- POST DEL 3/11/2014
- Dal 1987, la Madonna appare ad Anguera (Brasile) al veggente Pedro Régis, dettandogli messaggi per tutta l'umanità.
- I messaggi vengono trasmessi 3 volte a settimana: ogni martedì e sabato, più un altro giorno variabile.
ULTIMO MESSAGGIO IN ITALIANO DAL SITO WEB UFFICIALE BRASILIANOGli articoli e le informazioni contenute nei siti Web "linkati" sono di proprietà degli autori dei siti medesimi. Pertanto tutti i diritti nonché la responsabilità di quanto riportato in questi siti sono riservati esclusivamente ai loro autori.Questo post presente sul blog: https://nostrasignoradianguera.blogspot.it/e Twitter: https://twitter.com/angueramessaggi è un interpretazione personale e non corrisponde necessariamente al vero significato dei messaggi, degli avvertimenti della Madonna al mondo e delle profezie annunciate da Nostra Signora ad Anguera.Si consiglia di visitare il sito web ufficiale brasiliano del veggente Pedro Regis:http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/ e la pagina dedicata al commento delle profezie: http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/cms/list/not%C3%ADcias(Gestore sito web: ANSA - Associacao Nossa Senhora de Anguera).
Previsto il: 18/03/2010, messaggio 3.294
Morti: 11
Feriti: N.D.
Scomparsi: N.D.
Colpiti: 10.000.000
Fonte: http://www.profeziedianguera.it/?p=home
Stato | Stati Uniti |
---|---|
Luogo | Golfo del Messico al largo della costa della Louisiana (28.736667°N 88.386944°O) |
Data | iniziato il 20 aprile 2010 |
Tipo | disastro petrolifero |
"La morte passerà sulla costa del Golfo e lascerà una grande traccia di distruzione…."
Golfo del Messico: Il disastro della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon è stato uno sversamento massivo di petrolio nelle acque del Golfo del Messico in seguito a un incidente riguardante il Pozzo Macondo, posto a oltre 1.500 m di profondità. Lo sversamento è di milioni di barili di petrolio che ancora galleggiano sulle acque di fronte a Luisiana, Mississippi, Alabama e Florida, oltre alla frazione più pesante del petrolio che ha formato ammassi chilometrici sul fondale marino. è il disastro ambientale più grave della storia americana, avendo superato di oltre dieci volte per entità quello della petroliera Exxon Valdez nel 1989.
3.294 - 18 marzo 2010 AVVERATO IL 20/4/2010
DALLA PIATTAFORMA PETROLIFERA DEEPWATER HORIZON SVERSAMENTO MILIONI DI BARILI DI PETROLIO NELLE ACQUE DEL GOLFO DEL MESSICO
Cari figli, abbiate fiducia, fede e speranza. Dio è al vostro fianco. Confidate in Lui e sarete vittoriosi. Vi chiedo di continuare a pregare. Pregate per la realizzazione dei miei piani. Ho ancora nobili cose da rivelarvi. State attenti e ascoltate la voce di Dio. Siate docili alla sua chiamata alla conversione. L’umanità è malata e ha bisogno di essere curata. Sono venuta dal cielo per indicarvi il cammino del bene e della santità. Non esitate. La morte passerà per la costa del Golfo e lascerà una grande scia di distruzione. Sono vostra Madre Addolorata e soffro a causa delle vostre sofferenze. Coraggio. Non permettete che la fiamma della fede si spenga dentro di voi. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
Cari figli, abbiate fiducia, fede e speranza. Dio è al vostro fianco. Confidate in Lui e sarete vittoriosi. Vi chiedo di continuare a pregare. Pregate per la realizzazione dei miei piani. Ho ancora nobili cose da rivelarvi. State attenti e ascoltate la voce di Dio. Siate docili alla sua chiamata alla conversione. L’umanità è malata e ha bisogno di essere curata. Sono venuta dal cielo per indicarvi il cammino del bene e della santità. Non esitate. La morte passerà per la costa del Golfo e lascerà una grande scia di distruzione. Sono vostra Madre Addolorata e soffro a causa delle vostre sofferenze. Coraggio. Non permettete che la fiamma della fede si spenga dentro di voi. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
