- POST DEL 01/11/2014
- Dal 1987, la Madonna appare ad Anguera (Brasile) al veggente Pedro Régis, dettandogli messaggi per tutta l'umanità.
- I messaggi vengono trasmessi 3 volte a settimana: ogni martedì e sabato, più un altro giorno variabile.
ULTIMO MESSAGGIO IN ITALIANO DAL SITO WEB UFFICIALE BRASILIANOGli articoli e le informazioni contenute nei siti Web "linkati" sono di proprietà degli autori dei siti medesimi. Pertanto tutti i diritti nonché la responsabilità di quanto riportato in questi siti sono riservati esclusivamente ai loro autori.Questo post presente sul blog: https://nostrasignoradianguera.blogspot.it/e Twitter: https://twitter.com/angueramessaggi è un interpretazione personale e non corrisponde necessariamente al vero significato dei messaggi, degli avvertimenti della Madonna al mondo e delle profezie annunciate da Nostra Signora ad Anguera.Si consiglia di visitare il sito web ufficiale brasiliano del veggente Pedro Regis:http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/ e la pagina dedicata al commento delle profezie: http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/cms/list/not%C3%ADcias(Gestore sito web: ANSA - Associacao Nossa Senhora de Anguera).
Previsto il: 07/01/2010, messaggio n. 3.263
Morti: 316.000
Feriti: 400.000
Scomparsi: N.D.
Colpiti: 3.200.000
Evacuati 500.000
3.263 - 7 gennaio 2010
Cari figli, Io vi amo come siete. Sono venuta dal cielo per
benedirvi e dirvi che questo è il tempo opportuno per la vostra conversione.
Non restate con le mani in mano. Il Signore vi chiama e vi aspetta. Conosco le
vostre difficoltà e intercederò presso mio Figlio Gesù per voi. Non
scoraggiatevi. Confidate nel Signore. Credete fermamente nella sua Bontà e sarete
ricchi nella fede. Non vivete lontani dalla grazia di Dio. L’umanità è malata e
ha bisogno di essere curata. Pregate. Così come le piante hanno bisogno di
pioggia per crescere, voi avete bisogno di preghiera per crescere nella vita
spirituale. Non spaventatevi. Nella grande tribolazione finale, coloro che si consacrano a me saranno protetti. Soffro a causa dei miei poveri figli lontani. LA TERRA DELLA MONTAGNA VERRA' SCOSSA E IN MOLTI LUOGHI LE MONTAGNE SI ABBASSERANNO. Coloro che saranno stati fedeli fino alla fine non
sperimenteranno la sconfitta. Siate del Signore. Io sono vostra Madre e sono
sempre al vostro fianco. Coraggio. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto
nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui
ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo. Amen. Rimanete nella pace.
Dalle lingue native Taíno e Arawak, Hayiti o Hayti, significanti
"terra montagnosa", in origine Hayiti. La nazione occupa
la parte occidentale di Hispaniola ("piccola
Spagna").
Haiti : Mega-sismacon epicentro a 25 miglia sudovest di Port-au-Prince. Il primo ministro Bellerive ha dichiarato che il numero di decessi è pari almeno a 316.000 e quello dei feriti più di 310.000. è stato il più grave terremoto della storia del Nord e del Sud America e si stima che circa 2 milioni di persone siano rimaste senza tetto. Nel complesso, circa 3,2 milioni di persone, un terzo della popolazione di Haiti è stata colpita dal sisma. I danni economici ammontano a circa 7,8 miliardi di dollari, importo supera il PIL, prodotto interno lordo, del paese.
3.263 - 7 gennaio 2010 AVVERATO
Cari figli, Io vi amo come siete. Sono venuta dal cielo per benedirvi e dirvi che questo è il tempo opportuno per la vostra conversione. Non restate con le mani in mano. Il Signore vi chiama e vi aspetta. Conosco le vostre difficoltà e intercederò presso mio Figlio Gesù per voi. Non scoraggiatevi. Confidate nel Signore. Credete fermamente nella sua Bontà e sarete ricchi nella fede. Non vivete lontani dalla grazia di Dio. L’umanità è malata e ha bisogno di essere curata. Pregate. Così come le piante hanno bisogno di pioggia per crescere, voi avete bisogno di preghiera per crescere nella vita spirituale. Non spaventatevi. Nella grande tribolazione finale, coloro che si consacrano a me saranno protetti. Soffro a causa dei miei poveri figli lontani. La terra della montagna verrà scossa e in molti luoghi le montagne si abbasseranno.Coloro che saranno stati fedeli fino alla fine non sperimenteranno la sconfitta. Siate del Signore. Io sono vostra Madre e sono sempre al vostro fianco. Coraggio. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Rimanete nella pace.
