuova iniezione di acqua. La TEPCO effettuato una notifica dichiarando che da prospezioni delle 08:50 che alcune barre di combustibile sono state presunte rotte, sulla base di radiazioni rilevate.[27]
Il 15 marzo alle 00:08 ora italiana si è registrata una esplosione al reattore 2.[28] La TEPCO annuncia che è stata evacuata parte del personale. Le autorità hanno ammesso che in seguito all'esplosione c'è stato una rottura non quantificata della camera di soppressione della pressione (wet-well), una struttura toroidale posta nella parte inferiore del sistema di contenimento del reattore.

Fukushima Dai-ichi 3

Nelle giornate dell'11 e del 12 marzo non persistevano particolari preoccupazioni per il reattore, in quanto i sistemi di raffreddamento, seppur in crisi, erano stati sostituiti parzialmente da altri apparati provvisori. Desta particolare preoccupazione il fatto che in questo reattore venisse usato come combustibile nucleare anche plutonio: nel settembre 2010 per la prima volta il reattore 3 era stato caricato con combustibile MOX al posto dell'uranio a basso arricchimento usato negli altri reattori della centrale[29].
Il 13 marzo si è dovuto ricorrere all'utilizzo di acqua di mare come refrigerante primario del reattore, sono presenti malfunzionamenti nei sistemi ma i livelli sono stabili. Per alleviare la pressione interna al reattore, sono poi iniziate delle operazioni di rilascio del gas, che hanno portato con loro piccole quantità di radioattività, il livello del liquido da un primo momento in cui aumentava, in un secondo iniziava di nuovo a diminuire. Alle 23:30 la Nuclear and Industrial Safety Agency ha riportato che alcune letture davano il livello del liquido refrigerante due metri sotto la cima degli elementi di combustibile, rappresentando quindi un serio rischio per la loro integrità, mentre altre strumentazioni ne riportavano ancora un livello nei limiti di sicurezza.[16]
Il 14 marzo alle 11:01 si è osservata un'esplosione seguita dallo sprigionarsi di fumo bianco dovuta a una fuga di idrogeno[30], l'esplosione è stata molto più potente di quella avvenuta nel reattore 1: una larga sezione del tetto dell'edificio del reattore è stata scagliata verso l'alto ed è ricaduta su altre strutture della centrale, ma la TEPCO ha dichiarato che ad una prima analisi il contenimento del nocciolo sarebbe rimasto intatto.[31] A seguito delle esplosioni un dipendente ventitreenne è stato contaminato.[32] Alle 12:00 quattro dipendenti TEPCO e due operai di società collegate hanno riportato ferite (tutti sono rimasti coscienti)[33]. Le letture di pressione a seguito dell'esplosione sono rimaste all'interno di un range relativamente normale, mentre in precedenza erano state molto superiori: 530kPa delle 6:30, 490kPa alle 9:05, 380kPa delle 11:13, 360kPa delle 11:55, che sono da confrontare con i 250kPa di livello di massima sicurezza, i 400kPa di riferimento e gli 840kPa del reattore 1 del 12 marzo.[31]
Il 16 marzo alle 8:34 ora locale è stato osservato del fumo bianco sollevarsi dal reattore 3. I tentativi di determinare la causa di tale avvenimento sono stati interrotti poiché tutti gli addetti sono stati evacuati in un'area sicura a causa dell'aumento della radioattività misurata[34]. Nel corso della giornata, poiché era aumentata la temperatura dell'acqua nella vasca del combustibile esausto, si era presa in considerazione l'ipotesi di spargere acqua con gli elicotteri grazie al supporto dell'Esercito; questi interventi sono poi stati cancellati per livelli di radiazioni troppo alti.[35]

Fukushima Dai-ichi 4

Fino al 14 marzo, per il reattore numero 4 non erano stati riportati danni di alcun tipo.[36]
Il 15 marzo verso le ore 06:00 locali viene udita una forte esplosione proveniente dalla centrale e in seguito viene confermato il danneggiamento di una parte dell'edificio contenente il reattore numero 4.[37] Alle 09:40 si è poi verificato un incendio nella vasca del combustibile esausto, con probabile rilascio di radioattività da parte del carburante in essa presente[19][38] La TEPCO ha affermato che il fuoco era stato spento entro le ore 12:00. Dato l'aumento del livello di radiazioni, alcuni lavoratori ancora presenti nell'edificio sono stati evacuati.[39][40] Alle 10:22 il livello delle radiazioni intorno al reattore era di 100 mSv/h.[41]. L'incendio sarebbe stato causato dall'esplosione dell'idrogeno dovuta all'evaporazione dell'acqua della vasca, con conseguente esposizione delle barre di combustibile esausto.[41] Alle 21:13 le radiazioni all'interno dell'edificio 4 sono divenute troppo elevate all'interno della sala di controllo per potervi lavorare e sostare a lungo[42]. Solo settanta dipendenti sono rimasti all'interno dell'edificio.[43]
Il 16 marzo verso le 5:45 un dipendente della TEPCO ha scoperto un incendio presso l'angolo nordovest dell'edificio del Reattore 4 mentre trasportava una batteria alla sala di controllo centrale. LaTEPCO ha informato dell'incidente i vigili del fuoco e le autorità locali.[44] Tentativi di spegnere l'incendio sono stati ritardati dagli alti livelli di radiazioni nella zona.[34] Durante un'ispezione alle 6:15 gli addetti della TEPCO non hanno trovato segni dell'incendio.[45]

Surriscaldamento e fusione nella vasca del combustibile esausto

La TEPCO ha comunicato l'esistenza di una piccola - ma non nulla - probabilità che la massa di carburante esposto possa raggiungere la criticità.[46][47] La BBC ha commentato che questa criticità non può significare una esplosione nucleare, ma potrebbe causare un rilascio prolungato di materiali radioattivi.[46] La criticità è di solito considerata altamente improbabile per il basso livello di arricchimento usato nei reattori ad acqua leggera.[48][49][50]
Nel caso si fosse svuotata completamente (per cedimento in seguito a sisma superiore a 7 richter, o per un nuovo tsunami) della piscina del combustibile nucleare, il Giappone sarebbe stato potenzialmente sull'orlo di un disastro atomico dieci volte peggiore a quello di Chernobyl,se il materiale in esso contenuto fosse stato rilasciato totalmente in atmosfera.[51][52].
Il 9 maggio 
2012, esperti di Stati Uniti e Giappone insieme a 73 Organizzazioni non Governative hanno inviato una petizione al Segretario dell'ONU Bang Ki Moon, chiedendo l'intervento urgente della Nazioni Unite per la stabilizzazione del reattore 4, tramite:
·         un Summit internazionale sul grave rischio nucleare;
·         una commissione indipendente di esperti che coordini gli aiuti internazionali.
Le Organizzazioni criticano il silenzio della stampa e politica giapponese sul disastro mondiale derivante dalle radiazioni, qualora un terremoto o un evento catastrofico dovessero danneggiare la vasca[53][54].

Fukushima Dai-ichi 5 e 6

Per reattori 5 e 6 sono stati riportati danni meno gravi, ed in ogni caso non si sono avute conseguenze catastrofiche come nei reattori 1, 2, 3 e 4; sono monitorati e si continua a verificare la tenuta dei circuiti di refrigerazione.[36]
A partire dal 15 marzo la temperatura del combustibile esausto nelle rispettive vasche è aumentata a causa della loro insufficiente refrigerazione.
Il 19 marzo i tecnici hanno ripristinato il sistema di refrigerazione del combustibile esausto[55].

Tentativo di ripristino degli ausiliari

In generale la TEPCO ha affermato, nella conferenza stampa di mercoledì 16 marzo, che erano in corso interventi finalizzati ad allacciare generatori di supporto e riparare i generatori diesel di emergenza per ripristinare l'alimentazione elettrica esterna degli impianti. Si giungerebbe così al ripristino dei sistemi di spray del nocciolo, del raffreddamento RHR e degli ECCS entro i limiti di operabilità, visti i probabili danneggiamenti da parte delle esplosioni dei giorni precedenti. In assenza di ulteriori complicazioni, si prevede che per giovedì 17 marzo i sistemi ausiliari ancora integri rientrino in funzione.[56]. In seguito a difficoltà nel ripristino dei sistemi di raffreddamento dei reattori coinvolti e nell'urgenza di doverli refrigerare viene presa la decisione di inondare d'acqua marina l'esterno dei reattori stessi tramite mega-idranti ed elicotteri almeno nei periodi di bassa emissione di radioattività; questa misura di urgenza viene però avversata dai vertici della TEPCO, che ordinano di sospendere le operazioni a causa del potere corrosivo dell'acqua salata che può danneggiare irreparabilmente gli impianti. Il direttore della centrale, Masao Yoshida, rimasto nell'impianto insieme a una cinquantina di tecnici, decide però di disobbedire e continuare a pompare acqua salata, scegliendo di sacrificare la centrale per evitare la catastrofe che si prospettava se non si fosse riusciti a raffreddare il reattore. La TEPCO, a seguito dell'utilizzo di acqua salata di mare per il raffreddamento, farà comunque sapere che la centrale non rientrerà più in funzione. Sempre nei giorni a seguire, dopo le esplosioni degli involucri esterni dei reattori, si paventa anche l'idea di cementificare i reattori, misura poi non attuata.

