- POST DEL 6/11/2014
- Dal 1987, la Madonna appare ad Anguera (Brasile) al veggente Pedro Régis, dettandogli messaggi per tutta l'umanità.
- I messaggi vengono trasmessi 3 volte a settimana: ogni martedì e sabato, più un altro giorno variabile.
ULTIMO MESSAGGIO IN ITALIANO DAL SITO WEB UFFICIALE BRASILIANOGli articoli e le informazioni contenute nei siti Web "linkati" sono di proprietà degli autori dei siti medesimi. Pertanto tutti i diritti nonché la responsabilità di quanto riportato in questi siti sono riservati esclusivamente ai loro autori.Questo post presente sul blog: https://nostrasignoradianguera.blogspot.it/e Twitter: https://twitter.com/angueramessaggi è un interpretazione personale e non corrisponde necessariamente al vero significato dei messaggi, degli avvertimenti della Madonna al mondo e delle profezie annunciate da Nostra Signora ad Anguera.Si consiglia di visitare il sito web ufficiale brasiliano del veggente Pedro Regis:http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/ e la pagina dedicata al commento delle profezie: http://www.apelosurgentes.com.br/pt-br/cms/list/not%C3%ADcias(Gestore sito web: ANSA - Associacao Nossa Senhora de Anguera).
GRANDE IMPATTO ASTRONOMICO - Inizio commento - DAGLI IPOTETICI PIANETI DI "NIBIRU" DI SITCHIN E "X PROSERPINA" AL NONO E DECIMO PIANETA DEL SISTEMA SOLARE: IL PIANETA X (O TRANSPLUTONIANO), ERIS (DISCORDIA), IL PIANETA NANO E DISMONIA IL SUO SATELLITE SCOPERTI L' 8 GENNAIO 2005. KILLER DALLO SPAZIO: BUCO NERO-BUCO BIANCO - GRB( GAMMA RAY BURST) ESPLOSIONI DI RAGGI GAMMA - LA NOSTRA STELLA IL SOLE - IL BIG RIP (GRANDE STRAPPO) DESTINO FINALE DELL' UNIVERSO. BOMBE AD OROLOGERIA NELL’ UNIVERSO: ESPLOSIONE DELLA NANA BIANCA POTREBBE RAGGIUNGERE IL PIANETA TERRA ? (SIRIO B? OPPURE COLLISIONE E FUSIONE DI DUE NANE BIANCHE?) Fine commento. - PROFEZIA DI ANGUERA DEL 24/01/2009 N. 3.113 ”L’URTO TRA DUE GIGANTI NELL’ UNIVERSO PROVOCHERÀ GRANDI DANNI ALLA TERRA. FUOCO CADRÀ DAL CIELO E MOLTE REGIONI DELLA TERRA SARANNO RAGGIUNTE” Profezie della Madonna di Anguera. 2.568 - 30.08.2005 State attenti ai segni di Dio. Gli uomini vedranno qualcosa di intensamente luminoso. 3.201 - 15 agosto 2009 L’UMANITÀ SARÀ PURIFICATA NELLA SOFFERENZA. ARRIVERÀ IL GIORNO IN CUI GLI UOMINI GRIDERANNO CHIEDENDO AIUTO E DESIDERERANNO LA MORTE. UN FUOCO VELOCE E DISTRUTTORE RAGGIUNGERÀ LA TERRA. STA VENENDO DA MOLTO LONTANO E GLI UOMINI NON POTRANNO IMPEDIRE LA SUA AZIONE DISTRUTTRICE.SOFFRO PER CIÒ CHE VI ATTENDE. CONTINENTI CESSERANNO DI ESISTERE E LA TERRA NON SARÀ PIÙ LA STESSA. TUTTO SARÀ DIVERSO. CIÒ CHE OGGI CONTEMPLATE CESSERÀ DI ESISTERE. DOPO TUTTO QUESTO, DIO FARÀ SORGERE UNA NUOVA TERRA PER I SUOI ELETTI. 3.243 - 21 novembre 2009 Cari figli, l’umanità berrà il calice amaro della sofferenza a causa degli inspiegabili fenomeni naturali che si verificheranno. 2.471 - 18.01.2005 CARI FIGLI, LA LUCE PERDERÀ LA SUA BRILLANTEZZA IN PIENO MEZZOGIORNO E GLI UOMINI CADRANNO A TERRA DALLA PAURA. 2.576 - 17.09.2005 GLI SCIENZIATI DARANNO L’ANNUNCIO E GLI UOMINI ASPETTERANNO CON PAURA, MA DIO LO ROMPERÀ (VI PORRÀ FINE?). 2.792- 30.01.2007 SORGERÀ UNA LUCE MAI VISTA DAGLI UOMINI. SARÀ VISIBILE AGLI OCCHI UMANI E CONTRIBUIRÀ A GRANDI CAMBIAMENTI SULLA TERRA. 2.537 - 18.06.2005 L’UOMO VEDRÀ UN GRANDE MISTERO: LA NOTTE DIVENTERÀ GIORNO. 3.224 - 9 ottobre 2009 LA TERRA PASSERÀ PER GRANDI E DOLOROSE TRASFORMAZIONI. GLI UOMINI SARANNO CONFUSI, PERCHÉ SI SONO MESSI AL POSTO DEL CREATORE. AVVERRANNO FENOMENI INSPIEGABILI SULLA TERRA E I SAPIENTI NON TROVERANNO RISPOSTE. 2.744 - 10/10/2006 CARI FIGLI, UN GRANDE MISTERO SI VEDRÀ. DOV’È LA GRANDE MONTAGNA? GLI UOMINI SARANNO CONFUSI E NON CAPIRANNO. GUARDATE I SEGNI DI DIO. 2.793 - 31.01.2007 CARI FIGLI, LA TERRA SARÀ RICOPERTA DALLE TENEBRE. L’OSCURITÀ USCIRÀ DALL’IMMENSA LUCE. UN MISTERO ESISTENTE NELLA GRANDE LUCE BRILLANTE SARÀ RIVELATO. ECCO I TEMPI PIÙ DIFFICILI PER L’UMANITÀ. 2.871 - 02/08/2007 . DALLE PROFONDITÀ DELLA TERRA SORGERÀ UN GRANDE MISTERO. LA SCIENZA NON SAPRÀ SPIEGARLO E GLI ABITANTI TERRA DELLA SANTA CROCE (BRASILE) AVRANNO PAURA. 2.910 - 01/11/2007 LUCE CHE NON SI ACCENDE E CASA VUOTA. ECCO IL MISTERO. 2.505 - 04.04.2005 .CIÒ CHE VI DICO ADESSO NON POTETE COMPRENDERLO, MA UN GIORNO VI SARÀ RIVELATO E TUTTO SARÀ CHIARO PER VOI. LO SPECCHIO: ECCO IL MISTERO. 388 – 16 marzo 1991 SOLTANTO ATTRAVERSO LA PREGHIERA POTETE COMPRENDERE ILMISTERO DELL’AMORE . 2.877 - 17/08/2007 IL SIGNORE LO PERMETTERÀ E GLI UOMINI VEDRANNO LA MERAVIGLIA NASCOSTA NELL’UNIVERSO: ECCO IL NOME DI COLUI CHE VIVE E REGNA PER SEMPRE. 2.989 - 26/04/2008 GLI UOMINI SAPIENTI FARANNO GRANDI SCOPERTE. DALL’UNIVERSO VERRÀ LA FORZA CHE ILLUMINERÀ LA TERRA. 3.103 - 01/1/2009 CARI FIGLI, PIÙ GRANDE DELLA TERRA SARÀ CIÒ CHE FARÀ PREOCCUPARE GLI UOMINI SAPIENTI. NON TROVERANNO ALCUNA SOLUZIONE, MA DIO VERRÀ IN SOCCORSO DEL SUO POPOLO. NELL’UNIVERSO CI SONO COSE CHE LA SCIENZA ANCORA NON CONOSCE, MA CON IL PERMESSO DEL SIGNORE SI SCOPRIRANNO 3.112 - 23/01/2009 LA VOSTRA MANCANZA DI COMPRENSIONE È FRUTTO DELLA VOSTRA CECITÀ SPIRITUALE GLI UOMINI SAPIENTI SARANNO SORPRESI: UN INCENDIO DEVASTANTE SI VERIFICHERÀ ALL’INTERNO DELLA TERRA E MOLTI SPERIMENTERANNO UNA CROCE PESANTE. 3.197 - 6 agosto 2009 FATTI SPAVENTOSI RISVEGLIERANNO L’ATTENZIONE DEGLI UOMINI. UN’ESPLOSIONE NELL’UNIVERSO CAUSERÀ GRANDE STUPORE AGLI UOMINI SAGGI. LA TERRA SOFFRIRÀ. 3.224 - 9 ottobre 2009 LA TERRA PASSERÀ PER GRANDI E DOLOROSE TRASFORMAZIONI. GLI UOMINI SARANNO CONFUSI, PERCHÉ SI SONO MESSI AL POSTO DEL CREATORE. AVVERRANNO FENOMENI INSPIEGABILI SULLA TERRA E I SAPIENTI NON TROVERANNO RISPOSTE. 3.234 - 31 ottobre 2009 LA FORZA DELLA NATURA PROVOCHERÀ FENOMENI MAI VISTI. OGGETTI SARANNO LANCIATI DA TERRA DA UNA FORZA CHE GLI UOMINI NON RIUSCIRANNO A SPIEGARE. DALLE PROFONDITÀ DELLA TERRA SORGERANNO FORZE CHE SUSCITERANNO PREOCCUPAZIONE NEGLI UOMINI, MA VOGLIO DIRVI CHE DIO NON ABBANDONERÀ IL SUO POPOLO. 2.655 - 18/03/2006 DALLA LITOSFERA VERRÀ GRANDE DOLORE PER L’UMANITÀ. LA TERRA SARÀ SCOSSA E DELLE MONTAGNE CADRANNO. 3.111- 20/1/2009 NELLA FESTA DI UN GRANDE SANTO CI SARÀ UN GRANDE SEGNO NEL CIELO D’EUROPA. GLI UOMINI NON TROVERANNO SPIEGAZIONI.STATE ATTENTI AI SEGNI DI DIO. 3.452 - 14 marzo 2011 ACCADRANNO FATTI SPAVENTOSI E GLI UOMINI SAPIENTI RESTERANNO CONFUSI. 3.210 - 5 settembre 2009 Dio permetterà e gli uomini dotti annunceranno l’arrivo di colui che sarà causa di disperazione per molti. In molte regioni della terra il fuoco divamperà ovunque.
Link: https://nostrasignoradianguera.blogspot.com/2012/03/apocalittico-scontro-planetario-dagli.html
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e ciò che si è fatto si
rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole
Ec
3:14 Riconosco che
qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c'è nulla da aggiungere, nulla da
togliere. Dio agisce così perché si abbia timore di lui.
Ecclesiaste (Qoelete),
capitolo 3,15
Ciò che è, già è stato;
ciò che sarà, già è; Dio ricerca ciò che
è già passato.
La
Terra, uno dei pianeti, è stata oggetto di conflitti con altri pianeti, e
tracce della conoscenza di questi avvenimenti si possono trovare negli
scrittori primitivi, Origene, scrivendo contro Celso, affermò: “Noi
non attribuiamo né il diluvio né l’
incendio ai cicli ed ai periodi planetari; ma dichiariamo che la causa di essi
è l’ esteso predominio del male, e la sua (conseguente) rimozione
mediante un diluvio o un incendio.”
Celso
ed Origene sapevano bene che il diluvio e l’ incendio mondiale erano causati
dai pianeti e che queste catastrofi terrestri avrebbero potuto essere calcolate
in anticipo.
II
re12:5; 22:5 Cronache 32:5 Amos 6:11; 9:11
Pagina
188, Mondi in Collisione, Immanuel Velikovsky
ESTINZIONI DI MASSA DOVUTE ALLA MATERIA OSCURA?
Gigantesca collisione di asteroidi scoperta dalla Nasa che potrebbe portare alla formazione di una nuova Terra
Ipotesi di Massimiliano Bruno
Ipotesi di Massimiliano Bruno
2.809 - 10.03.2007
Cari figli, Dio lo permetterà e gli uomini sapienti daranno la notizia.* È ESISTITO, NON ESISTE ED ESISTERÀ. LA RISPOSTA VERRÀ. SAPPIATE CHE GRANDI SONO I MISTERI DEL SIGNORE. Inginocchiatevi in preghiera. Non allontanatevi dalla sua grazia. Io sono vostra Madre e vengo dal Cielo per chiamarvi alla santità. Siate buoni. Amatevi e servite il Signore con gioia. Lui è il vostro tutto e senza di Lui non potete fare nulla. Avanti senza timore. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
Gigantesca collisione di asteroidi scoperta dalla Nasa che potrebbe portare alla formazione di una nuova terra
08 settembre 2014
Gigantesca collisione di asteroidi scoperta dalla Nasa che potrebbe portare alla formazione di una nuova Terra
di Monica Scaini - Il telescopio spaziale Spitzer e’ un osservatorio che rileva all’infrarosso e costruito dalla NASA, dal Jet Propulsion Laboratory e dal California Institute of Tecnology, ha rilevato una enorme eruzione di polveri che turbinano intorno ad una giovane stella chiamata NGC 2547 stella-ID8 che si trova a circa 1220 anni luce dalla Terra
nella costellazione Vela (caratteristica del cielo australe) , a causa dell’impatto tra 2 asteroidi e che con il passare di millenni, potrebbe portare alla formazione di un pianeta roccioso come la Terra. Per la prima volta sono stati raccolti i dati prima e dopo la collisione di un sistema planetario. Infatti i pianeti rocciosi nascono come materiale pulverulento simile a sabbia finissima e che si allontana lentamente dalla stella e con il passare dei millenni i pezzi di polvere collidendo uno contro l’altro si sono coesi in frammenti grossi chiamati proto-planetari e che successivamente si sono trasformati in pianeti. Questo modello di formazione si chiama “fractal assembly” e assume che i pianeti si formino partendo da un disco polveroso 2D anche se recentemente e’ stata avvalorata la tesi secondo cui il modello 3D chiarisce meglio la formazione di sistemi solari. Spitzer ha iniziato a monitorare la stella NGC 2547 stella-ID8 nell’agosto 2012 e nel momento culminante ha dovuto spostare l’obbiettivo a causa dell’interferenza del Sole ma quando ha ripreso l’osservazione vi era uno scenario incredibile che mostrava l’enorme nuvola e i resti di questo scontro sono ora dei sorvegliati speciali perche’ dall’aggregazione potrebbe nascere un nuovo pianeta e tutto cio’ in diretta.
http://uvnnews.altervista.org/gigantesca-collisione-asteroidi-scoperta-dalla-nasa-potrebbe-portare-formazione-nuova-terra/
2.809 - 10.03.2007
Cari figli, Dio lo permetterà e gli uomini sapienti daranno la notizia.* È ESISTITO, NON ESISTE ED
ESISTERÀ. LA RISPOSTA VERRÀ. SAPPIATE CHE GRANDI SONO I MISTERI DEL SIGNORE. Inginocchiatevi in preghiera.
Non allontanatevi dalla sua grazia. Io sono vostra Madre e vengo dal Cielo per
chiamarvi alla santità. Siate buoni. Amatevi e servite il Signore con gioia.
Lui è il vostro tutto e senza di Lui non potete fare nulla. Avanti senza
timore. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima
Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico
nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella
pace.
Ipotesi del
webmaster di nostrasignoradianguera.plogspot.com: *Pianeta X mancante del
nostro sistema solare, previsto da alcune teorie scientifiche accreditate.