MESSAGGI DI ANGUERA CORRELATI AL LUOGO
3.337 - 26 giugno 2010
Cari figli, sono vostra Madre Addolorata e soffro per ciò che vi attende. Pregate. Non allontanatevi dalla preghiera. Ecco il tempo dei dolori per l’umanità. La morte passerà per la Costa del Golfo causando grande distruzione. Una sofferenza simile accadrà nel vostro Brasile. Abbiate coraggio, fede e speranza. Conosco ciascuno di voi per nome e intercederò presso il mio Gesù per voi. Non scoraggiatevi. Non tiratevi indietro. Avete ancora un lungo e spinoso cammino da percorrere. Cercate forza in Gesù. Accogliete e testimoniate il Vangelo del mio Gesù. L’umanità ha bisogno della vostra coraggiosa testimonianza. Aprite i vostri cuori al Signore e sarete vittoriosi. Avanti. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
Fonte traduzione messaggi: http://www.messaggidianguera.net/
Storia
L'incidente
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
Disastro
ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon
Antefatto
Deepwater Horizon
Il disastro ambientale
Gli
sforzi dei soccorsi
Le conseguenze
Conseguenze sulla salute umana
Conseguenze ambientali su fauna e flora
Il danno economico
Le indagini
Le dichiarazioni politiche dopo il
disastro
Le
manifestazioni contro il disastro
Il dopo-disastro
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Deepwater Horizon
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La Deepwater Horizon era un piattaforma semisommergibile di perforazione di proprietà della Transocean,
una società di servizi per il mondo petrolifero, sotto contratto con la
compagnia inglese British Petroleum.
Storia
Originariamente
il progetto e la costruzione della Deepwater Horizon venne commissionato alla Hyundai Heavy Industries, dalla R&D Falcon. La
costruzione cominciò nel dicembre del 1998 e la piattaforma venne consegnata
nel 2001 alla Transocean, che nel frattempo aveva assorbito l'R&D Falcon.
La Deepwater
Horizon venne realizzata sulla base della sua progenitrice Deepwater
Nautilis, meno evoluta perché non capace di operare in
posizionamento dinamico. Questa capacità è necessaria per poter operare nelle
acque burrascose del Golfo del Messico, l'area dove sarebbe stata maggiormente
impiegata. Sin dal suo arrivo in quella zona, la piattaforma era sotto contratto
per le attività esplorative della British Petroleum.
Le
principali attività della Deepwater Horizon furono nei campi petroliferi
Atlantis e Thunder Horse dove vennero perforati dei pozzi di produzione.
Inoltre tra i lavori di rilievo ci sono da segnalare i pozzi di esplorazione
nel campo Kaskida, realizzati nel 2006 e quelli nel campo Tiber nel 2009.
Il 2
settembre 2009 la Deepwater Horizon terminò la perforazione di un pozzo nel
campo Tiber, realizzando il più profondo pozzo di gas e petrolio mai perforato.
La profondità misurata sulla verticale del pozzo è di 10680 metri per una
lunghezza complessiva di 10685 metri poiché la traiettoria della trivella
durante la perforazione era leggermente curvilinea. Durante questa operazione
la distanza tra la linea di galleggiamento della piattaforma e il fondale era
di 1259 metri.
Posizione della piattaforma
L'incidente
Per approfondire, vedi Disastro
ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon.
|
Deve la
sua fama all'incidente del 20 aprile 2010, quando durante le fasi finali di
realizzazione di un pozzo nelle acque profonde del Golfo
del Messico (28.736667°N 88.386944°O), [1] si è verificata un'esplosione che ha
provocato un incendio ed innescato un'immensa fuoruscita di idrocarburi dal fondale marino[2], che ha
portato a gravissime conseguenze ambientali nel Golfo
del Messico, particolarmente per le coste della Louisiana.