Fonte: http://www.messaggidianguera.net/
NOTA: HAITI SIGNIFICA TERRA DA MONTAGNA
Fonte di ricerca:
http://www.bscac.ufsc.br/criacac/tiki-index.php?page=HAITI
http://racabrasil.uol.com.br/cultura-gente/84/artigo5851-1.asp
Fonte: Fonte: http://www.apelosurgentes.com.br/noticia.php?id=162
NOTIZIA: 14/01/10
Cobertura completa: terremoto in Haiti Scossa di magnetudine 7 il giorno 12 ha ucciso almeno 200000 persone. Sono state confermate sino ad ora le morti di 21 brasiliani. Da G1, in São Paulo
Un forte terremoto di magnetudine 7 ha devastato Haiti alle 16:53 del 12 gennaio, ora locale - 19:53 di Brasilia. L'epicentro è stato a pochi km dalla capitale, Port Prince
Traduzione: http://www.escatologia.it/APPELLIURGENTI_NOTIZIE.htm
Terremoto in Haiti il Martedì, 12 Gennaio 2010 alle 22:28 (22:28) UTC.
Situazione Aggiornamento n. 78 di Lunedi, 22 February, 2010 alle 19:24 UTC
Il bilancio delle vittime dal devastante terremoto del mese scorso ad Haiti potrebbe saltare a 300.000 persone, tra cui i corpi sepolti sotto edifici crollati nella capitale, il presidente haitiano Rene Preval ha detto Domenica. "Avete visto le immagini, si ha familiarità con le immagini. Più di 200.000 corpi sono stati raccolti per le strade senza contare quelli che sono ancora sotto le macerie," Preval ha detto in una riunione dei leader latinoamericani e dei Caraibi in Messico. "Potremmo raggiungere 300.000 persone". Th
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_di_Haiti_del_2010
Il terremoto di Haiti del 2010 è stato un terremoto catastrofico di magnitudo 7,0 Mw con epicentro localizzato a circa 25 chilometri in direzione ovest-sud-ovest della città di Port-au-Prince, capitale dello Stato caraibico di Haiti. La scossa principale si è verificata alle ore 16:53:09 locali (21:53:09 UTC) di martedì 12 gennaio 2010 a 13 km di profondità. Lo United States Geological Survey (USGS) ha registrato una lunga serie di repliche nelle prime ore successive al sisma, quattordici delle quali di magnitudo compresa tra 5,0 e 5,9 Mw.[3]
Il numero di vittime è stimato al 24 febbraio di 222.517[4]. L'entità dei danni materiali provocati dal sisma è ancora sconosciuta. Secondo la Croce Rossa Internazionale e l'ONU, il terremoto avrebbe coinvolto più di 3 milioni di persone[5].