Conseguenze ambientali

Secondo le autorità di sorveglianza francesi (IRSN e ASN), la nube radioattiva sprigionata a più riprese della centrale di Fukushima Dai-ichi sarebbe arrivata sulla Francia attorno al 26 marzo. Considerata la distanza dovrebbe essere non particolarmente intensa.[57]
Il 21 marzo, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che "le radiazioni provocate dal disastrato impianto nucleare di Fukushima ed entrate nella catena alimentare sono più gravi di quanto finora si fosse pensato" e che l'effetto dell'incidente "è molto più grave di quanto chiunque avesse immaginato all'inizio, quando si pensava che si trattasse di un problema limitato a 20-30 chilometri".[58] Radionuclidi eccedenti i limiti fissati dalla normativa nazionale sono stati rilevati nel latte prodotto nella prefettura di Fukushima e negli spinaci prodotti nelle prefetture di Fukushima,Ibaraki, Tochigi e Gunma.[59][60]
Il 22 marzo, la TEPCO ha comunicato la presenza di iodio, cesio e cobalto nell'acqua di mare nei pressi del canale di scarico dei reattori 1, 2, 3 e 4.[61] In particolare, si sono rivelati livelli di iodio-131 di 126,7 volte più alti del limite consentito, livelli di cesio-134 di 24,8 volte superiori, quelli del cesio-137 di 16,5 volte e quantitativi non trascurabili di cobalto-58.[62]
Nei giorni successivi i livelli di radioattività in mare hanno superato di oltre 4400 volte i limiti ammessi.[63]
Tuttavia, tanto per farsi un'idea dell'entità della contaminazione ambientale, la quantità totale di radioattività diffusa nell'atmosfera, è stata pari all'incirca a un decimo di quella rilasciata durante ildisastro di Chernobyl.[64]
Esemplificativo di questo dato quantitativo è il fatto che già il 25 giugno 2012 è ripresa la vendita di pesce (specificatamente polpi e molluschi, ossia le specie nelle quali, a tale data, non sono state più riscontrate tracce di cesio e iodio radioattivi) catturato al largo delle regioni intorno alla centrale. Appena scenderanno a loro volta al di sotto dei limiti di radioattività stabiliti dal governo anche le altre specie di pesce e di frutti di mare verranno messe via via in commercio[65].
La natura e pericolosità della contaminazione di Fukushima, tuttavia, non puo' propriamente essere comparata a quella del disastro di Chernobil per due ragioni: in primo luogo, la maggior parte della contaminazione è di natura sotterranea: per prevenire il surriscaldamento di noccioli e piscine di stoccaggio, è necessaria una continua immissione di acqua di raffreddamento che si disperde nel sottosuolo, attraverso le crepe aperte dal terremoto. La seconda differenza critica rispetto a Chernobil è che questo fu sigillato dentro ad un sarcofago in un limitato lasso di tempo, mentre a Fukushima questa soluzione è impraticabile; la contaminazione sta procedendo ininterrottamente fin dal primo giorno, e durerà ancora per un imprecisato numero di anni, secondo certe stime, e se non avvengono crisi sistemiche nell'economia del Giappone, dai 10 ai 20 anni. È ancora incerto quale tipo di percorso possa seguire la massa d'acqua radioattiva attraverso le falde freatiche della regione: di certo in gran parte si riversa continuamente in mare, ed una parte si diffonde nell'entroterra. Della data del 22 agosto 2012 è la notizia che da misurazioni su pesce catturato nella regione, sono stati rilevati elevatissimi tassi di radioattività presenti nelle carni, tali da suggerire il blocco della distribuzione di pesce.[66]

Evacuazione della popolazione

L'11 marzo, a seguito della mancata alimentazione dei sistemi di refrigerazione dell'impianto di Fukushima Dai-ichi, la TEPCO ha dichiarato lo stato di emergenza, questo ha portato le autorità ad evacuare la popolazione residente entro i 3 km dall'impianto, cioè 1000 persone circa.[18]
Nei primi giorni di aprile livelli di radioattività superiori ai limiti legali sono stati ufficialmente ammessi anche fra 30 e 40 km dalla centrale, ma per ora non si è dato corso ad evacuazioni.[senza fonte]
Al 13 marzo, la TEPCO ha dichiarato di aver evacuato, in coordinamento con le autorità di governo, la popolazione residente entro un raggio di 20 km dalla Centrale Fukushima Dai-ichi e di 10 km dalla centrale di Fukushima Dai-ni.[67]
Il 15 marzo il premier giapponese Naoto Kan ha dichiarato che la zona di evacuazione attorno alla centrale di Fukushima è stata ampliata a un raggio di 30 km; tra i 20 e i 30 km l'abbandono delle case non è obbligatorio ma viene prescritto di non uscire di casa.[68]
In seguito il governo giapponese, dopo aver vietato l'accesso nel raggio di 20 km attorno alla centrale, ha ordinato l'evacuazione di altre cinque città, site fuori da tale area.[69] Nella cittadina diTomioka è rimasto il contadino Naoto Matsumura, nel tentativo di alimentare gli animali domestici che sono stati abbandonati nel territorio. Dopo gli esami clinici dell'ottobre 2011 per misurare i livelli di contaminazione, il suo organismo è risultato contaminato per 2.5 millisieverts[70].
Città
Popolazione evacuata[19]
Hirono-machi
5 387
Naraha-machi
7 851
Tomioka-machi
15 786
Ōkuma-machi (ipocentro)
11 186
Futaba-machi
6 936
Namie-machi
20 695
Tamura-machi
41 428
70 975
Kawauchi-mura
2 944
Kuzuo-mura
1 482
Totale
184 670
Gli Stati Uniti hanno consigliato ai loro cittadini presenti in Giappone di evacuare un'area di 80 km dalla centrale.
Dal mese di aprile 2012, in seguito alla verifica della riduzione dei livelli di radioattività al di sotto della soglia di sicurezza di 20 millisievert all'anno in tre località (Kawauchi, Tamura e Haranomachi) site nelle aree evacuate, le autorità hanno deciso di dare il permesso alla popolazione locale di rientrare in dette città, di tornare liberamente alle loro case e ai loro luoghi di lavoro e di esercitare qualunque attività (compreso il bere l'acqua del rubinetto) con l'unica momentanea restrizione di non poter pernottare. Si prevede che entro il 2016 il livello di radioattività in tutte le zone evacuate scenderà al di sotto della soglia di sicurezza permettendo così anche per esse un analogo piano di rientro[71].
Con queste conseguenze, "estranei" del disastro di Fukushima Daiichi sono stati a sud da Iwaki (pop: 330.000) e nord da Sōma (pop: 37.500). Inoltre, Iwaki e Sōma sono entrambi posizionati a 45 km da Fukushima Daiichi.

Contaminazione della popolazione

Le autorità giapponesi stanno studiando una eventuale contaminazione radioattiva sui 170.000 residenti evacuati dalle zone entro i 20 km dagli impianti di Fukushima Dai-ichi e Fukushima Dai-ni, al 16 marzo nove persone sono risultate contaminate dalle prime analisi. L'agenzia per la sicurezza nucleare ed industriale giapponese, parte del ministero dell'economia, commercio ed industria, ha affermato che delle circa 100 persone evacuate da Futaba, nove risultano esposte a contaminazione, le cui cause sono al momento in ricerca. Delle persone contaminate, una risulta esposta a 18.000 conteggi per minuto (cpm), una seconda fra 30.000 e 36.000 cpm, una terza circa 40.000 cpm. Su una quarta persona sono state inizialmente misurati oltre 100.000 cpm, ma dopo una seconda misurazione (avvenuta a seguito dell'essersi tolto le scarpe) ha riportato le misure poco oltre 40.000 cpm. Sulle altre cinque persone sono state riscontrati livelli di contaminazione molto bassi. Un secondo gruppo di 60 persone, che è stato evacuato dall'ospedale pubblico di Futaba tramite elicotteri, è stato testato per contaminazione; per questi non sono ancora disponibili (alle 16.30 ora locale) i risultati delle analisi ma si presuppone che siano stati contaminati durante l'attesa per essere trasportati via. Altri gruppi di persone evacuate sono state riscontrate negative ai test di contaminazione.[72]
Per prevenire possibili deleteri effetti dagli isotopi di iodio radioattivo, le autorità hanno predisposto la distribuzione di pillole allo ioduro di potassio per saturare la tiroide e prevenire gli effetti di quello radioattivo. Questo permette al corpo di non assimilare lo iodio-131 se si è venuti a contatto con esso.[72]
A due anni dal disastro, il 27 febbraio 2013 l'Organizzazione mondiale della Sanità ha pubblicato un rapporto sui rischi per la salute della popolazione rappresentati dalle conseguenze dell'incidente, che ridimensiona di molto le prospettive sin qui tracciate[73].