Pianeta esistito in un tempo remoto milioni di anni fà,
probabilmente disgregato in uno scontro con un altro corpo celeste di pari
dimensioni, attualmente esistente sotto forma di frammenti sparsi nel cosmo (
nostro sistema solare e/o extrasolare). In un futuro prossimo, i frammenti
residui del pianeta X potrebbero essere avvolti, catturati, dalla
forza di gravità di un corpo celeste incandescente di
passaggio che entrerà nel nostro sistema solare (ad esempio un grosso
meteorite o plateoide o cometa), e riformare così un giovane pianeta, con un nucleo centrale fuso
incandescente (stato plasmatico), che si ingrandisce fondendosi con altri corpi celesti minori che
incontra al suo passaggio, con traiettoria vicina al pianeta terra. Al
passaggio del giovane pianeta X in formazione vicino al nostro pianeta
terra, potrebbe, per effetto dell’ influsso gravitazionale reciproco, perdere
alcuni “pezzi non ancora fusi con il nucleo centrale e “cadere” sul pianeta
terra. Per effetto delle forze elettromagnetismo e della forza di gravità
interagenti tra i due corpi celesti (Terra e meteorite e/o pianeta x), si
verificheranno contemporaneamente in ogni parte del globo terrestre: uragani,
terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche, slittamento dei poli, slittamento dei
continenti, cambiamenti climatici estremi, inverno nucleare, giorni di buio
(oscuramento prodotto dalla coda della cometa+ sollevamento detriti dal luogo
dell’ impatto cometario+ ceneri vulcaniche); inquinamento di falde acquifere.
Eventi analoghi catastrofici sono accaduti nel lontano passato e si ripeteranno ancor nel futuro.
Impatti Meteorici
Che conseguenze avrebbe
l'impatto di una meteorite di dimensioni pari a quelle del Monte Everest sulla
Terra? Grazie.
Oggetto near-Earth
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Calcolate gli effetti dell’impatto di
un asteroide sulla Terra
Impatto
astronomico
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Un evento
di impatto
astronomico consiste
nella collisione di un grosso meteoroide, asteroide, cometa, o altra classe di oggetto
celeste contro la Terra o contro
un altro pianeta. Nel
corso della storia conosciuta, si sono verificati centinaia di eventi d'impatto
"minori" (a parte i numerosissimi bolidi esplosi
nell'atmosfera, noti come "stelle
cadenti") e sono stati segnalati, in qualche caso causando danneggiamento
alle proprietà o all'ambiente locale, ma molto raramente feriti e morti.[1] Un impatto astronomico contro un oceano o mare può
generare uno tsunami (una gigantesca onda), che può causare
distruzione sia in mare (nei bassi fondali) che nelle zone costiere.
Mentre l'energia
cinetica dei corpi
che hanno colpito la Terra è stimabile con buona approssimazione, esistono
molti interrogativi riguardo alle proprietà acide o basiche delle sostanze che
costituiscono gli asteroidi e il loro effetto sulla flora e la fauna. Inoltre
si ritiene che corpi particolarmente densi, come l'asteroide che formò il cratere di Chicxulub (contenente molto iridio), possano perforare la crosta
terrestre, arrivando al mantello terrestre, dando luogo alla liberazione di acido
solforico e
conseguenti piogge
acide massive. Anche gli effetti della caduta su diversi tipi di territorio
(cordigliere con vulcani, deserti, foreste, ghiacciai, ecc.) non sono ben
valutabili.
Gli
eventi d'impatto astronomico sono stati usati spesso come soggetti della trama
o della storia di sfondo a antefatto in romanzi e film di fantascienza.
Raffigurazione di un evento d'impatto assolutamente catastrofico e
sproporzionato. La collisione tra la Terra e un asteroide-planetesimo di 100 chilometri di diametro (500.000 km³)
potrebbe rilasciare la potenza di milioni di armi termonucleari che
scoppiassero simultaneamente.
La Luna: formata dal maggiore impatto
astronomico contro la Terra
La teoria
più accreditata riguardo alla formazione della Luna è quella dell'impatto gigante, la quale sostiene che 4533 milioni di anni
fa la Terra sia stata colpita da un planetoide delle dimensioni di Marte, denominato Theia;
se si dovessero trovare ulteriori conferme di questa teoria, allora si
tratterebbe del maggiore impatto mai subito dalla Terra. In questo impatto, il
nucleo di ferro di Theia si unì al nucleo
terrestre, mentre il mantello e la corteccia (in parte provenienti dalla crosta
terrestre), formarono la Luna.
Oceani della Terra: formati dall'impatto
di miriadi di comete
Nella nebulosa protoplanetaria che diede origine alla Terra, non si poteva
trovare acqua allo stato liquido, che sarebbe stata vaporizzata e poi scissa in
idrogeno e ossigeno gassoso dalle potenti radiazioni solari. Si ritiene che
impatti di miriadi di comete nel primo miliardo di anni nella storia della Terra abbiano
portato alla formazione degli oceani (inizialmente si formava vapore d'acqua,
che in parte veniva scisso in idrogeno che sfuggiva dall'alta atmosfera e in parte
poteva dar luogo ad una debole concentrazione di ossigeno capace di
sostenere la vita di qualche batterio primitivo), in seguito all'accumularsi di
una imponente coltre di nubi atmosferiche (con i relativi lampi), la temperatura sarebbe calata al di sotto dei 100 gradi Celsius
e lentamente sono cominciate le piogge, formando fiumi, laghi, mari e oceani,
che con la loro inerzia termica hanno stabilizzato la temperatura del pianeta.
Le comete hanno portato la vita sulla
Terra ?
Secondo
quasi tutti gli scienziati le comete, oltre all'acqua,
avrebbero portato i precursori
della vita, costituiti da complesse sostanze carboniose come aminoacidi, acidi
nucleici, acidi
grassi, zuccheri, vitamine, ecc;
che nei mari terrestri, colpiti da lampi, formarono il brodo
primordiale, e successivamente micelle di fosfolipidi inanimati (teoria di Oparin, Miller e Urey)
precursori dei primi archeobatteri viventi,
contenenti forme di RNA o altri acidi nucleici primordiali.
Secondo la teoria
della panspermia di Arrhenius le comete avrebbero portato forme di vita primitive oppure le loro
"spore". Per l'astronomo Fred
Hoyle, le comete e le meteoriti contenenti ammoniaca (come la condrite carbonacea di Murchison) conterrebbero anche forme di vita primordiali,
simili ai funghi "pedomicrobium"
presenti in rocce antichissime come nella selce nera del Minnesota. Teoria nota
anche come esogenesi della vita sulla Terra.
Geologia degli eventi d'impatto sulla
Terra
Eugene Merle Shoemaker è stato il primo a dimostrare che gli impatti
cosmici hanno interessato la Terra.
La Terra ha
avuto durante la sua storia periodi di bruschi e catastrofici cambiamenti;
alcuni sono stati causati da impatti di asteroidi e comete con il nostro
pianeta. Qualcuno di tali impatti ha provocato
sconvolgimenti climatici di grande portata e l'estinzione di un gran numero di
specie animali e vegetali. Questo cambiamento di visione della
storia della Terra è emerso solo recentemente, principalmente a causa della
mancanza di prove dirette e della difficoltà nel riconoscere le tracce di
antichi impatti a causa dell'erosione. Eventi su larga scala tali da
produrre crateri come il cratere Barringer, localmente conosciuto come Meteor Crater, situato
a Nord-Est della città di Flagstaff, in Arizona sono rari. Inoltre si è ritenuto a lungo che
i crateri sulla Terra fossero esclusivamente di origine vulcanica: il cratere
Barringer, per esempio, è stato a lungo considerato causato da un'esplosione
vulcanica preistorica, un'ipotesi non del tutto irragionevole, in
considerazione che il vulcano San Francisco Peaks, è situato a soli 48 km
a Ovest. In maniera similare i crateri della superficie lunare erano
considerati di origine vulcanica. È stato soltanto nel 1903-1905 che il Meteor
Crater è stato
correttamente identificato come un cratere di origine meteoritica, e solo dal
1963 gli studi condotti da Eugene Merle Shoemaker hanno definitivamente provato questa ipotesi.
Le
scoperte avvenute alla fine del XX secolo con l'esplorazione dello spazio e il lavoro di ricercatori come Shoemaker hanno dimostrato che
il processo di craterizzazione è il più potente processo geologico che ha agito
sui corpi con superficie solida del Sistema Solare.
Sistemi di osservazione e tracking
automatico
A seguito
dell'evento di Příbram (1959), altre
nazioni stabilirono programmi di osservazione finalizzati allo studio delle
caduta di meteoriti. Uno di questi fu il Prairie Network,
operante dallo Smithsonian Astrophysical
Observatory tra il
1963 e il 1975 nel Midwest degli Usa. Questo programma si occupò anche della caduta di un meteorite,
la condrite Lost city,
permettendo la sua scoperta e calcolando la sua orbita.[2] Un altro programma fu stabilito in Canada, il
Meteorite Observation and Recovery Project (MORP), e durò dal 1971 al 1985.
Anche questo programma scoprì un meteorite, la Innisfree, nel 1977.[3] Per finire, gli studi condotti dall'European Fireball Network, un
discendente dell'originale programma ceco che aveva scoperto Příbram,
consentirono di scoprire nel 2002 il meteorite Neuschwanstein, e di
calcolarne l'orbita.[4].
Frequenza e dimensioni
La frequenza degli impatti, le dimensioni e la velocità di
una classe di popolazione di corpi celesti correla a una curva
gaussiana, che dipende dalle modalità di formazione e persistenza di questi
corpi celesti. Ad esempio un asteroide tende a persistere nelle orbite interne a Giove, nella fascia degli asteroidi e in seguito a interazioni gravitazionali
tende a spostarsi in orbite più interne nei pressi dei quattro pianeti rocciosi
del sistema solare, lentamente assumendo un'orbita simile a quella di questi
pianeti, riducendo la sua velocità relativa. Esistono alcuni oggetti NEO che si
muovono su orbite intersecanti oppure simili a quella della Terra, e spesso
assumono velocità relativamente basse rispetto a quella della traslazione della Terra intorno al Sole.
Le comete, che provengono dalla fascia
di Kuiper (lo
spazio oltre Nettuno), tendono a disperdere molta massa (espulsa
dalle code cometarie) all'interno dell'orbita di Marte. Inoltre vengono facilmente spezzate, e quando colpiscono un
corpo celeste lo fanno con elevata velocità relativa. Se colpiscono un pianeta
dotato di atmosfera tendono ad esplodere ad alta quota, limitando così il danno
dell'impatto al suolo rispetto all'energia complessiva posseduta. Esiste un
limite inferiore di massa al di sotto del quale le comete non possono
oltrepassare l'atmosfera terrestre e colpire il suolo.
Asteroidi e comete con diametro superiore
a 5 km: ogni 10 milioni di anni
Basandosi
sul tasso cumulativo di formazione dei crateri per la Luna, l'oggetto celeste più vicino alla Terra (caratterizzata
da gravità minore; senza atmosfera; senza forte campo
magnetico) ma geologicamente simile alla crosta
terrestre (composta
principalmente da granito e derivati del SiAl), gli astrogeologi hanno stimato che durante gli ultimi 600 milioni di anni,
la Terra sia stata colpita da 60 oggetti astronomici con un diametro di
5 km o anche di più. Il più piccolo di questi corpi, dotati di
elevatissima energia
cinetica rilascerebbe
un'energia equivalente a milioni di megatoni di TNT e lascerebbe un cratere ampio circa
100 km. A confronto, la bomba
Zar, la maggiore bomba termonucleare detonata
nella storia, aveva una potenza di 50 megatoni, e combinando la potenza degli
arsenali nucleari di Russia e Stati
Uniti non si
arriva alla potenza di 100.000 megatoni (pari a 10 Gigatoni).
Il cratere di Chicxulub è stato formato dall'ultimo grande impatto noto da parte di
un oggetto con diametro superiore ai 10 km. Questo impatto è stato
associato all'estinzione
di massa del limite Cretaceo-Terziario che si verificò circa 65 milioni di anni fa. Più
dibatutta è la coincidenza di crateri da impatto con altre estinzioni di massa,
per esempio i crateri di Manicougan, Rochechouant, Saint Martin, Oblon' e Red
Wing potrebbero avere tutti un'età di circa 200 milioni di anni (ma a seconda
delle stime potrebbero variare anche di 20 milioni di anni) e attorno al limite
tra il Triassico e il Giurassico si sarebbero trovati in allineamento pressoché
perfetto, lasciando ipotizzare un impatto
multiplo contemporaneo, magari di una cometa in disfacimento per le forze
gravitazionali.
Asteroidi con diametro attorno a 1-5 km:
ogni 1-10 milioni di anni
Asteroidi con un diametro di circa 1 km colpiscono la
Terra in media ogni 500.000 anni[5], mentre
grandi collisioni con oggetti di 5 km (con un volume circa 100 volte
superiore al precedente) accadono approssimativamente ogni dieci milioni di
anni.
Esiste
almeno un asteroide "pericoloso" noto, con un diametro superiore al kilometro, e si
tratta di (29075)
1950 DA, che ha una discreta possibilità di colpire la Terra il 16 marzo
dell'anno 2880. Gli è stato assegnato un
rischio pari a 2 nella Scala
Torino.
Eventi del tipo Tunguska: 10 Mt ogni 500
anni
L'evento di Tunguska, avvenuto nel 1908, è consistito di un'esplosione nell'alta atmosfera di un
frammento della cometa Encke, che
liberò un'energia pari a 3-5 megaton (100-300 volte Hiroshima),
spianando 2150 km quadrati di taiga nella Siberia orientale,
regione del Tunguska
Pietrosa. Sono oggetti con diametro superiore a 50 m, colpiscono la Terra circa ogni 1000 anni, producendo
esplosioni della magnitudine della bomba
termonucleare[6]
Esplosioni dell'intensità di Hiroshima:
10-25 kt una volta all'anno
L'astronomo Eugene
Shoemaker dello U.S. Geological Survey, elaborò
una stima del tasso d'impatti sulla Terra, suggerendo che un impatto
astronomico della potenza della bomba
atomica che
distrusse Hiroshima può avvenire una volta all'anno. Questi
eventi per lo più non vengono notati, per le seguenti ragioni: la maggior parte
della superficie della Terra è coperta dall'acqua; gran
parte della superficie terrestre è disabitata (deserti, ghiacciai, isole disabitate, montagne, selve tropicali, taiga, tundra); le
esplosioni (soprattutto di comete e di corpi rivestiti da ghiaccio, carbonio,
calcio, ecc.) avvengono nella stratosfera, dando
luogo a potenti flash e rumori simili al tuono, ma senza provocare un grande
danno al suolo, sono state osservate alcune esplosioni atmosferiche di questa
intensità. Esempi degni di nota includono la caduta del meteorite di Sikhote-Alin a Primore (Russia orientale), nel 1947, e la "palla di fuoco" di Revelstoke, del 1965, sopra le nevi dello stato della Columbia Britannica, in Canada.
Meteoroidi con un diametro tra i 5 e i 10 metri entrano nell'atmosfera terrestre mediamente una volta all'anno, con un'energia dell'ordine dei
15 chilotoni di TNT, comparabile a quella di Little Boy, la bomba
atomica che esplose a Hiroshima. Normalmente questi oggetti esplodono nella atmosfera superiore, e la maggior parte o l'intero del solido viene vaporizzato.[7].
Piccoli oggetti: 1 kt ogni mese, 0,1 kt
ogni settimana
"Piccole"
collisioni, equivalenti a 1 chilotone, avvengono circa ogni mese in un
qualsiasi punto della Terra. Piccoli corpi celesti collidono frequentemente con
l'atmosfera, disintegrandosi ad alte quote (nella mesosfera). Vi
è una relazione inversa tra la dimensione degli oggetti e la frequenza con cui
questi colpiscono la superficie della Terra.
Molti tra
questi impatti non vengono osservati da nessuno al suolo. Tra il 1975 e il 1992, il sistema di satelliti SBISW (di base a Los
Angeles) rilevò 136 esplosioni definite "maggiori"
nell'atmosfera superiore. Il 21 novembre del 2002, su Nature, Peter Brown della University of Western Ontario presentò uno
studio basato sui registri dei satelliti "early warning" per i
precedenti 8 anni. Identificò in quel periodo 300 bagliori causati da meteoriti
larghi da 1 a 10 metri e stimò che gli
eventi delle dimensioni di Tunguska potevano capitare mediamente ogni 400 anni.[8] Eugene
Shoemaker stimò che
gli eventi del tipo Tunguska avvenissero ogni 300 anni, anche se analisi più
recenti suggeriscono che la sua stima sia esagerata di un ordine di
magnitudine.