In
seguito all'esplosione, 115 dei 126 uomini a bordo sono riusciti ad evacuare
l'impianto (17 di loro hanno riportato ferite) mentre 11 (contati come dispersi
e non più ritrovati, nonostante tre giorni di pattugliamento dell'area, da
parte della guardia costiera[3]) sono
deceduti.
Nonostante
gli sforzi profusi dei soccorritori per spegnere l'incendio, è risultato
impossibile domare le fiamme e il 22 aprile 2010 la struttura della Deepwater
Horizon è collassata mentre una seconda esplosione[4] ne ha causato l'affondamento. La piattaforma
giace ora a circa 400 metri di profondità.
Note
1.
^ Approssimativamente
il pozzo in perforazione era a 41 miglia dal delta del Mississippi e a 52
miglia a sud est della comunità di Venice (Luisiana), entro il permesso esplorativo
denominatoMississippi Canyon block 252
Altri progetti
·
Commons contiene immagini o altri file su Deepwater Horizon
Collegamenti esterni
Disastro
ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon
Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_ambientale_della_piattaforma_petrolifera_Deepwater_Horizon
Il disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon è stato uno sversamento massiccio di petrolio nelle acque del Golfo del Messico in seguito a un incidente riguardante il
Pozzo Macondo, posto a oltre 1.500 m di profondità. Lo sversamento è iniziato
il 20 aprile2010 ed è
terminato 106 giorni più tardi, il 4 agosto 2010, con milioni di barili di petrolio che ancora
galleggiano sulle acque di fronte a Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida,
oltre alla frazione più pesante del petrolio che ha formato ammassi
chilometrici sul fondale marino.
È il
disastro ambientale più grave della storia americana, avendo superato di oltre
dieci volte per entità quello della petroliera Exxon Valdez nel 1989[1]. Pertanto, spesso ci si riferisce a questo
disastro con l'espressione "Marea nera"[1][2].
Antefatto
Deepwater Horizon
Per approfondire, vedi Deepwater
Horizon.
|
La Deepwater Horizon era una piattaforma petrolifera,
dal valore di circa 560 milioni di dollari[3][4], di proprietà dell'azienda svizzeraTransocean, la
più grande compagnia del mondo nel settore delle perforazioni off-shore;
affittata alla multinazionale British Petroleum per 496.000 dollari al giorno. Estraeva circa
9000 barili di petrolio al giorno, era grande quanto 2
campi da calcio e si trovava a circa 80 km dalla Louisiana,
nel Golfo del Messico, e poteva ospitare circa 130
persone. Il 2 settembre 2009 laDeepwater Horizon ha trivellato il pozzo di idrocarburi più
profondo al mondo, lungo 10 685 metri di
cui 1259 di acqua, nel giacimento di Tiber, sempre nel Golfo del Messico. La
trivella della Deepwater
Horizon era una
delle più grandi al mondo, lunga 121 metri per 78 metri di larghezza, poteva
operare in acque profonde fino a 2400 metri e scavare pozzi profondi fino a
9100 metri.[5]
Il disastro ambientale
Il 20
aprile 2010,
mentre la trivella della Deepwater Horizon stava completando il Pozzo Macondo su un fondale profondo 400 metri al largo
della Louisiana,
un'esplosione sulla
piattaforma ha innescato un violentissimo incendio;
11 persone sono morte all'istante, incenerite dalle fiamme, mentre 17
lavoratori sono rimasti feriti.[6]
In
seguito all'incendio la flotta della BP ha
tentato invano di spegnere le fiamme, oltre a recuperare i superstiti.
Nei
giorni successivi all'esplosione della piattaforma il contrammiraglio di
Guardia Costiera Mary Landry intervistato dall'ABC escludeva un'emergenza
ambientale significante[7].