Eventi
Il terremoto è avvenuto nell'entroterra, alle ore 16:53:09 UTC-5 del 12 gennaio 2010[1], in una zona situata a circa 25 km a ovest-sud-ovest della capitale Port-au-Prince e ad una profondità di 13 km in prossimità (3 km circa) della zona di faglia Enriquillo-Plantain Garden (Enriquillo-Plantain Garden fault zone o EPGFZ), un sistema di faglie trascorrenti con movimento verso sinistra che fa parte del margine di zolla tra la placca nordamericana e la placca caraibica.[6] Forti scosse dell'intensità del VII–IX grado della scala Mercalli modificata (MM) sono state registrate nell'area della capitale e dei sobborghi adiacenti. Il sisma è stato avvertito in una vasta area dei Caraibi comprendente Cuba (MM III a Guantánamo), la Giamaica (MM II a Kingston), Venezuela (MM II a Caracas), Porto Rico (MM II–III a San Juan) e la confinante Repubblica Dominicana (MM III a Santo Domingo).[7][8]
Il terremoto è avvenuto in corrispondenza del margine settentrionale della placca caraibica, che si sposta parallelamente verso est, rispetto a quella nordamericana, di circa 20 mm all'anno. Il margine tra le due placche, nella regione di Haiti, è costituito da due complessi sistemi di faglie trascorrenti, sub-parallele tra loro, con orientazione indicativa est-ovest e che delimitano la porzione orientale dalla microplacca di Gonâve, una piccola zolla compresa tra le due placche più grandi. I due sistemi di faglie sono la zona di faglia settentrionale-orientale (Septentrional-Orient fault zone, SOFZ)[9] che procede dalla costa settentrionale dell'isola di Hispaniola verso quella sud orientale di Cuba e la zona di faglia Enriquillo-Plantain Garden che attraversa la lunga penisola del Tiburon nella parte sud-occidentale dell'isola.[10] I dati sismici indicano che il terremoto è avvenuto in prossimità della zona di faglia meridionale ed un'analisi preliminare della distribuzione di slip cosismica (distribuzione degli spostamenti sul piano di faglia durante il sisma) ha determinato un valore di spostamento massimo del suolo (Dmax) di circa 4 metri.[11][12]
Lo United States Geological Survey ha registrato sei repliche (aftershock) nelle due ore successive all'evento sismico principale di magnitudo approssimativa 5,9,[13] 5,5,[14] 5,1,[15] 4,8,[16] 4,5,[17] e 4,5.[18] A nove ore dall'evento principale, sono state registrate 26 repliche di magnitudo 4,2 o superiore, dodici delle quali di magnitudo 5,0 o superiore.[19]
Il Pacific Tsunami Warning Center ha diramato un allarme tsunami immediatamente dopo il sisma[20] che è stato successivamente annullato.[21]
Il terremoto è avvenuto in corrispondenza del margine settentrionale della placca caraibica, che si sposta parallelamente verso est, rispetto a quella nordamericana, di circa 20 mm all'anno. Il margine tra le due placche, nella regione di Haiti, è costituito da due complessi sistemi di faglie trascorrenti, sub-parallele tra loro, con orientazione indicativa est-ovest e che delimitano la porzione orientale dalla microplacca di Gonâve, una piccola zolla compresa tra le due placche più grandi. I due sistemi di faglie sono la zona di faglia settentrionale-orientale (Septentrional-Orient fault zone, SOFZ)[9] che procede dalla costa settentrionale dell'isola di Hispaniola verso quella sud orientale di Cuba e la zona di faglia Enriquillo-Plantain Garden che attraversa la lunga penisola del Tiburon nella parte sud-occidentale dell'isola.[10] I dati sismici indicano che il terremoto è avvenuto in prossimità della zona di faglia meridionale ed un'analisi preliminare della distribuzione di slip cosismica (distribuzione degli spostamenti sul piano di faglia durante il sisma) ha determinato un valore di spostamento massimo del suolo (Dmax) di circa 4 metri.[11][12]
Lo United States Geological Survey ha registrato sei repliche (aftershock) nelle due ore successive all'evento sismico principale di magnitudo approssimativa 5,9,[13] 5,5,[14] 5,1,[15] 4,8,[16] 4,5,[17] e 4,5.[18] A nove ore dall'evento principale, sono state registrate 26 repliche di magnitudo 4,2 o superiore, dodici delle quali di magnitudo 5,0 o superiore.[19]
Il Pacific Tsunami Warning Center ha diramato un allarme tsunami immediatamente dopo il sisma[20] che è stato successivamente annullato.[21]
Vittime
Mappa d'intensità del sisma pubblicata dallo United States Geological Survey.
A causa della povertà e dell'isolamento del Paese e in seguito a gravi danni alle infrastrutture di comunicazione, non è possibile definire con certezza il numero di vittime del sisma. Mentre le prime fonti indicavano genericamente "migliaia di vittime", Jean Max Bellerive, premier haitiano, stimò che il numero di vittime sarebbe arrivato a 100.000 (ma la maggior parte delle stime indicava una cifra di circa 50.000). L'ONU ha dichiarato che il terremoto ha colpito, direttamente o indirettamente, un terzo della popolazione nazionale[22]. Al 24 gennaio i morti erano stati almeno 150.000[23]. In data 5 febbraio, secondo stime governative, i morti hanno superato la soglia dei 212.000[24]. Secondo una stima del 18 febbraio, le vittime sarebbero circa 260.000, ma sono rimaste coinvolte almeno quattro milioni di persone. È un segnale di speranza il ritrovamento di un giovane di ventotto anni, estratto vivo dalle macerie quasi un mese dopo la scossa. Anche se in cachessia e disidratato assai gravemente, è ben vigile ed ha dichiarato che "qualcuno gli portava da bere".