Stella Nemesis
I paleontologi David Raup e
Jack Sepkoski hanno ipotizzato che le estinzioni accadano in media ogni 26
milioni di anni (alcune di esse sono estinzioni minori). Questa ipotesi ha spinto
il fisico Richard
A. Muller a pensare
che queste estinzioni potessero essere dovute a un'ipotetica stella compagna
del Sole chiamata Nemesis che
periodicamente perturba le orbite delle comete che si trovano nella Nube di
Oort provocando
così un notevole aumento di comete che raggiungono il Sistema solare interno con conseguente aumento del numero di comete
che colpiscono la Terra.
Effettivamente,
nella prima parte della storia della Terra, circa quattro miliardi di anni fa,
gli impatti erano certamente molto più frequenti dato che il Sistema Solare
conteneva un numero notevolmente maggiore di corpi di notevoli dimensioni
rispetto a oggi. Questi impatti possono aver compreso collisioni di asteroidi
del diametro di centinaia di km, con rilasci di energia così elevati da poter
aver fatto evaporare tutti gli oceani della Terra. È solo alla fine di questo e intenso bombardamento tardivo che la vita sembra aver cominciato ad
evolversi sulla Terra.
Estinzioni di massa e impatti astronomici
Esiste
una diffusa accettazione tra gli scienziati della teoria che negli ultimi 540 milioni di anni vi
siano stati cinque eventi d'impatto (anche se esiste un certo
grado di disaccordo sul numero esatto di questi eventi) che hanno provocato eventi di estinzione di massa ognuno dei quali capace di provocare l'estinzione di metà di
tutte le specie.
Estinzione del Permiano-Triassico
Una delle
più grandi estinzioni di massa che ha colpito la vita sulla Terra è stata l'estinzione del
Permiano-Triassico con la
quale furono estinte il 90% di tutte le specie allora viventi sulla Terra e con
cui termina il periodo Permiano 250 milioni di anni fa[9]; la vita
sulla Terra impiegò 30 milioni di anni per riprendersi dall'accaduto.[10]. La
causa dell'estinzione del Permiano-Triassico è ancora materia di dibattiti in
particolare riguardo all'età ed all'origine dei crateri d'impatto proposti, per
esempio la Struttura
Bedout ritenuta
associata all'evento è ritenuta ancora una struttura dubbia[11][12] L'ultima di tali estinzioni di massa che ha portato
alla scomparsa dei dinosauri ed è coincisa con l'impatto di un asteroide è
l'evento del Cretaceo-Terziario (conosciuto anche come l'evento K-T). Non c'è una evidenza certa di impatti con
le altre quattro maggiori estinzioni di massa.
Altre catastrofi scatenate dagli impatti
maggiori
Un altro aspetto interessante degli impatti planetari maggiori
è che in teoria potrebbero scatenare altri fenomeni in grado di causare o
aggravare i fenomeni di estinzione di massa, ad esempio come l'eruzioni
vulcaniche del Trappo Siberiano (vedi sotto)
che potrebbero essere il sito di un enorme impatto asteroidale[13] oppure
l'ipotesi dello scatenarsi di terremoti ed eruzioni vulcaniche agli antipodi del sito
d'impatto.[14] La
subduzione non dovrebbe essere presa come scusa per un'eventuale assenza di
consistenti evidenze geologiche; dato che allo stesso modo dell'evento K-T, un
consistente deposito di ejecta ricco in elementi siderofili (ad es. iridio) dovrebbe essere trovato in molti strati e formazioni dell'epoca
geologica che si pensa concomitante all'impatto. Il brusco, ed estremamente
deleterio cambiamento ambientale causato da un impatto planetario spiegherebbe
anche perché molte specie non riuscirono ad evolvere adattandosi rapidamente
rispetto ad altri fenomeni geologici più lenti, come la deriva dei continenti, la desertificazione, le glaciazioni e altri fenomeni a scala globale.
Cronologia parziale degli eventi
d'impatto sulla Terra
Eventi d'impatto in altri pianeti o corpi
del Sistema Solare
Sole
·
Nel 1998, due
comete furono osservate mentre cadevano nel Sole in rapida successione, la prima il 1º giugno
del 1998, la
seconda il giorno successivo. Un video dell'impatto del 1994, seguito
da una spettacolare eiezione di gas dalla corona
solare (non
correlata agli impatti), può essere visualizzato nel sito della NASA[15].
Entrambe queste comete evaporarono prima di entrare in contatto con la
superficie del Sole. Secondo una teoria dello scienziato Zdenek
Sekanina del Jet Propulsion Laboratory della NASA,
l'ultimo corpo a colpire il Sole è stata la "supercometa"Cometa
Howard-Koomen-Michels il 30
agosto del 1979.[16] (Vedere anche cometa
radente.)
Mercurio
·
Uno tra i più grossi bacini d'impatto nel sistema solare, si trova
sulla superficie di Mercurio, a 30,5° di latitudine nord e
170,2° di longitudine est, nell'emisfero illuminato del pianeta Mercurio, ed è la Caloris
Planitia, larga 1550 km,
circondata dai Caloris
Montes (alti
2 km), con un cratere d'impatto al centro largo 40 km, circondato da
numerose faglie estensionali (le Pantheon
Fossae). Questa formazione è stata fotografata accuratamente dalla sonda MESSENGER il 15 gennaio del 2008.
Marte
·
Il secondo maggior cratere d'impatto di Marte è la Hellas
Planitia, nell'emisfero australe[17]. Ha un
diametro di circa 2300 km, circondata da alti monti (con tracce di
erosione e bombardamento meteorico) ed una profondità massima di circa 7 km. La sua
notevole area diede luogo all'ipotesi che si trattasse di una pianura depressa,
da cui derivava la classificazione "Planitia", un bacino simile ai
mari lunari. Si tratta di un cratere risalente a 3,5-4 miliardi di anni fa e quindi alle fasi iniziali
dell'esistenza di Marte (tardo
pesante bombardamento).
Impatti tra asteroidi
·
Nel 2010 il telescopio
Hubble ha
osservato una forte alterazione rispetto alla norma nell'asteroide P/2010
A2 della
principale fascia degli asteroidi, risultante da un urto nel
febbraio-marzo del2009, caratterizzato da velocità relative molto basse, con la
formazione di quattro frammenti disposti ad "X" e una nube di detriti
simile alla coda di una cometa.[18] Secondo David Jewitt, capogruppo di questa
ricerca, queste collisioni si verificherebbero una volta all'anno.[19]
Giove
Una foto dell'impatto cometario su Giove del2009 catturato dal telescopio
Keck II e dallanear-infrared
camera che si
trova nel Mauna Kea Observatory, (20 luglio.
·
1994, impatto della cometa Shoemaker-Levy 9 - Nel 1994 l'impatto della cometa Shoemaker-Levy 9 con il pianeta Giove ebbe
l'effetto di una "chiamata di sveglia", e la comunità degli astronomi
rispose istituendo programmi come il Lincoln Near-Earth Asteroid
Research (LINEAR),Near Earth Asteroid Tracking (NEAT), Lowell Observatory
Near-Earth Object Search (LONEOS)
e altri programmi che hanno drasticamente aumentato il tasso di scoperta di
nuovi asteroidi. Uno dei frammenti che colpì la cometa aveva una potenza di 60
Gigatoni (da 60 a 600 volte più potente di tutto l'arsenale nucleare combinato
degli USA e URSS)[20].
·
Impatto su Giove del 19 luglio
2009 - Dopo
questa data un astrofilo, Anthony
Wesley, scoprì una macchia nera delle dimensioni della Terra nell'emisfero
sud di Giove. L'analisi agli infrarossi mostrava
che era calda rispetto all'ambiente circostante e metodi spettroscopici
rilevarono l'ammoniaca. Gli scienziati del JPL confermarono che si era verificato un impatto
astronomico su Giove, e che probabilmente si trattava di una piccola cometa non
ancora scoperta.[21][22][23]
·
Impatto su Giove del giugno
2010 - Il 3
giugno 2010, alle
20:31 UTC, si è verificato l'impatto di un meteoroide[24] di 8–13 m di diametro[25] su Giove[26].
L'impatto, verificatosi a meno di un anno dal precedente, è stato
scoperto anch'esso da Anthony Wesley.
·
Impatto
su Giove del 10 settembre 2012 - Il 10
settembre 2012, c'è
stato un impatto di una cometa o di una asteroide.
Saturno
Dal
confronto fra le increspature presenti negli anelli
di Saturno e quelle
prodotte dall'impatto della cometa Shoemaker-Levy 9 negli anelli
di Giove, è stato desunto che nel 1983 un oggetto cometario,
dopo la frammentazione del suo nucleo, ha dato luogo ad una serie di eventi
d'impatto su Saturno. L'episodio non fu osservato direttamente probabilmente perché il
pianeta si trovava, allora, dal lato opposto del Sole rispetto alla Terra.
La
scoperta, avvenuta grazie alle osservazioni condotte attraverso la sonda Cassini, è stata
resa nota dalla NASA nel marzo 2011 e fornisce nuovi dati sulla frequenza d'impatto sui giganti
gassosi, rivelando come ciò accada più frequentemente di quanto precedentemente
pensato.[27]
Eventi d'impatto astronomico nella
cultura popolare
Atteggiamento sociale e intimi
convincimenti
Un sondaggio congiunto
della Pew Research Center/Smithsonian Magazine condotto nell'aprile 21–26 del 2010 scoprì
che circa il 31% dei nordamericani pensavano che era altamente probabile che un
asteroide colpisse la terra prima del 2050. Una
maggioranza del 61% non condivideva questa opinione.[28]
Fine della civiltà
Un evento
d'impatto cosmico è visto spesso come uno scenario[29][30] che potrebbe comportare la fine
della civiltà. Nel 2000, la rivista statunitense Discover Magazine pubblicava una
lista di 20 possibili modalità di scenari del giorno del giudizio con l'evento
d'impatto elencato come la possibilità più probabile.[31] Fino agli anni Ottanta quest'idea non veniva presa in grande considerazione, ma la
scoperta del cratere di Chicxulub cambiò l'atteggiamento della scienza. L'idea venne
ulteriormente rinforzata dall'osservazione degli impatti della cometa Shoemaker-Levy 9contro il pianeta Giove.
Romanzi di fantascienza
Numerose
storie di fantascienza e romanzi si focalizzano su fantasticati eventi
d'impatto planetario.
·
Incontro con Rama di Arthur C. Clarke (pubblicato
nel 1972), che narra dell'impatto di un asteroide
di taglia media nell'anno 2077, che nella trama colpiva il nord Italia, nel romanzo questo
portava alla creazione dello "Spaceguard Project", che in seguito
avrebbe scoperto quella che gli astronauti avrebbero ribattezzato l'Astronave
di Rama. Nel 1992 uno studio del Congresso
degli U.S.A. chiese alla NASA di
intraprendere lo Spaceguard Survey nel quale si citava il progetto del romanzo Rendezvous with Rama come ispirazione per il nome da dare al progetto di ricerca
sugli asteroidi vicini alla Terra.[32]
·
Moonfall romanzo di Jack
McDevitt del 1999,
nel quale una cometa molto grossa e dotata di inconsueta alta velocità
interstellare collide con la Luna, distruggendola parzialmente, staccando
frammenti che in seguito colpiscono la Terra.
·
Footfall, romanzo
di Niven e Pournelle del 1985 presenta una disamina dagli effetti della
guerra inter-planetaria condotta da una specie aliena che culmina nell'utilizzo
di asteroidi per bombardare il pianeta, creando crateri molto larghi che
porteranno le specie locali verso l'estinzione.
Filmografia
Sono
stati girati vari film di tipo catastrofico sull'argomento:
·
Quando i mondi si scontrano (1951), nel quale due pianeti sono in rotta
di collisione con la Terra, il più piccolo la sfiorerà solo provocando però
grandi danni e distruzioni, il più grande la colpirà in pieno[33].
·
Meteor (1979), si parla di un grande asteroide di
8 km di diametro in rotta di collisione con la Terra, solo l'uso congiunto
di armi nucleari poste in orbita attorno alla Terra dagli Americani e dai
Sovietici riuscirà a scongiurare una catastrofe globale.
·
Nel 1998 sono stati prodotti due film negli Usa entrambi
col soggetto di tentare di evitare impatti disastrosi, il primo Armageddon della Touchstone Pictures con un
asteroide, il secondo Deep Impact della DreamWorks con una cometa. Ambedue vedono l'impiego di
successori degli Space
Shuttle per
trasportare a destinazione grandi ordigni nucleari necessari per distruggere i
rispettivi bersagli.
·
Nel 2001 il film Evolution racconta di un meteorite che precipita in Arizona e porta delle cellule aliene le quali evolvendosi danno vita a delle creature in grado di conquistare il pianeta. Nello
stesso anno, Lars Von Trier ha presentato Melancholia, un film
al cui centro viene narrata una collisione tra un pianeta e la Terra.
·
Nel 2008 nella mini-serie Impact della American Broadcasting Company (ABC) si vede un frammento di una stella nana
bruna all'interno
di una nube di meteore colpire la Luna e spedirla in una rotta di collisione con la
Terra.
Giochi
Il
popolare gioco RPG Final
Fantasy VII della Square
Enix si svolge
su un possibile impatto. Il principale antagonista Sephiroth evoca una meteora (che è una forma di magia
nera nel gioco) che cerca di distruggere il mondo virtuale di "Gaia"
(che in gran parte rispecchia la Terra). I protagonisti cercano un modo di
contrastare l'imminente impatto meteorico, evocando Holy (Santa) (una forma di
magia bianca).
Presunte profezie nell'Apocalisse
PROFEZIA DELLA STELLA ASSENZIO
Gruppi minoritari all'interno del Cristianesimo ritengono
che esistano profezie bibliche
che collegherebbero l'evento bellico di Armageddon ad un posteriore impatto asteroidale o cometario. Secondo
alcuni, la "profezia
della stella Assenzio" nella
Bibbia, accennerebbe ad un'interpretazione di un futuro nel quale un impatto
astronomico causerebbe un cambiamento nell'atmosfera che coinciderebbe con la
collisione della Terra con una cometa o asteroide. Uno scenario
"scientifico" plausibile postula un cambiamento chimico
nell'atmosfera a causa di un massiccio "shock termico" durante
l'entrata e/o l'impatto al suolo di un grande asteroide o cometa, che secondo
questa ipotesi farebbe reagire l'ossigeno e
l'azoto nell'atmosfera per
produrre una pioggia acida di
acido nitrico.[34] Secondo
questa discutibile visione minoritaria, l'amarezza prodotta dalla
Stella-Assenzio (Wormwood Star in inglese) su di un terzo delle acque potabili
della potrebbe essere il risultato di una massiccia "pioggia acida".[35]
Bufale
Verso
l'inizio del 2011 è stata la propalata nel sito di Canada-First
e di Scarletwhore la notizia (non accreditata da nessun mezzo
d'informazione scientifico oppure da media "ufficiosi" di discreta
serietà) che il telescopio dell'infrarosso sub-millimetrico BLAST avrebbe rilevato un asteroide largo 800
metri, che nei loro calcoli sarebbe destinato a schiantarsi contro l'Antartide nel settembre dell'anno 2012[36]. La
notizia è stata prontamente smentita nel sito della University of British Columbia.[37]
Note[modifica | modifica sorgente]
2.
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17.
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25 giugno 2008 il Bacino Hellas era ritenuto il più grande cratere meteoritico
di Marte, adesso il nuovo primato spetta al Bacino Boreale. Solar
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Collision of Comet Shoemaker-Levy 9 with Jupiter», Texas A&M University,
febbraio 2006. URL
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24.