Due
giorni dopo la piattaforma Deepwater Horizon si è rovesciata, affondando e depositandosi
sul fondale profondo 400 metri a circa mezzo chilometro più a nord-ovest del
pozzo. Le valvole di sicurezza presenti all'imboccatura del pozzo sul
fondale marino non hanno funzionato correttamente e il petrolio greggio, spinto dalla pressione del
giacimento petrolifero ha iniziato a uscire senza controllo, in parte risalendo
in superficie per via della minor densità rispetto
all'acqua[8]. Il 7 maggio 2010 la BP ha poi
tentato col progetto Top Kill di arginare la falla utilizzando una cupola
di cemento e acciaio dal peso di 100 tonnellate, ma la perdita non si è
arrestata ed il tentativo di ridurre il danno è fallito[9].
In attesa
di trovare una strategia risolutiva la BP ha poi
approntato il progetto Lower
Marine Riser Package (LMRP),
con la posa in opera di un imbuto convogliatore sospeso sopra al pozzo e
collegato a una nave cisterna in superficie, volto a recuperare almeno in parte
il petrolio che fuoriusciva senza controllo dal pozzo sul fondo del mare.
In
contemporanea la BP iniziava
a trivellare due pozzi sussidiari in previsione di riuscire a giungere per fine
agosto 2010 al condotto del pozzo che perdeva,
intercettandolo in profondità, per cementarlo definitivamente.
Il 10
luglio 2010 - quando ormai l'entità della perdita era
stimata da un minimo dai 35 000 ai 60 000 barili (tra i 5 e 10 milioni di litri) di
idrocarburi al giorno, di cui solo la metà riusciva in qualche modo ad essere
recuperata[10] - veniva
effettuato un secondo tentativo con un nuovo tappo per ridurre drasticamente la
perdita di petrolio, e l'obiettivo di fermare interamente le perdite entro una
decina di giorni, non cessando comunque di lavorare anche a quella che viene
considerata dalla BP essere la
soluzione definitiva del problema: ossia la trivellazione dei due pozzi
collaterali di emergenza.
Dopo 86
giorni dall'inizio dello sversamento di petrolio, il 15 luglio 2010 la BP
dichiarava di essere riuscita a tappare la perdita del greggio, per la prima
volta dal 20 aprile, giorno dell'esplosione, pur non essendo ancora sicura di
quanto tempo avrebbe potuto resistere quest'ultima soluzione. Secondo le stime
della BP stessa
erano già stati riversati in mare, al 15 luglio, tra i 3 e i 5 milioni di
barili di petrolio, ovvero tra i 506 e gli 868 milioni di litri (che,
convertiti con un fattore di 0,920 che rappresenta in media il peso specifico del greggio, fanno
460.000-800.000 tonnellate)[11].
Dopo 100
giorni dall'inizio delle perdite - e a due settimane dal nuovo tappo che chiude
il pozzo in attesa di una soluzione definitiva - presumibilmente grazie alla
tempesta tropicale che si è abbattuta sulla zona per più giorni, la macchia di
petrolio che prima galleggiava sull'acqua è praticamente scomparsa. Rimane
visibile solo il catrame spiaggiato sulle coste. Quanto manca - a eccezione di
quanto aspirato nelle operazioni di pulizia (circa 800.000 barili -
corrispondenti a 127 milioni di litri) o date alle fiamme in incendi
controllati - si presume sia in parte evaporato, in parte dissolto (sono stati
impiegati 7 milioni di litri di solventi rovesciati sulla macchia nera nelle
prime settimane dell'emergenza), in parte digerito dai batteri; ma si ipotizza che la maggior
parte sia finita sul fondale marino formando laghi di petrolio destinato a
solidificarsi. Un terzo delle acque degli stati USA che si affacciano sul Golfo
del Messico sono state chiuse, la pesca sta morendo e il turismo registra la
chiusura del 20% delle spiagge[1].
Il 3
agosto 2010 inizia l'operazione Static Kill, con la quale la BP si
propone di tappare definitivamente il pozzo mediante un'iniezione di fango e
cemento attraverso i pozzi sussidiari, così da deviare il greggio in un bacino
sicuro posto a 4 km di profondità[12].
