lunedì 3 novembre 2014

USA - GOLFO DEL MESSICO - Il 20/04/2010, inizio disastro piattaforma petrolifera Deepwater Horizon è stato uno sversamento massivo di petrolio nelle acque del Golfo del Messico in seguito a un incidente riguardante il Pozzo Macondo, posto a oltre 1.500 m di profondità. Previsto il 18/03/2010 con il messaggio 3.294. Profezia avverata della Madonna di Anguera. "La morte passerà per la costa del Golfo e lascerà una grande scia di distruzione."




GOLFO DEL MESSICO - 20/04/2010
Previsto il: 18/03/2010, messaggio 3.294
Morti: 11
Feriti: N.D.
Scomparsi: N.D.
Colpiti: 10.000.000

Fonte: http://www.profeziedianguera.it/?p=home


StatoStati Uniti Stati Uniti
LuogoGolfo del Messico al largo della costa della Louisiana
(28.736667°N 88.386944°O)
Datainiziato il 20
aprile 2010
Tipodisastro petrolifero

"La morte passerà sulla costa del Golfo e lascerà una grande traccia di distruzione…."

Golfo del Messico: Il disastro della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon è stato uno sversamento massivo di petrolio nelle acque del Golfo del Messico in seguito a un incidente riguardante il Pozzo Macondo, posto a oltre 1.500 m di profondità. Lo sversamento è di milioni di barili di petrolio che ancora galleggiano sulle acque di fronte a Luisiana, Mississippi, Alabama e Florida, oltre alla frazione più pesante del petrolio che ha formato ammassi chilometrici sul fondale marino. è il disastro ambientale più grave della storia americana, avendo superato di oltre dieci volte per entità quello della petroliera Exxon Valdez nel 1989.

3.294 - 18 marzo 2010 AVVERATO IL 20/4/2010

DALLA PIATTAFORMA PETROLIFERA DEEPWATER HORIZON SVERSAMENTO MILIONI DI BARILI DI PETROLIO NELLE ACQUE DEL GOLFO DEL MESSICO

Cari figli, abbiate fiducia, fede e speranza. Dio è al vostro fianco. Confidate in Lui e sarete vittoriosi. Vi chiedo di continuare a pregare. Pregate per la realizzazione dei miei piani. Ho ancora nobili cose da rivelarvi. State attenti e ascoltate la voce di Dio. Siate docili alla sua chiamata alla conversione. L’umanità è malata e ha bisogno di essere curata. Sono venuta dal cielo per indicarvi il cammino del bene e della santità. Non esitate. La morte passerà per la costa del Golfo e lascerà una grande scia di distruzione. Sono vostra Madre Addolorata e soffro a causa delle vostre sofferenze. Coraggio. Non permettete che la fiamma della fede si spenga dentro di voi. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

MESSAGGI  DI ANGUERA  CORRELATI AL LUOGO

3.337 - 26 giugno 2010 

Cari figli, sono vostra Madre Addolorata e soffro per ciò che vi attende. Pregate. Non allontanatevi dalla preghiera. Ecco il tempo dei dolori per l’umanità. La morte passerà per la Costa del Golfo causando grande distruzione. Una sofferenza simile accadrà nel vostro Brasile. Abbiate coraggio, fede e speranza. Conosco ciascuno di voi per nome e intercederò presso il mio Gesù per voi. Non scoraggiatevi. Non tiratevi indietro. Avete ancora un lungo e spinoso cammino da percorrere. Cercate forza in Gesù. Accogliete e testimoniate il Vangelo del mio Gesù. L’umanità ha bisogno della vostra coraggiosa testimonianza. Aprite i vostri cuori al Signore e sarete vittoriosi. Avanti. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

Fonte traduzione messaggi: http://www.messaggidianguera.net/

Deepwater Horizon
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La Deepwater Horizon era un piattaforma semisommergibile di perforazione di proprietà della Transocean, una società di servizi per il mondo petrolifero, sotto contratto con la compagnia inglese British Petroleum.