Contaminazione e vittime fra i lavoratori

Il 3 aprile è stato confermato il ritrovamento dei corpi di due lavoratori che il giorno del terremoto stavano operando presso l’Unità 4 la cui morte non è dovuta agli effetti delle radiazioni ionizzanti.
La IAEA riporta la notizia che il 1º aprile un lavoratore che riparava un malfunzionamento al manicotto dell’acqua su una nave dell’esercito americano, è caduto in acqua; il lavoratore è stato immediatamente soccorso e non ha riportato né ferite né contaminazione esterna dalle prime rilevazioni effettuate; al fine di valutare l’eventuale contaminazione interna lo stesso è stato sottoposto a WBC il cui risultato ha escluso qualsiasi presenza di contaminazione interna.[74]

Conseguenze internazionali

L'incidente nella centrale di Fukushima ha sollevato discussioni in vari Stati del Mondo inerenti al prosieguo o meno dell'utilizzo dell'energia nucleare (o della continuazione dei suoi programmi di sviluppo).
A tre mesi dall'evento, quattro Stati, al fine di verificare e/o rivedere le misure di sicurezza, avevano avviato brevi moratorie sui loro programmi nucleari, altri trenta li avevano invece mantenuti invariati mentre due Paesi (la Germania e la Svizzera) avevano manifestato l'intenzione di cancellarli nel lungo periodo (rispettivamente nel 2022 e nel 2034)[75].

Giappone

A metà maggio 2011 il primo ministro giapponese, viste anche le continue notizie negative sul fronte della soluzione del disastro, ha deciso di abbandonare i piani per la costruzione di 14 nuovireattori a fissione[76].
Il 14 giugno 2011 il ministro dell'Industria Giapponese, Banri Kaieda, commentando il risultato del referendum italiano del giorno precedente, ha ricordato che l'energia nucleare "continuerà a essere uno dei quattro importanti pilastri della politica energetica del Giappone come ha detto di recente anche il premier Naoto Kan nell'ambito del G8"[77].
Al 5 maggio 2012 tutti i 54 reattori presenti nel Paese erano fermi[78][79] ma dopo nove giorni ne sono stati riattivati due[80].

Cina

Nei giorni immediatamente seguenti all'incidente di Fukushima, ha sospeso l'autorizzazione alla realizzazione di 26 nuovi impianti nucleari, per verificare i criteri di sicurezza previsti e ha deciso di effettuare una revisione straordinaria della sicurezza dei siti già esistenti e funzionanti[81].
Comunque, nelle settimane successive, fonti ufficiali hanno comunicato che le verifiche hanno dato esito positivo e che la Cina continuerà nella costruzione di centrali nucleari come fonte di energia elettrica a basse emissioni di CO2 e che il programma nucleare non sarà abbandonato per la paura dei rischi connessi[82].
È previsto che la Cina appronterà altri 50 reattori nucleari oltre ai 27 già tutt'oggi in costruzione[83].

Francia

Il presidente Nicolas Sarkozy ha dichiarato a marzo di non avere timori perché «le centrali francesi sono le più sicure al mondo».[84]

Germania

Nell'immediato, il Governo di Angela Merkel ha deciso di sospendere la decisione, presa l'anno precedente, di prolungare la vita di alcune centrali. Inoltre, i sette reattori più vecchi, costruiti prima degli anni ottanta, sono stati fermati e sottoposti a una moratoria di tre mesi[84].
Il 30 maggio 2011 l'esecutivo tedesco ha poi stabilito di uscire dall'elettro-generazione da fonte nucleare nel 2022[85] (decisione ratificata in seguito da una legge approvata dai due rami del Parlamento di Berlino), cominciando col fermare gli otto reattori più vecchi il 6 agosto 2011 e prevedendo di chiuderne altri sei entro la fine del 2011 (cosa poi non avvenuta) e i restanti tre entro il2022[86].
L'obiettivo era di coprire questa quota di produzione sia tramite una ottimizzazione e riduzione dei consumi del 10% entro il 2020[87], sia aumentando la produzione da rinnovabili[76]. A metà giugno 2011 però, la cancelliera Angela Merkel, durante l’audizione al Bundestag per la presentazione del pacchetto energia, ha dichiarato che, per garantire la sicurezza energetica nel prossimo decennio, la Germania avrà bisogno di almeno 10 GW, e preferibilmente fino a 20 GW, di capacità incrementale (addizionale ai 10 GW già in costruzione o progettati e previsti di entrare in esercizio nel 2013) da impianti a combustibili fossili (a carbone e a gas naturale)[88].
Dal punto di vista industriale, la Siemens sta valutando l'uscita dal settore nucleare, avendo già sciolto la partnership con la francese AREVA (consorzio CARSIB) per la costruzione dei reattori EPR e rimettendo in discussione l'alleanza con la russa Rosatom siglata due anni fa[89][90].

Indonesia

Il governo ha annunciato che, nonostante un elevatissimo rischio sismico, non avrebbe modificato il suo programma nucleare.[84]

Italia

Inizialmente il ministro dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo, aveva dichiarato che «la linea del Governo sul nucleare non cambia»[91]. Il 23 marzo però il Governo Berlusconi IV deliberava una moratoria di un anno sul programma nucleare italiano[92] e il 31 marzo 2011 abrogava le disposizioni di legge approvate nel biennio 2008-2010 con le quali era stato deliberato di ritornare a edificare impianti atomici sul proprio territorio[93] e sulle quali era pendente un referendum abrogativo tenutosi ugualmente il 12 e il 13 giugno 2011, che ha visto la popolazione esprimersi per la cancellazione delle norme che avrebbero consentito la produzione di energia elettrica nucleare sul territorio nazionale.

Stati Uniti d'America[modifica | modifica sorgente]

Nonostante le richieste di alcuni esponenti del suo stesso partito, il presidente Barack Obama ha negato che l'incidente giapponese rallenterà la ripresa nucleare americana, aggiungendo che le centrali americane sono sicure.[84]

Svizzera

Dopo l'incidente l'Ufficio federale dell'energia ha annunciato la sospensione del nuovo programma nucleare al fine di riesaminare e modificare gli standard di sicurezza.[94] Il 22 marzo 2011, il Parlamento cantonale di Argovia ha bocciato la richiesta di socialisti e Verdi di sottoporre alle camere federali un'iniziativa per l'uscita dal nucleare in concomitanza con gli eventi giapponesi.[95]Tuttavia, il 25 maggio 2011, il Consiglio federale svizzero ha proposto l'abbandono graduale della fonte nucleare attraverso il blocco della costruzione di nuovi reattori e la conferma del calendario di chiusura (tra il 2019 e il 2034) delle centrali attualmente attive.[96][97] La decisione finale in merito è stata presa il 6 dicembre 2011 dalla camera bassa del Parlamento svizzero.[98] che, tramite tre mozioni, ha chiesto che non venga autorizzata la costruzione di nuove centrali pur non vietando in alcun modo l'uso nel Paese della tecnologia nucleare. In caso di futuro cambiamento d'indirizzo non sarà dunque necessaria una modifica di legislazione ma solo un provvedimento amministrativo (sotto forma di una nuova mozione) per rimanere nel settore.

Unione europea

Günther Oettinger, commissario all'energia della Commissione europea, ha dichiarato il 15 marzo 2011: «dobbiamo anche porci la domanda se, in Europa, in futuro, potremo soddisfare i nostri bisogni energetici senza il nucleare»[84].

Altri Paesi

Altre nazioni hanno annunciato che le vicende giapponesi saranno tenute in considerazione ai fini della sicurezza, ma che il programma nucleare non sarebbe cambiato.[84]
In molti Paesi già dotati di impianti nucleari è stato deciso intanto di rivedere le misure di sicurezza: è il caso dell'India e di Taiwan.[84]

Risarcimento danni

La Tokyo Electric Power Company (Tepco), il 30 Agosto 2011, ha annunciato i nuovi standard per risarcire le persone colpite dal disastro nucleare di Fukushima Daiichi[99].