Gli
sforzi dei soccorsi
Nel
tentativo di porre rimedio al disastro gli ingegneri hanno adottato almeno
cinque strategie:
·
veicoli sottomarini operanti in remoto allo scopo di
chiudere le valvole di sicurezza sul fondo del mare;[14]
·
spargimento di agenti
disperdenti attraverso
robot sommergibili, aerei e navi di supporto, allo scopo di legare chimicamente
il petrolio e farlo precipitare sul fondo del mare, dove dovrebbe
rimanere inerte nei confronti dell'uomo;[15]
·
trivellazione adiacente al punto di fuoriuscita del
petrolio, allo scopo di raggiungere con un tubo
di perforazione il
canale di comunicazione fra il giacimento
petrolifero e il
fondale marino per potervi iniettare del cemento,
questa operazione è stata denominata "Top Kill";[16]
·
piattaforme galleggianti aspiranti il petrolio che raggiunge la
superficie;[17]
·
camera di contenimento calata al di sopra della perdita primaria
del tubo di perforazione danneggiato.[18]
Le conseguenze
Conseguenze sulla salute umana
Il
disastro della piattaforma petrolifera Deepwater
Horizon avrà nel
breve e medio periodo effetti sulla popolazione locale in termini di
intensificazione di malattie respiratorie e patologie della pelle (follicoliti cutanee)
e, nel lungo periodo, gravi effetti in termini di aumento statistico
dell'incidenza di tumori.
Gli effetti nel lungo periodo comprendono anche aumenti statistici degli aborti spontanei, neonati di basso peso alla nascita
o pretermine.
Il petrolio
e le sostanze chimiche disperdenti rilasciate sul luogo del disastro
contamineranno la popolazione locale nel breve e medio termine per via
inalatoria; nel lungo termine per via orale, come conseguenza dell'accumulo
degli idrocarburi nella catena alimentare.
Conseguenze ambientali su fauna e flora
Le prime specie animali
vittime del disastro sono state quelle di dimensioni più piccole e alla base
della catena alimentare, come ad esempio il plancton.
Sono seguite le specie di dimensioni via via maggiori che sono state
contaminate direttamente (dagli idrocarburi e dalle sostanze chimiche
dispersanti) oppure indirettamente (per essersi alimentate di animali
contaminati). Fra le specie coinvolte: numerose specie di pesci, tartarughe marine, squali, delfini e capodogli, tonni, granchi e gamberi, ostriche, menhaden,
varie specie di uccelli delle rive, molte specie di uccelli migratori,pellicani.
Gli agenti
disperdenti (fra i
quali il prodotto commercializzato come corexit), cioè
le sostanze chimiche utilizzate per disperdere gli idrocarburi in parti più
piccole e per farli precipitare sul fondale del mare hanno consentito di
nascondere la marea nera della superficie; tuttavia tali sostanze non hanno
ridotto la quantità di greggio ma l'hanno solo nascosta alla vista, ad oltre
1600 metri di profondità, dove continua ad esercitare i suoi effetti nefasti
sulla catena alimentare a tutti i livelli, uomo compreso.
Di grande
importanza anche i timori che si concentrano sulle specie già a rischio per le quali l'estinzione potrebbe
essere accelerata.
Il danno economico
I danni
del disastro ambientale sono impossibili da calcolare, tuttavia è possibile
farne una stima.
I danni
diretti, cioè quelli immediatamente visibili ed evidenti sono:
·
il valore, non stimabile né riparabile, della perdita di 11 vite
umane;
·
il valore, non stimabile né riparabile, del danno ambientale
procurato;
·
il valore economico della piattaforma (equivalente a circa 560
milioni di dollari), degli investimenti per la trivellazione del pozzo (andati
in fumo), la perdita azionaria della British Petroleum, dellaTransocean e della Cameron
International;
·
il costo dei primi soccorsi, per lo spegnimento dell'incendio ed
il salvataggio del personale della piattaforma e la ricerca dei dispersi, il
costo dell'operazione per la calata della cupola più il costo della cupola da
100 tonnellate, il costo delle operazioni per arginare o tappare la fuoriuscita
dal pozzo;
·
il costo per il tentativo di arginare l'area sul mare dove si è
sparso il petrolio fuoriuscito;
·
il costo per limitare il danno tentando la bonifica delle acque e
delle coste e la pulizia degli animali.