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Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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(EN) Impact
Meteor Crater Viewer Google
Maps Page with Locations of Meteor Craters around the world
·
(EN) Impact Site Map Interactive map, with simple html drilldowns to Google
satellite maps of impact sites.
·
(EN) Judson L. Ahern, Univ. of Okla.: DETECTING BURIED IMPACT STRUCTURES: EARTH AND MARS - general interest article
CRONOLOGIA DEGLI IMPATTI
ASTRONOMICI SULLA TERRA
IMPATTO
ASTRONOMICO
2015
2017
2018
L'anno 2018 (MMXVIII
in numeri romani) è un anno che
inizia di lunedì secondo il calendario gregoriano.
.
2022
2023
2024
2025
2028
2029
Eventi
§ Venerdì, 13 aprile - L'asteroide 99942 Apophis (conosciuto
precedentemente come 2004 MN4) passa a una distanza
dalla Terra di circa 36 350 km.
2030
Eventi
2033
L'anno 2033 (MMXXXIII in numeri
romani) è un anno che inizia di sabato secondo
il calendario gregoriano.
2034
L'anno 2034 (MMXXXIV in numeri
romani) è un anno che inizia di domenica secondo
il calendario gregoriano.
2035
L'anno 2035 (MMXXXV in numeri romani) è un anno che inizia di lunedì secondo il calendario gregoriano.
Eventi
2036
Eventi
§ 13
aprile - L'asteroide 99942
Apophis passerà ad una distanza minima dalla Terra, sono in corso studi
sulle possibilità di una collisione con la stessa. Le probabilità sono 1 su
250.000 (0,0004%), livello di pericolo sulla scala Torino arrivato a zero).
§ XL Giochi Olimpici estivi
Curiosità
§ È uno degli anni proposti
dall'escatologia induista, come possibile fine del Kali Yuga e inizio dell'età dell'oro.
§ Secondo le presunte
dichiarazioni del fantomatico viaggiatore nel tempo John
Titor, il
2036 è la data di partenza nel viaggio a ritroso verso il 1975, intrapreso per recuperare un PC IBM 5100. (Da notare come il 1976
fosse un altro anno proposto come fine del ciclo Kali Yuga).
2037
Eventi
2038
L'anno 2038 (MMXXXVIII in numeri
romani) è un anno che inizia di venerdì secondo
il calendario gregoriano.
Eventi
§ 19 gennaio - Bug dell'anno 2038. Alle ore 03:14:07 va in overflow una
comune modalità di rappresentare il tempo, utilizzata nelle architetture
informatiche a 32 bit e nei sistemi operativi derivati da Unix.
2040
Eventi
Catastrofismo
Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il catastrofismo o teoria
delle catastrofi naturali è una teoria scientifica formulata
dal naturalista francese Georges
Cuvier agli
inizi del XIX
secolo e
successivamente più volte rivisitata.[1]
Il catastrofismo classico
Secondo questa teoria la terra sarebbe
stata interessata nel corso della sua lunga storia da eventi catastrofici, di
corta durata, di carattere violento ed eccezionale. Si opponeva quindi alla
teoria dell'uniformitarismo,
secondo la quale qualunque processo che si sia esercitato in un lontano passato
continua ad agire anche nel presente. Georges Cuvier intendeva spiegare in
questo modo l'esistenza dei fossili, che
egli per primo riconobbe come appartenenti a specie estinte,
cioè le specie scomparse nel corso degli eventi catastrofici. Cuvier basò la
sua teoria principalmente su due osservazioni: l'evidenza di estinzioni di massa e
l'assenza di forme graduali tra una specie e l'altra.[1]
Catastrofismo ed evoluzionismo
Il catastrofismo venne
inizialmente usato a sostegno della teoria dell'immutabilità delle specie
viventi, in contrasto con la contemporanea teoria di Jean-Baptiste de Lamarck sulla trasformazione
delle specie.[1] A tal proposito è rimasto celebre il
dibattito pubblico del 1830 tra Gorges Cuvier e Etienne Geoffroy Saint-Hilaire tra immutabilità dei viventi ed evoluzione,
in cui Cuvier ottenne una vittoria effimera, data la diffusione dilagante delle
idee di Saint Hilaire.[1]
Diatriba col darwinismo
Nel corso
del XIX secolo il catastrofismo venne adottato in chiave
evoluzionistica da vari studiosi, che vedevano nelle catastrofi il motore principe dell'estinzione e della
successiva nascita di nuove specie.[2] La teoria
delle catastrofi si trovò quindi in contrapposizione radicale alla teoria
dell'evoluzione di Charles Darwin,
la quale affermava l'estinzione graduale delle specie secondo le idee
dell'uniformitarismo della scuola britannica, alla quale Darwin stesso aderiva.[3] Il
catastrofismo cadde quindi in disgrazia verso la fine del XIX secolo col
prevalere delle teorie darwiniste. A causa di questa sua lunga contrapposizione
con il darwinismo, il catastrofismo è stato infondatamente tacciato di essere
una teoria pseudo-scientifica originatasi in ambienti religiosi conservatori,
ma non è così,[1][4] sia Cuvier che Louis
Agassiz, i primi sostenitori del catastrofismo non evoluzionistico,
provenivano da ambienti laici influenzati dall'illuminismo francese.
Rinascita del catastrofismo e
neo-catastrofismo
Passato di moda e quasi scomparso
all'inizio del XX secolo, a partire dagli anni '50 il catastrofismo è stato più
volte rivisitato ed incluso in alcune teorie dell'evoluzione delle specie, fino
ad essere nuovamente contrapposto al gradualismo darwiniano ed usato come spiegazione della grande
estinzione del Cretacico.[1]
Note
2.
^ Clarence King. Catastrophism and
Evolution in The American Naturalist, vol.11, n° 8, agosto 1877.
University of Chicago Press,
Chicago, 1877.
3.
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Evolution di J. W. Judd. The British Medical Journal, vol. 1, n° 2621, 25 marzo 1911, pag.
695.
Bibliografia
·
Clarence King, Catastrophism
and Evolution, The American Naturalist, Vol. 11, No. 8. (Aug.,
1877), pp. 449–470.
·
Trevor
Palmer. Catastrophism,
Neocatastrophism and Evolution. Society for Interdisciplinary Studies, Nottingham Trent University, 1993. ISBN 0-9514307-1-8 (SIS) ISBN 0-905488-20-2
Immanuil Velikovskij
Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Immanuil
Velikovskij (in russo: Иммануил
Великовский[?]; Vicebsk, 10
giugno 1895 – Princeton, 17
novembre 1979) è stato
uno psicologo esociologo sovietico.
Apparteneva
a una famiglia agiata e fin da piccolo imparò diverse lingue. Dopo gli studi in medicina (in parte
seguiti a Montpellier in Francia), tornò
aMosca per l'esercizio della professione medica. In seguito emigrò in Palestina dove visse fino al 1939 prima di
stabilirsi negli Stati
Uniti a Princeton, dove
morì.
Velikovsky
è stato un rappresentante del catastrofismo: negli
anni cinquanta pubblicò il libro Mondi in
collisione (ripreso
molto tempo dopo dallo statunitense John M. Ackerman), nel
quale proponeva un controverso modello secondo il quale il sistema
solare avrebbe
avuto origine da un impatto di enorme potenza sul pianeta Giove, giungendo a modificare la cronologia degli avvenimenti dell'antico
Egitto.
Subito
dopo la pubblicazione del libro, l'astronomo statunitense Harlow Shapley organizzò una campagna accademica contro il
testo.
Bibliografia
·
Immanuel Velikovsky, Mondi in collisione, trad. di Armando Silvestri,
Luigi Cozzi e Sebastiano Fusco, Mondo Ignoto, 2003. ISBN
8889084014
·
Immanuel Velikovsky, Mondi in collisione 2: le ferite della terra. Le prove
scientifiche delle grandi catastrofi che hanno posto fine alle antiche civiltà, Mondo
Ignoto, 2004. ISBN
8889084359
·
Immanuel Velikovsky, Le
grandi catastrofi della Grecia antica, Mondo Ignoto, 2006. ISBN
8889084839
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Immanuel Velikovsky, Il segreto delle civiltà perdute.
Dalla Torre di Babele al diluvio, dal Pianeta X ai Mondi in collisione, da
Sodoma e Gomorra al popolo dei giganti, Profondo rosso, Roma 2009, ISBN
9788895294322
Altri progetti
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WIKIPEDIA - VELIKOVSKY VERSIONE COMPLETA IN INGLESE
·
WIKIPEDIA - SINTESI DEL LIBRO “MONDI IN
COLLISSIONE”
·
“Ho letto di nuovo “Mondi in collisione”, e’ un libro di un importanza
incommensurabile e tutti gli scienziati lo dovrebbero leggere”.
·
ALBERT EINSTEIN
·
Innumerevoli
documenti storici attestano che tra il 1900 e il 600 prima di Cristo una lunga
serie di cataclismi devastarono il nostro pianeta provocando la fine repentina
di fiorenti civiltà. Lo Studioso Immanuel Velikowsky ha raccolto in questo
libro tutti quei documenti ricostruendo il quadro generale di quell’ antica
apocalisse, arrivando così finalmente a spiegare perché le acque del Mar Rosso si aprirono
davanti agli Ebrei in fuga, perché per tutti i popoli delle origini Marte era
il dio della distruzione e come mai tanti miti arcaici raccontano della nascita
di Venere-
·
Da
tutto questo emerge la sbalorditiva constatazione che in quei tempi il nostro
Sistema Solare non aveva ancora assunto il suo assetto stabile attuale mentre
l’ inclinazione dell’ asse terrestre era diversa… Con un commento del
Professore EMILIO SPEDICATO del Dipartimento di Matematica dell’ Università
degli Studi di Bergamo.
·
MONDI
IN COLLISIONE 2: LE FERITE DELLA TERRA
·
LE PROVE SCIENTIFICHE DELLE GRANDI
CATASTROFI CHE HANNO POSTO FINE ALLE ANTICHE CIVILTA’
·
“Mondi
in collisione 2: Le ferite della Terra” costituisce il corredo di prove e
documentazioni scientifiche a sostengo delle teorie esposte nel libro
precedente.
·
IL SEGRETO DELLE CIVILTA’ PERDUTE
·
DALLA TORRE DI BABELE AL DILUVIO, DAL
PIANETA X AI MONDI IN COLLISIONE, DA SODOMA E GOMORRA AL POPOLO DEI GIGANTI.
·
Immanuel
Velikovsky (1895-1979), un geniale studioso ebreo nato in Russia ma vissuto
quasi sempre negli Stati Uniti, è diventato celebre nel 1950 pubblicando il
best-seller “Mondi in collisione”, ancora oggi il più discusso testo di
archeologia mysteriosa che spiega il brusco crollo delle antiche civiltà umane
attribuendolo a sommovimenti immani di origine extraterrestre: violentemente
criticate all’inizio e poi rivalutate da uno scienziato quale Albert Einstein,
queste teorie di Velikovsky oggi vengono riprese da numerose università
americane. “I segreti delle civiltà perdute” riprende appunto la teoria dei
mondi in collisione, la approfondisce e affronta, risolvendoli, anche altri
grandi enigmi del passato quali quelli del Popolo dei Giganti, della
distruzione di Sodoma e Gomorra, della nascita del Mar Morto e dei mitici
esseri venuti dal cielo, i Nephilim.
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WIKIPEDIA – SINTESI DEL LIBRO “LE ETA’
DEL CAOS”
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Per
la prima volta ricostruiti i seicento anni perduti della storia antica
·
Immanuel
Velikovsky (1895-1979), che lo storico delle scienze Federico Di Trocchio ha
definito “un genio incompreso”, è stato
un grande amico personale di Albert Einstein e ha scritto con “LE ETA’ DEL CAOS” uno dei libro più
venduti e rivoluzionari degli ultimi decenni, nel quale con un’ enorme quantità
di citazioni, di dati e di raffronti archeologici si dimostra come parti della
storia dell’ Egitto faraonico e dell’ antico regno di Israele siano state
falsate per sbaglio di ben cinque secoli nella ricostruzione effettuate fin
qui. Molto tempo prima e molto meglio
della recente “New CHronology” (Nuova Cronologia) redatta dall’ archeologo
David Rohl in “ IL TESTAMENTO PERDUTO” e “LA GENESI AVEVA RAGIONE”, Immanuel
Velikovsky ci ha spiegato perché all’ incirca 580 anni mancano nelle cronologie
correnti de “VECCHIO TESTAMENTO” mentre sei secoli in più, sei secoli che in
realtà non sono mai esistiti, sono stati erroneamente aggiunti alla storia
dell’ Antico Egitto.
·
IL SEGRETO DELLA GRECIA ANTICA – LE
ETA’ DEL CAOS 2
·
L’
antichità più remota della Grecia è definita come il periodo Elladico e si
conclude bruscamente quanto inspiegabilmente con la caduta di Troia nel 1200 a.
C. A quel punto, secondo la cronologia storica classica, inizierebbero i cinque
secoli della cosiddetta Eta’ Oscura ellenica fino al 700 a. C. Ma alla luce delle scoperte archeologiche
recenti numerosi studiosi e ricercatori stanno cominciando a dubitare
dell’esistenza in Grecia di questi 500 anni “bui”, che potrebbero non essersi
mai verificati.
RIASSUNTO DEL LIBRO “MONDI IN COLLISIONE” DI IMMANUEL
VELIKOVSKY
Quando A.Einstein morì nel 1955, sul suo comodino fu trovato un libro
che nessuno avrebbe mai pensato avrebbe potuto attirare la sua attenzione:
MONDI IN COLLISIONE, pubblicato qualche anno prima da IMMANUEL VELIKOVSKY, un
medico russo di origine ebraica, che trasferitosi nel 1939 negli USA, divenne
amico di EINSTEIN, cominciò ad occuparsi di astrofisica, fino a diventare la
bestia nera degli scienziati americani.
Quel libro aveva sollevato il più grosso scandalo che avesse mai coinvolto la comunità scientifica dai tempi di Galileo, e suscitò una gigantesca crociata contro VELIKOVSKY, tanto che alcuni dei più autorevoli scienziati americani, nel 1950, giunsero a ricattare le riviste e la casa editrice del libro per impedirne la pubblicazione.
Era solo l'inizio della guerra che la comunità scientifica ufficiale dichiarò a VELIKOVSKY, e in cui scesero in campo l'AMERICAN ASSOCIATION FOR THE AVANCEMENT OF SCIENCE, l'AMERICAN PHILOSOPHICAL SOCIETY, numerose Università e autorevoli riviste.
Ma di che cosa parlava questo libro, e perchè EINSTEIN lo aveva ritenuto degno di essere letto?
Nel libro c'era la spiegazione, in termini scientifici, di alcuni dei miracoli della Bibbia, e questo già poteva bastare a sconvolgere il pensiero comune, ma soprattutto c'era una incredibile ricostruzione storica dell'evoluzione del sistema solare, e questo non poteva essere tollerato dalla scienza ufficiale.
L'idea centrale era che 1500 anni prima di Cristo, cioè in tempi storici, si sia staccata dal pianeta Giove una grande massa che andò a costituire una gigantesca cometa che nell'arco di sette secoli, con una cadenza di 52 anni, si sarebbe avvicinata sempre più alla terra provocando terremoti, inondazioni, tempeste elettromagnetiche, piogge di meteoriti e sconvolgimenti climatici che avrebbero influenzato notevolmente la cultura e le vicende dei nostri antenati, e di cui si trova traccia nei miti e nei documenti che ci sono stati tramandati. Tali tracce esistono in pressochè tutte le popolazioni del pianeta (Maya, cinesi, polinesiani, indiani d'America).
Il primo contatto si sarebbe verificato nel 1500 a.C.: nel suo avvicinamento la cometa provocò quelle che nella Bibbia vengono descritte come le dieci piaghe d'Egitto (arrossamento dei fiumi, invasione di insetti, la peste, la grandine, pioggia di fuoco fino ad un terremoto di dimensioni planetarie).