Note

1.    ^ Fukushima, fusione in reattori 2 e 3, in «ANSA.it», 24 maggio 2011.
3.    ^ (EN) Nuclear Emergency Response Headquarters Government; TEPCO integrated Response Office, Appendix 1-1(PDF) in «Points of Progress Status of "Roadmap towards Restoration from the Accident at Fukushima Daiichi Nuclear Power Station, TEPCO"», TEPCO, 19 luglio 2011.
5.    ^ Redazione Online, È ufficiale: Fukushima come Chernobyl Nuova scossa, evacuato l'impianto, in «Corriere della Sera», 12 aprile 2011.
6.    ^ Il caso "Fukushima è come Chernobyl" Allarme ufficiale dal Giappone, in «La Repubblica», 12 aprile 2011.
7.    ^ (EN) NISA Press Release
8.    ^ (EN) Fukushima Nuclear Accident Update Log, IAEA.org, 2/6/2011.
9.    ^ (EN) Richard Black, Surprise 'critical' warning raises nuclear fears, in «BBC News», 16/03/2011. URL consultato in data 17 marzo 2011.
16.  ^ a b (EN) Efforts to manage Fukushima Daiichi 3, in «WNN», World Nuclear Association, 13/03/2011. URL consultato in data 17 marzo 2011.
17.  ^ Dopo lo SCRAM di un reattore, questo produce ancora all'incirca il 7% di potenza termica, derivante dal decadimento dei prodotti di fissione. Questo calore deve quindi essere eliminato per non far surriscaldare il nocciolo.
18.  ^ a b c (EN) Massive earthquake hits Japan in «WNN», World Nuclear Association, 11/03/2011.
19.  ^ a b c (EN) IAEA Update on Japan Earthquake, IAEA.
20.  ^ (EN) Possible Meltdown At Tepco Reactor, in «Nikkei.com», 12 marzo 2011. URL consultato in data 13 03 2011.
21.  ^   (EN) Fukushima Explosion Japan Nuclear reactor 13/12/2011. YouTube, 12/03/2011. URL consultato in data 13 marzo 2011.
22.  ^ (EN) Plant Status of Fukushima Daiichi Nuclear Power Station (as of 11PM March 12th ) in «Press Release», TEPCO, 12/03/2011. URL consultato il 22 marzo 2011.
23.  ^ (EN) Japan battles to stop nuclear catastrophe, Financial Times, 13/03/2011. URL consultato in data 13 marzo 2011.
27.  ^ (EN) Loss of coolant at Fukushima Daiichi 2, 14/03/2011. URL consultato in data 22 marzo 2011.
28.  ^ (EN) Blast heard at Fukushima's No.2 reactor: gov't, in «Kyodo News», 15/03/2011. URL consultato in data 17 marzo 2011.
29.  ^ (EN) Third Japanese reactor to load MOX, World Nuclear Association, 10/08/2011. URL consultato in data 14 marzo 2011.
30.  ^   Matthew K. (EN) NTV: Hydrogen blast at Fukushima nuclear plant's number 3 reactor, a 0:00:37. YouTube, 13/03/2011. URL consultato in data 17 marzo 2011.
31.  ^ a b (EN) Second explosion rocks Fukushima Daiichi in «WNN», World Nuclear Association, 14/03/2011.
33.  ^ (EN) White smoke around the Fukushima Daiichi Nuclear Power Station Unit 3 (2nd release) in «Press Release», TEPCO, 14/03/2011. URL consultato il 22 marzo 2011.
34.  ^ a b (EN) Problems for units 3 and 4, World Nuclear Association, 16/03/2011. URL consultato in data 16 marzo 2011.
35.  ^ (EN) Impact to TEPCO's Facilities due to Tohoku-Taiheiyou-Oki Earthquake (as of 10:00PM) in «Press Release», TEPCO, 16/03/2011. URL consultato il 16 marzo 2011.
36.  ^ a b (EN) Plant Status of Fukushima Daiichi Nuclear Power Station (as of 9pm March 13th) in «Press Release», TEPCO, 13/03/2011. URL consultato il 22 marzo 2011.
37.  ^ (EN) Damage to the Unit 4 Nuclear Reactor Building at Fukushima Dai-ichi Nuclear Power Station in «Press Release», TEPCO, 15 marzo 2011. URL consultato il 15 marzo 2011.
38.  ^ (EN) Japan spent fuel pond on fire, radioactivity out-IAEA, Reuters.com, 11/03/2011. URL consultato in data 15 marzo 2011.
39.  ^ (EN) 3rd UPDATE: Stricken No. 2 Reactor Fukushima Damaged, Some Staff Evacuated – WSJ.com, in «Online.wsj.com», 14 marzo 2011. URL consultato in data 22 marzo 2011.
40.  ^ (EN) Radiation levels could damage health: Japan, CBC, 14/03/2011. URL consultato in data 15 marzo 2011.
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42.  ^ (EN) Radiation hits dangerous levels at Japan plant control room, Reuters, 11/03/2011. URL consultato in data 15 marzo 2011.
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45.  ^ (EN) Fire occurrence at Fukushima Daiichi Nuclear Power Station Unit 4 (2nd Release) in «Press Release», TEPCO, 16/03/2011. URL consultato il 16 marzo 2011.
46.  ^ a b (EN) Richard Black, Surprise 'critical' warning raises nuclear fears, BBC News, 16 marzo 2011. URL consultato in data 26 marzo 2011.
47.  ^ (EN) McCurry Justin, Fukushima nuclear plant evacuated after radiation spikes,guardian.co.uk, 16 marzo 2011.
« Il reattore nº 4 è una causa crescente di preoccupazione. La TEPCO ritiene che la vasca di stoccaggio potrebbe essere bollente, aumentando le possibilità che le aste esposte raggiungano la massa critica. Un portavoce della TEPCO ha affermato che "La possibilità che si riformi una massa critica non è nulla" »
48.  ^ (EN) Robert Kilger, Criticality Safety in the Waste Management of Spent Fuel from NPPs(PDF), Eurosafe. URL consultato il 23 aprile 2011.
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88.  ^ (EN) DJ Merkel: Need 10 GW To 20 GW In Additional Fossil Generation Capacity, in «Morningstar», 09 06 2011.
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92.  ^ Nucleare, da Cdm ok allo stop di un anno, ANSA.it, 23/03/2011. URL consultato il 23 marzo 2011.
94.  ^ Giappone: Svizzera rivede sicurezza per nuove centrali nucleari, AGI, 14/03/2011. URL consultato il 22 marzo 2011.

Voci correlate

·         Incidente nucleare
·         Incidente di Three Mile Island
·         Disastro di Černobyl'
·         Inquinamento radioattivo
·         Energia nucleare in Giappone
·         Energia nucleare nel mondo

Altri progetti

·          Wikiquote contiene citazioni di o su Disastro di Fukushima Dai-ichi
·          Commons contiene immagini o altri file su Disastro di Fukushima Dai-ichi
·          Articolo su Wikinotizie: Esplosione nella centrale nucleare di Fukushima 12 marzo 2011

Collegamenti esterni

·         (EN) CNN: Why Fukushima is worse than you think - By Mycle Schneider, Special to CNN (agosto 2013)
·         (EN) CNBC: Fukushima nuclear leak 'can get a lot worse' (agosto 2013)
·         Il Giappone ad un anno dall'incidente di Fukushima (febbraio 2012)
·         (EN) The New York Times: Japan Nuclear Plant May Be Worse Off Than Thought (March 29, 2012)
·         (EN) The Accident at TEPCO's Fukushima Nuclear Power Stations - Giugno 2011 Report del governo giapponese alla conferenza ministeriale dell'IAEA sulla sicurezza nucleare.
·         (EN) TEPCO News Releases, Tokyo Electric Power.
·         Foto di archivio. L'unità 1 è sulla sinistra.
·         Foto satellitare del 16 marzo 2011. L'unità 1 è sulla destra.
·         (EN) Comunicato dell'Organizzazione mondiale della sanità sulla prevenzione del danno da radiazioni nucleari a Fukushima.
·         Google View. La tecnologia Google View è stata applicata per mostrare virtualmente il prima e il dopo nelle aree colpite dallo tsunami.
Sono elencati gli incidenti nucleari con valore della Scala INES >4
Livello 7
Černobyl' (1986) · Fukushima Dai-ichi (2011)
Livello 6
Livello 5

Incidente nucleare
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Un incidente nucleare o incidente radiologico è un evento in cui si produce un'emissione di materiale radioattivo o un livello di radioattività suscettibile di apportare pregiudizio alla salute pubblica.
Può prodursi a vari livelli di gravità in una centrale elettronucleare o in un impianto nucleare militare o civile, oppure anche in stabilimenti dove vi sia una qualsiasi attività legata alla manipolazione di elementi radioattivi come impianti di produzione del combustibile nucleare o di manipolazione delle scorie radioattive, laboratori di ricerca e reparti radiologici degli ospedali.
Allo scopo di misurare la gravità di un incidente nucleare è stata stabilita una scala internazionale, la scala INES, che classifica tutti gli eventi nucleari. Gli incidenti nucleari corrispondono ai livelli più alti della scala INES, dal 4 al 7. I livelli più bassi, da 0 a 3, sono riservati ai guasti che presentano un impatto lieve all'esterno dell'impianto e con esposizione radiologica della popolazione circostante entro i limiti prescritti.