Fra
quelli indiretti, cioè quelli correlati ma non strettamente conseguenti al
disastro, vi sono:
·
il danno all'industria locale della pesca;
·
il danno all'industria del turismo;
·
l'aumento del prezzo del petrolio.
Le indagini
Il 12
giugno la guardia costiera statunitense ha comunicato un ultimatum di 48 ore
per fermare la fuoriuscita del greggio.
Ai primi di luglio 2010 viene denunciato mediante un video[19] che
alcune spiagge inquinate dal petrolio non sono state ripulite come promesso
dalla BP, bensì sono state ricoperte con sabbia pulita, al fine di nascondere
l'inquinamento[20].
Le dichiarazioni politiche dopo il
disastro
Il
presidente Barack Obama è deciso
a far pagare una grossa somma alla Bp come risarcimento del disastro
ambientale. Il presidente è stato criticato dai repubblicani che ritengono
abbia gestito male il disastro. Al 28 giugno 2010 la Bp annuncia di aver già
versato 2,65 miliardi di dollari.
Le
manifestazioni contro il disastro
Risultando
prive di efficacia le azioni volte a fermare la fuoriuscita di petrolio, a poco
più di un mese dall'incidente - e a perdite ancora in corso - a New York si sono avute manifestazioni di protesta per
chiedere che in futuro simili tragedie ambientali non possano più accadere.[21].
Il dopo-disastro
A
dicembre 2011, per rientrare delle perdite, Bp ha chiesto un risarcimento da 20
miliardi di dollari all'americana Halliburton, accusandola di avere
intenzionalmente cancellato delle prove chiave dopo il disastro[22][23].
Una
verifica biologica, compiuta dal dipartimento di biologia marina
dell'Università del South Florida a due anni dal disastro, mostra chiari segni
di malattie della fauna marina legate all'ingestione di petrolio[24]
Note
1.
^ a b c Fonte: La Repubblica, 29.07.2010, "E
all'alba del centesimo giorno la marea nera non si vede più"
2.
^ Marea nera, deciso lo stato di emergenza, Corriere della
Sera, 29 aprile 2010.
3.
^ «Transocean Ltd. Provides Deepwater Horizon
Update», Transocean Ltd, 26 aprile 2010.URL consultato il 21 maggio 2010.
4.
^ Deepwater
Horizon: A Timeline of Events in «Offshore-Technology», 7 maggio
2010. URL consultato il 21 maggio 2010.
13.
^ Fonte: La Repubblica, 19.09.2010, "Chiuso
definitivamente il pozzo Macondo. Fine di una catastrofe durata cinque
mesi"
16.
^ "Top kill" parte bene, poi arriva lo
stop Obama: non ci sono garanzie di successo - Corriere della Sera
17.
^ Marea nera, si tenta ora con tubo. Usa, per
aspirare greggio dalla falla - mondo -Tgcom - pagina 1
22.
^ Vivian Kuo, BP says
Halliburton 'intentionally destroyed evidence' after Gulf oil spill, www.cnn.com, 5 dicembre 2011. URL consultato il 4 gennaio 2012.
23.
^ Marea nera, Bp ora vuole un rimborso chiede
20 miliardi alla Halliburton, Repubblica.it, 3 gennaio 2012. URL
consultato il 4 gennaio 2012.
24.
^ Fonte: La Repubblica, 20.04.2012, "A due
anni dalla falla BP, pesci malati nel Golfo del Messico"
Bibliografia
Notizie sui siti di informazione italiani
·
Grave incidente negli Stati Uniti: esplode
una piattaforma petrolifera, ilsole24ore.com, 22 aprile 2010.