Nel libro le piaghe vengono esaminate ad una ad una, e per ognuna viene data la spiegazione "scientifica".
La stessa traversata a piedi del Mar Rosso sarebbe stata possibile per l'incredibile marea provocata dall'attrazione della vicina cometa.
Anche la rotazione della terra subì un notevole rallentamento ("folte tenebre nell'Egitto per 3 giorni").
Dopo circa cinquant'anni la cometa ritornò provocando un nuovo rallentamento della rotazione e un'oscillazione dell'asse terrestre, in modo che il sole sembrò fermarsi per un tempo stimato di 18 ore: il famoso miracolo di Giosuè che intima al sole di fermarsi (e che si ferma per un giorno intero).
Anche di questo troviamo traccia nei miti di quasi tutte le popolazioni del pianeta.
Gli avvicinamenti della cometa proseguirono ogni 50 anni, con conseguenze non più disastrose, fino al 747 a.C.
Da questo momento una serie incredibile di avvenimenti si succedette: l'orbita della cometa, forse per una collisione con un'altra, cambiò fino ad andare ad urtare Marte e trasformandosi nel pianeta Venere, installandosi nella sua attuale orbita.
Marte fu spinto verso la Terra che sfiorò diverse volte, l'ultima delle quali nel 687 a.C.
In questo periodo di 60 anni i movimenti solari e lunari furono sconvolti, e con essi le stagioni e lo scorrere del tempo. Furono necessari numerosi e continui mutamenti del calendario fino all'assestamento dell'anno a 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi, che è quello attuale.
Anche di questi sconvolgimenti del calendario c'è traccia in numerose popolazioni.
L'ipotesi che i corpi celesti si muovano sfuggendo alle leggi gravitazionali è molto suggestiva.
VELIKOVSKY è stato bollato come CRANK, ma di tanto in tanto qualche autorevole scienziato torna con prove che suffragherebbero, almeno in parte, alcune delle sue spregiudicate, ma suggestive ipotesi, rendendole verosimili.
Per la scienza risultava inaccettabile che quello che tiene in orbita i corpi nel nostro sistema solare non è la forza di gravità, come ci aveva insegnato NEWTON, ma un'altra forza, l'elettricità, di cui la gravità è solo un aspetto.
A tutt'oggi, nessuno è ancora riuscito ad unificare la gravità con l'elettromagnetismo, e solo due persone ci hanno tentato: EINSTEIN e VELIKOVSKY.
Un genio e un pazzo.
Ma allora, perchè EINSTEIN, che non era certo un ingenuo, perdeva il suo tempo a leggere questo libro?
Molte delle previsioni che VELIKOVSKY enunciò, come la temperatura su Venere (eccezionalmente alta perchè si trattava di un pianeta giovane), l'effetto della forza di gravità della terra fino alla luna, tempeste magnetiche su Giove, la teoria che le comete si siano staccate da corpi più grandi, e tante altre, sono state in seguito confermate, compresa quella di grosse anomalie nella rotazione di Venere dovute alla sua recente installazione nell'orbita: infatti Venere è l'unico pianeta che ruota in senso opposto a tutti gli altri del sistema solare.
Questo libro continua ancor oggi a far discutere e a creare imbarazzi nel mondo scientifico. Tanto ardito da essere definito folle dall’amico Albert Einstein e così inquietante da aver indotto l’astronomo Carl Sagan a farne oggetto di feroci critiche, il saggio di Velikovsky propone in effetti, come vedremo, una serie di scottanti questioni, tra cui la veridicità storica dei testi biblici (sul filone del famoso bestseller "La Bibbia aveva ragione" di W. Keller) e di innumerevoli altre tradizioni mitologiche e sacrali, utilizzate dal ricercatore come fonti attendibili per desumerne informazioni sul passato del nostro pianeta attraverso un’analisi comparata.
La tesi di fondo è difatti che in epoche remote, e non solo, la Terra sia stata scenario di eventi catastrofici così travolgenti da essere stati praticamente rimossi dalla memoria collettiva dell’umanità e confinati in quell’area fantastico-virtuale che si identifica con il mito.
Tali cataclismi di vastità planetaria sarebbero stati provocati in buona parte da violentissime collisioni e incontri più o meno ravvicinati con corpi celesti, in seguito ai quali l’assetto orografico e biologico del nostro pianeta sarebbe sensibilmente mutato.
L’argomentazione di Velikovsky si concentra in particolare su una gigantesca cometa di dimensioni planetarie che, generata per espulsione dalla massa gassosa di Giove (in particolare, dalla gigantesca "macchia rossa" del grande pianeta), avrebbe quindi vagato irrequieta, in ere lontane, nel Sistema Solare, avvicinandosi due volte, verso il 1500 a.C., alla Terra, con conseguenze che analizzeremo in dettaglio.
Non solo: la medesima cometa circa 700-800 anni più tardi si sarebbe scontrata con Marte provocando in area terrestre ulteriori sconquassi, per poi assestarsi definitivamente nei cieli con un’orbita regolare e diventare infine quel pianeta conosciuto in seguito con il nome di "Venere".
Questa in sintesi la "sceneggiatura" descritta da Velikovsky, per supportare la quale l’autore fece appello alle più svariate testimonianze del passato, attingendo, oltre che alla Bibbia, ai testi ebraici del "Talmud", alla letteratura greca, ai papiri egizi, alle tavolette astronomiche babilonesi, ai calendari aztechi e maya e a tradizioni popolari, remote iscrizioni e patrimoni mitologici di numerosissime popolazioni del mondo.
Stesso taglio interdisciplinare si rileva nelle scienze cui fa riferimento la sua indagine, che spaziano dall’archeologia alla geologia, dalla paleontologia alla psicologia, dall’astronomia all’antropologia, alla fisica, alla storia...
TUTTA COLPA DELLA COMETA
Quel libro aveva sollevato il più grosso scandalo che avesse mai coinvolto la comunità scientifica dai tempi di Galileo, e suscitò una gigantesca crociata contro VELIKOVSKY, tanto che alcuni dei più autorevoli scienziati americani, nel 1950, giunsero a ricattare le riviste e la casa editrice del libro per impedirne la pubblicazione.
Era solo l'inizio della guerra che la comunità scientifica ufficiale dichiarò a VELIKOVSKY, e in cui scesero in campo l'AMERICAN ASSOCIATION FOR THE AVANCEMENT OF SCIENCE, l'AMERICAN PHILOSOPHICAL SOCIETY, numerose Università e autorevoli riviste.
Ma di che cosa parlava questo libro, e perchè EINSTEIN lo aveva ritenuto degno di essere letto?
Nel libro c'era la spiegazione, in termini scientifici, di alcuni dei miracoli della Bibbia, e questo già poteva bastare a sconvolgere il pensiero comune, ma soprattutto c'era una incredibile ricostruzione storica dell'evoluzione del sistema solare, e questo non poteva essere tollerato dalla scienza ufficiale.
L'idea centrale era che 1500 anni prima di Cristo, cioè in tempi storici, si sia staccata dal pianeta Giove una grande massa che andò a costituire una gigantesca cometa che nell'arco di sette secoli, con una cadenza di 52 anni, si sarebbe avvicinata sempre più alla terra provocando terremoti, inondazioni, tempeste elettromagnetiche, piogge di meteoriti e sconvolgimenti climatici che avrebbero influenzato notevolmente la cultura e le vicende dei nostri antenati, e di cui si trova traccia nei miti e nei documenti che ci sono stati tramandati. Tali tracce esistono in pressochè tutte le popolazioni del pianeta (Maya, cinesi, polinesiani, indiani d'America).
Il primo contatto si sarebbe verificato nel 1500 a.C.: nel suo avvicinamento la cometa provocò quelle che nella Bibbia vengono descritte come le dieci piaghe d'Egitto (arrossamento dei fiumi, invasione di insetti, la peste, la grandine, pioggia di fuoco fino ad un terremoto di dimensioni planetarie).
Nel libro le piaghe vengono esaminate ad una ad una, e per ognuna viene data la spiegazione "scientifica".
La stessa traversata a piedi del Mar Rosso sarebbe stata possibile per l'incredibile marea provocata dall'attrazione della vicina cometa.
Anche la rotazione della terra subì un notevole rallentamento ("folte tenebre nell'Egitto per 3 giorni").
Dopo circa cinquant'anni la cometa ritornò provocando un nuovo rallentamento della rotazione e un'oscillazione dell'asse terrestre, in modo che il sole sembrò fermarsi per un tempo stimato di 18 ore: il famoso miracolo di Giosuè che intima al sole di fermarsi (e che si ferma per un giorno intero).
Anche di questo troviamo traccia nei miti di quasi tutte le popolazioni del pianeta.
Gli avvicinamenti della cometa proseguirono ogni 50 anni, con conseguenze non più disastrose, fino al 747 a.C.
Da questo momento una serie incredibile di avvenimenti si succedette: l'orbita della cometa, forse per una collisione con un'altra, cambiò fino ad andare ad urtare Marte e trasformandosi nel pianeta Venere, installandosi nella sua attuale orbita.
Marte fu spinto verso la Terra che sfiorò diverse volte, l'ultima delle quali nel 687 a.C.
In questo periodo di 60 anni i movimenti solari e lunari furono sconvolti, e con essi le stagioni e lo scorrere del tempo. Furono necessari numerosi e continui mutamenti del calendario fino all'assestamento dell'anno a 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi, che è quello attuale.
Anche di questi sconvolgimenti del calendario c'è traccia in numerose popolazioni.
L'ipotesi che i corpi celesti si muovano sfuggendo alle leggi gravitazionali è molto suggestiva.
VELIKOVSKY è stato bollato come CRANK, ma di tanto in tanto qualche autorevole scienziato torna con prove che suffragherebbero, almeno in parte, alcune delle sue spregiudicate, ma suggestive ipotesi, rendendole verosimili.
Per la scienza risultava inaccettabile che quello che tiene in orbita i corpi nel nostro sistema solare non è la forza di gravità, come ci aveva insegnato NEWTON, ma un'altra forza, l'elettricità, di cui la gravità è solo un aspetto.
A tutt'oggi, nessuno è ancora riuscito ad unificare la gravità con l'elettromagnetismo, e solo due persone ci hanno tentato: EINSTEIN e VELIKOVSKY.
Un genio e un pazzo.
Ma allora, perchè EINSTEIN, che non era certo un ingenuo, perdeva il suo tempo a leggere questo libro?
Molte delle previsioni che VELIKOVSKY enunciò, come la temperatura su Venere (eccezionalmente alta perchè si trattava di un pianeta giovane), l'effetto della forza di gravità della terra fino alla luna, tempeste magnetiche su Giove, la teoria che le comete si siano staccate da corpi più grandi, e tante altre, sono state in seguito confermate, compresa quella di grosse anomalie nella rotazione di Venere dovute alla sua recente installazione nell'orbita: infatti Venere è l'unico pianeta che ruota in senso opposto a tutti gli altri del sistema solare.
Questo libro continua ancor oggi a far discutere e a creare imbarazzi nel mondo scientifico. Tanto ardito da essere definito folle dall’amico Albert Einstein e così inquietante da aver indotto l’astronomo Carl Sagan a farne oggetto di feroci critiche, il saggio di Velikovsky propone in effetti, come vedremo, una serie di scottanti questioni, tra cui la veridicità storica dei testi biblici (sul filone del famoso bestseller "La Bibbia aveva ragione" di W. Keller) e di innumerevoli altre tradizioni mitologiche e sacrali, utilizzate dal ricercatore come fonti attendibili per desumerne informazioni sul passato del nostro pianeta attraverso un’analisi comparata.
La tesi di fondo è difatti che in epoche remote, e non solo, la Terra sia stata scenario di eventi catastrofici così travolgenti da essere stati praticamente rimossi dalla memoria collettiva dell’umanità e confinati in quell’area fantastico-virtuale che si identifica con il mito.
Tali cataclismi di vastità planetaria sarebbero stati provocati in buona parte da violentissime collisioni e incontri più o meno ravvicinati con corpi celesti, in seguito ai quali l’assetto orografico e biologico del nostro pianeta sarebbe sensibilmente mutato.
L’argomentazione di Velikovsky si concentra in particolare su una gigantesca cometa di dimensioni planetarie che, generata per espulsione dalla massa gassosa di Giove (in particolare, dalla gigantesca "macchia rossa" del grande pianeta), avrebbe quindi vagato irrequieta, in ere lontane, nel Sistema Solare, avvicinandosi due volte, verso il 1500 a.C., alla Terra, con conseguenze che analizzeremo in dettaglio.
Non solo: la medesima cometa circa 700-800 anni più tardi si sarebbe scontrata con Marte provocando in area terrestre ulteriori sconquassi, per poi assestarsi definitivamente nei cieli con un’orbita regolare e diventare infine quel pianeta conosciuto in seguito con il nome di "Venere".
Questa in sintesi la "sceneggiatura" descritta da Velikovsky, per supportare la quale l’autore fece appello alle più svariate testimonianze del passato, attingendo, oltre che alla Bibbia, ai testi ebraici del "Talmud", alla letteratura greca, ai papiri egizi, alle tavolette astronomiche babilonesi, ai calendari aztechi e maya e a tradizioni popolari, remote iscrizioni e patrimoni mitologici di numerosissime popolazioni del mondo.
Stesso taglio interdisciplinare si rileva nelle scienze cui fa riferimento la sua indagine, che spaziano dall’archeologia alla geologia, dalla paleontologia alla psicologia, dall’astronomia all’antropologia, alla fisica, alla storia...
TUTTA COLPA DELLA COMETA
Terremoti di immani proporzioni, maremoti spaventosi, piogge di bitume, caduta di pietre incandescenti, pulviscolo abbuiante l’atmosfera e modificazione repentina sia del clima sia della durata dell’anno a causa dell’inversione altrettanto repentina dei punti cardinali. Questi gli effetti descritti in certi avvenimenti cosmici narrati da mitologie di tutto il globo, e alcuni di essi collegabili a quanto dice l’Esodo biblico a proposito delle piaghe d’Egitto e della fuga degli Ebrei attraverso le pareti d’acqua sollevatesi nel Mar Rosso. Si pensi, per esempio, alla prima piaga, che descrive come "tutte le acque che erano nel Nilo si mutarono in sangue" (Esodo 7, 20-21): fenomeno plausibile nell’ipotesi del passaggio di una cometa, da cui in tal caso cadrebbero sulla Terra particelle di pigmento rugginoso e quindi rossastro. O ad altre piaghe successive: "un pulviscolo diffuso su tutto l’Egitto [...] produsse ulcere pustolose, con eruzioni su uomini e bestie" (9, 9-10); "ci furono grandine e folgori [...] una grandinata così violenta non v’era mai stata " (9, 24); "vennero dense tenebre per tre giorni" (10, 22)... Circostanze che, secondo Velikovsky, rafforzano l’ipotesi della cometa rilevandone alcune gravissime conseguenze, quali l’oscuramento e la caduta di meteoriti, che effettivamente si verificherebbero se un simile corpo celeste transitasse nelle vicinanze e che sono descritte in maniera analoga nell’antico papiro egizio di Ipuver.
Del sollevamento delle acque del Mar Rosso, imputato alla formazione di venti di velocità e potenza inaudite, si può peraltro trovare memoria nel folklore dei nativi nordamericani, dei giapponesi, dei peruviani e di numerose altre popolazioni, laddove si ricorda un maremoto così spaventoso da dividere il mare in due colonne: per esempio nel Popol-Vuh, sacro libro dei Maya, si legge che "il mare venne sollevato" proprio nel corso d’un cataclisma che rese oscura la terra, mentre infiammò di fulmini e rombi il cielo. E del cielo infiammato da lampi violentissimi troviamo traccia in quasi tutte le tradizioni mitologiche, quasi si trattasse di un ricordo generalizzato che ha coinvolto ogni popolazione del pianeta.
La cometa, dunque, sarebbe passata vicino alla Terra ai tempi dell’esodo israelita dalla terra d’Egitto, mentre di un ulteriore transito, che sarebbe avvenuto 52 anni dopo, si avrebbe eco in un episodio occorso al condottiero ebreo Giosuè presso la città di Gàbaon, che era in mano ai re degli Amorrei.