Storia

Originariamente il progetto e la costruzione della Deepwater Horizon venne commissionato alla Hyundai Heavy Industries, dalla R&D Falcon. La costruzione cominciò nel dicembre del 1998 e la piattaforma venne consegnata nel 2001 alla Transocean, che nel frattempo aveva assorbito l'R&D Falcon.
La Deepwater Horizon venne realizzata sulla base della sua progenitrice Deepwater Nautilis, meno evoluta perché non capace di operare in posizionamento dinamico. Questa capacità è necessaria per poter operare nelle acque burrascose del Golfo del Messico, l'area dove sarebbe stata maggiormente impiegata. Sin dal suo arrivo in quella zona, la piattaforma era sotto contratto per le attività esplorative della British Petroleum.
Le principali attività della Deepwater Horizon furono nei campi petroliferi Atlantis e Thunder Horse dove vennero perforati dei pozzi di produzione. Inoltre tra i lavori di rilievo ci sono da segnalare i pozzi di esplorazione nel campo Kaskida, realizzati nel 2006 e quelli nel campo Tiber nel 2009.
Il 2 settembre 2009 la Deepwater Horizon terminò la perforazione di un pozzo nel campo Tiber, realizzando il più profondo pozzo di gas e petrolio mai perforato. La profondità misurata sulla verticale del pozzo è di 10680 metri per una lunghezza complessiva di 10685 metri poiché la traiettoria della trivella durante la perforazione era leggermente curvilinea. Durante questa operazione la distanza tra la linea di galleggiamento della piattaforma e il fondale era di 1259 metri.

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Posizione della piattaforma

L'incidente

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Deve la sua fama all'incidente del 20 aprile 2010, quando durante le fasi finali di realizzazione di un pozzo nelle acque profonde del Golfo del Messico (http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/55/WMA_button2b.png/17px-WMA_button2b.png28.736667°N 88.386944°O), [1] si è verificata un'esplosione che ha provocato un incendio ed innescato un'immensa fuoruscita di idrocarburi dal fondale marino[2], che ha portato a gravissime conseguenze ambientali nel Golfo del Messico, particolarmente per le coste della Louisiana.
In seguito all'esplosione, 115 dei 126 uomini a bordo sono riusciti ad evacuare l'impianto (17 di loro hanno riportato ferite) mentre 11 (contati come dispersi e non più ritrovati, nonostante tre giorni di pattugliamento dell'area, da parte della guardia costiera[3]) sono deceduti.
Nonostante gli sforzi profusi dei soccorritori per spegnere l'incendio, è risultato impossibile domare le fiamme e il 22 aprile 2010 la struttura della Deepwater Horizon è collassata mentre una seconda esplosione[4] ne ha causato l'affondamento. La piattaforma giace ora a circa 400 metri di profondità.

Note

1.    ^ Approssimativamente il pozzo in perforazione era a 41 miglia dal delta del Mississippi e a 52 miglia a sud est della comunità di Venice (Luisiana), entro il permesso esplorativo denominatoMississippi Canyon block 252

Altri progetti

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Collegamenti esterni

Disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon è stato uno sversamento massiccio di petrolio nelle acque del Golfo del Messico in seguito a un incidente riguardante il Pozzo Macondo, posto a oltre 1.500 m di profondità. Lo sversamento è iniziato il 20 aprile2010 ed è terminato 106 giorni più tardi, il 4 agosto 2010, con milioni di barili di petrolio che ancora galleggiano sulle acque di fronte a Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida, oltre alla frazione più pesante del petrolio che ha formato ammassi chilometrici sul fondale marino.
È il disastro ambientale più grave della storia americana, avendo superato di oltre dieci volte per entità quello della petroliera Exxon Valdez nel 1989[1]. Pertanto, spesso ci si riferisce a questo disastro con l'espressione "Marea nera"[1][2].