·
Dopo l'esplosione della piattaforma Bp è
disastro ambientale nel Golfo del Messico, ilsole24ore.com, 26
aprile 2010.
·
Stato di emergenza in Florida. Obama:
stiamo facendo il possibile, ilsole24ore.com, 30 aprile 2010.
·
La Casa Bianca ci ripensa. Verso blocco
trivellazioni off shore, ilsole24ore.com, 30 aprile 2010.
·
Un ecosistema che rischia di scomparire,
ilsole24ore.com, 30 aprile 2010.
·
La marea nera minaccia anche il delta del
Mississippi, ilsole24ore.com, 1º maggio 2010.
·
Obama vola in Louisiana. «Catastrofe senza
precedenti». E Bp pagherà tutti i danni, ilsole24ore.com,
2-5-2010.
·
Cupole, valvole e robot. Bp cerca di
tappare le falle, ilsole24ore.com, 3 maggio 2010.
·
Impianti troppo profondi. Difficile tappare
la falla, ilsole24ore.com, 4 maggio 2010.
·
La California vieta le trivellazioni,
ilsole24ore.com, 5 maggio 2010.
·
Il mare nostrum è malato di petrolio, altro
che Louisiana, ilsole24ore.com, 6 maggio 2010.
·
Piattaforma petrolifera in fiamme: undici
dispersi nel Golfo del Messico, repubblica.it, 21 aprile 2010.
·
Petrolio su coste, è catastrofe. Obama:
"Stop alle trivelle", repubblica.it, 30 aprile 2010.
·
Mediterraneo a rischio petrolio. Satelliti
contro l'inquinamento, repubblica.it, 30 aprile 2010.
·
Greggio, tocca alla "cupola". La
California ferma le trivelle, repubblica.it, 4 maggio 2010.
·
L'onda nera nel Mississippi: i pescatori
puliscono il mare, repubblica.it, 5 maggio 2010.
·
L'ultimo paradiso americano inghiottito
dalla marea nera, repubblica.it, 7 maggio 2010.
Notizie sui siti di informazione esteri (in lingua inglese)
·
(EN) Gulf of
Mexico Oil Spill (2010), topics.nytimes.com, 2010.
·
(EN) Gulf oil
spill poses potential human health risks, specials.usatoday.com, 2010.
·
(EN) Topic:
Oil Spill, specials.usatoday.com, 2010.
·
(EN) Gulf
Fire Threatens Long-Term Damage, blogs.wsj.com, 23-4-2010.
·
(EN) Twelve
missing after blast at oil rig on lease to BP, timesonline.co.uk, 21-4-2010.
·
(EN) Barack
Obama: ‘oil spill is No 1 priority’, timesonline.co.uk, 23-4-2010.
·
(EN) Pollution
disaster as Deepwater Horizon oil rig sinks into sea, timesonline.co.uk, 23-4-2010.
·
(EN) Big
profits bring comfort to BP but oil spill damage will not fade away, timesonline.co.uk, 27-4-2010.
·
(EN) BP oil
spill could cost tourism and fishing $5.5bn, say analysts, timesonline.co.uk, 1-5-2010.
·
(EN) Marine
paradise in peril as BP oil disaster threatens to become worst ever, timesonline.co.uk, 6-5-2010.
L'aggiornamento
degli articoli si ferma al 7 maggio 2010.
Raccolte di articoli giornalistici
·
(EN) Le notizie pubblicate dal The Wall Street
Journal Online sull'argomento., online.wsj.com, 2010.
Voci correlate
·
Corexit
Altri progetti
·
Commons contiene immagini o altri file su Disastro ambientale della piattaforma
petrolifera Deepwater Horizon
·
Articolo su Wikinotizie: Golfo del Messico: continua la fuoriuscita di petrolio, ultimatum
alla BP 13 giugno 2010
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