Tipologie di incidenti

In linea di massima gli incidenti nucleari più gravi sono quelli che coinvolgono i reattori delle centrali nucleari per via della maggiore quantità di materiali altamente radioattivi in essi presenti e la tipologia di incidenti che può favorire la dispersione del materiale radioattivo nell’ambiente circostante. Seguono poi gli incidenti che riguardano le scorie nucleari e quelli dei rifiuti ospedalieri radiologici.
Sebbene le tipologie di guasto ad una centrale nucleare con i relativi effetti possano essere molteplici, in generale gli aspetti più critici in termini di sicurezza del funzionamento di un reattore nucleare a fissione, per i quali storicamente si sono verificati i due maggiori incidenti nucleari della storia (disastro di Černobyl' e disastro di Fukushima Dai-ichi), sono quelli legati alla gestione della grande energia termica prodotta dalla reazione di fissione, essenzialmente suddivisibile in due problemi specifici:
·         il controllo della potenza termica generata dalla reazione a catena ovvero il mantenimento della reazione nucleare di fissione in uno stato di criticità tale da autoalimentarsi in maniera stabile (tipicamente questo problema si evita con un opportuno dimensionamento della cosiddetta massa critica del combustibile nucleare nel reattore e con l'uso di barre di moderazione);
·         i problemi legati ai sistemi di raffreddamento dei reattori stessi in modo da dissipare il calore in eccesso prodotto dalla reazione evitando che questo possa portare a sua volta:
·         alla temutissima fusione delle barre di combustibile nucleare nel nucleo del reattore per le elevatissime temperature raggiunte (il cosiddetto meltdown nucleare, totale o parziale);
·         a esplosioni del reattore stesso per effetto della liberazione di gas esplosivi, quali ad esempio l'idrogeno, in seguito a reazioni chimiche innescate a loro volta dalle elevatissime temperature;
·         al rilascio controllato di questi gas misti ad elementi radioattivi per evitarne l'esplosione all'interno del reattore sempre in condizioni critiche di surriscaldamento.
In tutti i casi si ha liberazione di quantitativi di radioattività in misura variabile elevati, in alcuni casi catastrofici per la sicurezza pubblica e che possono facilmente portare al danneggiamento irreversibile del reattore almeno per quanto riguarda i primi due casi.
Altre tipologie di incidenti nucleari che possono verificarsi sono quelle che riguardano il trattamento di rimozione e smaltimento dei prodotti di scarto del reattore stesso o dei centri ospedalieri con attività radiologiche ovvero le ben note scorie nucleari e quello di produzione e maneggiamento del combustibile nucleare nelle rispettive impianti di produzione: anche queste tipologie di incidente hanno avuto corso, sebbene in maniera meno grave, nella storia dell'energia nucleare.
La storia degli incidenti nucleari, nel bene e nel male, ha comunque portato con sé il miglioramento dei sistemi di sicurezza nelle varie tipologie di impianto: ad ogni incidente nucleare avvenuto i livelli di sicurezza dei reattori di nuova concezione/progettazione sono stati portati ad un livello superiore in virtù dell'evidenza e del superamento dei fattori di criticità o debolezza intrinseci emersi nella realizzazione e funzionamento dei reattori precedenti. Ciascun reattore al mondo possiede quindi i propri standard di sicurezza in base alla sua progettazione e realizzazione nonché altrettanto specifiche procedure standard in caso di emergenza.

Scala di valutazione per gli incidenti

Per approfondire, vedi Scala INES.
La IAEA ha stabilito una scala (scala INES - International Nuclear Event Scale) di gravità degli eventi possibili in una centrale nucleare o in altra installazione, che si articola nei seguenti 8 livelli:
·         Livello 0 (deviazione): evento senza rilevanza sulla sicurezza.
·         Livello 1 (anomalia): evento che si differenzia dal normale regime operativo, che non coinvolge malfunzionamenti nei sistemi di sicurezza, né rilascio di contaminazione, né sovraesposizione degli addetti.
·         Livello 2 (guasto): evento che riguardi malfunzionamento delle apparecchiature di sicurezza, ma che lasci copertura di sicurezza sufficiente per malfunzionamenti successivi, o che risulti in esposizione di un lavoratore a dosi eccedenti i limiti e/o che porti alla presenza di radionuclidi in aree interne non progettate allo scopo, e che richieda azione correttiva.
·         esempi: l'evento di Civaux, Francia (1998) e di Forsmark, Svezia (2006).
·         Livello 3 (guasto grave): un incidente sfiorato, in cui solo le difese più esterne sono rimaste operative, e/o rilascio esteso di radionuclidi all'interno dell'area calda, oppure effetti verificabili sugli addetti, o infine rilascio di radionuclidi tali che la dose critica cumulativa sia dell'ordine di decimi di mSv.
·         Livello 4 (incidente senza rischio esterno): evento causante danni gravi all'installazione (ad esempio fusione parziale del nucleo) e/o sovraesposizione di uno o più addetti che risulti in elevata probabilità di decesso, e/o rilascio di radionuclidi tali che la dose critica cumulativa sia dell'ordine di pochi mSv.
·         Livello 5 (incidente con rischio esterno): Evento causante danni gravi all'installazione e/o rilascio di radionuclidi con attività dell'ordine di centinaia di migliaia di TBq come 131I, e che possa sfociare nell'impiego di contromisure previste dai piani di emergenza.
·         esempi: l'incidente di Three Mile Island, USA (1979), l'incidente di Windscale, Gran Bretagna (1957) e l'incidente di Goiânia, Brasile (1987).
·         Livello 6 (incidente grave): evento causante un significativo rilascio di radionuclidi e che potrebbe richiedere l'impiego di contromisure.
·         esempi: l'Incidente di Kyštym, URSS (1957).
·         Livello 7 (incidente molto grave): evento causante rilascio importante di radionuclidi, con estesi effetti sulla salute e sul territorio.
·         esempi: L'incidente di Černobyl', URSS (1986) e l'incidente di Fukushima, Giappone (2011).