Antefatto

Deepwater Horizon

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Per approfondire, vedi Deepwater Horizon.
La Deepwater Horizon era una piattaforma petrolifera, dal valore di circa 560 milioni di dollari[3][4], di proprietà dell'azienda svizzeraTransocean, la più grande compagnia del mondo nel settore delle perforazioni off-shore; affittata alla multinazionale British Petroleum per 496.000 dollari al giorno. Estraeva circa 9000 barili di petrolio al giorno, era grande quanto 2 campi da calcio e si trovava a circa 80 km dalla Louisiana, nel Golfo del Messico, e poteva ospitare circa 130 persone. Il 2 settembre 2009 laDeepwater Horizon ha trivellato il pozzo di idrocarburi più profondo al mondo, lungo 10 685 metri di cui 1259 di acqua, nel giacimento di Tiber, sempre nel Golfo del Messico. La trivella della Deepwater Horizon era una delle più grandi al mondo, lunga 121 metri per 78 metri di larghezza, poteva operare in acque profonde fino a 2400 metri e scavare pozzi profondi fino a 9100 metri.[5]

Il disastro ambientale

Il 20 aprile 2010, mentre la trivella della Deepwater Horizon stava completando il Pozzo Macondo su un fondale profondo 400 metri al largo della Louisiana, un'esplosione sulla piattaforma ha innescato un violentissimo incendio; 11 persone sono morte all'istante, incenerite dalle fiamme, mentre 17 lavoratori sono rimasti feriti.[6]
In seguito all'incendio la flotta della BP ha tentato invano di spegnere le fiamme, oltre a recuperare i superstiti.
Nei giorni successivi all'esplosione della piattaforma il contrammiraglio di Guardia Costiera Mary Landry intervistato dall'ABC escludeva un'emergenza ambientale significante[7].
Due giorni dopo la piattaforma Deepwater Horizon si è rovesciata, affondando e depositandosi sul fondale profondo 400 metri a circa mezzo chilometro più a nord-ovest del pozzo. Le valvole di sicurezza presenti all'imboccatura del pozzo sul fondale marino non hanno funzionato correttamente e il petrolio greggio, spinto dalla pressione del giacimento petrolifero ha iniziato a uscire senza controllo, in parte risalendo in superficie per via della minor densità rispetto all'acqua[8]. Il 7 maggio 2010 la BP ha poi tentato col progetto Top Kill di arginare la falla utilizzando una cupola di cemento e acciaio dal peso di 100 tonnellate, ma la perdita non si è arrestata ed il tentativo di ridurre il danno è fallito[9].
In attesa di trovare una strategia risolutiva la BP ha poi approntato il progetto Lower Marine Riser Package (LMRP), con la posa in opera di un imbuto convogliatore sospeso sopra al pozzo e collegato a una nave cisterna in superficie, volto a recuperare almeno in parte il petrolio che fuoriusciva senza controllo dal pozzo sul fondo del mare.
In contemporanea la BP iniziava a trivellare due pozzi sussidiari in previsione di riuscire a giungere per fine agosto 2010 al condotto del pozzo che perdeva, intercettandolo in profondità, per cementarlo definitivamente.
Il 10 luglio 2010 - quando ormai l'entità della perdita era stimata da un minimo dai 35 000 ai 60 000 barili (tra i 5 e 10 milioni di litri) di idrocarburi al giorno, di cui solo la metà riusciva in qualche modo ad essere recuperata[10] - veniva effettuato un secondo tentativo con un nuovo tappo per ridurre drasticamente la perdita di petrolio, e l'obiettivo di fermare interamente le perdite entro una decina di giorni, non cessando comunque di lavorare anche a quella che viene considerata dalla BP essere la soluzione definitiva del problema: ossia la trivellazione dei due pozzi collaterali di emergenza.
Dopo 86 giorni dall'inizio dello sversamento di petrolio, il 15 luglio 2010 la BP dichiarava di essere riuscita a tappare la perdita del greggio, per la prima volta dal 20 aprile, giorno dell'esplosione, pur non essendo ancora sicura di quanto tempo avrebbe potuto resistere quest'ultima soluzione. Secondo le stime della BP stessa erano già stati riversati in mare, al 15 luglio, tra i 3 e i 5 milioni di barili di petrolio, ovvero tra i 506 e gli 868 milioni di litri (che, convertiti con un fattore di 0,920 che rappresenta in media il peso specifico del greggio, fanno 460.000-800.000 tonnellate)[11].
Dopo 100 giorni dall'inizio delle perdite - e a due settimane dal nuovo tappo che chiude il pozzo in attesa di una soluzione definitiva - presumibilmente grazie alla tempesta tropicale che si è abbattuta sulla zona per più giorni, la macchia di petrolio che prima galleggiava sull'acqua è praticamente scomparsa. Rimane visibile solo il catrame spiaggiato sulle coste. Quanto manca - a eccezione di quanto aspirato nelle operazioni di pulizia (circa 800.000 barili - corrispondenti a 127 milioni di litri) o date alle fiamme in incendi controllati - si presume sia in parte evaporato, in parte dissolto (sono stati impiegati 7 milioni di litri di solventi rovesciati sulla macchia nera nelle prime settimane dell'emergenza), in parte digerito dai batteri; ma si ipotizza che la maggior parte sia finita sul fondale marino formando laghi di petrolio destinato a solidificarsi. Un terzo delle acque degli stati USA che si affacciano sul Golfo del Messico sono state chiuse, la pesca sta morendo e il turismo registra la chiusura del 20% delle spiagge[1].
Il 3 agosto 2010 inizia l'operazione Static Kill, con la quale la BP si propone di tappare definitivamente il pozzo mediante un'iniezione di fango e cemento attraverso i pozzi sussidiari, così da deviare il greggio in un bacino sicuro posto a 4 km di profondità[12].
Il 19 settembre 2010 viene terminata la cementificazione definitiva del pozzo[13].