Ecco, infatti, cosa si legge in Giosuè 10, 11-13:
"il Signore lanciò dal cielo su di essi come grosse pietre. - interpretati ancora come meteoriti - Coloro che morirono per le pietre della grandine furono più di quanti ne uccidessero gli Israeliti con la spada. Allora Giosuè disse al Signore [...]: ‘sole, fermati a Gabaon e tu, luna, sulla valle di Aialon’. Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici".
Velikovsky interpreta l’eclatante come una ripercussione della vicinanza della cometa, che avrebbe appunto rallentato la rotazione della Terra. E per confermare che si trattò di un fatto realmente accaduto, e poi mitologizzato, rintracciò nelle storie mitiche dell’altro emisfero un accadimento analogo ma opposto: invece di un lunghissimo giorno una notte lunghissima. Della quale ci parla, in effetti, la storia dell’impero di Colhuacan e del Messico (scritta in lingua nahua-indiana e nota come "Annali di Cuauhtitlan") e a cui si riferiscono anche taluni racconti leggendari della Finlandia, dell’Iran, del Perù e dei nativi nordamericani, mentre i testi cinesi di epoca Yao narrano di una sequela di sconvolgimenti (vasti incendi, onde altissime) nel corso dei quali il sole non tramontò per vari giorni.
La Terra, insomma, interruppe per un breve periodo le sue rotazioni. E se, dopo l’impatto, riprese un moto regolare, questo cortocircuito aveva comunque prodotto un effetto ancor più straordinario: l’inversione dei poli magnetici del pianeta, ribaltando i punti di collocazione dei Poli Nord e Sud.
Un capovolgimento avvenuto in modo istantaneo, quindi traumatico per l’habitat terrestre, e collocato dal Velikovsky nel 687 a.C., quando Marte, spostato da una successiva collisione con la cometa, sarebbe transitato presso la Terra ai tempi della distruzione dell’esercito assiro di Sennacherib, nemico di Israele (ben 185.000 soldati morti misteriosamente, forse per asfissia), di cui narrano i libri biblici dei Re e delle Cronache.
A sostegno di questa tesi Velikovsky presenta analisi di carattere geologico: pare infatti che l’epoca glaciale abbia avuto una conclusione subitanea, trasformando d’improvviso regioni polari (come l’America nord-orientale) in zone temperate e al contrario regioni temperate (come sarebbe stata la Siberia nord-orientale) in coltri gelate. Se ne ha evidenza paleozoologica nei corpi congelati dei mammuth, estintisi in massa durante l’ultimo periodo glaciale e nelle cui viscere sono state trovate erbe non ancora digerite e che oggi crescono a 1500 km a sud: indizio che il Polo Nord si trovava un tempo spostato verso l’America di una ventina di gradi rispetto al punto che occupa oggi.
Il congelamento deve essere stato del resto davvero repentino per aver conservato i corpi dei grandi quadrupedi intatti e non in stato di putrefazione!
L’inversione, inoltre, avrebbe inciso sull’orbita terrestre (causando cambiamenti radicali che sarebbero testimoniati dalle variazioni riscontrabili da un certo momento in poi nei calendari di vari popoli antichi) e rivoltato la direzione del moto terrestre, che avrebbe così iniziato a ruotare da occidente verso oriente, mentre prima il Sole sorgeva a occidente e tramontava a oriente.
La precedente configurazione sarebbe stata dipinta nella tomba dell’architetto della regina Hatshepsut, Senmut, il cui soffitto mostra le costellazioni disposte con orientamento astronomico opposto all’attuale e, evidentemente, visibile così a quell’epoca.
Numerose poi le fonti storiche, a partire da Erodoto, che nelle Storie riferisce come secondo i sacerdoti egiziani il Sole in remote epoche avesse cambiato più volte la direzione del moto.
A questa medesima inversione - che in epoca latina è riferita da Seneca e da Pomponio Mela e che ritroviamo anche nelle scritture di altre civiltà, fra cui nel trattato talmudico Sanhedrin - aveva già fatto riferimento Platone nel Politeia, sostenendo che il cambio d’orientamento sarebbe una manifestazione ciclica, da lui definita l’inversione "più grande e più completa" dei "mutamenti che avvengono nei cieli".
Cinquant'anni
dopo Mondi in Collisione:
rivisitando Immanuel Velikovsky
di Emilio Spedicato
rivisitando Immanuel Velikovsky
di Emilio Spedicato
Fonte: http://forum.termometropolitico.it/religioni-filosofia-e-spiritualita/esoterismo-e-tradizione/72062-i-mondi-collisione-di-immanuel-velikovsky.html
Mezzo secolo fa (più precisamente nel 1950 pubblicato da McMillan e nel 1951 da Doubleday, dopo che McMillan aveva dovuto trasferire a questa casa i suoi diritti di pubblicazione sotto minaccia di boicottaggio da una parte del mondo accademico) appariva un libro di sostanziose dimensioni e ricchissimo di riferimenti bibliografici, dal titolo Mondi in Collisione. Il libro fu un best seller negli Stati Uniti nel 1952 ed apparve in sintesi anche sul Readers Digest, ivi compresa l'edizione italiana dal nome Selezione. Allora chi scrive era un ragazzino frequentante la seconda elementare appassionato divoratore di qualunque cosa scritta (purtroppo non molti libri erano allora presenti nella casa dove ci eravamo trasferiti dopo che l'ultimo bombardamento di Milano aveva distrutto con la casa la biblioteca del nonno). Lessi l'articolo suSelezione con immenso fascino, colpito in particolare dalla spiegazione che veniva data del "miracolo" riportato nella Bibbia sul fermarsi del Sole durante l'assedio di Gerico.
Introduzione
Mezzo
secolo fa (più precisamente nel 1950 pubblicato da McMillan e nel 1951 da
Doubleday, dopo che McMillan aveva dovuto trasferire a questa casa i suoi
diritti di pubblicazione sotto minaccia di boicottaggio da una parte del mondo
accademico) appariva un libro di sostanziose dimensioni e ricchissimo di riferimenti
bibliografici, dal titolo Mondi in Collisione. Il libro fu un best seller negli Stati Uniti nel 1952 ed apparve
in sintesi anche sul Readers Digest, ivi compresa l'edizione italiana dal nome
Selezione. Allora chi scrive era un ragazzino frequentante la seconda
elementare appassionato divoratore di qualunque cosa scritta (purtroppo non
molti libri erano allora presenti nella casa dove ci eravamo trasferiti dopo
che l'ultimo bombardamento di Milano aveva distrutto con la casa la biblioteca
del nonno). Lessi l'articolo su Selezione con immenso fascino, colpito in
particolare dalla spiegazione che veniva data del "miracolo"
riportato nella Bibbia sul fermarsi del Sole durante l'assedio di Gerico.
Dimenticai
poi il nome dell'autore e del libro, per ricordarmene improvvisamente oltre
trenta anni dopo, discutendo con un collega inglese alcune idee mie sulle
origini catastrofiche delle glaciazioni e sulla possibilità di spiegare in
questo contesto il mito di Atlantide. Velikovsky era stato in superficie dimenticato,
ma ovviamente aveva lasciato un seme nel profondo, che a distanza di tempo si
era risvegliato.
Quando
il libro uscì, Velikovsky (che nel seguito citiamo semplicemente con V.) era
uno sconosciuto per il grande pubblico, anche se il suo nome era noto ad una
cerchia di specialisti. Infatti, oltre a numerose pubblicazioni nel campo della
psichiatria, dove aveva operato professionalmente per molti anni in Israele,
negli anni Trenta V. aveva edito in stretta collaborazione con Eistein la
rivista Scripta
Universitatis atque Bibliothecae Hierosolymitarum, strumento culturale che poi si evolse
nella Università Ebraica di Gerusalemme. Il grande successo del pubblico fu
dovuto a vari fattori, in parte connessi al clima postbellico caratterizzato da
un risvegliato interesse per le tradizioni religiose e da sentimenti critici
nei confronti di una scienza che aveva portato all'arma atomica ed al rischio
di un conflitto nucleare. Contribuì anche sicuramente la pubblicità fornita
dalla radicale opposizione da parte del mondo accademico ufficiale, con la
minaccia andata in porto di boicottaggio della casa McMillan da parte degli
astronomi guidati da Shapley e Payne Gaposchkin. Un autore che susciti le ire
degli accademici, i quali tendono semplicemente ad ignorare chi proponga idee
in contrapposizione con le loro, è una rarità. Il libro fu seguito nel giro di
alcuni anni da altri non meno rivoluzionari relativi alla geologia terrestre ed
alla cronologia della storia antica, con conseguente revisione di vari capitoli
del passato così come appaiono nei libri standard.
Oltre
che alla pubblicazione delle sue monografie, V. fu anche coinvolto in una serie
di conferenze in vari paesi del mondo e fu l'ispiratore di alcune riviste e
gruppi di studio, alcuni dei quali ancora attivi, che hanno portato avanti il
suo approccio. Va detto che molte idee di V. sono ormai accettate dal mondo
accademico, anche se di solito non si fa riferimento al suo ruolo iniziatore.
Il
dibattito e l'influenza di V. sono stati importanti in particolare nel mondo
anglosassone (USA, Canada, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda). Poca
l'attenzione nel mondo latino, forse a causa del minore interesse in questi
paesi per le tematiche di tipo biblico. Dobbiamo comunque ricordare per
l'Italia come V. sia stato valutato positivamente sia dal grande matematico
statistico Bruno de Finetti, che dallo storico della scienza Federico Di
Trocchio, che gli ha dedicato un ampio capitolo del suo libro Il Genio Incompreso.
Nelle
prossime sezioni vediamo alcuni elementi della biografia di V., quindi i
contenuti fondamentali delle monografie Mondi in Collisione ed Ages in Chaos, con cenni alle altre monografie
storiche. Diamo quindi alcune informazioni sul convegno organizzato in
occasione dei Cinquanta Anni dalla pubblicazione di Mondi in Collisione presso l'Università di Bergamo.
Immanuel
Velikovsky: elementi biografici
Velikovsky
nacque nel 1895 a Vitebsk, città della Russia sulla Dvina Occidentale, allora
di circa 70.000 abitanti, molti dei quali Ebrei, città natale anche di Chagall.
Terzo figlio, il nome Immanuel fu scelto dal padre durante una solitaria
passeggiata nei boschi dei dintorni. Leggiamo dalla sua autobiografia (Days
and Years) disponibile nel sito internet curato da Jan Sammer
(www.varchive.org) "il nome fu scelto da un verso del settimo capitolo di Isaia;
non c'era alcun Immanuel fra gli avi noti a lui. ...si attendeva da me un
grande compito in relazione alla tragica storia della nostra nazione... va
visualizzata la personalità di mio padre, un Ebreo impegnato con una visione di
rinascita nazionale...quando avevo sette anni mio padre mi mostrava il capitolo
di Isaia dove si trova il nome Immanuel...".
Il
1895 era l'anno in cui Freud iniziava a scrivere L'interpretazione dei sogni, in cui Roentgen scopriva i raggi X, ed in
cui, il 10 giugno, giorno della nascita di Velikovsky, Herzl scriveva nel suo
diario "riprendo
in mano il filo rotto della tradizione del mio popolo: Lo porterò alla Terra
promessa".
Da
Vitebsk la famiglia si trasferì presto a Mosca, dove il padre ebbe grande
successo nel commercio e divenne uno dei leader e finanziatori del movimento
sionista. Fu lui fra gli organizzatori di acquisti di terreni in Palestina da
cui nacquero i primi kibbutz.Immanuel fece studi classici, eccellendo in
matematica ed imparando numerose lingue. Dopo vari viaggi in Europa e Palestina
(Tell Aviv esisteva da soli tre anni), si laureò in medicina a Mosca nel 1921,
dopo avere fatto parte degli studi a Montpellier. Uscì dalla Russia
rivoluzionaria con un viaggio avventuroso per la via del Caucaso sistemandosi a
Berlino, dove sposò Elisheva Kramer, brillante violinista e pianista. Iniziò in
questo periodo l'attività di editore della rivista su citata Scripta Universitatis� , la cui sezione di matematica e fisica
era curata da Albert Einstein.
Dal 24
al 39 visse in Palestina; del 30 è un suo lavoro in cui, per la prima volta
nella letteratura, si propone che l'epilessia sia caratterizzata da
encefalogrammi patologici.
L'interesse
di Velikovsky per una reinterpretazione della storia antica fu acceso dalla
lettura dell'opera di Freud Moses and Monotheism. In alternativa alla tesi allegorica di Freud, Velikovsky concepì
l'idea che il faraone Akhnaton fosse la figura reale dietro la figura mitica di
Edipo.Tale idea fu successivamente sviluppata nel 1930 durante un anno
sabbatico passato nelle biblioteche di New York, e diede origine allo
straordinario libroOedipus and Akhnaton, pubblicato solo nel 1960, che
chi scrive ha letto non stop fra le nove di sera e le tre di mattina. Qui gli
straordinari parallelismi fra i dati storici su Akhnaton ed i dati della
tradizione greca su Edipo sono sviluppati nel contesto di una datazione di
Akhnaton ben più recente di quella di Mosè, anzi più recente di quella di
Salomone: nel nono secolo AC, poco prima della conquista dell'Egitto da parte
degli Assiri, tema questo di una delle sue opere ancora non pubblicate, The Assyrian Conquest, disponibile nel citato sito internet.
Nell'aprile
del 1940 Velikovky concepì l'idea di una grande catastrofe naturale al tempo
dell'Esodo, interpretando quindi i fenomeni descritti nella Bibbia come le
dieci piaghe in termini di eventi catastrofici di origine extraterrestre. La
scoperta della descrizione di eventi simili in una fonte egiziana, il papiro
Ipuwer della collezione di Leiden, lo convinse della validità dell'idea,
spingendolo ad abbandonare la redditizia attività di psichiatra per uno studio
a tempo pieno di fonti antiche e di autori moderni in relazione al suo
approccio catastrofico. Mondi in Collisione fu il risultato di dieci anni di ricerche nelle grandi biblioteche
di New York e Princeton (all'inizio della seconda guerra mondiale Velikovsky si
era trasferito definitivamente a Princeton). Seguirono a breve distanza le
altre opere sulla revisione della cronologia della storia antica e sulla
evidenza di catastrofi nella storia geologica della Terra.
A
Princeton Velikovsky ristabilì contatti amichevoli e frequenti con Einstein,
con lunghe ore di discussione su temi astronomici e storici, inframmezzate da
sedute musicali, dove il violinista Einstein era accompagnato al pianoforte da
Elisheva. La storia dei suoi rapporti con Einstein è contenuta in uno dei libri
ancora non pubblicati (Before the Day Breaks), disponibile nel citato sito internet.
Durante
gli anni Cinquanta e parte dei Sessanta Velikovsky fu persona non grata nelle
università e centri di ricerca in USA. Tuttavia dopo che le prime missioni
spaziali confermarono in modo spettacolare parecchie delle sue previsioni sul
sistema solare, fu invitato a tenere conferenze in varie università (Brown,
Yale, Pennsylvania, Columbia, Dartmouth, Duke, Rice...); straordinario fu il
successo di sue conferenze nei primi anni Settanta ad Harvard ed alla McMaster.
Velikovsky
è morto, a 84 anni, a Princeton, nel 1979. L'archivio delle sue opere - fra cui
le numerose non pubblicate - è tuttora nelle mani delle due figlie che gli
sopravvivono, Ruth, psicanalista a Princeton, e Shulamit, la primogenita, che
vive in un kibbutz presso Haifa, sposata con il noto matematico israeliano
Abraham Kogan.