Incidenti nucleari verificatisi nella storia

A tutt'oggi, si sono verificati i seguenti incidenti nucleari noti:
·         21 agosto 1945, 4º livello INES, (Los Alamos, Nuovo Messico, USA)
Harry K. Daghlian Jr. un tecnico incaricato a lavorare nel settore Omega del Los Alamos National Laboratory provoca involontariamente una massa critica lasciando cadere un cubetto di plutonio e di Carburo di tungsteno. Nonostante i due cubetti di materiali si separino istanti dopo essere caduti a terra a causa del colpo che ricevono, Daghlian viene esposto ad una dose letale di radiazione e muore qualche giorno più tardi il 15 settembre.[1]
·         21 maggio 1946, 4º livello INES, (Los Alamos, Nuovo Messico, USA)
Durante una dimostrazione scientifica alla presenza di diversi scienziati, il fisico Louis Slotin avvicina due semisfere di berillio che racchiudono una sfera di plutonio, generando quindi involontariamente una massa critica a causa della precedente rimozione del meccanismo di separazione delle due semisfere composto da una molla. Nonostante Slotin avesse separato immediatamente le due semisfere gli osservatori riferirono di aver percepito un'ondata di calore e di aver osservato un lieve bagliore causato dalla ionizzazione dell'aria circostante, e non come alcuni ritengono dall'Effetto Čerenkov che si verifica soltanto in mezzi più densi dell'aria. A causa della sua prossimità alle due semisfere Slotin assorbì però una dose letale di radiazioni e morì il 30 maggio dello stesso anno, mentre gli spettatori verranno esposti ad una dose di 1,7 Gray. Questo episodio fu successivamente anche riportato nel film Fat Man and Little Boy[1].
·         12 dicembre 1952 5º livello INES (Chalk River, Canada)
Si tratta del primo incidente che ha interessato un reattore nucleare. L'evento interessò il cosiddetto reattore NRX presso i Chalk River Laboratories nei pressi di Ottawa. Durante alcuni test a causa delle incomprensioni tra il personale addetto al reattori furono inviati dati errati presso la sezione di controllo del reattore che causarono il parziale meltdown nucleare del reattore. A causa del successivo surriscaldamento del refrigerante del reattore vi fu una esplosione che provocò la fuoriuscita di liquido refrigerante contaminato che fu fatto confluire in una cava abbandonata per evitare la contaminazione del fiume Ottawa. Tra il personale inviato sul posto per partecipare alle operazioni di bonifica vi fu anche il futuro presidente Jimmy Carter, all'epoca tecnico della marina.[2]
·         1957, 5º livello INES, Windscale (Gran Bretagna)
Nella centrale nucleare di Windscale (l'odierna Sellafield) si assistette alla combustione lenta della grafite del reattore senza che i tecnici se ne rendessero conto, se non dopo un paio di giorni. A causa di ciò vi fu una fuga abbastanza consistente di radioattività, benché parecchio minore di Černobyl'. Attraverso la ciminiera della centrale, infatti, i fumi finirono in atmosfera e si dovettero prendere misure precauzionali per la popolazione inglese. In seguito all'incidente, comunque, ci si prodigò per la progettazione di misure di sicurezza più efficaci in Gran Bretagna.
·         1957, 6º livello INES, Majak (Urali dell'URSS)
Nell'impianto di Majak, in una zona degli Urali dell'URSS, si verificò nel 1957 un incidente del 6º livello della scala INES. È il terzo incidente nucleare più grave della storia dopo quelli di Černobyl' e di Fukushima. Di questo incidente si conosce poco per il fatto di aver interessato un sito militare segreto. Infatti in realtà l'incidente non coinvolse una centrale nucleare ma piuttosto un deposito di materiali radioattivi di un sito militare. Il rilascio di radioattività nell'ambiente costrinse la autorità a interdire l'area circostante che fortunatamente non era molto popolata.
·         1969, 4º livello INES, Lucens (Svizzera)
La fusione del reattore in seguito ad un difetto di raffreddamento causò una massiccia contaminazione della caverna nella quale era collocato il reattore. Non si registrò alcuna contaminazione ne tra gli addetti della centrale ne tantomeno all'esterno dell'impianto.
·         1973, 4º livello INES, Windscale (Gran Bretagna)
Ulteriore incidente nucleare a Windscale.
·         1979, 5º livello INES, Three Mile Island (Pennsylvania, USA)
L'incidente di Three Mile Island che si verificò nella omonima centrale situata nei pressi dell'abitato di Harrisburg causò un rilascio di radioattività nell'ambiente a seguito dello scarico all'esterno di un eccesso di vapore che aveva saturato il circuito primario. In seguito al surriscaldamento del reattore vi fu una fuga di radionuclidi gassosi quali lo Xeno e vapori di Iodio. La popolazione della città poco distante che contava 140.000 persone venne evacuata per precauzione e secondo le stime ufficiali non vi furono conseguenze sanitarie. Tuttavia, il parziale meltdown nucleare a causa del surriscaldamento dello stesso rese inutilizzabile il reattore, con conseguenti gravi danni finanziari per i proprietari della centrale.
·         1980, 4º livello INES, Saint-Laurent-Nouan (Francia)
L'incidente fu causato dalla fusione di un canale del carburante del reattore. Non vi fu tuttavia rilascio di radiazione al di fuori dell'impianto.
·         1986, 7º livello INES, Černobyl' (URSS)
L'incidente di Černobyl' si verificò in una centrale nucleare nei pressi della cittadina di Pripyat e comportò la fusione del combustibile, l'esplosione e lo scoperchiamento del reattore, la fuga in aria di combustibile polverizzato, scorie radioattive e vari materiali radioattivi. In parte l'incidente fu provocato da alcune caratteristiche problematiche del reattore ma in gran parte è da imputarsi ad un errore umano, dal momento che i tecnici esclusero manualmente tutti i sistemi di sicurezza. La conseguenza dello scoperchiamento del reattore e della fuga in atmosfera di isotopi radioattivi fu una vasta contaminazione ambientale. Il rapporto ufficiale[3] redatto da agenzie dell'ONU (OMS, UNSCEAR, IAEA e altre) stila un bilancio di 65 morti accertati con sicurezza più altri 4 000 morti presunti (che non sarà possibile associare direttamente al disastro) per tumori e leucemie su un arco di 80 anni. Secondo Greenpeace invece, i decessi direttamente o indirettamente imputabili a Černobyl' sarebbero fino all'ordine dei 6.000.000 di 100.000 individui nei successivi 70 anni per tutti i tumori[4].
·         1987, 5º livello INES, Goiânia (Brasile)
L'incidente di Goiânia causò la morte di 4 persone, mentre 6 ricevettero dosi radioattive di alcuni Gray. È uno fra gli incidenti nucleari più gravi della storia, essendo stati raggiunti livelli di radiazione all'esterno di un impianto nucleare che furono superati solo dagli incidenti di Černobyl', Majak e Fukushima Dai-ichi. L'incidente fu causato da un apparecchio di radioterapia abbandonato in un ospedale che fu recuperato da alcuni ferrivecchi per rivenderne il metallo. Il cesio-137, prodotto attivo dell'apparecchio, fu disperso nell'ambiente attirando numerosi curiosi a causa dalla luce blu prodotta dalla ionizzazione dell'aria circostante. Oltre alle 4 persone morte nel giro di 75 giorni, 249 persone furono contaminate, di cui 49 dovettero essere ospitalizzate, e 21 furono trasferite in terapia intensiva. Fu necessario rimuovere 3 500 m³ di scorie radioattive per decontaminare il sito nel quale fu disperso il Cesio.[5][6] Uno studio epidemiologico realizzato nel 2006 ha studiato le conseguenze di questo incidente sull'incidenza del cancro fra la popolazione che fu a contatto con il materiale radioattivo, ma nessun aumento statisticamente significativodell'incidenza di cancro è stata registrata.
·         1999, 4º livello INES, Tokaimura (Giappone)
Incidente che causò la sovraesposizione radiologica dei lavoratori dell'impianto di fabbricazione di combustibile nucleare in seguito ad un evento critico.
·         2006, 4º livello INES, Fleurus (Belgio)
Causò gravi effetti sulla salute di un lavoratore di un impianto radiologico commerciale in seguito a un'elevata dose di radiazioni assorbite.
·         2011, 7º livello INES[7][8], Fukushima (Giappone)
A seguito del grave terremoto dell'11 marzo 2011, l'unità 1 della centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, dopo circa 24 ore dall'evento, durante una ulteriore scossa di terremoto, ha registrato una esplosione con fuoriuscita di fumo bianco, presumibilmente idrogeno rilasciato dal liquido di raffreddamento in condizioni di alta temperatura e pressione, con conseguente dispersione di materiale irradiato all'esterno e crollo del tetto di un edificio di servizio, non ospitante il reattore. Il 13 marzo si è verificata una analoga esplosione all'unità 3. Nella mattina del 15 marzo, dopo numerosi allarmi riguardanti la mancata ricopertura delle barre del reattore dell'unità 2, si è verificata una esplosione che ad una prima indagine potrebbe aver danneggiato il rivestimento esterno del nucleo, rimasto intatto nelle unità 1 e 3. Anche le 4 unità della centrale di Fukushima Dai-ni, situata a 11 km dall'altra, e che erano in funzione al momento del sisma, sono state spente automaticamente dai sistemi di sicurezza, ma il malfunzionamento degli impianti di raffreddamento dei reattori ha provocato una situazione di allarme, di grado inferiore in quanto senza rilascio di radioattività all'esterno degli impianti.

Note

1.    ^ a b The Atomic Heritage Foundation Accidents in the Manhattan Project
2.    ^ Peter Jedicke: The NRX Incident, 1. Mai 2006
3.    ^ Chernobyl Forum (OMS, UNSCEAR, IAEA, ... ), Rapporto ufficiale e bilancio sul disastro di Černobyl'
4.    ^ Greenpeace, Cernobyl, il costo umano di una catastrofe, aprile 2006

Voci correlate

·         Scala INES
·         Disastro ambientale

Inquinamento radioattivo
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L'inquinamento radioattivo può avere diverse origini:
·         industriale: gli impianti nucleari sono autorizzati a rigettare nell'ambiente materie radioattive in quantità stabilita dalle autorità competenti. L'estrazione dell'uranio, il riprocessamento e lo stoccaggio delle scorie radioattive generano anch'essi un inquinamento radioattivo;
·         militare: esperimenti delle bombe atomiche[1] ma anche relitti di carri armati abbandonati nel deserto dopo esser stati distrutti con granate ad uranio impoverito;
·         accidentale: malfunzionamenti e incidenti di impianti nucleari (Fukushima, Cernobyl, Three Mile Island, ecc.), fuoriuscita delle scorie da una discarica, rischio d'incidente durante il trasporto delle scorie radioattive.

Radioattività naturale e radioattività artificiale 

Per approfondire, vedi Malattia da radiazione.
«Il 60 % della radioattività cui siamo esposti è di origine naturale».[2] Così l'industria nucleare cerca di rassicurare le popolazioni diffidenti per quanto riguarda il rischio ambientale e sanitario delle materie radioattive.
Infatti, la radioattività esiste nella natura[3] ma non è mai molto concentrata:
·         In 1 grammo d'acqua, 1 atomo si disintegrerà, emettendo un'irradiazione radioattiva, ogni 100 secondi, sia 0,01 Becquerel[4] (0.01 Bq/g).
·         In un grammo di granito, che contiene tracce di uranio, si contano 8 disintegrazioni al secondo (8Bq/g).
·         Radioattività del corpo umano (dovuto principalmente al Potassio-40 delle ossa, seguito dal Carbonio-14 che contribuisce per circa un quarto del totale): 0,1Bq/g.
Invece la radioattività artificiale, risultata dalle materie radioattive usate nelle centrali nucleari, nel settore militare o ancora in quello medico, è molto più alta. Si misurano[5]:
·         10 000 disintegrazioni al secondo in 1 grammo di uranio (10 000 Bq/g)
·         2 miliardi di disintegrazioni al secondo in 1 grammo di plutonio (2Gbq/g)
·         3200 miliardi di disintegrazioni al secondo in 1 grammo di cesio-137 (3,2 Tbq/g)
·         359 000 miliardi di disintegrazioni al secondo in 1 grammo di tritio (359 Tbq/g)
La radioattività viene ritenuta «trascurabile» sotto 1 Bq/g, «di livello naturale» tra 1 e 1000 Bq/g, e «da sorvegliare» sopra.
Infatti, il corpo umano è capace di riparare le poche lesioni del DNA dovute ad una radioattività debole, però si rivela sopraffatto quando la dose d'irradiazione è massiva.
Gli effetti della radioattività sul corpo umano variano a seconda:[6]
·         dell'attività della materia (misurata in Becquerel)
·         della natura dei raggi (alpha, bêta, gamma)
·         degli organi toccati
·         dell'esposizione
Si parla d'irradiazione esterna quando il soggetto viene esposto ad una fonte radioattiva per un periodo limitato.
Si parla di contaminazione interna quando il soggetto ingerisce una particella radioattiva. In questo caso, l'irradiazione è continua, diretta, e definitiva.