Gli sforzi dei soccorsi

Nel tentativo di porre rimedio al disastro gli ingegneri hanno adottato almeno cinque strategie:
·         veicoli sottomarini operanti in remoto allo scopo di chiudere le valvole di sicurezza sul fondo del mare;[14]
·         spargimento di agenti disperdenti attraverso robot sommergibili, aerei e navi di supporto, allo scopo di legare chimicamente il petrolio e farlo precipitare sul fondo del mare, dove dovrebbe rimanere inerte nei confronti dell'uomo;[15]
·         trivellazione adiacente al punto di fuoriuscita del petrolio, allo scopo di raggiungere con un tubo di perforazione il canale di comunicazione fra il giacimento petrolifero e il fondale marino per potervi iniettare del cemento, questa operazione è stata denominata "Top Kill";[16]
·         piattaforme galleggianti aspiranti il petrolio che raggiunge la superficie;[17]
·         camera di contenimento calata al di sopra della perdita primaria del tubo di perforazione danneggiato.[18]

Le conseguenze

Conseguenze sulla salute umana

Il disastro della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon avrà nel breve e medio periodo effetti sulla popolazione locale in termini di intensificazione di malattie respiratorie e patologie della pelle (follicoliti cutanee) e, nel lungo periodo, gravi effetti in termini di aumento statistico dell'incidenza di tumori. Gli effetti nel lungo periodo comprendono anche aumenti statistici degli aborti spontanei, neonati di basso peso alla nascita o pretermine.
Il petrolio e le sostanze chimiche disperdenti rilasciate sul luogo del disastro contamineranno la popolazione locale nel breve e medio termine per via inalatoria; nel lungo termine per via orale, come conseguenza dell'accumulo degli idrocarburi nella catena alimentare.