Mondi
in Collisione
Mondi
in Collisione fu pubblicato negli Stati Uniti da McMillan nel 1950 e a partire
dall'anno successivo da Doubleday, cui erano stati trasferiti i diritti di
pubblicazione, dopo che Shapley aveva fatto obliquamente osservare alla
McMillan che il suo ruolo di importante editore accademico nel campo
astronomico era minacciato dalla continuata presenza fra i suoi titoli del
libro di Velikovsky (la storia di questo ed altri episodi dei difficili
rapporti fra V. ed il mondo accademico si trova nel libro di V. Stargazers and Gravediggers, pubblicato postumo nel 1983 con copyright
di Elisheva V.). Il libro fu un immediato successo di pubblico - sebbene fosse
stato rifiutato da vari editori precedentemente contattati - e definito dal New
York Times "A literary earthquake". Nella
prefazione alla successiva Paperback Edition scriveva V.: First published in
1950, this book was left unchanged in all subsequent printings � in
1950 it was generally assumed that the fundamentals of science were all known
and that only details and decimals were let to fill in. In the same year, a
cosmologist, certainly not of a conservative bent of mind, Fred Hoyle, wrote in
the conclusion of his book "The Nature of the Universe": "Is it
likely that any astonishing new developments are lying in wait for us? Is it
possible that the cosmology of 500 years hence will extend as far beyond our
present beliefs as our cosmology goes beyond that of Newton? � I
doubt whether this will be so. I am prepared to believe that there will be many
advances in the detailed understanding of matters that still baffle us � But by
and large I think that our present picture will turn out to bear an approximate
resemblance to the cosmologies of the future�". Che l'opinione di Hoyle fosse quella
effettivamente dominante allora è stato confermato alle orecchie di chi scrive
dalla affermazione fatta dal prof. Salvini, insigne fisico italiano e ministro
della ricerca e dell'università pochi anni orsono, ad una riunione in Roma
organizzata dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in relazione ai programmi di
ricerca della missione GAIA programmata dall'ESA (per il 2012):Quarant'anni
fa credevamo di conoscere tutto, ora siamo in profonda incertezza (citazione non verbatim). Va detto a
proposito di Fred Hoyle che egli è poi stato fra i proponenti di teorie spesso
alternative a quelle più diffuse, nonché acceso critico della teoria del big
bang (nome ironicamente proprio da lui coniato); V. è citato nella
autobiografia di Hoyle - si erano incontrati ad un seminario tenuto da Hoyle -
senza alcuna critica.
Il
libro Mondi
in Collisione parte dalla ipotesi che gli eventi di natura chiaramente
catastrofica descritti nella letteratura antica, ed in particolare nella
Bibbia, siano fenomeni effettivamente accaduti, la cui spiegazione non può
essere data in un contesto puramente terrestre e va quindi attribuita ad
interazioni fra il pianeta Terra e corpi extraterrestri. Analizza in
particolare due eventi catastrofici - il primo associato all'Esodo, il secondo
all'assedio di Gerusalemme da parte di Sennacherib, avvenuto qualche anno dopo
che Sargon II aveva conquistato e deportato le dieci tribù di Israele. Ipotizza
quindi che gli agenti extraterrestri delle due catastrofi siano stati nel primo
caso il pianeta Venere, nel secondo caso il pianeta Marte, pianeti allora in
orbite diverse da quelle attuali, più ellittiche, e reduci da precedenti
interazioni con i grandi pianeti del sistema solare. Con l'ultima catastrofe le
orbite dei due pianeti sarebbero state infine circolarizzate e sarebbe
terminato per il pianeta Terra il periodo catastrofico, dove i pianeti
costituivano una effettiva minaccia, dove l'astrologia era quindi una forma di
scienza basata sullo studio di una realtà diversa del sistema solare. Il libro
contiene prevalentemente riferimenti alla letteratura classica e mitologica e
riferimenti di tipo solo qualitativo alle correnti teorie scientifiche (un
migliaio di citazioni, anche di testi rari ed in molte lingue). Pur non
contenendo alcuno sviluppo quantitativo - ed un trattamento quantitativo degli
scenari proposti sarebbe anche oggi probabilmente al di là della capacità di
modellizzazione e di calcolo - contiene alcune affermazioni critiche nei
confronti degli scenari astronomici tradizionali, dove è virtualmente presa in
considerazione solo la forza di gravità, trascurando effetti elettromagnetici,
sia su grande scala che nel caso di passaggi ravvicinati fra corpi celesti.
Non è
qui il caso di passare in rassegna in dettaglio il contenuto del libro, scritto
in uno stile sintetico e chiaro e quindi densissimo di informazioni e di
proposte (molte delle quali date in forma ipotetica). Possiamo sintetizzare
come segue gli elementi importanti del libro:
- La rivalutazione del
contenuto dei testi antichi, basati secondo V. su esperienze reali vissute
dagli antichi, in un contesto diverso da quello attuale. L'idea che le
esperienze descritte nei testi antichi fossero esperienze reali era
comunemente accettata nel mondo occidentale sino all'Illuminismo; questo
comprendeva in particolare l'idea di catastrofi in periodi a memoria
d'uomo, fra cui il Diluvio Universale descritto nella Bibbia ed in
numerosi altri testi ad esempio della mitologia classica (Deucalione e
Pirra,�). Erano idee accettate da Newton e da Cuvier.
Con l'Illuminismo le affermazioni contenute nella Bibbia vennero
fortemente criticate aprendo la strada all'ideologia cosiddetta
dell'uniformitarismo che divenne dominante nell'Ottocento a seguito dei
lavori in particolare di Lyell in geologia e di Darwin in biologia: il
presente è la chiave del passato, non ci sono catastrofi celesti oggi, non
possono essercene state ai tempi di Mosè. Non cadono pietre dal cielo
oggi, non possono essere cadute allora (solo nella seconda metà
dell'Ottocento l'esistenza di piogge meteoritiche fu di nuovo accettata
dalla scienza, dopo che la caduta di uno sciame meteoritico in Francia
convinse anche i più ostinati). A distanza di cinquanta anni da Mondi in Collisione possiamo certamente dire che c'è
ora una maggiore attenzione da parte degli studiosi nel campo delle
scienze naturali nei confronti delle tradizioni catastrofiche antiche.
Tale attenzione dipende anche dalla possibilità offerta da strumenti di
oggi, non disponibili ai tempi di V., di verificare gli effetti di tali
eventi nel record geologico e biologico: analisi raffinate dei depositi di
polline o altre componenti biologiche nei sedimenti lacustri ed oceanici,
analisi di sostanze organiche ed inorganiche nei carotaggi glaciali, serie
dendrocronologiche. Da tali studi è emersa l'evidenza di notevoli
variazioni climatiche negli ultimi 12.000 anni, avvenute così rapidamente
da essere difficilmente spiegabili in termini dei normali processi
terrestri; infine la verifica con la cometa Shoemaker-Levy dei processi di
disintegrazione cometale proposti da V. e da altri neocatastrofisti (Clube
e Napier in particolare) e l'osservazione diretta dell'impatto dei
frammenti di tale cometa su Giove, evento mai prima considerato di possibile
osservazione sui tempi brevi della astronomia osservativa moderna, ha reso
assai più consapevoli che ci troviamo in un ambiente, il sistema solare,
più ricco di pericoli di quanto se ne pensasse cinquanta anni fa.
- V. ha affermato
l'instabilità del sistema solare e l'emergenza dell'attuale configurazione
orbitale planetare, per quanto riguarda i pianeti Marte e Venere, in tempi
assai recenti, storici addirittura. Tale affermazione fu fatta in un
periodo in cui il sistema solare era considerato estremamente stabile, in
base a considerazioni analitiche approssimate sulla stabilità dei sistemi
dinamici n-body e sulla base del modello standard utilizzato per la
formazione dei sistemi planetari, di cui quello solare era ritenuto del
tutto tipico. Questo scenario è profondamente cambiato a cinquanta anni di
distanza, anche se le tesi di V. circa Marte e Venere sono tuttora
ritenute inaccettabili, salvo che da una piccola minoranza di studiosi.
L'analisi fatta con i moderni più raffinati strumenti analitici dei sistemi
nonlineari complessi ha infatto dimostrato che il comportamento di tali
sistemi è generalmente del tipo caotico, imprevedibile a lungo termine e
caratterizzato da una estrema complessità e varietà di configurazioni. Ora
si ritiene che, anche trascurando le pur possibilissime interazioni con
altri corpi e strutture della galassia, il sistema solare non possa essere
studiato indietro nel tempo per più di qualche milione di anni - un
fattore circa mille volte meno di quanto si pensasse allora. Sono inoltre
emerse strutture del sistema solare sia sulle grandi distanze che su
quelle dei pianeti interni che allora erano ignorate o di cui non si
capiva l'importanza, come la popolazione dei cosiddetti oggetti
Apollo/Amor e la fascia di Kuiper (di cui sono stati individuati
componenti di considerevoli dimensioni, circa 600 km di diametro).
L'osservazione dei pianeti lontani e dei loro satelliti ha individuato
tutta una serie di caratteristiche inattese, di cui una spiegazione
catastrofistica, anche se non nei tempi ristretti di V., pare essere la
più adatta. L'osservazione, sebbene solo parziale, di una sessantina ad
oggi di sistema planetari extrasolari ha mostrato caratteristiche di
questi dinamiche e strutturali del tutto impensate, anzi addirittura
considerate prima impossibili (e.g. la presenza di pianeti di tipo
gioviano o supergioviano vicinissimi alla stella, quando i modelli
accettati prevedevano in tale regione solo pianeti di tipo terrestre; o la
presenza di pianeti di tipo gioviano in orbite ellittiche). Con un
centinaio di argomentazioni l'astronomo Van Flandern ha ripreso l'ipotesi
di Olbers circa l'esplosione di uno o più pianeti nella zona della fascia
degli asteroidi, esplosione che avrebbe originato non solo la fascia
stessa, ma la maggior parte delle comete e possibilmente Marte stesso,
visto quale satellite perduto del pianeta esploso (ultima esplosione
datata a circa 3.2 milioni di anni fa). Osservando che la sequenza ultima
di glaciazioni sul nostro pianeta inizia anch'essa 3.2 milioni di anni fa,
i fisici Woelfli e Baltensperger hanno recentemente proposto una nuova
teoria per l'origine di tali glaciazioni, in termini di effetti sull'asse
terrestre chiamati true
polar wandering (dove i
poli geografici si spostano sulla superficie terrestre), dovuti al
passaggio ravvicinato di un pianeta, per cui hanno per default preso le
dimensioni di Marte. Tali autori hanno scritto le equazioni relative alla
dinamica del processo (solo in termini di forze gravitazionali, quelle
mareali giocando il ruolo fondamentale) e sono pervenuti alla conclusione
che un passaggio sufficientemente ravvicinato può effettivamente spostare
i poli anche di 18 gradi, una conclusione simile a quella di V. Inoltre
hanno calcolato che tale corpo interagente con la Terra, nel passaggio
vicino al Sole, si riscalderebbe così tanto da allontanarsi dal Sole come
una gigantesca cometa, circondato da un alone di gas caldissimo di oltre
un milione di km di diametro�
uno scenario perfettamente velikovskiano. Resta tuttavia ancora
completamente da provare la possibilità necessaria per il modello di V. di
un arrotondamento delle orbite di pianeti quali Venere e Marte nel giro di
pochi secoli, equivalenti a qualche centinaio di rivoluzioni. Che la cosa
non sia possibile è tuttavia anche qui da essere provato� Ci troviamo pertanto di fronte a scenari del
tutto aperti ed innovativi circa la ricchezza strutturale e dinamica dei
sistemi planetari. Resta quindi molto importante l'idea di V. di fare
ricorso al record testimoniale antico per avere informazioni sulla
evoluzione del nostro stesso sistema solare.
- V. afferma
l'importanza del fattore interazione elettromagnetica nel campo
astronomico, in particolare in relazione ai passaggi ravvicinati fra corpi
celesti. La forza di gravità resta tuttora quella considerata come unico
agente nella evoluzione dell'Universo dalla maggior parte dei cosmologi,
nonostante le autorevoli idee alternative della scuola del premio Nobel
Alfven (citato in vari scritti di V.) sulla importanza delle strutture di
plasmi a grande scala. Sono tuttavia emersi molti problemi con l'utilizzo
della classica relazione di Newton sulla dipendenza inversa con il
quadrato della distanza su scale maggiori di quella dove la relazione fu
stabilita in base alle osservazioni di Keplero. Quindi la necessità di
introdurre masse oscure o masse mancanti o altre più esotiche strutture,
sulle quali sono fiorite centinaia di pubblicazioni, o di ipotizzare una
diversa relazione funzionale rispetto alla distanza, o di introdurre nuove
forze. Quello del ruolo in astronomia delle forze elettromagnetiche fu
tema di numerosi colloqui fra V. ed Einstein, descritti nel citato libro
di V. sui suoi incontri con Einstein. Sviluppi dell'idea di V.
sull'importanza della forze elettromagnetiche sono stati compiuti da
studiosi ispirati da V., fra cui Juergens, Thornhill, Ginenthal, De Grazia
e Milton. E' un campo ancora off limits la ricerca astrofisica standard,
da cui ci si possono attendere notevoli sorprese.
- V. ha predetto
l'emissione di onde radio da Giove, che la temperatura di Venere dovesse
essere molto elevata (quando si riteneva che fosse di poco superiore a
quella della Terra), e che la Terra fosse circondata da un campo
magnetico. Queste previsioni furono confermate nel corso di pochi anni e
V. ebbe la soddisfazione di vedere riconosciuta la validità della sua
predizione, se non nei lavori ufficiali, almeno in una lettera scritta a Science (21 Dicembre 1962) dal noto
fisico di Princeton Bargmann e dall'astronomo Motz della Columbia
University. Va inoltre detto che V. aveva spesso insistito con Einstein
perché utilizzasse la sua autorità al fine di fare compiere già nelle
primissime missioni con sonde spaziali una ricerca di emissioni radio di
Giove e che Einstein poi si scusò in una lettera a V. per non avere dato
seguito alla sua richiesta. Le immagini dettagliate ottenute negli ultimi
anni delle superfici di Marte e di Venere hanno mostrato caratteristiche
geologiche del tutto sorprendenti. Venere mostra una superficie che sembra
essere stata sottoposta a processi recenti di emissioni magmatiche e
liquefazioni, e dove sono praticamente assenti tracce di processi di
erosione; Marte mostra una superficie con evidenza di recentissimi fenomeni
di alterazione catastrofica e di presenza recente di acqua, anche qui
senza le tracce attese dei fenomeni di erosione che avrebbero dovuto
smussare la superficie del pianeta nel corso dei miliardi di anni della
sua vita secondo il modello standard. Una analisi dettagliata della
morfologia di Marte alla luce delle ipotesi di V. è stata presentata in
uno studio di Ginenthal apparso negli atti di un convegno organizzato a
New York nel 1995 in occasione del centenario della nascita di V.
Ages
in Chaos
Il
volume Ages
in Chaos uscì
nel 1952, primo di una serie di opere a carattere storico, cui seguirono Oedipus and Akhnaton (1960), Peoples of the Sea (1977) e Ramses II and his Time (1977). Ancora non ufficialmente
pubblicati ma disponibili nel sito internet creato da Jan Sammer sono i volumi The Assyrian conquest e The dark ages of Greece.
L'idea
fondamentale di V. è che la cronologia ufficiale del primo e secondo millennio
avanti Cristo relativa all'Egitto ed alle civiltà che vengono datate per
correlazione con la civiltà egiziana (fra cui quella micenea, cananea,
ugaritica, cretese�) non sia
corretta, fatto che spiega la essenziale impossibilità di agganciare gli eventi
descritti nella Bibbia con corrispondenti elementi descritti nelle fonti
egiziane o correlate con queste. Secondo V. l'errore fondamentale in cui è
incorsa la cronologia egiziana risale a circa duecento anni fa, agli inizi
della egittologia moderna. Allora nel tentativo di agganciare la cronologia
relativa ottenibile dagli annali egiziani con una data precisa fu compiuto un
errore che ha portato ad allungare di alcuni secoli la storia egiziana.