Tempi di dimezzamento 

Per approfondire, vedi Decadimento radioattivo.
Le materie radioattive perdono progressivamente la loro radioattività. Il periodo, ossia il tempo necessario perché il 50% degli atomi si sia disintegrato, è di[7]:
·         8 giorni per lo iodio-131
·         12,3 anni per il tritio
·         30 anni per il cesio-137 e lo stronzio-90
·         24100 anni per il plutonio-239
·         710 milioni di anni per l'uranio-235
·         4,5 miliardi di anni per l'uranio-238.
Si stima che la radioattività è quasi scomparsa dopo 10 volte il periodo.
Anche usato, il combustibile delle centrali resta molto radioattivo: per 5 anni resta «a raffreddare» in una piscina prima di venire vetrificato.
Il MOX usato, è ancora più radioattivo, perché contiene plutonio. Così resta «a raffreddare» per 25 anni.[8]
Le scorie radioattive, commisurate alla durata della vita umana, sono dunque eterne; da ciò il carattere irreversibile dell'inquinamento radioattivo e le polemiche sempre vivaci presso le popolazioni interessate.

Rischi per la salute 

Tutti gli impianti nucleari, anche quando funzionano «normalmente», rigettano una certa quantità di radioattività nell'acqua e nell'aria. I poteri pubblici ritengono questi rigetti innocui, eppure le norme ufficiali si basano sul principio che «ogni dose di radiazioni comporta un rischio cancerogeno e genetico».[9] I limiti stabiliti non corrispondono dunque ad un'assenza di pericolo, ma ad un numero di vittime considerato accettabile rispetto agli interessi economici. Infatti, la stessa CIPR confessa che "la scelta dei limiti di dose implica dei giudizi sociali".[10]
Inoltre, i rischi sono generalmente sottovalutati[10], dato che i calcoli trascurano due fatti:
·         gli elementi radioattivi rigettati, anche in quantità minima, possono ritrovarsi nella catena alimentare. Per esempio, gli animali marini sono contaminati dai rigetti di La Hague (Normandia) nei pressi delle coste francesi fino alla Norvegia;
·         quando si ingerisce un cibo contaminato, le particelle radioattive agiscono diversamente dato che si trovano all'interno del corpo.
Un aumento di incidenza - pari al doppio - per quanto riguarda casi di leucemia fu riscontrata in uno studio del 2007 condotto dall'università di Magonza (Germania) in bambini con meno di cinque anni cresciuti a meno di cinque chilometri da una centrale nucleare.[11][12]

Vittime dell'inquinamento radioattivo [modifica | modifica sorgente]

Da 50 anni, l'attività umana ha portato una contaminazione radioattiva sull'insieme del pianeta, che è cumulativa poiché gli effetti delle radiazioni si accumulano nel corso del tempo.[13] È principalmente dovuta alle ricadute degli esperimenti atomici e dei disastri nucleari.
Secondo il CERI[14][15] 61 milioni di morti possono essere imputati a questa contaminazione. Sarebbe responsabile di gran parte dei cancri «inspiegati», il cui numero non ha smesso di aumentare fin dagli anni '60. Le valutazioni di questo comitato si basano su un modello che tiene conto degli effetti di un'irradiazione interna, contrariamente a quello adottato dal CIPR.[16]
Numero di vittime dovute all'esposizione alla radioattività artificiale[17]
Estimazioni secondo
CIPR
CERI
Totale morti di cancri
1,2 milioni
61 milioni
Totale cancri non mortali
2,3 milioni
123 milioni
Mortalità infantile
Non considerata
1,6 milioni

Inquinamento radioattivo e sindrome di Down 

Alcune ricerche hanno messo in relazione l'incidenza della sindrome di Down con l'esposizione delle gestanti a livelli di radioattività più elevati della norma, causati da fughe radioattive o incidenti.
Un'analisi dei trend svolta in Germania dopo il disastro di Černobyl' ha mostrato che l'incidenza della sindrome di Down ebbe un incremento significativo (600%) rispetto alla frequenza standard di questa patologia genetica.[18] In particolare, nella città di Berlino, l'incidenza della sindrome di Down aumentò improvvisamente di sei volte nel gennaio 1987, cioè esattamente nove mesi dopo l'incidente (26 aprile 1986). I ricercatori della Freie Universität hanno riscontrato che queste donne rimasero incinte proprio nel periodo dell'esposizione della popolazione alle radiazioni, e in particolare allo iodio-131.[19]
Altri studi, svolti in Gran Bretagna, hanno dimostrato che le percentuali di neonati affetti da sindrome di Down sono significativamente più elevate nelle popolazioni che vivono nei pressi delle centrali nucleari. Nella comunità di Fylde (Lancashire) vi furono picchi di nascite di bambini Down nel1958 e nel biennio 1962-1964, in concomitanza con piogge radioattive.[20] Un fenomeno analogo è stato osservato nei pressi di Sellafield (sito allora denominato Windscale) in seguito all'incendio verificatosi nella centrale nel 1957. In questo caso, le donne più colpite risultarono quelle con età maggiore di 35 anni. Questo risultato è stato interpretato come un effetto della sommatoria dell'esposizione dei livelli di radioattività dovuti all'incidente con le radiazioni pregresse, che donne in età maggiore avevano avuto più tempo per accumulare.[21]
Queste ricerche hanno portato a ritenere che gli effetti delle radiazioni possano avere risvolti molto rilevanti nel lungo termine. Secondo alcuni studiosi,[22] il fatto che la sindrome di Down risulti correlata all'età della madre non sarebbe causato tanto da un "invecchiamento" genetico degliovuli - come si è tradizionalmente ipotizzato - ma dal fatto che donne più mature hanno mediamente avuto un'esposizione alle radiazioni maggiore di quella che hanno avuto donne più giovani; dal momento che l'esposizione alle radiazioni è cumulativa, queste ultime semplicemente non hanno avuto il tempo sufficiente ad accumulare una quantità critica di effetti mutageni dovuti alle radiazioni.[20]

Scorie 

Per approfondire, vedi Scoria radioattiva.
Le scorie radioattive sono costituite dal combustibile esaurito proveniente dai reattori nucleari. Si tratta di materiali altamente contaminanti e fino a un milione di volte più radioattivi di quando sono entrati a far parte del processo di fissione. Inoltre, ogni centrale ne produce in grandi quantità e continuamente: si calcola che, nel complesso, le circa 440 centrali nucleari attive nel mondo producano ogni anno quasi tredicimila tonnellate di rifiuti radioattivi ad alta intensità.[13]
Da questi dati emerge chiaramente che la gestione delle scorie radioattive è il primo problema con cui è obbligata a confrontarsi qualunque decisione circa la produzione di energia nucleare.

Deposito e stoccaggio [modifica | modifica sorgente]

Tipicamente, le scorie radioattive vengono trasferite in una pozza di stoccaggio temporaneo e sommerse. Successivamente vengono travasate in barili di acciaio senz'aria, sui quali si apporta una colata di calcestruzzo che li chiude ermeticamente («botti a secco»). Queste poi vengono messe in piscine schermate o in depositi provvisori.[13]
Un'alternativa al sigillamento in fusti è rappresentata dal processo di vetrificazione: le scorie vengono fuse in fornaci insieme a biglie di vetro, ottenendo lingotti di vetro radioattivo che vengono poi sigillati in custodie di acciaio. Questi vengono poi trasferiti in strutture climatizzate.[13]
In ogni caso, all'atto del trasferimento nei depositi il processo di gestione delle scorie è appena iniziato. Ogni nazione ha un proprio orientamento su quale potrebbe essere la soluzione per il tumulamento definitivo delle scorie che, nel frattempo, continuano a emettere particelle alfa, beta, raggi gamma, calore e a scambiare neutroni.[13]

Riprocessamento [modifica | modifica sorgente]

In alternativa allo stoccaggio per la gestione delle scorie nucleari se ne può tentare il riprocessamento. Le scorie vengono sottoposte ad un processo di ritrattamento in cui isotopi dell'Uranio e il plutonio vengono separati dagli elementi esausti. Il riprocessamento, tuttavia, è molto costoso e non esente da rischi.