Conseguenze ambientali su fauna e flora

Le prime specie animali vittime del disastro sono state quelle di dimensioni più piccole e alla base della catena alimentare, come ad esempio il plancton. Sono seguite le specie di dimensioni via via maggiori che sono state contaminate direttamente (dagli idrocarburi e dalle sostanze chimiche dispersanti) oppure indirettamente (per essersi alimentate di animali contaminati). Fra le specie coinvolte: numerose specie di pesci, tartarughe marine, squali, delfini e capodogli, tonni, granchi e gamberi, ostriche, menhaden, varie specie di uccelli delle rive, molte specie di uccelli migratori,pellicani.
Gli agenti disperdenti (fra i quali il prodotto commercializzato come corexit), cioè le sostanze chimiche utilizzate per disperdere gli idrocarburi in parti più piccole e per farli precipitare sul fondale del mare hanno consentito di nascondere la marea nera della superficie; tuttavia tali sostanze non hanno ridotto la quantità di greggio ma l'hanno solo nascosta alla vista, ad oltre 1600 metri di profondità, dove continua ad esercitare i suoi effetti nefasti sulla catena alimentare a tutti i livelli, uomo compreso.
Di grande importanza anche i timori che si concentrano sulle specie già a rischio per le quali l'estinzione potrebbe essere accelerata.

Il danno economico

I danni del disastro ambientale sono impossibili da calcolare, tuttavia è possibile farne una stima.
I danni diretti, cioè quelli immediatamente visibili ed evidenti sono:
·         il valore, non stimabile né riparabile, della perdita di 11 vite umane;
·         il valore, non stimabile né riparabile, del danno ambientale procurato;
·         il valore economico della piattaforma (equivalente a circa 560 milioni di dollari), degli investimenti per la trivellazione del pozzo (andati in fumo), la perdita azionaria della British Petroleum, dellaTransocean e della Cameron International;
·         il costo dei primi soccorsi, per lo spegnimento dell'incendio ed il salvataggio del personale della piattaforma e la ricerca dei dispersi, il costo dell'operazione per la calata della cupola più il costo della cupola da 100 tonnellate, il costo delle operazioni per arginare o tappare la fuoriuscita dal pozzo;
·         il costo per il tentativo di arginare l'area sul mare dove si è sparso il petrolio fuoriuscito;
·         il costo per limitare il danno tentando la bonifica delle acque e delle coste e la pulizia degli animali.
Fra quelli indiretti, cioè quelli correlati ma non strettamente conseguenti al disastro, vi sono:
·         il danno all'industria locale della pesca;
·         il danno all'industria del turismo;
·         l'aumento del prezzo del petrolio.

Le indagini

Il 12 giugno la guardia costiera statunitense ha comunicato un ultimatum di 48 ore per fermare la fuoriuscita del greggio.

Ai primi di luglio 2010 viene denunciato mediante un video[19] che alcune spiagge inquinate dal petrolio non sono state ripulite come promesso dalla BP, bensì sono state ricoperte con sabbia pulita, al fine di nascondere l'inquinamento[20].

Le dichiarazioni politiche dopo il disastro

Il presidente Barack Obama è deciso a far pagare una grossa somma alla Bp come risarcimento del disastro ambientale. Il presidente è stato criticato dai repubblicani che ritengono abbia gestito male il disastro. Al 28 giugno 2010 la Bp annuncia di aver già versato 2,65 miliardi di dollari.

Le manifestazioni contro il disastro

Risultando prive di efficacia le azioni volte a fermare la fuoriuscita di petrolio, a poco più di un mese dall'incidente - e a perdite ancora in corso - a New York si sono avute manifestazioni di protesta per chiedere che in futuro simili tragedie ambientali non possano più accadere.[21].

Il dopo-disastro

A dicembre 2011, per rientrare delle perdite, Bp ha chiesto un risarcimento da 20 miliardi di dollari all'americana Halliburton, accusandola di avere intenzionalmente cancellato delle prove chiave dopo il disastro[22][23].
Una verifica biologica, compiuta dal dipartimento di biologia marina dell'Università del South Florida a due anni dal disastro, mostra chiari segni di malattie della fauna marina legate all'ingestione di petrolio[24]

Note

3.    ^ «Transocean Ltd. Provides Deepwater Horizon Update», Transocean Ltd, 26 aprile 2010.URL consultato il 21 maggio 2010.
4.    ^ Deepwater Horizon: A Timeline of Events in «Offshore-Technology», 7 maggio 2010. URL consultato il 21 maggio 2010.
22.  ^ Vivian Kuo, BP says Halliburton 'intentionally destroyed evidence' after Gulf oil spill, www.cnn.com, 5 dicembre 2011. URL consultato il 4 gennaio 2012.
23.  ^ Marea nera, Bp ora vuole un rimborso chiede 20 miliardi alla Halliburton, Repubblica.it, 3 gennaio 2012. URL consultato il 4 gennaio 2012.