Conseguenza di tale errore è stata l'introduzione dei cosiddetti secoli bui nelle civiltà correlate (ad esempio in
Anatolia e nel mondo miceneo), secoli durante i quali non si ha praticamente
alcuna evidenza di attività documentata archeologicamente, ma al termine dei
quali riprende l'evidenza archeologica, con gli stessi stili presenti
all'inizio del periodo buio, come se nel frattempo non ci fosse stata alcuna
evoluzione stilistica.
Il
problema della determinazione di una cronologia corretta dei popoli antichi è
assai complesso, sebbene sia spesso supposto risolto, adottandosi, salvo
variazioni di pochi anni, cronologie essenzialmente fissate nel corso del
diciannovesimo secolo. Fu un problema al centro dell'attenzione di Isaac Newton,
che scrisse un'opera, da lui considerata il migliore prodotto della sua vita
scientifica, The
chronology of ancient peoples revisited, risultato della sua vastissima cultura classica e biblistica
(aveva letto praticamente l'integrale delle opere della patristica graca e
latina), recentemente ristampata ma letta quasi da nessuno (il noto biografo di
Newton Westfall ne definisce la lettura la peggiore penitenza che possa concepirsi
per una persona�). E' un
problema che a seguito del lavoro di Velikovsky è stato ripreso da un numero
significativo di studiosi, specie in ambito anglosassone (Rohl, James, Bimson,
Murphie) e che nei lavori dei tedeschi Heinsohn ed Illig e soprattutto del
matematico e statistico siberiano accademico Fomenko, pubblicato recentemente
in due tomi della Kluwer, ha portato l'approccio di Velikovsky, in cui sono
tagliati repliche di regni e periodi bui, a conseguenze ancora più radicali
(eccessive, a parere di chi scrive).
Il volume Ages in Chaos può essere visto come il libro parallelo a Worlds in Collision, dedicato alla cronologia ed alle
correlazioni storiche, laddove il primo era dedicato all'analisi dei fenomeni
fisici ed a un loro tentativo di spiegazione.
V.
individua il periodo dell'Esodo, e quindi l'epoca di Mosè, al termine del medio
Regno Egiziano, quando l'Egitto viene invaso da una popolazione di popoli
pastori, chiamati Hyksos da Manetone, Amu dalle fonti egiziane dell'epoca,
Amalek nell'Esodo, proveniente da est, che occupò l'Egitto, devastandolo,
distruggendo città, centri religiosi e gran parte della popolazione. La data
specifica proposta da V. è il 1447 BC ed il faraone dell'Esodo, il Tutimaeus o
Timaios di Manetone, è l'altrimenti oscuro Dudimose, il cui nome compare nella
lista dei faraoni preservata nel Museo Egizio di Torino (parte della quale fu
disgraziatamente distrutta nel trasporto dalla Savoia a Torino). In questo
scenario Mosè, portando il suo popolo fuori dall'Egitto, lo salva quindi non
tanto dalla oppressione degli Egizi quanto da un ben più probabile
annichilamento da parte degli Hyksos. Chi scrive ha proposto per il termine
Hyksos il significato preciso di popolo dei cavalli e ne ha identificato l'origine nella regione turanica del fiume
Amu Darya, da cui gli Amu sarebbero partiti nel corso di un processo mondiale
di migrazioni indotte dall'evento catastrofico associato all'Esodo. Chi scrive
ha inoltre suggerito che la moglie che Mosè prese nella terra di Kush,
usualmente intesa come Etiopia, provenisse in realtà dalla attuale regione
dell'Hindukush/Badakshan, unica regione dove venivano prodotti i preziosi
lapislazzuli, e che Mosè fosse stato informato dell'arrivo degli Amu dalla
famiglia della moglie, il che gli avrebbe suggerito l'urgenza del lasciare
l'Egitto e la necessità di allontanarsi per una strada nel deserto, lungi dalla
via che gli Amu avrebbero seguito.
La
datazione e la collocazione nell'ambito delle dinastie egiziane di V. - ora
accettata anche con ulteriori argomenti da Rohl, James, Bimson, Clube� - era in contrasto con quelle
tradizionali, che ponevano l'arrivo degli Hyksos a circa 350 anni prima e la
partenza degli Ebrei - fatto addirittura dubitato da alcuni - nel corso del
Nuovo Regno, spesso all'epoca di Ramses II. Il fatto che le fonti egiziane non
ne parlassero era considerato come prova di una certa inattendibilità storica
della Bibbia o almeno di una tendenza della Bibbia ad amplificare l'importanza
degli eventi relativi al popolo ebraico. La ricollocazione operata da V.
ridefinisce completamente il quadro storico con importanti conseguenze sulla
storia successiva, essenzialmente sino all'arrivo di Alessandro Magno, a
partire dal quale si hanno le precise fonti annalistiche della storiografia
classica. Qui diamo solo alcune delle affermazioni di V.:
- Gli Amu/Hyksos
controllarono il territorio da loro conquistato dalla città di Avaris,
identificata da V. nella prossimità di El Arish, nella attuale striscia di
Gaza (territorio dove insediamenti ellenistici od egizi sono ora
seppelliti anche da una ventina di metri di sabbia, un problema per ogni
ricerca archeologica)
- Gli Amu/Hyksos
furono cacciati da una coalizione di Egizi che si erano ritirati nel sud
dell'Egitto e di Ebrei guidati da Saul, verso il 1000 BC
- La regina di Saba è
il grande faraone donna Hatshpsut
- Il faraone che
invade il territorio che era stato il grande regno di Salomone è Tutmosi
III
- Amenofi III e
Amenofi IV (Akhenaton) sono vissuti nel nono secolo BC, quindi dopo
Salomone (e quindi eliminando ogni possibilità di interpretare Akhenaton
come l'ispiratore del monoteismo di Mosè). L'archivio delle loro lettere,
da attribuire al periodo 870-840 BC, comprende lettere inviate ai sovrani
ebrei dei regni di Samaria (capitale del territorio delle 10 tribù di Israele)
e di Gerusalemme (capitale del territorio delle tribù di Giuda e di
Beniamino).
In tre
recenti monografie lo storico libanese Kamal Salibi, professore alla American
University di Beirut e direttore del Centro Studi fra le Fedi di Amman, ha
sostenuto che la terra del
latte e del miele dove Abramo
si stabilì (in una epoca che nell'ambito della cronologia di V. può essere
identificata con il 1850 BC circa, tempo anche del faraone Sesostri I Il
Grande), sia l'attuale regione dell'Arabia sud-occidentale chiamata Asir. A
parere di chi scrive l'approccio di Salibi può perfettamente accordarsi con
quello di V. portando addirittura a rafforzarne le conclusioni.
[Una
presentazione dell'autore si trova nel numero 1 di Episteme]
E-mail: emilio@unibg.it
Ottobre 20-21, 2001: un convegno su Velikovsky
Ottobre 20-21, 2001: un convegno su Velikovsky
all'Università
di Bergamo
In
occasione dei cinquanta anni dalla pubblicazione di Mondi in Collisione sarà organizzato presso il Dipartimento di
Matematica dell'Università di Bergamo un convegno dedicato ad una rivisitazione
dell'opera citata di Velikovsky ed ad una disanima di temi ad essa associati
alla luce delle conoscenze attuali. Il convegno è organizzato da chi scrive, il
quale da vari anni ha contatti con studiosi che furono associati con Velikovsky
e che inoltre è coinvolto in attività di ricerca sui sistemi dinamici n-body
gravitazionali. Il convegno si svolgerà con il seguente programma:
Sabato
20, mattina:
Prof.
Emilio Spedicato, Un. di Bergamo:
Introduzione alla conferenza
Prof.
Federico Di Trocchio, Un. di Lecce:
Velikovsky come genio rifiutato
Jan
Sammer, Prague:
Sul sito web di Velikovsky e sulle sue
monografie ancora non pubblicate
Prof.
Alfred De Grazia (Princeton) e dr. Immanuel Velikovsky (presentazione di Amy De
Grazia)
Una comunicazione finale, 14 Novembre 1979
Prof.
Alfred De Grazia (Princeton):
Prima dei Mondi in Collisione di Velikovsky: lo scenario di
Solaria Binaria
Sabato
20, pomeriggio:
Prof. Laurence Dixon, Un. Hertfordshire,
UK :
I cambiamenti di orbite planetarie proposti da
Velikovsky non violano le leggi di conservazione
Ammiraglio
Dr. Flavio Barbiero, Accademia Navale, Livorno:
Sulla possibilità di rapidi cambiamenti nella
direzione dell'asse terrestre dopo impatti con asteroidi o comete
Dr.
Walter Baltensperger, Centro Brasiliano di Ricerche in Fisica, Rio de Janeiro:
Sullo spostamento geografico dei poli
geografici dopo incontri ravvicinati con oggetti di dimensioni planetarie
Prof.
Emilio Spedicato, Un. di Bergamo:
Argomenti per un impatto di tipo super Tunguska
sull'Oceano Pacifico nell'anno 1178 AD
Prof.
Chandra Wickramasinghe, Un. di Cardiff, UK
Nuova luce sull'origine della vita
Dr.
Antonino Del Popolo, Un. di Bergamo:
Sistemi planetari extrasolari: risultati delle
osservazioni e problemi teorici
Domenica 21, mattina:
Prof.
Erasmo Recami, Un. di Bergamo:
Catastrofismo ed uniformitarismo nella storia
dell'astronomia
Dwardu
Cardona, editore della rivista Aeon,
Vancouver:
Saturno prima del Sole
Charles
Ginenthal, editore della rivista The Velikovskyan, New York:
Le idee di Velikovsky sul ruolo
dell'elettromagnetismo nella evoluzione dell'Universo
Dr.
Adalberto Notarpietro, Centro di Dinamica Alpina, CNR, Milano:
Earth in Upheaval di Velikovsky e catastrofi di origine
extraterrestre nella storia della Terra
Shulamit
Velikovsky Kogan, Haifa, Israel
Sulla dimostrazione delle ipotesi di Velikovsky
Il
convegno si terrà presso la Sala Conferenze della Università di Bergamo in via
dei Caniana n. 2 (non lontano dalla stazione FS e dall'ingresso all'autostrada).
E' ad accesso libero e gratuito nel limite della capienza (180 posti) della
sala. Per ulteriori informazioni contattare Emilio Spedicato (emilio@unibg.it) o Laura Capelli (dmsiaseg@unibg.it) o il sito: www.unibg.it/dmsia/seminari/Velikovsky_it.html .
Alcune
note sui conferenzieri invitati:
- Il prof. Di Trocchio
insegna storia della scienza all'Università di Lecce ed ha dato di V. una
presentazione approfondita nel quadro delle gradi idee controverse
proposte al di fuori del mondo accademico nel suo libroIl Genio
Incompreso: uomini e idee che la scienza non ha capito, pubblicato nella collana Scienza,
degli Oscar Saggi Mondadori.
- Jan Sammer fu
collaboratore di V. a Princeton negli ultimi anni della sua vita ed ha
curato l'archivio elettronico di Velikovsky. Ha recentemente curato il
sito citato dove sono disponibili, anche se in forma non finale, i libri
che V. non pubblicò in vita (fra cui la sua autobiografia, il volume sui
suoi incontri con Einstein, In
the Beginning, dedicato al Diluvio ed a una reinterpretazione della
mitologia più arcaica, i libri storici The
Assyrian Conquest, The dark age of Greece).
- Il prof. Alfred De
Grazia, già docente in varie Università USA fra cui Stanford e Chicago,
amico di Velikovsky, è autore di una serie di volumi basati su quello da
lui definito l'approccio di Quantevolution, in cui presenta teorie
alternative sulla formazione del sistema solare e sulla evoluzione della
civiltà. In particolare nella monografia Solaria
Binaria scritta con
l'astronomo Earl Milton viene ipotizzata la formazione del sistema solare
nell'ambito di un iniziale sistema stellare binario (deve qui notarsi che
forse non meno dell'80% delle stelle è costituito da sistemi binari o
multipli). Oltre che ad una sintetica presentazione di questa ipotesi
sulla origine del sistema solare la moglie di De Grazia, Amy, presenterà
una allocuzione scritta da Alfred con V. che avrebbe dovuto essere
presentata ad un convegno nel 79, se V. non fosse morto prima.
- Il prof. Laurence
Dixon ha lavorato per decenni nel settore dei metodi numerici per
ottimizzazione e sistemi dinamici, sviluppando anche software utilizzato
dall'Agenzia Spaziale Europea nelle sue missioni. Il suo intervento
riguarda la compatibilità a livello delle leggi di conservazione di
energia e momento dei cambiamenti orbitali proposti da V. per i pianeti
Marte, Venere e Terra.
- Il dr. Flavio
Barbiero, specialista di sistemi dinamici meccanici avanzati, ha
dimostrato recentemente come impatti con comete o asteroidi di dimensioni
relativamente contenute (qualche centinaio di metri di diametro) possano
portare per complessi fenomeni legati alla presenza degli oceani sulla
Terra a cambiamenti della direzione dell'asse e quindi a fenomeni
catastrofici di glaciazioni e deglaciazioni.
- Il prof. Chandra
Wickramasinghe dell'Università di Cardiff, astrofisico di grande fama e
collaboratore di Fred Hoyle, discuterà la teoria proposta da lui ed Hoyle
sulla origine della vita dallo spazio, con particolare riferimento al
ruolo qui svolto dalle comete. In Worlds
in Collision V. aveva
svolto considerazioni sull'arrivo sulla Terra in occasione dell'Esodo di
materiale vivente (da lui chiamato vermin).
Hoyle e Wichkramasinghe hanno dimostrato come materiale vivente (virus,
batteri, spore ed anche insetti) possano superare indenni il momento
dell'impatto con l'atmosfera terrestre.
- Il dr. Antonino del
Popolo, astrofisico specialista della dinamica di sistemi n-body a grandi
dimensioni, ha introdotto nuovi modelli per lo studio della dinamica di
sistemi complessi come aloni galattici, ammassi di galassie, ammassi
globulari. Utilizzando effetti fisici prima trascurati ha mostrato la
possibilità di migrazioni all'interno di sistemi planetari, dando in
particolare una possibile origine di Plutone dalla fascia di Kuiper e
dimostrando come pianeti di tipo gioviano o supergioviano possano trovarsi
in orbite assai vicine alla stella.
- Il prof. Erasmo
Recami è noto per i suoi studi sui fondamenti della fisica e per avere
sviluppato la teoria dei tachioni ed in generale dei movimenti a velocità
superluminali, recentemente confermati anche sulla base di esperimenti da
lui proposti oltre trenta anni fa. I suoi interessi hanno anche riguardato
la storia della fisica e l'archeologia.
- Dwardu Cardona ha
collaborato con Velikovsky ed è l'editore della rivista Aeon di studi mitologici; ha
sviluppato le idee di V. sulla recente evoluzione del sistema solare
utilizzando gli elementi più arcaici nelle mitologie e religioni per
proporre una storia dell'evoluzione del sistema solare ancora più
radicalmente innovativa.
- Charles Ginenthal è
l'editore della rivista The
Velikovskyan che da anni
porta avanti una analisi delle tesi di V. e diffonde nuovi sviluppi. E'
autore di alcune monografie, una sulla sopravvivenza ora documentata del
mammuth sino al 1600 AC (nell'isola di Wrangel), una sul ruolo delle forze
elettromagnetiche in ambito cosmologico ed una, dal titolo Carl Sagan and Immanuel
Velikovsky, in cui
difende le tesi di Velikovsky contro le critiche di Carl Sagan,
l'astronomo che continuò gli attacchi di Shapley contro V.
- Il dr. Adalberto
Notarpietro è geologo del CNR Centro Studi per la Dinamica Alpina di
Milano, con interessi sul tema della recente evoluzione catastrofica delle
strutture geologiche maturati in ricerche sul campo.
- Shulamit Velikovsky
Kogan, figlia di Immanuel V., è laureata in fisica, ha seguito da vicino
l'attività del padre ed ha partecipato ai suoi incontri con Einstein. Vive
in Israele e da alcuni anni è impegnata nella traduzione delle opere di V.
in ebraico.
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