Tra i morti risultano anche Hédi Annabi, tunisino a capo della missione ONU di peacekeeping e stabilizzazione, l'attivista brasiliana Zilda Arns e l'arcivescovo di Port au Prince, Joseph Serge Miot. La comunità internazionale si è mobilitata anche con il G20, promettendo aiuti immediati. La Croce rossa internazionale e molte onlus di tutto il mondo cercano di soccorrere feriti e terremotati. Si è scavato anche con le mani per rimuovere le macerie, nei casi migliori con l'assistenza di cani alla ricerca delle persone intrappolate sotto gli edifici crollati. Secondo la Croce Rossa tre milioni di persone su una popolazione di poco più di nove non hanno più un'abitazione o sono rimaste ferite. L'incertezza di queste previsioni è data dal fatto che la popolazione, vivendo nella maggioranza dei casi in povertà economica, non ha mezzi per soccorrere ed effettuare ricerche, se non a mani nude, nonostante la mobilitazione di molti altri Paesi che hanno fornito gli aiuti provvisori e fondamentali per la momentanea condizione degli sfollati.
A causa della povertà e dell'isolamento del Paese e in seguito a gravi danni alle infrastrutture di comunicazione, non è possibile definire con certezza il numero di vittime del sisma. Mentre le prime fonti indicavano genericamente "migliaia di vittime", Jean Max Bellerive, premier haitiano, stimò che il numero di vittime sarebbe arrivato a 100.000 (ma la maggior parte delle stime indicava una cifra di circa 50.000). L'ONU ha dichiarato che il terremoto ha colpito, direttamente o indirettamente, un terzo della popolazione nazionale[22]. Al 24 gennaio i morti erano stati almeno 150.000[23]. In data 5 febbraio, secondo stime governative, i morti hanno superato la soglia dei 212.000[24]. Secondo una stima del 18 febbraio, le vittime sarebbero circa 260.000, ma sono rimaste coinvolte almeno quattro milioni di persone. È un segnale di speranza il ritrovamento di un giovane di ventotto anni, estratto vivo dalle macerie quasi un mese dopo la scossa. Anche se in cachessia e disidratato assai gravemente, è ben vigile ed ha dichiarato che "qualcuno gli portava da bere".
Tra i morti risultano anche Hédi Annabi, tunisino a capo della missione ONU di peacekeeping e stabilizzazione, l'attivista brasiliana Zilda Arns e l'arcivescovo di Port au Prince, Joseph Serge Miot. La comunità internazionale si è mobilitata anche con il G20, promettendo aiuti immediati. La Croce rossa internazionale e molte onlus di tutto il mondo cercano di soccorrere feriti e terremotati. Si è scavato anche con le mani per rimuovere le macerie, nei casi migliori con l'assistenza di cani alla ricerca delle persone intrappolate sotto gli edifici crollati. Secondo la Croce Rossa tre milioni di persone su una popolazione di poco più di nove non hanno più un'abitazione o sono rimaste ferite. L'incertezza di queste previsioni è data dal fatto che la popolazione, vivendo nella maggioranza dei casi in povertà economica, non ha mezzi per soccorrere ed effettuare ricerche, se non a mani nude, nonostante la mobilitazione di molti altri Paesi che hanno fornito gli aiuti provvisori e fondamentali per la momentanea condizione degli sfollati.