Siti contaminati dall'industria nucleare 

In tutto il mondo, sia a causa di fughe radioattive e di incidenti, sia per via del progressivo deteriorarsi dei depositi di scorie, esistono siti contaminati dalle attività di produzione energetica e militare legate al nucleare.

Francia [modifica | modifica sorgente]

In Francia, con 19 centrali atomiche, ossia 58 reattori, il nucleare produce il 75% dell'elettricità.
Più di 1000 siti sono contaminati dalla radioattività, sparsi su tutto il territorio. La maggior parte non beneficia di una sorveglianza particolare, pur emettendo radiazioni superiori alla norma.
Si tratta di:[23]
·         fabbriche chimiche dell'industria nucleare, vecchie e in servizio, come per esempio la fabbrica di riprocessamento di La Hague (Manche), oppure, meno famosa, la fabbrica Orflam de Pargny-sur-Saulx (Marne) che estraeva cesio e torio dalle sabbie radioattive importate d'Australia: i residui sistemati nei terrapieni dei dintorni hanno contaminato il paese, dove il numero di cancri è anormalmente elevato.
·         Centrali, vecchie ed in servizio.[24]
·         Discariche, vecchie ed in servizio.
·         Vecchie miniere (più di 200).[25][26]
·         Strade il cui pietrisco contiene scorie debolmente radioattive.

Stati Uniti 

·         Il complesso militare di Rocky Flats, nel Colorado, in cui venivano fabbricati detonatori al plutonio per armi atomiche, fu contaminato da fughe radioattive e chiuso. Per anni, nel complesso, erano stati stoccati fusti contenenti plutonio ed uranio posti a contatto col suolo. In seguito a perdite, il suolo fu cementificato, ma i corsi d'acqua vicini erano ormai contaminati. Più di quattrocento edifici del complesso furono abbattuti, gli edifici interrati sepolti, e il suolo radioattivo, su cui erano posti i bidoni, è stato trasferito, insieme a un metro del terreno sottostante, in depositi di stoccaggio.[13]
·         Il più grande deposito di materiali radioattivi a bassa e media intensità degli USA è il Wipp (Waste Isolation Pilot Plant), in attività dal 1999. È stato ricavato in un sito naturale costituito da grotte scavate nel sale, circa seicento metri sotto il Nuovo Messico. Il Wipp non è adatto allo smaltimento delle scorie nucleari, che sono estremamente radioattive, ma è stato pensato per contenere materiali esposti a basse e medie contaminazioni (p.es. i guanti utilizzati per assemblare le armi, i rivestimenti per le scarpe, i macchinari usati e i muri dei fabbricati contaminati). Nel Wipp non sono ammessi materiali liquidi, per evitare che possa esservi fermentazione e conseguente saturazione dell'ambiente, con successiva fuga radioattiva. Tuttavia, una certa percentuale di umidità, per quanto ridotta, può percolare sotto forma di brina, e non è prevedibile il modo in cui reagirà a contatto con il cellophane e la cellulosa contaminata, in presenza del calore a cui inevitabilmente sono soggetti i residui radioattivi. Già dopo cinque anni dalla messa in opera del sito, durante i quali il Wipp si era già riempito per più del 20% dello spazio originariamente disponibile, si sono verificate fughe di plutonio-239 dai condotti di scarico del deposito.[13]

Italia 

In Italia non sono documentate fughe radioattive o inquinamento radioattivo dovuti alle centrali nucleari o al loro indotto. Si contano comunque 60mila metri cubi di rifiuti radioattivi e più di 298,5 tonnellate di combustibile irraggiato. Molti di questi provengono dalle quattro centrali nucleari dismesse: Latina, Garigliano (Ce), Trino (Vc), Caorso (Pc).

Note 

3.    ^ Cf voce Radioattività, «Fonti di radioattività»Radioattività#Fonti di radioattivit.C3.A0
4.    ^ Becquerel : numero di disintegrazioni al secondo
5.    ^ Les dossiers Sortir du nucléaire, «De plus en plus radioactif...», in Peut-on recycler les déchets nucléaires?, Coûts, risques et enjeux de l'industrie du plutonium, gennaio 2009, p.2. Disponibile in PDF o da consultare in rete [1]
6.    ^ Les dossiers Sortir du nucléaire, Déchets nucléaires, le casse-tête!, novembre 2007, p.2. Disponibile in PDF [2]
7.    ^ Les dossiers Sortir du nucléaire, «Qu'est-ce que la radioactivité?», in Déchets nucléaires, le casse-tête!, novembre 2007, p.2. Disponibile in PDF [3]
8.    ^ Morichaud Jean-Pierre, Menaces sur le vivant, la filière nucléaire du plutonium, Ed. Yves Michel 2008
9.    ^ CIPR, 1990, citato in Les dossiers Sortir du nucléaire, «Rejets radioactifs, un risque sous-évalué», in Déchets nucléaires, le casse-tête!, novembre 2007, p.11. Disponibile in PDF [4]
10.  ^ a b Les dossiers Sortir du nucléaire, «Rejets radioactifs, un risque sous-évalué», in Déchets nucléaires, le casse-tête!, novembre 2007, p.11. Disponibile in PDF [5]
11.  ^ Calla Cécile, Le Hir Pierre, «Les leucémies infantiles plus fréquentes près des centrales nucléaires», in Le Monde, 12 dicembre 2007
12.  ^ Statistiche Germania : più leucemie in bambini vicini a centrali nucleari, AGI, 8 dicembre 2007, [6]
13.  ^ a b c d e f g Alan Weisman, Un'eredità scottante in Il mondo senza di noi, Torino, Einaudi [2007], 2008, pp. 376.
14.  ^ CERI : Comitato Europeo sul Rischio radioattivo
15.  ^ C. Busby - R. Bertell - I. Schmitze-Feuerhake - M. Scott - A. Yablakov, Recommandations 2003 du CERI. Etudes des effets sanitaires des expositions à de faibles doses de rayonnements ionisants, à des fins de radioprotection, ed. Frison-Roche, marzo 2004
16.  ^ CIPR : Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica
17.  ^ Les dossiers Sortir du nucléaire, «Radioactivité artificielle : déjà 61 millions de morts dans le monde», in Déchets nucléaires, le casse-tête!, novembre 2007, p.10. Disponibile in PDF [7]
18.  ^ Chernobyl and Down-Syndrome babies. URL consultato l'11-06-2010.
19.  ^ Karl Sperling; Jörg Pelz, Rolf-Dieter Wegner, Andrea Dörries, Annette Grüters and Margareta Mikkelsen (luglio 1994). Significant Increase In Trisomy 21 In Berlin Nine Months After The Chernobyl Reactor Accident: Temporal Correlation Or Causal Relation?. British Medical Journal 309 (6948): 158-162  (in inglese). URL consultato in data 11-06-2010.
20.  ^ a b Lynne McTaggart, Test prenatali in Ciò che i dottori non dicono, I edizione, Cesena, Macro Edizioni [1996], marzo 2010. ISBN 88-6229-098-5
21.  ^ (1990) . The Lancet (353): 7467., cit. in Lynne McTaggart, Ciò che i dottori non dicono, I edizione, Cesena, Macro Edizioni [1996], marzo 2010. ISBN 88-6229-098-5
22.  ^ Robert Mendelsohn, Male Practice: How Doctors Manipulate Women (in inglese), Chicago, Contemporary Books [1981], p. 54.
23.  ^ Inventario nazionale ANDRA, in Capital, ottobre 2006
25.  ^ CRIIRAD, Les conséquences de l'exploitation de l'uranium en France Disponibile in PDF [8]

Bibliografia 

·         C. Busby, R. Bertell, I. Schmitze-Feuerhake, M. Scott, A. Yablakov: Recommandations 2003 du CERI. Etudes des effets sanitaires des expositions à de faibles doses de rayonnements ionisants, à des fins de radioprotection, ed. Frison-Roche, marzo 2004.
·         Les dossiers Sortir du nucléaire, Peut-on recycler les déchets nucléaires? Coûts, risques et enjeux de l'industrie du plutonium, gennaio 2009.
·         (FR) Formato PDF
·         (FR) Formato HTML consultabile in rete
·         Les dossiers Sortir du nucléaire, Déchets nucléaires, le casse-tête!, novembre 2007.
·         (FR) Formato PDF
·         Jean-Pierre Morichaud, Menaces sur le vivant, la filière nucléaire du plutonium, ed. Yves Michel, 2008.

Voci correlate 

·         Centrale nucleare
·         Disastro di Černobyl'
·         Incidente di Three Mile Island
·         Energia nucleare nel mondo
·         Fissione nucleare
·         Inquinamento
·         Radioattività
·         Scorie radioattive
·         Energia nucleare in Italia

Collegamenti esterni 





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