Bibliografia

Notizie sui siti di informazione italiani
·         Grave incidente negli Stati Uniti: esplode una piattaforma petrolifera, ilsole24ore.com, 22 aprile 2010.
·         Stato di emergenza in Florida. Obama: stiamo facendo il possibile, ilsole24ore.com, 30 aprile 2010.
·         La Casa Bianca ci ripensa. Verso blocco trivellazioni off shore, ilsole24ore.com, 30 aprile 2010.
·         Un ecosistema che rischia di scomparire, ilsole24ore.com, 30 aprile 2010.
·         La marea nera minaccia anche il delta del Mississippi, ilsole24ore.com, 1º maggio 2010.
·         Cupole, valvole e robot. Bp cerca di tappare le falle, ilsole24ore.com, 3 maggio 2010.
·         Impianti troppo profondi. Difficile tappare la falla, ilsole24ore.com, 4 maggio 2010.
·         La California vieta le trivellazioni, ilsole24ore.com, 5 maggio 2010.
·         Il mare nostrum è malato di petrolio, altro che Louisiana, ilsole24ore.com, 6 maggio 2010.
·         Piattaforma petrolifera in fiamme: undici dispersi nel Golfo del Messico, repubblica.it, 21 aprile 2010.
·         Petrolio su coste, è catastrofe. Obama: "Stop alle trivelle", repubblica.it, 30 aprile 2010.
·         Mediterraneo a rischio petrolio. Satelliti contro l'inquinamento, repubblica.it, 30 aprile 2010.
·         Greggio, tocca alla "cupola". La California ferma le trivelle, repubblica.it, 4 maggio 2010.
·         L'onda nera nel Mississippi: i pescatori puliscono il mare, repubblica.it, 5 maggio 2010.
·         L'ultimo paradiso americano inghiottito dalla marea nera, repubblica.it, 7 maggio 2010.
Notizie sui siti di informazione esteri (in lingua inglese)
·         (EN) Gulf of Mexico Oil Spill (2010), topics.nytimes.com, 2010.
·         (EN) Gulf oil spill poses potential human health risks, specials.usatoday.com, 2010.
·         (EN) Topic: Oil Spill, specials.usatoday.com, 2010.
·         (EN) Gulf Fire Threatens Long-Term Damage, blogs.wsj.com, 23-4-2010.
·         (EN) Twelve missing after blast at oil rig on lease to BP, timesonline.co.uk, 21-4-2010.
·         (EN) Barack Obama: ‘oil spill is No 1 priority’, timesonline.co.uk, 23-4-2010.
·         (EN) Pollution disaster as Deepwater Horizon oil rig sinks into sea, timesonline.co.uk, 23-4-2010.
·         (EN) Big profits bring comfort to BP but oil spill damage will not fade away, timesonline.co.uk, 27-4-2010.
·         (EN) BP oil spill could cost tourism and fishing $5.5bn, say analysts, timesonline.co.uk, 1-5-2010.
·         (EN) Marine paradise in peril as BP oil disaster threatens to become worst ever, timesonline.co.uk, 6-5-2010.
L'aggiornamento degli articoli si ferma al 7 maggio 2010.
Raccolte di articoli giornalistici
·         (EN) Le notizie pubblicate dal The Wall Street Journal Online sull'argomento., online.wsj.com, 2010.

Voci correlate

·         Disastro ambientale
·         Disastro petrolifero
·         Corexit
·         Nalco Holding

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