Danni materiali
Il sisma ha colpito in modo particolare la capitale Port-au-Prince (MM IX secondo la stima USGS[7]), distruggendo o danneggiando gravemente molti edifici della città tra cui il Palazzo Presidenziale, la sede dell'Assemblea Nazionale di Haiti, la cattedrale e la prigione principale.[25][26][27] Tutti gli ospedali della città sono stati distrutti o sono risultati talmente danneggiati da dover essere evacuati.[28] Le Nazioni Unite hanno affermato che il quartier generale della missione di peacekeeping MINUSTAH, situato nella capitale, è andato distrutto e che buona parte del personale ONU risulta disperso.[29] Altri importanti edifici distrutti o gravemente danneggiati sono il Ministero della Finanze, il Palazzo di Giustizia, alcuni sedi scolastiche ed universitarie, oltre alla torre di controllo dell'Aeroporto Internazionale Toussaint Louverture. La maggior parte delle infrastrutture sono andate distrutte e questo ha inevitabilmente causato ritardi e problemi nella distribuzione degli aiuti umanitari.
Epidemia di colera ad Haiti del 2010
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'epidemia di colera ad Haiti del 2010 ha avuto inizio verso la fine del mese di ottobre nella regione Saint-Marc a circa 100 km a Nord della capitale Port-au-Prince[1], contagiando almeno 150.000 persone[2] e uccidendone 3333.[2]
Contesto
Era più di un secolo che ad Haiti non si presentava un'epidemia di colera così grave. Tale evento ha creato panico e confusione nella popolazione, complicando di fatto le operazioni di soccorso.[3].
Cause
Si sospetta che alcuni pazienti abbiano bevuto dal fiume Artibonite acqua contaminata contraendo la malattia[4], per cui sono stati inviati sul luogo medici, medicine, acqua potabile e altri aiuti umanitiari allo scopo di rallentare e arrestarne la diffusione.[4]
Si sospetta che il sistema fiuviale sia stato infettato a causa di una fuoriuscita di liquami da una base di pace nepalese. Vincenzo Pugliese della Minustah ha confermato il test.[5]
Il Centers for Disease Control and Prevention statunitense, tramite analisi del DNA ha dimostrato che diversi campioni di colera in pazienti haitiani sono stati identificati come sierogruppo O1 del Vibrio cholerae, sierotipo Ogawa, un ceppo originario dell'Asia meridionale.[6]. Alcuni funzionari della sanità haitiani non la considerano comunque una prova inconfutabile.
Diffusione
La presenza dell'epidemia è stata confermata in 10 dipartimenti tra cui Arcahaie, Limbe, Mirebalais e la capitale Port-au-Prince.[4] L'epidemia è stata individuata anche nel quartiere degradato di Citè Soleil, la cui popolazione si è ribellata, chiedendo alla brigata nepalese delle Nazioni Unite di lasciare il paese.
Controversie
Molti persone non hanno potuto ricervere le cure adeguate a causa degli ospedali sovraffolati. Si teme che la malattia possa ulteriormente diffondersi, in quanto migliaia di persone vivono attualmente nei campi in precarie condizioni a seguito del terremoto del gennaio 2010.[7]
Reazioni
Gabriel Thimoté, capo dipartimento della salute Haitiano ha affermato che sono state trattate 4.147 persone, mentre il responsabile dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Claire-Lise Chaignat ha affermato che l'epidemia non è stata del tutto contenuta, non avendo ancora raggiunto un "picco". Per questo motivo le autorità haitiane devono essere pronte ad affrontare il peggio, come una eventuale diffusione del morbo nella capitale.
Note
- ^ (EN) «142 dead in rural Haiti valley where cholera outbreak is worst health problem since quake», Associated Press.
- ^ a b (EN) «Haiti's cholera deaths increase», aljazeera.net, 31 dicembre 2010. URL consultato in data 15 marzo 2011.
- ^ (EN) «Haiti: Cholera fear for Port-au-Prince as deaths slow», BBC News Online, 26 ottobre 2010. URL consultato in data 15 marzo 2011.
- ^ a b c (EN) «Cholera cases found in Haiti capital», msnbc.com, 23 ottobre 2010. URL consultato in data 15 marzo 2011.
- ^ (EN) «Experts ask: Did U.N. troops infect Haiti?», msnbc.com, 3 novembre 2010. URL consultato in data 15 marzo 2011.
- ^ (EN) «Haiti cholera 'resembles South Asian strain'», BBC News, 1 novembre 2010. URL consultato in data 15 marzo 2011.
- ^ (EN) Thony Belizaire. «Cholera epidemic in Haiti kills 135». Sydney Morning Hearald, 22 ottobre 2010. URL consultato in data 15 marzo 2011.
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